12 luglio, 2010 | di in » Dati

E’ appena trascorso un mese dall’entrata in esercizio del primo portale Open Data italiano, dati.piemonte.it, il quale è stato accolto favorevolmente dagli entusiasti sostenitori italiani del movimento Open Data ed addirittura classificato come portale governativo di prima categoria dal gruppo PSI (Public Sector Information) della Commissione Europea, in quanto garantisce l’accesso diretto ai dati, analogamente a data.gov.

Pur trattandosi di una versione beta, rappresenta indubbiamente una pietra miliare che dimostra la fattibilità dell’Open Data anche in Italia, nonostante le difficoltà di cui si accennava in questo recente post.

Ma vediamo in dettaglio di cosa si tratta. La pagina di accesso al portale si presenta con una grafica semplice ed accattivante su cui campeggia in primo piano il principio di fondo dell’iniziativa, una vera e propria dichiarazione di intenti in perfetto stile Government 2.0 ed in completo accordo con il senso della Direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo:

I dati pubblici sono di tutti
I dati in possesso della Pubblica Amministrazione sono un patrimonio informativo prezioso per la società e l’economia. La Regione Piemonte intende metterli a disposizione di cittadini e imprese per stimolare un nuovo rapporto fra pubblico e privato e favorire lo sviluppo di iniziative imprenditoriali.

A valle di questa esaltante premessa, seguono immediatamente pochi ma efficaci menù che rimandano ai contenuti del portale, dopodiché si va direttamente al sodo, accedendo direttamente ad un piccolo assaggio dei dati grezzi finora messi a disposizione, ad un estratto delle discussioni più recenti nel blog ed, infine, ad una sezione dedicata al riuso dei dati pubblici, dotata di una presentazione multimediale esplicativa sull’argomento.

Curiosando all’interno della sezione Dati, è possibile osservare che:

  • al momento sono presenti solo alcuni set di dati, tuttavia assicurano che a questi se ne aggiungeranno progressivamente degli altri, anche su richiesta degli utenti;
  • i dati grezzi sono descritti da metadati (informazioni sui dati);
  • sono resi disponibili in formato CSV e, di conseguenza, sono consultabili mediante un qualsiasi editor di testo;
  • sono aggregati a scala provinciale e, talvolta, comunale;
  • è facile verificare come siano indicizzati nei principali motori di ricerca e quindi siano di facile reperibilità anche all’esterno del portale;
  • infine, sono corredati di un contratto di licenza in cui si afferma chiaramente che la Regione Piemonte ne detiene la titolarità e ne “autorizza la libera e gratuita consultazione, estrazione, riproduzione e modifica [...] da parte di chiunque vi abbia interesse per qualunque fine, ovvero secondo i termini della licenza Creative Commons – CC0 1.0 Universal” (dominio pubblico).

Benissimo! Siamo certamente ancora distanti dalla mole impressionante di contenuti presenti in data.gov e data.gov.uk, tuttavia sono largamente rispettate in sostanza le indicazioni del Manifesto stilato da The Guardian, contenente a mio avviso un insieme minimo di principi pienamente condivisibile.

Il rilascio dei dati grezzi prodotti dalla PA – in formato aperto e con licenze che ne consentono il riuso – può produrre effetti benefici tanto nella trasparenza dei processi decisionali delle amministrazioni, quanto nella qualità dei servizi e nell’economia immateriale che vi ruoterebbe attorno. In particolare, i raw data costituiscono una risorsa dall’enorme potenziale nascosto, che è possibile far venire allo scoperto sfruttando le relazioni esistenti tra i dati in maniera originale e creativa in fase di produzione di nuovi servizi, magari ottenendo applicazioni assolutamente impensabili da parte degli stessi produttori di dati.

TANTO si occupa ormai da diverso tempo di sensibilizzare i suoi lettori verso l’utilizzo creativo ed appassionato dei vari strumenti del web 2.0 disponibili in rete, sottolineando come essi possano rappresentare un importante mezzo di sviluppo e di crescita sia per chi si occupa di geomatica, che per l’intera collettività. A tal fine, mi piace riportare alcuni stralci di un commento di Pietro Blu Giandonato relativo a questo interessante post:

esiste ormai sul web una messe di strumenti, applicazioni, servizi, fonti di dati formidabile, che sta crescendo vertiginosamente, e della quale non resta altro che coglierne le opportunità a piene mani. [...] In un paio d’ore, tra progettazione e realizzazione, è possibile tirare su un mashup potente, semplice e veloce per mettere in strada dati reperiti altrove da più fonti, o addirittura originali! [...] E’ necessario cambiare il paradigma della geomatica in Italia, passando dal GIS come unico strumento per la rappresentazione e gestione dei dati, arrivando a una sorta di “cloudmapping” realizzato con le decine di strumenti web 2.0 che esistono in giro. Una strada peraltro che richiede essenzialmente fantasia, creatività e intuito, che permette di costruire grandi cose con piccole azioni. Il problema è ovviamente immaginarle…

Così, mi sono chiesto: è possibile visualizzare i raw data piemontesi all’interno di una piccola applicazione di web mapping facendo in modo che i risultati delle interrogazioni siano dei bei grafici, piuttosto che noiosi numeri? Certamente! Ho scelto quindi i dati relativi alle dotazioni ICT presso i cittadini e ne ho effettuato il download accettandone le condizioni di utilizzo. Trattandosi di dati in forma tabellare, li ho semplicemente importati all’interno di un foglio di calcolo di Google Docs e poi pubblicati in modo tale che “chiunque abbia accesso a Internet possa trovarli e visualizzarli“, ottenendo la struttura seguente:

I dati prescelti possono essere analizzati secondo differenti chiavi di lettura (query). Ad esempio, è possibile risalire alle dotazioni ICT per provincia e per anno, così come alla singola dotazione per provincia negli anni 2005-2009. Mi sono posto pertanto il seguente obiettivo: individuare lo strumento web 2.0 più agevole per interrogare la tabella come all’interno di un database, in modo da poter estrarre di volta in volta solo i dati necessari per ottenere il grafico corrispondente ad una particolare query. Dopo vari tentativi con Yahoo! Pipes ed YQL (Yahoo! Query Language), peraltro abbastanza ben riusciti (li trovate qui), ho individuato nel Query Language delle Google Visualisation API un’alternativa relativamente semplice ed efficiente, tale da scongiurare la necessità di dover configurare un web server e risolvere le beghe informatiche dovute alle cross-domain restrictions. Si tratta praticamente delle stesse API che consentono di ottenere dei grafici a partire dai dati.

A proposito della componente geografica, ho deciso di utilizzare come client OpenLayers (di cui si parla spesso qui su TANTO) per via della sua enorme versatilità e semplicità d’uso, un servizio TMS (Tile Map Service) di OpenStreetMap come layer di base ( i “linked data” per eccellenza!), ed i confini ISTAT delle province reperibili qui, utilizzabili per scopi non commerciali a patto di citarne la fonte. Questi ultimi sono stati convertiti nel formato GML ed opportunamente trasformati nel sistema WGS84 (EPSG:4326).

In definitiva, il funzionamento dell’applicazione è molto semplice ed intuitivo: scelta una delle opzioni (query) poste in basso, per interrogare una delle province piemontesi occorre semplicemente cliccare sulla corrispondente entità vettoriale che la rappresenta in mappa. Comparirà successivamente un popup contenente la denominazione della provincia, il titolo del grafico ed il grafico stesso (dotato di legenda, se necessaria). Questo è il mashup risultante:

Per concludere, ho alcune interessanti novità da segnalare. Nel frattempo, negli altri Paesi il modello di Open Government procede inesorabilmente la sua marcia. In particolare, nel Regno Unito è stata appena istituita una Commissione per la Trasparenza nel Settore Pubblico con il compito di guidare l’agenda sulla Trasparenza del Governo, rendendola un elemento cardine di ogni sua attività e assicurando che tutti i Dipartimenti presso Whitehall rispettino le scadenze fissate per il rilascio di nuovi dataset pubblici. Inoltre, è responsabile della definizione di standard sui dati aperti per l’intero settore pubblico, recependo ciò che è richiesto dal pubblico e assicurando l’apertura dei dataset più richiesti. Un primo importante compito della Commissione attualmente in itinere consiste nella definizione dei Principi di Trasparenza dei Dati Pubblici mediante il diretto coinvolgimento degli utenti.

Un’altra novità di rilievo è la nascita del portale italiano CKAN, un progetto ad opera della Open Knowledge Foundation. Si tratta di un catalogo di dati e contenuti aperti creato allo scopo di facilitarne la ricerca, l’uso e il riuso, al quale è possibile contribuire liberamente, fornendo informazioni sulle banche dati (metadati), quali l’URL della risorsa, l’autore e il soggetto che detiene la titolarità dei dati, la versione e la licenza d’uso.

Sempre in Italia, un’altra notizia che fa ben sperare: il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, durante un’intervista a Frontiers of Interaction 2010, ha annunciato la creazione di un data.gov italiano entro la fine dell’anno. In particolare, la pubblicazione dei dati pubblici dovrebbe servire da contromisura ai fenomeni di corruzione legati agli appalti. Finalmente! ;)

Attenzione! Questo è un articolo di almeno un anno fa!
I contenuti potrebbero non essere più adeguati ai tempi!

7 Responses to “I pionieri dell’Open Data in Italia”

  1. By Pietro Blu Giandonato on lug 17, 2010

    Sul blog del Fabbricamp della Fabbrica di Nichi (Vendola) è stata proposta l’idea “Linked Open Data, “liberare” i dati a beneficio di tutti” http://ht.ly/2cQb2
    Un’altro seme è stato piantato, speriamo germogli e cresca…
    Seguirò la cosa, cercando di contribuire in qualche maniera.

  2. By Antonio Falciano on lug 17, 2010

    Ottima segnalazione, Pietro! Decisamente una gran bella idea per un’Italia migliore. Ed è anche tra le più votate… mi auguro che diventi presto una pianta forte e rigogliosa. Ciao

  3. By Roberto Guido on set 1, 2010

    Come hai ottenuto il file GML corretto da dare in pasto a OpenLayers? Io ho usato il tool ogr2ogr nel pacchetto GDAL, piu’ precisamente:

    ogr2ogr pippo.gml -f "GML" -a_srs "EPSG:4326" prov2010_s.shp

    ma assolutamente, pur copiando ed incollando tutto il resto del tuo codice, non riesco a renderizzare quel che voglio!
    Eppure l’XML risultato e’ pressoche’ identico al tuo, forse c’e’ un qualche dettaglio in merito alla “boundingbox” che non conosco…

    Grazie :-)

  4. By Antonio Falciano on set 1, 2010

    E’ utile ricordare che gli shapefile dell’ISTAT sono nel sistema UTM ED50 Zone 32N (EPSG:23032) e sono corredati di projection file (.prj). Essendo dotati di quest’ultimo non è necessario dichiarare il sistema di coordinate (SRS), in quanto ogr2ogr è in grado di riconoscerlo. Tuttavia, in prima approssimazione, l’istruzione con ogr2ogr dovrebbe essere del tipo:

    ogr2ogr pippo.gml -f "GML" -t_srs "EPSG:4326" prov2010_s.shp

    utilizzando l’opzione -t_srs invece di -a_srs, poiché intendiamo trasformare il layer verso EPSG:4326 e non assegnargli semplicemente un sistema di coordinate.

    Trattandosi di una trasformazione (passaggio tra datum diversi), converrebbe esplicitare i parametri del sistema cartografico in ingresso (li puoi trovare su spatialreference.org) aggiungendovi i parametri della trasformazione mediante l’opzione +towgs84 (questi invece li trovi su http://www.epsg-registry.org). In tal caso, si avrebbe:

    ogr2ogr pippo.gml -f "GML" -s_srs "+proj=utm +zone=32 +ellps=intl +units=m +towgs84=-87,-98,-121" -t_srs "EPSG:4326" prov2010_s.shp

    Il layer GML così ottenuto presenterà una maggiore accuratezza rispetto al primo caso, accettabile ai nostri fini.

    Infine, esisterebbe una terza soluzione ancora più accurata che prevede l’utilizzo di grigliati, ma sicuramente un mashup a scala provinciale non richiede così tanta precisione, pertanto mi arresterei al secondo step.

    Grazie a te. Ciao

    PS: complimenti per le tue sperimentazioni con i raw data piemontesi: http://masciap.barberaware.org

  5. By Leonardo Bertini on ott 8, 2010

    ti faccio i complimenti per l’esaustività e chiarezza dell’info!
    noi come associazione stiamo lavorando da tempo sulle tematiche OPEN a 360° con OSPA, ci siamo attivati per una diffusione degli open data anche in Italia!

  6. By Antonio Falciano on ott 15, 2010

    Grazie. Qui in Italia abbiamo ora più che mai un disperato bisogno di openness… ci riusciremo in tempo utile?

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