1 dicembre, 2010 | di in » Entropia

Venerdì scorso Caterpillar, la nota trasmissione radiofonica di Radio 2, ha lanciato il Primo concorso fotografico di immondizia. Cirri e Solibello invitavano gli ascoltatori a chiamare e testimoniare la presenza di cumuli di spazzatura in ogni angolo di Napoli. Inutile dire che le telefonate sono state tantissime, e oggi sul sito web della trasmissione si possano già “ammirare” gli scatti che immortalano la drammatica situazione nella quale versa una delle città più belle al mondo.

A chi chiamava, i conduttori chiedevano anche di indicare il luogo nel quale i sacchetti di immondizia giacevano, oltre che di mandare per email una foto. A me, come sarebbe accaduto anche a voi dall’animo geografico, è subito balenata l’idea di immaginare una mappa che mostrasse la “distribuzione” di questi cumuli di immondizia, anche perchè in TV o in radio sentiamo spesso citare cifre riguardanti il “tonnellagio” di rifiuti in giro per Napoli, ma manca totalmente la rappresentazione spaziale di questo “fenomeno”.

L’idea di “Rifiutiamoci” mi è venuta leggendo Surplus cognitivo , l’ultimo libro di Clay Shirky, nel quale l’autore, parlando tra l’altro anche di Ushahidi, fa capire molto chiaramente perché i fenomeni di “crowdsourcing” funzionino così bene quando consentono alla gente di poter manifestare la propria gioia o il proprio disagio in maniera collettiva.

(Grazie a Napo per la segnalazione del video)

Giriamo per strada e siamo sempre più afflitti nel vedere cumuli di immondizia ad ogni angolo di strada, e non riusciamo a sfogare rabbia e frustrazione se non imprecando sul momento, tra passanti apparentemente rassegnati, oppure scattando una foto e mandando un twit geotaggato come faccio talvolta io…

E se lo facessimo in tanti? E se usassimo un hashtag per raccogliere implicitamente in un unico flusso comunicativo queste urla virtuali, queste segnalazioni? E se tutti geotaggassimo i twit e “qualcosa” consentisse di visualizzarli tutti su una mappa? E se tutte queste segnalazioni potessero diventare una sorta di patrimonio comune, per capire come sta evolvendo la situazione nel tempo, dove e quando i rifiuti non solo si accumulano, ma poi magari vengono portati via? Si tratta di hacktivismo, ne abbiamo parlato molte altre volte qui su TANTO.

Ushahidi, ecco la soluzione!

Da tempo desideravo trovare un’occasione per cominciare a cimentarmi con la piattaforma basata su web di Ushahidi, ovvero Crowdmap.com e dunque, tornato a casa, ho subito creato il deployment che trovate su rifiutiamoci.crowdmap.com, che ho pensato come un progetto di crowdmapping sulla localizzazione dei cumuli di immondizia a Napoli, per dare “un volto” a questa piaga che attanaglia la città da sempre.

Niente di meglio per dare voce a frustrazione e rabbia del cittadino o del turista e canalizzare il desiderio di condividere questi due sentimenti in qualcosa di concreto.

Crowdmap è molto semplice da usare, consente di avere una mappa interattiva sulla quale visualizzare tutte le segnalazioni fatte, e di poterle poi “esplorare” usando criteri temporali, attraverso una timeline dinamica, impostando le date di inizio e di fine del periodo che ci interessa, infine visualizzare in tempo reale il succedersi degli eventi. Le segnalazioni possono anche essere esportate in formato csv, per poterle utilizzare in altri ambiti o analizzare i dati e produrre report.

Cosa troviamo in Rifiutiamoci?

Nel deployment di Rifiutiamoci, ad oggi trovate uno strato informativo denominato “Impianti” che raccoglie l’ubicazione delle discariche (in esercizio, dismesse, da riaprire, in progetto) e gli inceneritori (l’unico in esercizio di Acerra e gli altri tre in progetto). Purtroppo non sono riuscito a recuperare le date di apertura o dismissione delle discariche, pertanto le date delle rispettive segnalazioni sono errate. Né tanto meno il numero degli impianti vuole essere esaustivo, perché ne mancano ancora molti. Anzi, invito chi avesse notizie più aggiornate riguardo gli impianti presenti sul sito, a farlo all’indirizzo email del progetto o addirittura segnalarne di nuovi.

Oltre agli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, è possibile segnalare gli accumuli di immondizia sparsi per Napoli che giacciono abbandonati, o addirittura dove ci sono stati episodi di incendio degli stessi, o ancora (cosa positiva e da non trascurare assolutamente) i cumuli di rifiuti ritirati. Queste tre tipologie di segnalazioni, nel loro insieme, riusciranno a fornire nel tempo un quadro della situazione dinamico, chiaro e affidabile.

Infine, sebbene “nascosto”, il deployment Rifiutiamoci eroga anche le segnalazioni sotto forma di GeoRSS che è possibile riutilizzare in una miriade di modi diversi, tra i quali visualizzarlo direttamente in Google Maps…


Visualizzazione ingrandita della mappa

Come possiamo  effettuare quindi le segnalazioni?

Crowdmap/Ushahidi è nato con l’idea di consentire a tutti, ovunque ci si trovi, di fare segnalazioni. Dunque non solo via web o email, ma anche con dispositivi mobili, su piattaforme come Twitter , e perfino con un sempliceSMS da un vecchio cellulare.

Ogni segnalazione, a seconda del canale con il quale arriva, ha bisogno di più o meno lavoro di “back office” per essere validata, ovvero verificare che non sia un “fake” e trasformarla in un punto sulla mappa, cosa che può comportare del tempo in funzione della qualità delle informazioni sulla localizzazione fornite del segnalatore. La veridicità della segnalazione avviene in genere comprovandola con una foto, o indirettamente se la medesima situazione viene confutata da ulteriori segnalazioni mandate da altri cittadini. Ma in genere si fa affidamento alla buona fede… a meno che non si abbia a che fare con dei mitomani :D

Compilando il form web direttamente sul sito è possibile inserire tutte le informazioni utili a descrivere la situazione con poche parole, caricare una foto, linkare un video o anche una notizia, e ovviamente “geotaggarla” inserendo indirizzo e località. Tutto molto semplice e intuitivo.

Inviando una email a rifiutiamoci.crowdmap@gmail.com corredata di tutte le notizie utili e magari qualche foto, in “back office” i curatori del sito creeranno poi la segnalazione.

E poi la maniera più “web 2.0”, ovvero mentre magari vi imbattete in un cumulo di immondizia, dal vostro dispositivo mobile Android, iPhone o Windows usare Twitter per inviare un messaggio geotaggato con relativa foto scattata sul posto. Come assicurarsi che il twit vada a finire in Rifiutiamoci? Basta utilizzare l’apposito hashtag del progetto #rifiutiamoci, ed andrà a ingrossare le fila dello stream ad esso associato.

C’è anche la possibilità di mandare segnalazioni, come dicevo prima, via SMS. Ma al momento si è scelto di non adottare questa modalità, perché troppo onerosa dal punto di vista della gestione in back-office. Ciò non toglie che un domani, se le fila di volontari dietro Rifiutiamoci cresceranno, ci si possa pensare…

Ma che scopo ha Rifiutiamoci?

Rifiutiamoci non ha uno scopo di denuncia “a senso unico”, della serie: ecco dov’è l’immondizia, venite e prenderla! Il problema, come ben sappiamo, è dove metterla e soprattutto cosa farne (riciclo, riuso, per non parlare della teoria rifiuti zero). E le barricate di persone esasperate dalla famigerata sindrome NIMBY, quotidianamente protagoniste delle notizie lo dimostrano ampiamente.

Una quantificazione spaziale del problema, con una mappa costruita non dalle istituzioni (con tutti i problemi di attendibilità delle informazioni per motivi di sicurezza) ma in crowdsourcing dai cittadini, può dare un grande contributo al dimensionamento del fenomeno, alla sua analisi temporale. Un validissimo strumento alla base della pianificazione degli interventi per evitare rischi sanitari ed epidemiologici e per l’analisi di dinamiche estremamente mutevoli, che non potrebbero mai essere efficaci con un approccio che non tenga conto della dimensione spaziale. Ad esempio, diventa fondamentale anche segnalare i cumuli di rifiuti che vengono portati via, in modo tale da riuscire a seguire l’evoluzione della situazione nel suo complesso.

Il progetto ha anche un account Twitter @rifiutiamoci che, oltre ad essere un canale di comunicazione “ufficiale”, raccoglierà in maniera “automatica” il flusso dei twit con hashtag #rifiutiamoci generati dai cittadini hacktivisti. Naturalmente non poteva mancare anche una pagina Facebook.

Insomma, contribuire a Rifiutiamoci è davvero semplice, e potrete in questo modo trasformare la vostra rabbia e indignazione per ciò che sta accadendo a Napoli in qualcosa di costruttivo e utile: dare un volto, anzi una mappa, a un disastro che sta assumendo dimensioni che al momento è davvero difficile riuscire a visualizzare.

Infine, vorrei segnalare un altro interessante progetto di mappatura delle discariche e degli impianti per il trattamento dei rifiuti, avviato già da tempo, al quale ho attinto utilmente informazioni per la loro ubicazione. Chissà che un giorno non riusciremo ad unire le forze, si tratta di www.munnezza.info

Addendum: “Ma così Napoli sembrerà sempre sporca!”

E’ quanto hanno fatto notare alcuni utenti recentemente. Allo stato attuale del progetto Rifiutiamoci infatti, la città potrebbe sembrare più sporca di quanto non sia nella realtà, proprio perché la situazione cambia di giorno in giorno sia in peggio che in meglio. Ma ciò dipende dal tipo di segnalazioni che vengono fatte. Se a Montesanto è stato segnalato un cumulo di rifiuti un determinato giorno, la relativa comunicazione non deve essere cancellata dopo che magari successivamente verranno ritirati. Andrebbe fatta un’altra segnalazione, nello stesso luogo, che appunto testimonia il miglioramento. Del resto il sito consente di visualizzare anche in maniera separata le differenti tipologie di segnalazioni, dunque sia i rifiuti non ritirati che quelli ritirati.

Il problema dunque è che siamo all’inizio del progetto, e la stragrande maggioranza delle segnalazioni è di rifiuti non ritirati. Se un maggior numero di cittadini cominciasse a segnalare anche il miglioramento della situazione, allora il problema non si porrebbe più. L’ideale sarebbe che ogni cittadino attivo utilizzasse quotidianamente il sito, segnalando peggioramenti e miglioramenti nella zona in cui vive o lavora, sistematicamente, ogni giorno.

Il senso di Rifiutiamoci non è quello di mostrare solo il lato peggiore della situazione, ma anche la sua evoluzione in meglio. Ciò può avvenire solo coinvolgendo quanta più gente possibile nel raccontare ciò che accade. E un napoletano che ama la propria città non perderà certo l’occasione di mostrare che l’immondizia sta sparendo dalle strade.

Attenzione! Questo è un articolo di almeno un anno fa!
I contenuti potrebbero non essere più adeguati ai tempi!

12 Responses to “Rifiutiamoci: costruiamo una mappa dei rifiuti a Napoli”

  1. By Italo Mairo on dic 2, 2010

    bellissima questa piattaforma applicativa. Ed io che me lo stavo costruendo da solo il Geoblog (htttp://geoblog.italomairo.com/main_map_page.php)

  2. By Pietro Blu Giandonato on dic 2, 2010

    Italo, molto spesso le soluzioni sono già disponibili sul web. E accessibilissime anche a chi non ha competenze o tempo per svilupparne di proprie…

  3. By Italo Mairo on dic 2, 2010

    … e meno male, anche che ci sia questo spazio per pubblicizzarle. Grazie per l’utilissima segnalazione Pietro B.G. !!!

  4. By Andrea della Peruta on dic 2, 2010

    Non ero a conoscenza di questa piattaforma,penso sia estremamente snella e utile!
    Ti dirò, l’idea di localizzare gli sversatoi e i cumuli sul territorio di Napoli e dintorni mi era balenata per la testa.
    Per arrivare al Centro Direzionale di Napoli (dove lavoro) si fa lo slalom tra le collinette di rifiuti.
    Per sdrammatizzare, con i colleghi volevamo evitare le strade con i cumuli per evitare i rallentamenti che provocano.
    poi è l’idea si è arenata lì…
    saluti
    Andrea

  5. By Pietro Blu Giandonato on dic 2, 2010

    Beh Andrea, ora non ti resta che contribuire a Rifiutiamoci con le tue segnalazioni, quelle dei tuoi colleghi e di tutti gli altri amici che riuscirai a coinvolgere.
    E’ crowdsourcing, e sara’ tanto più efficace quanta più gente parteciperà.
    Grazie del commento Andrea, e… Ci vediamo per le strade di Napoli, a caccia di monnezza ;)

  6. By Riccardo on dic 15, 2010

    Il problema non è solo sapere dove sono i rifiuti; occorre anche avere procedure che consentano alle forze dell’ordine di perseguire chi li abbandona in modo scellerato e nel contempo alle multiutilities di provvedere alla raccolta…. Fatevi un giro su Ecouniamoci attivo dal 2008….

  7. By Pietro Blu Giandonato on dic 15, 2010

    Riccardo, ognuno deve fare la propria parte, certamente. Il problema di Napoli è piuttosto complesso, e non è possibile ridurlo a mero abbandono indiscriminato di rifiuti (fenomeno che pure ha una grande rilevanza in quella città). In Campania “sembra” manchino le discariche per poter smaltire l’80% dei rifiuti regionali prodotti dal solo hinterland napoletano, non si fa una decente raccolta differenziata, i rifiuti si accumulano nei cassonetti, che non vengono ritirati perché il processo di smaltimento è bloccato.
    Se ognuno facesse la propria parte, ovvero il cittadino produrre meno rifiuti possibile, il Comune organizzare la differenziata, Province e Regione elaborare un piano di smaltimento efficace, e non esistesse la camorra… allora le cose andrebbero meglio.
    Creare una mappa dei rifiuti dal basso (crowdsourcing), come voi stessi con Ecouniamoci fate a Ferrara, è un modo per contribuire alla quantificazione spaziale di un fenomeno che al momento è solo fatto di numeri (le tonnellate di immondizia per le strade), di scontri in strada e davanti alle discariche, e di rimpalli delle pubbliche amministrazioni.
    Perciò… ecouniamoci :)

  8. By Rosa on dic 17, 2010

    Mi sembra un’idea molto interessante e utile…..io lavoro con i GIS e, facendo parte di due associazioni e/o comitati cittadini che dir si volgia….avevo, insieme a un pò di gente, organizzato una mappa con la localizzazione dei rifiuti tossici nascosti, e non ancora censiti (individuati con una metodologia di analisi integrata), per il nostro territorio conosciuto come “Triangolo della morte”…..!!!!

  9. By Pietro Blu Giandonato on dic 17, 2010

    Ciao Rosa, grazie molte per l’apprezzamento.
    Pensi che tu e gli amici attivisti dei comitati cittadini dei quali fate parte potreste contribuire alle segnalazioni? E magari diffondere l’iniziativa?
    Se poi voleste segnalare direttamente sul sito l’ubicazione dei rifiuti tossici che avete individuato, sarebbe davvero fantastico.
    Ad ogni modo, cerchiamo di unire le forze!

  1. 3 Trackback(s)

  2. lug 1, 2011: Emergenza spazzatura: Repubblica.it utilizza Ushahidi « Cesare Gerbino GIS Blog
  3. ott 19, 2012: Far funzionare il Governo come fosse Internet | Stati Generali dell'Innovazione
  4. gen 21, 2014: #SOSPuglia una piattaforma per le emergenze gestita “dal basso” | Un blog di "Alternativa Geologica"

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