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5 novembre, 2012 | di

Dal 14 al 17 Novembre 2012 si terranno a Torino la quinta conferenza italiana sul software geografico e sui dati geografici liberi (GFOSS DAY 2012) e il quarto meeting degli Utenti di OpenStreetMap (OSMit 2012).
Per l’occasione abbiamo fatto un’intervista a Sandro Furieri, presidente dell’associazione GFOSS.it, sviluppatore di SpatiaLite e membro dell’Open Geo Spatial Consortium.

Cosa è GFOSS DAY 2012 – OSMit 2012?

Da sempre il GfossDay è la festa annuale dell’intera community italiana che ruota attorno al software libero ed agli open data in ambito geografico; non è un convegno scientifico, e non è neppure un meeting per hackers.
E’ piuttosto un punto di incontro in cui tutti coloro che sono interessati all’informazione geografica libera si trovano, parlano, si confrontano e si scambiano idee ed esperienze concrete.
OSMit rappresenta il ritrovo annuale della community italiana di Open Street Map; che non è un progetto software visto che si occupa primariamente di produrre dati, ma che proprio per questo rappresenta un tassello decisamente importante.
GfossDay ed OSMit si sono sempre svolti separatamente: quest’anno a Torino proviamo per la prima volta l’esperienza di organizzarli congiuntamente.
Restano due eventi distinti, ciascuno con la propria individualità specifica; ma la vicinanza di tempi e di spazi favorirà sicuramente un dialogo più serrato tra le due communities, che dopo tutto hanno moltissimi punti di contatto e di interesse in comune.

Quali saranno i temi forti di quest’anno e perché è importante esserci?

Quest’anno a Torino saremo ospiti di Regione Piemonte; è una circostanza particolarmente significativa perché questa regione è stata tra le prime in Italia a sposare con decisione la politica degli Open Data, quando ancora non erano diventati un ritornello così popolare e di gran moda come lo sono oggi.
Avremo numerose occasioni di incontro con le pubbliche amministrazioni piemontesi e potremo verificare direttamente cosa ha prodotto concretamente l’esperienza Open Data, specie in ambito geografico.
Ma soprattutto potremo ascoltare dalla viva voce dei diretti protagonisti il racconto delle difficoltà e dei successi che hanno costellato il percorso: immagino che sarà un’occasione di confronto molto concreto, e quindi decisamente istruttivo ed utile.

Il 2012 sembra l’anno del “consolidamento” del mondo GFOSS. Cosa c’è ancora da irrobustire e cosa di nuovo potrebbe uscire nel 2013?

Adagiarsi sugli allori è una politica notoriamente pericolosa; è sicuramente vero che il software libero ormai è un protagonista ben radicato nello scenario, e forse nello specifico GeoSpatial ancor più che in altri settori.
Ma è anche vero che siamo ormai nel pieno di una vero e proprio salto di generazione informatica; molti segnali mostrano chiaramente come l’era del PC si avvia ormai verso l’esaurimento, il futuro vedrà sicuramente la massiccia diffusione di dispositivi di nuova generazione.
Questo significa certamente nuove opportunità, ma sicuramente anche nuove sfide e nuove insidie; almeno per come si va profilando ad oggi il mondo dei Tablets sarà verosimilmente un mondo molto più chiuso di quanto lo sia lo scenario attuale.
La buona notizia è che il mondo della cartografia e delle mappe digitali sta velocemente diventando uno dei punti di forza delle nuove piattaforme, che non a caso integrano direttamente un sensore GPS che consente l’immediata localizzazione.
Le tecnologie GeoSpatial non sono più destinate ad una piccola nicchia di specialisti; ormai stanno diventando un elemento consueto del mercato mass consumer.
Questa è la sfida che siamo chiamati ad affrontare nei prossimi anni; riuscire a mettere le nostre competenze specifiche a servizio di scenari ed ambienti completamente nuovi e sostanzialmente inesplorati, cercando di contrastare il disegno di chi sta invece cercando di mettere a punto piattaforme rigidamente chiuse ed integralmente basate su una filiera totalmente e strettamente controllata dalle aziende produttrici.
Ovviamente questo vale anche e soprattutto per le cartografie e le mappe, che rischiano di diventare facile terreno di conquista per un pugno ristrettissimo di soggetti dominanti.

Qual è il profilo tipo di coloro che assistono ai GFOSS Day? E’ cambiato negli anni?

Il GfossDay si è sempre voluto connotare come una fiera variopinta dove si incontrano e si confrontano le esperienze più disparate. Al GfossDay ricercatori e docenti universitari si confrontano su un piede di assoluta parità con funzionari della pubblica amministrazione, tecnici, sviluppatori, professionisti e studenti.
La presentazione di tecnologie emergenti in assoluta anteprima mondiale marcia di pari passo con la presentazione di caso d’uso concreti che riguardano a volte comuni anche di piccolissime dimensioni.
Esiste naturalmente una platea di frequentatori abituali che partecipa regolarmente tutti gli anni, ma una buona parte dei partecipanti proviene sempre direttamente dal territorio in cui si svolge il convegno.
Lo scorso anno a Foggia eravamo ospiti della facoltà di Lettere, ed avemmo una partecipazione rilavante di archeologi. Immagino che quest’anno sarà particolarmente nutrita la partecipazione degli enti locali piemontesi.
Ma lo scopo del GfossDay è esattamente questo; essere una vetrina aperta a tutti, in cui si disseminano idee, si parla di software libero, di open data e di informazione geografica libera con tutti coloro che possono essere interessati a queste tematiche a qualsiasi titolo.

Open data, Smart Cities, Software libero, Database Spaziali, Mappe, Mobile …e chi più ne ha, più ne metta! Per partecipare a questa conferenza è necessario avere una laurea in Geografia oppure basta studiare per un mese?

Per lunghi decenni il GIS ha rappresentato una sorta di bolla stagna completamente autoreferenziale: strumenti molto complessi ed altamente specialistici per scopi altrettanto complessi e settoriali.

Oggi la maturazione complessiva delle tecnologie GeoSpatial ha raggiunto un tale livello che possiamo anche iniziare a pensare di metterle a disposizione di una platea molto più ampia che in passato, e per una gamma di applicazioni decisamente più estesa.
Sicuramente il ruolo degli specialisti resta molto importante in alcuni scenari particolari; ma ormai per riuscire a pubblicare un sito Web con contenuti cartografici anche ricchi e sofisticati non serve necessariamente uno specialista, è un compito tranquillamente alla portata di qualsiasi informatico disposto ad allargare il proprio bagaglio di conoscenze e di competenze professionali.
Sicuramente la soglia di ingresso si è notevolmente abbassata; specie per quanto riguarda gli Spatial DBMS ed i servizi Web ormai possiamo tranquillamente affermare che le tecnologie GeoSpatial non hanno proprio nulla di “esoterico” rispetto a qualsiasi altra tecnologia informatica largamente diffusa.
Per quanto riguarda i requisiti di ammissione: temo sinceramente che una laurea in geografia da sola non basti affatto per padroneggiare a fondo la complessità del settore: sicuramente anche le discipline giuridiche e quelle economiche e sociali hanno una rilevanza altrettanto determinante. Naturalmente anche le competenze informatiche “pure” stanno rapidamente diventando indispensabili.
Ma tutto questo non deve affatto scoraggiare. Come in moltissimi alti settori delle nostre società post-industriali sono proprio le competenze professionali specifiche di settore che devono sforzarsi di trovare forme di comunicazione efficaci, semplici, dirette ed universali: non viceversa.

In veste di presidente di GFOSS Italia, come completeresti, ipotizzando un mondo ideale, la seguente equazione: “Google Maps” sta a “mappe per tutti” come “GFOSS e opendata” stanno a …?

… mappe veramente libere per tutti. E per qualsiasi scopo: culturale, sociale, amministrativo, politico e perché mai no, anche economico e produttivo.
Sicuramente mappe aperte alla libera partecipazione e collaborazione di tutti i soggetti interessati. Mappe che sappiano valorizzare al meglio tutte le ricche e variegate specificità sociali, culturali e storiche tipiche di ciascun territorio locale.
Insomma, uno strumento vivo ed aperto, partecipativo e creativo, piuttosto che un “fiore di serra” coltivato artificialmente da pochissime multinazionali che operano su scala globale.

Open source, open data e open government: quali sono a tuo avviso le mutue relazioni tra questi tre paradigmi?

Open Government è un progetto politico di vasto respiro che cerca di costruire una genuina democrazia al passo con i tempi, cercando di sfruttare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie per promuovere la partecipazione attiva, informata e consapevole dei cittadini.
Open Data è la modalità operativa che rende materialmente praticabile l’Open Government: perché solo mettendo materialmente tutto il patrimonio di conoscenza in possesso dei Governi a disposizione dei cittadini si può avere partecipazione informata e quindi consapevole.
Open Source è semplicemente una modalità tecnica di sviluppo del software; ma è anche la pietra angolare in grado di garantire che il primo obbiettivo (Open Government) non diventi semplicemente un’arma di manipolazione delle coscienze per fini politici, e che il secondo (Open Data) non finisca semplicemente per diventare un insperato regalo ed una profittevole occasione di business per le grandi multinazionali.
Insomma, una robusta iniezione di Open Source nel sistema rappresenta l’unica garanzia assolutamente trasparente che può assicurare efficacemente ai cittadini che Open Government ed Open Data siano strumenti reali di democrazia attiva, e non solo coperture di facciata che celano scopi completamente diversi da quelli proclamati.

Perché ti occupi di software libero e non di software proprietario?

Perché fin da tempi remoti mi occupo di sviluppo software; per lunghi anni ho vissuto come una grave menomazione personale il fatto che il frutto della mia fatica intellettuale finisse inevitabilmente per diventare proprietà intellettuale di altri grazie al sistema dei copyrights.
Oggi finalmente, da quando ho iniziato a sviluppare software libero, ho la soddisfazione di sapere che il frutto delle mie fatiche appartiene esclusivamente a me stesso; e posso perfino concedermi l’enorme gratificazione di metterlo liberamente a disposizione di qualsiasi essere umano che lo ritenga utile ed interessante.

Oggi si parla tanto di Smart Cities: ritieni che l’apporto utile del software libero possa fare la differenza? Se la risposta è affermativa, in che modo?

Sono personalmente convinto che Smart Cities possa essere un’ottima occasione per migliorare la qualità della vita delle nostre città sempre più complesse, caotiche e congestionate.
Una robusta iniezione di tecnologie avanzate può realmente portare numerose ricadute molto positive: basti solo pensare ai settori della tutela dell’ambiente, di un uso più efficiente e razionale dell’energia, di una mobilità più fluida e più efficace basata sull’uso innovativo di mezzi di trasporto collettivo innovativi.
Ma anche sotto al profilo politico, sociale e culturale Smart Cities può aprire prospettive decisamente interessanti.
Però attenzione: l’intera operazione Smart Cities può essere un’ottima occasione di crescita e di sviluppo collettivo. Ma può anche rischiare di risolversi semplicemente in una novella corsa all’oro per un pugno ristretto di grande aziende fornitrici. E può addirittura evocare i più nefasti scenari di controllo sociale ossessivo in stile Grande Fratello.
La differenza sarà tutta nel livello di coinvolgimento diretto ed attivo dei cittadini nei processi, e nella capacità di far nascere una micro-imprenditorialità diffusa direttamente legata al territorio piuttosto che nel favorire ulteriori processi di concentrazione monopolistica.
Naturalmente solo l’uso massiccio di software libero può offrire tutte le necessarie garanzie di apertura e di assoluta trasparenza, che in questo caso sono particolarmente critiche e delicate per la credibilità dell’operazione.

Per tutte le informazioni di dettaglio relative al calendario, programma e logistica di GFOSS DAY 2012 – OSMit2012 vi rimandiamo alla pagina ufficiale degli eventi.

2 luglio, 2012 | di

L’Assessorato all’Assetto del  Territorio della Regione Puglia ha organizzato presso InnovaPuglia tre giornate seminariali intitolate “Sistema Informativo Territoriale regionale (SIT) per la semplificazione delle procedure e il raccordo amministrativo” qui programma e scheda di adesione. L’iniziativa ha come obiettivo quello di illustrare le numerosissime funzionalità, servizi e prodotti messi a disposizione dal SIT Puglia, rivolti alle Pubbliche Amministrazioni ma anche a professionisti e cittadini.

Il primo appuntamento – al quale ho partecipato – è stato il 29 giugno scorso. Durante la prima parte la responsabile del SIT Puglia Tina Caroppo ha illustrato i servizi di download e consultazione dei dati topografici, tematici e storici, quelli relativi a PUTT/p e Piano Regionale delle Coste, e le funzionalità dedicate esclusivamente ai soggetti pubblici quali Comuni e Province coinvolti direttamente in svariati procedimenti autorizzativi, come il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche e quelle relative agli impianti di produzione energetica.

La Regione Puglia infatti ha puntato già da tempo sul coinvolgimento diretto degli Enti Locali riguardo la pianificazione condivisa e partecipata, ad esempio offrendo un importante supporto ai Comuni – proprio mediante il SIT regionale – per la redazione dei Piani Urbanistici Generali (PUG).

La stessa Regione è inoltre sempre tesa ad ampliare la base di dati territoriali, tanto che a febbraio scorso ha presentato l’ortofoto 2010 acquisita da AGEA, messa a disposizione sempre mediante il SIT. Ne ho parlato in un altro articolo su TANTO, nel quale avevo sollevato anche il problema di una licenza sui dati cartografici regionali che attualmente ne impedisce l’uso da parte dei professionisti per il proprio lavoro. Sono passati dei mesi, e l’occasione di questo seminario mi è sembrata utile per capire quale fosse l’orientamento per risolvere la questione, poiché i disclaimer sono rimasti gli stessi. Tina Caroppo ha risposto facendo presente che l’intenzione della Regione è senz’altro quella di consentire il riuso libero dei dati, ma si è in attesa che il disegno di Legge Regionale su open source e open data (altro argomento che TANTO segue da tempo) venga definitivamente approvato in Consiglio regionale.

Le altre due giornate, previste per il 5 e 6 luglio prossimi, hanno come obiettivo quello di fornire a personale delle Pubbliche Amministrazioni e a professionisti, il know how per poter utilizzare i dati e i servizi cartografici erogati dalla Regione Puglia con software GIS open source. Sono anche previste esercitazioni pratiche per l’applicazione delle istruzioni tecniche per l’informatizzazione dei PUG.

Si tratta dunque di una importantissima e meritoria iniziativa alla quale ci si aspetterebbe partecipassero tutti i Comuni e le Province pugliesi. Tra l’altro pare sia prevista una seconda serie di seminari per garantire proprio questa possibilità.

Insomma, la Regione Puglia si conferma estremamente motivata nel voler rendere i geodati dei quali è responsabile realmente aperti e (ri)usabili a tutti. La questione open data (che ricordiamo non consiste solo nell’adottare formati aperti, ma anche licenze aperte) verrà dunque risolta con l’emanazione della Legge Regionale della quale si parlava. L’attuale adozione di uno standard aperto (WMS nello specifico) da parte del SIT Puglia ne consente comunque l’utilizzo già ora con qualunque software GIS, proprietario o OS.

Solo una breve chiosa riguardo il clima nel quale si è svolto l’incontro, piuttosto scolastico invero, che ha generato un episodio paradossale nel quale io – che anziché prendere appunti con lapis e notes lo facevo con Google Drive e usavo Tweetdeck per informare sui lavori – c’è mancato poco che andassi a finire dal preside, ripreso come uno scolaretto un po’ discolo. Ma sono gli imprevisti del mestiere…

30 giugno, 2012 | di

Il 6 luglio del 2012 si terrà a Bologna un evento dal titolo Diritti digitali e dati aperti: le basi per Città e Comunità smart. Una città intelligente – digitale mi piace di meno – ha bisogno di informazioni. E’ un superorganismo che le dovrebbe produrre e se ne dovrebbe nutrire, in cui l’Informazione Geografica riveste un ruolo fondamentale per il suo metabolismo.

Sergio Farruggia si sta spendendo molto per la buona riuscita della giornata ed introdurrà la sessione delle 11:30 dedicata proprio a “l’Informazione Geografica, Smart Cities e Smart Communities”. A costo di sembrare stucchevole, lo voglio ringraziare pubblicamente perché ha creato le basi per un incontro tra persone molto diverse ma caratterizzate da grande competenza e passione. Ringrazio ovviamente anche gli sponsor ed i patrocinanti dell’evento, ma soprattutto la Regione Emilia Romagna e l’associazione Stati Generali dell’Innovazione che stanno organizzando l’evento.

Gli obiettivi dell’associazione Stati Generali dell’Innovazione​ – valorizzare e supportare la creatività dei giovani, riconoscere il merito, abbattere il digital divide e rinnovare lo Stato attraverso l’Open Government – sono ambiziosi, e la comunità geomatica può (e deve) dare il suo contributo.

Questo post è anche per invitare chi può ad essere presente (non dimenticate la registrazione), e chi non può a darne diffusione.

Oltre a Sergio, la redazione di TANTO sarà presente con Giovanni Allegri, Lorenzo Perone e me (e forse anche Alessio Di Lorenzo). Speriamo di incontrarvi a Bologna.

L’evento potrà essere seguito anche su Twitter mediante l’hashtag #SGInnovazione

9 maggio, 2012 | di

logosmall_comoLe Giornate Italiane di gvSIG, giunte alla quinta edizione, si svolgeranno dal 27 al 29 giugno 2012, presso l’Aula Magna del Politecnico di Milano – Polo Territoriale di Como, via Castelnuovo, 7 a Como. L’evento è organizzato dal Laboratorio di Geomatica del Politecnico di Milano – Polo Territoriale di Como e dall’Associazione gvSIG, e rappresenta l’ormai classico punto d’incontro e di scambio di esperienze tra utenti e sviluppatori italiani di gvSIG.

Sono ancora aperte le iscrizioni alle Quinte Giornate Italiane di gvSIG, completamente gratuite, ed è richiesta solo la compilazione dell’apposito formulario. E’ possibile condividere le vostre esperienze professionali partecipando anche come relatori. Occorre semplicemente inviare un riassunto (abstract) al seguente indirizzo email: giornate.italiane@gvsig.org entro il 23 maggio 2012 (consultare le norme per le presentazioni). Affrettatevi!

15 marzo, 2012 | di

Ieri si è tenuto a Roma il workshop “INSPIRE: prepararsi all’atterraggio”, promosso da ISPRA e AM/FM Italia come momento di riflessione e confronto tra enti di ricerca, università e pubbliche amministrazioni centrali e locali sullo stato di fatto dell’implementazione della Direttiva INSPIRE in Italia.

Tre le sessioni nelle quali sono stati suddivisi i lavori, durati dalle 10:00 alle 16:30.

Nella prima “Monitoring INSPIRE”, la stessa ISPRA e DigitPA hanno fatto un resoconto del lavoro effettuato per produrre il report previsto dalla Direttiva sul monitoraggio dello stato di attuazione di INSPIRE a livello italiano, seguiti dalla Regione Piemonte che ha condotto l’indagine per il territorio di propria competenza.

Nella successiva sessione “I modelli dati di INSPIRE”, sempre ISPRA ha relazionato riguardo i commenti italiani alle Data Specifications INSPIRE proposti durante il testing condotto nel 2011, ci sono poi stati due interventi che hanno illustrato i risultati dei due progetti europei BRISEIDE e TURAS.

Nell’ultima interessante sessione, intitolata “I test su modelli dati e armonizzazione”, ci sono stati numerosi interventi di soggetti che hanno curato i test per l’implementazione delle specifiche tecniche sui dataset previsti dagli Annex di INSPIRE, mettendo in evidenza le criticità maggiori, e spesso suggerendo soluzioni per superarle. Tra questi la Regione Toscana con il Consorzio LaMMA sui dataset riguardanti il suolo, la Regione Emilia-Romagna con il Servizio Geologico e dei Suoli sempre su suolo ma anche geologia, e le esperienze di implementazione condotte nell’ambito dei progetti europei plan4all e NatureSDIplus.

Gli organizzatori hanno predisposto una piattaforma web grazie alla quale ai circa 150 convenuti a Roma se ne sono aggiunti una cinquantina che hanno potuto seguire i lavori a distanza, visionando le presentazioni dei relatori, ma avendo anche la possibilità di intervenire via audio.

Io stesso ero tra questi ultimi, e in questo modo ho potuto fare un reportage in tempo reale dei lavori, contribuendo su Twitter all’hashtag (più o meno) ufficiale dell’evento #inspirati - che tra l’altro si è prestato molto bene ad essere usato in vari modi nei tweet che ne compongono la timeline – catturando le affermazioni e addirittura alcune delle slide più interessanti degli interventi dei relatori.

E i(n)spirato dal precedente post di Andrea Borruso - che ha anche una grande valenza didattica riguardo Twitter – sui lavori della Conferenza ASITA dello scorso anno – nel quale aveva raccolto i cinguettii dell’hashtag anch’esso (più o meno) ufficiale #ASITA11 – ho voluto comporre un racconto del workshop di ieri sempre con il formidabile Storify.

Io mi sono divertito molto ieri, il modo di raccontare un evento in questo modo è entusiasmante, lanciare idee, pezzi di conversazione, discuterne su Twitter, catturare gli screenshot delle presentazioni per condividerli col mondo. Credo sia fare letteralmente un servizio pubblico accessibile a tutti. E’ open journalism, mi piace l’idea, ne sono contento – anzi ne siamo contenti qui a TANTO – e perché no, anche orgoglioso del risultato…

Perciò mettetevi comodi e godetevi il racconto qui sotto, il miglior modo per farlo – come diceva anche Andrea – è ovviamente a schermo intero.

 


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