8 aprile, 2008 | di in » Didattica

Spero che tutti voi conosciate A List Apart, il miglior sito che parli di html, css e costruzione di siti web. E’ pieno di articoli raffinati nei contenuti e nelle illustrazioni, ed è per me il paradiso dei webmaster. STOP agli elogi (ce ne sarebbero da fare ancora, credetemi).

L’articolo di oggi è dedicato a quelli come noi a cui piace la cartografia, specie quella sul web. Il titolo è Take Control of Your Maps.

L’articolo parte dal presupposto ineccepibile che Google Maps ha completamente cambiato il modo di pensare alle mappe sul web; specie dal rilascio delle API, che hanno reso la cosa ancora più creativa ed interessante.
Ma è passato del tempo dall’uscita di Google Maps, e l’autore ci illustra la ricchezza di alternative che abbiamo oggi a disposizione.
Si tratta di prodotti molto maturi ed amati da noi di TANTO: OpenLayers, TileCache, Mapnik, PostgreSQL, QGIS, GeoServer e MapServer.

L’obiettivo dell’autore è specialmente quello di avvicinare i webmaster al mondo della cartografia online, smitizzandone un po’ la difficoltà di implementazione e l’esiguità di alternative ai prodotti dei giganti del web (yahoo, microsoft e google).

Buona lettura!!!

Attenzione! Questo è un articolo di almeno un anno fa!
I contenuti potrebbero non essere più adeguati ai tempi!

7 Responses to “Un’eccellente articolo sulla cartografia online e sulle soluzioni disponibili per produrla (oltre Google Maps)”

  1. By Alessio on apr 8, 2008

    Andrea, bellissima segnalazione! Grazie

    Non ho ancora letto l’articolo in questione, quindi non entro nel merito di quello che c’è scritto. Volevo solo dire che penso che quello della difficoltà della cartografia online non sia tanto un mito da sfatare… almeno non sempre. Mi spiego un po’ meglio (cercando di non dilungarmi):
    usare uno strumento come la API di google maps per un qualsiasi webmaster non è una cosa difficile, ma strumenti come OpenLayers, presuppongono anche l’uso in background di geoservices e concetti più “cartografici” in senso stretto che non sempre sono bagaglio dei webmaster “generalisti”.

  2. By Pietro Blu on apr 8, 2008

    …condivido in linea di massima ciò che dice Alessio, avere un background “cartografico” rende certamente più agevole la progettazione e lo sviluppo di servizi web cartografici, che saranno anche più “robusti”.
    Ma a noi piace TANTO non fare troppo i geek ;) e mi pare altrettanto sacrosanta la considerazione di Andy sul valore intrinseco che “Take Control of Your Maps” assume come risorsa per i webmaster, soprattutto nel suggerire loro che improvvisarsi a cuor leggero nel campo dei webgis, alla fine non paga…

  3. By Andrea Borruso on apr 8, 2008

    Cari Alessio e Pietro,
    mi sono trovato spesso a meta strada tra un webmaster ed un cartografo digitale e la cartografia online è una “terra di mezzo”. L’ideale è la coesistenza delle due figure professionali, perché i tuttologi spesso sanno poco di tutto. Credo però che un webmaster oggi possa poggiarsi su spalle più solide, in quanto esistono delle applicazioni robuste e ben documentate. Da solo non arriverà probabilmente fino in fondo (cosa vuol dire EPSG??), ma non ha più motivo di pensare che la cartografia online abbia davanti la scritta “hic sunt leones”.

    Segnalo per tutti i webmaster questa lettura:
    http://www.pragprog.com/titles/sdgis/

    Non sapete quanto è bello leggervi.

  4. By Alessio on apr 8, 2008

    >>cosa vuol dire EPSG?

    Era esattamente a questo che mi riferivo. Anche io, che da un po’ mi occupo più di webgis che di gis, mi sono trovato spesso a dovermi barcamenare tra mansioni da webmaster/sistemista e “cartografo”. Ora, col tempo ed un po’ di esperienza (aiutato anche da un interesse personale nei confronti dell’informatica libera), ho imparato alcuni fondamenti di programmazione, di sistemi ecc. ma la mia formazione resta principalmente geomatica, non informatica e concordo pienamente che in un “terreno di transizione” come quello del webmapping, la soluzione migliore sia il lavoro in squadra… cosa che però, spesso, non si verifica per le più svariate ragioni che non è il caso di approfondire ora (ho paura di dilungarmi e di diventare veramente palloso!).

  5. By Pietro Blu on apr 9, 2008

    …ma no, ma no Alessio… perchè palloso?? Del resto TANTO serve anche a questo, no? Confrontarsi, nel bene e nel male, su ciò che ci accade intorno.

    In effetti anch’io mi stavo per sbilanciare in considerazioni riguardo l’effettivo lavoro di “squadra” che potrebbe esserci tra geomatici/webmaster/sviluppatori, ma che nei fatti non c’è nella stragrande maggioranza dei casi. E allora lo faccio… ;)
    Per quanto mi riguarda, nasco “geo(logo)matico”, ma da tempo mi son reso conto che per stare al passo col mercato è diventato imperativo acquisire competenze nell’ambito dei servizi GIS distribuiti. Il problema è che non ho purtroppo il tempo materiale per approfondire capacità su sviluppo di software, implementazione di servizi GIS distribuiti, per finire all’authoring web.

    Certo, la crescente ed enorme disponibilità di FOSS in ambito GIS dimostra il fermento che c’è, e ci dà la possibilità di scegliere tra numerose possibilità. Le risorse e gli how-to disponibili in rete sono innumerevoli per gli autodidatta, ma mi sono chiesto: il gioco vale la candela?

    Mi spego: come geologo, che da tempo lavora nel campo della definizione del territorio, nella modellistica e nell’analisi dei fenomeni fisici ad esso legati, se dovessi dedicare del tempo (molto) ad approfondire le competenze sui webgis (per semplificare), trascurerei il mio vero lavoro, sacrificandone anche professionalità e qualità.

    Certo, con la giusta forma mentis è possibile acquisire competenze di base sui webgis abbastanza facilmente, anche grazie ai pacchetti “chiavi in mano” a disposizione. Penso ad esempio a quanto sia semplice ormai mettere su in poche ore un server con apache+Mapserver+p.mapper, solo per dirne una.

    Ma poi? Il valore aggiunto di un servizio GIS distribuito sta nel design del geodatabase, nell’ingegnerizzazione degli applicativi webgis (che p.mapper “chiavi in mano” non ti dà), nella customizzazione dell’interfaccia web e dei tool di lavoro (penso a dei buoni WFS e WCS).

    Questo si può ottenere SOLO se si ha a disposizione un team di professionisti nel quale OGNUNO sa fare BENE il proprio lavoro:
    1. geodatabase design -> esperto/analista del territorio (geologo, ingegnere, architetto, forestale, agronomo, ecc.).
    2. webgis apps/tool -> sviluppatore, webmaster.

    Tanti sono infatti i webgis che mettono a disposizione quando va bene qualche ortofoto, CTR o poco altro, ma spesso di difficile uso, perchè concepiti male, con tematismi confusi, renderizzati male, non proprio user-friendly.

    Insomma, il team-working è vincente, essenziale per realizzare applicazioni GIS distribuite robuste ed efficaci, perchè le soluzioni “chiavi in mano” arrivano fino a un certo punto.

  6. By Alessio on apr 10, 2008

    ok, dilunghiamoci allora :)

    In un mondo ideale succede che l’analista[*] analizza la situazione in atto e progetta un’architettura sit distribuita ad hoc (geodb compreso), il sistemista si occupa del setup del server dalla A alla Z ed uno o più developer creano interfacce ai servizi, customizzano i vari framework e via dicendo.

    Quello che spesso accade invece è che i soggetti che dovrebbero erogare geoservizi, per lo più ppaa, (preoccupandosi anche di farlo per bene magari…), etichettano per ignoranza il problema come “informatica e basta”, chiamano la solita ditta “di fiducia” ed i risultati sono quelli che dice Pietro, cioè lavori “spesso di difficile uso, perchè concepiti male, con tematismi confusi, renderizzati male, non proprio user-friendly” ed aggiungerei il più delle volte inaccessibili perché assolutamente irrispettosi degli standard. Conosco ppaa che fanno sit con google maps…

    Il concetti comunque sono quelli già espressi: ad ognuno il suo lavoro e l’unione fa la forza.
    Per questo io un po’ rabbrividisco quando sento di webmaster o informatici che *da soli* pensano di potersi improvvisare autori di webgis, geoportali &co e trovo sbagliato essere anche solo minimamente permissivi nei confronti di questa idea.
    Trovandoci, come abbiamo più volte ripetuto, in un terreno di mezzo ed essendo tutti concordi che in questo caso è il lavoro di squadra che paga, penso che si debba spingere per marcare le differenze piuttosto che per far passare l’idea che bene o male, anche un webmaster, se la caverebbe… (non è quello che c’è scritto nell’articolo chiaramente, è solo una riflessione generale dettata dalla mia personale esperienza).

    [*]occhio che anche l’analista deve essere aggiornato sulle soluzioni e saper mettere mano alle cose, almeno un minimo, altrimenti non è un analista ma solo uno scassaballe.

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