Mi era già capitato di parlare di GISCorps, una ONG di esperti che prestano su base volontaria le loro conoscenze e capacità geomatiche in tutto il mondo. Si è aggiunta di recente anche l’inglese MapAction, e qui voglio segnalare la loro fantastica “Field Guide to Humanitarian Mapping”.
Al di là del target espressamente rivolto alle emergenze umanitarie, la guida è davvero ben fatta, utilissima anche per chi desidera un documento agile – sono poco più di un centinaio di pagine – e chiaro – molti tutorial – per acquisire i concetti alla base dei GIS come pure dell’uso del GPS in campo.
Il primo capitolo introduce alla cartografia e approfondisce argomenti riguardanti i dati spaziali e i vari formati nei quali è possibile trovarli, i sistemi di coordinate. Il secondo capitolo è dedicato all’uso dei dispositivi GPS per raccogliere dati in campo, con un pratico schema per registrare i waypoint. Il terzo e quarto capitolo sono veri e propri tutorial per l’utilizzo di Google Earth e MapWindow – un GIS open source – per la cartografia a scopo umanitario. MapAction lavora soprattutto con Google Earth perchè da un lato si tratta del software di mapping che mette a disposizione i dati cartografici di base – foto aeree e immagini satellitari – più aggiornati disponibili, dall’altro perchè è estremamente diffuso anche tra i non addetti ai lavori.
In definitiva, questa guida è certamente un ottimo modo per i newbie di sporcarsi le mani e capire cosa vuol dire fare della cartografia digitale e quali possono essere i suoi impieghi pratici. Se poi ci si appassiona e si vuol dare il proprio contributo alla causa umanitaria… tanto meglio!
Quando Gerlando mi ha proposto di scrivere l’articolo sulla Geografia Giudiziaria ho subito pensato di fare qualche mappa con Thematic Mapping Engine (TME), per poi rendermi conto di non poterlo usare con i miei dati, ma soltanto con quelli disponibili sul sito.
TME è uno motore di visualizzazione di supporto ad analisi statistiche, che produce come output dei file kml (quelli nativi di Google Earth).
I parametri di ouput sono semplici ed allo stesso modo sofisticati, come è evidente dal pannello di controllo dell’applicazione.
Adesso TME è in opensource. Questo vuol dire che ne possiamo godere tutti, e che possiamo adattarlo ai nostri desideri/esigenze.
Questi i requisiti:
PHP 5
MySQL 5+
Apache HTTP Server
Ext JS 2.1
Google Earth Plug-in
Qui la documentazione rilasciata in Creatice Commons Attribution-Share Alike License 3.0, e qui il sito da dove scaricare il codice sorgente.
Il nostro intento è provarlo quanto prima. Se tutto va bene, uno dei nostri futuri autori – utente di EXT JS - ci potrebbe scrivere un post.
Perdonate il titolo un pò pretenzioso, ma in effetti è ai nostri piccoli che si rivolge questo breve intervento.
Prendo spunto e rilancio questo post di GISLounge, nel quale si parla di risorse web dedicate alla diffusione della cartografia, delle tecnologie GIS e della geografia tra i più piccoli.
Naturalmente National Geographic è in prima linea sull’argomento e il suo Maps: Tools for Adventure è davvero ricco di materiale, con contenuti adatti a bimbi e ragazzi da 2 a 12 anni (K-12). Da non perdere i map games, e numerose risorse utili agli insegnanti come gli atlanti online di National Geographic e i lesson-plans davvero ben congegnati e divertenti: dai 2 ai 12 anni appunto.
Camp Internet non sarà fantasmagorico come il sito di NG, ma nella sua struttura asciutta ed essenziale troviamo nozioni di base riguardanti la cartografia, i GIS e il GPS dedicati a studenti di scuola superiore.
Vecchiotto ma pur sempre valido è Helping Your Child Learn Geography, sito web messo su dal dipartimento USA per l’educazione. Interessante perchè fornisce parecchi spunti e suggerimenti su come porre gli argomenti che riguardano la geografia ai ragazzi, in modo non noioso e dogmatico.
I miei ragazzi a scuola non sapranno magari dov’è il Madagascar, la Tanzania o Le isole Fiji come la piccola Lily del post di Andrea, ma per fortuna c’è Google Earth – che loro utilizzano più di quanto si pensi – e i loro genitori hanno quasi tutti un bel navigatore stradale GPS in auto. E quando gli fai notare che quello è un GIS, che il GPS usa dei satelliti lassù nel cielo… il gioco è fatto. Cominceranno a subissarti di domande di ogni genere!
Insomma… basta saper incuriosire ‘sti giovinastri e forse il futuro della geografia, anche qui da noi, non è perduto per sempre.
Nella pagina dedicata trovate tutti i progetti realizzati dai più svariati soggetti – individui, ONG, università, associazioni – raccolti per sezioni tematiche, con la relativa descrizione e ovviamente il file KML/KMZ da importare in Google Earth. Il KMZ è un formato estremamente versatile e consente di “impacchettare” informazioni che vanno ben oltre la semplice localizzazione geografica di oggetti, è infatti capace di gestire anche contenuti multimediali (foto e filmati) integrandoli tra loro. L’unico limite è, come sempre, la creatività e se ne si è dotati, assieme a buone capacità editoriali è possibile ottenere risultati eccellenti.
Merita poi una menzione speciale l’innovativo ed estremamente efficace “geoblog” del Jane Goodall Institute, che si occupa di protezione degli scimpanzè, nel quale non troverete i consueti post tipici dei blog, ma dei KML da importare in Google Earth ricchi di informazioni riguardo eventi specifici legati ai nostri amici primati… esplorate!
Ai soggetti non-profit “qualificati” (organizzazioni registrate presso l’apposita anagrafe unica delle Onlus del Ministero delle Finanze) Google dà anche una ulteriore possibilità, quella di ottenere una licenza gratuita di Google Earth Pro con funzionalità di creazione avanzate che consentono l’importazione di dati GIS, nonché un modulo per la creazione di filmati e una funzionalità di stampa ad alta risoluzione.
Concludo ribadendo l’enorme portata che questa iniziativa può avere soprattutto nell’ambito della divulgazione scientifica e ambientale. Naturalmente Google Outreach è anche un buon punto di partenza per chi vuole cominciare a cimentarsi con un uso evoluto di Google Earth, numerose sono le risorse messe a disposizione per capire come son fatti i KML/KMZ e in che maniera scriverne di efficaci, ricchi di informazioni.
Quelli di Google un po’ ci sono ed un po’ ci fanno, ma da utente è spesso soltanto un piacere avere a che fare con le risorse messe da loro a disposizione (direttamente o indirettamente).
La didattica è un mio grande interesse, putroppo poco coltivato, e risorse come quelle che trovate sulla sezione Schools del sito Google del Regno Unito, mi fanno andare in “brodo di giuggiole”. Per chi ama la cartografia ed i software in qualche modo correlati, c’è un regalo speciale: una guida di Google Earth dal titolo “Virtual Fieldwork using Google Earth“.
E’ una guida che fornisce le basi necessarie ad un insegnante, per organizzare dei seminari pratici sull’utilizzo di Google Earth: dall’utilizzo dei comandi di navigazione alla creazione di placemark e percorsi, dall’integrazione con un GPS, alla condivisione dei layer creati.
Lezioni online per spiegare scienza e tecnologia Oilproject organizza con l’Istituto Italiano di Tecnologia una serie di lezioni divulgative su neuroscienze, nanotecnologie, farmacologia e macchine intelligenti, per raccontare al grande pubblico lo stato dell’arte della ricerca di base e applicata. Qui tutti i dettagli. Leggi tutto... (0)
Il GFOSS Day 2011 è a Foggia I prossimi 24 e 25 novembre l’Università degli Studi di Foggia ospiterà il GFOSS DAY 2011, organizzato come di consueto dall’Associazione Italiana per l’Informazione Geografica Libera GFOSS.it Leggi tutto... (1)
Mappali, denunciali e... tassa.li Tassa.li è una interessante startup realizzata da un gruppo di giovani tecnologi, con l’intento di rendere facile la denuncia di esercizi commerciali che non rilasciano il regolare scontrino fiscale. E in un periodo nero come questo, molta gente avrà una gran voglia di partecipare. Grazie a una applicazione disponibile sia per iOS che Android, è infatti possibile in pochi clic geotaggare l’esercizio e riportare la somma dello scontrino non emesso. Il tutto in maniera assolutamente anonima. E questi ragazzi dimostrano di vedere molto lontano, perché presto rilasceranno i dati raccolti in forma totalmente aperta e libera. (7)
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