20 aprile, 2010 | di in » Didattica

fontem Un’esperienza, professionale ma soprattutto umana, nata quasi per caso. Un amico, che conosco da anni e che lavora per una ONG di Roma,  tramite giri nelle mailing-list di software gis open source, vede spuntare il mio nome, e così scopre che mi occupo di  “robe” geografiche. Ecco quindi che con una telefonata mi racconta che un gruppo di ONG, afferenti ad ActNow Alliance,  in collaborazione con ESA hanno attivato il progetto Digital Bridge, ovvero un ponte satellitare Italia-Camerun (fornito da ESA-ESRIN) tramite il quale realizzare una serie di attività di collaborazione e scambio tra i due paesi.

Il progetto prevede di indirizzare una parte delle attività anche al capacity-building nel settore delle tematiche territoriali. Nasce così l’idea di realizzare per gli studenti e i tecnici di Fontem (una città nella provincia camerunense  di Liebalem), un corso introduttivo alla cartografia, ai sistemi di Earth Observations, ai GPS, ai GIS… gulp! Non basterebbe nemmeno un anno per introdurre tutti questi argomenti, ma ci lanciamo nell’avventura, coscienti che gli obiettivi sono anzitutto due:  offrire a questi ragazzi gli elementi per cominciare a formarsi una prospettiva “dall’alto” del loro territorio, e fornire gli strumenti essenziali per orientarsi nel mondo della geomatica.

IMG_0682Per realizzare il progetto coinvolgo un amico e collega forestale, Pier Lorenzo Marasco, col quale iniziamo a studiare il territorio di Fontem e ci mettiamo sulle tracce di tutta la cartografia di dominio pubblico disponibile (quante serate passate tra siti camerunensi, russi, inglesi, ecc.!). All’interno del college di Fontem sappiamo che c’è un gruppo di studio che sta approfondendo le problematiche della deforestazione in Cameroon, e varie tematiche relative al  Climate Change, per cui abbiamo cercato di raccogliere cartografie tematiche sull’argomento, per dare al corso un taglio che fosse per loro interessante, e realmente utile.
Nel frattempo, assieme agli amici di Roma, compriamo alcuni GPS (alcuni Garmin Etrex e un GPS60) che inviamo a Fontem.

Raccolto quanto più materiale possibile e preparate le lezioni, finalmente arriva il giorno della prima connessione con Fontem.  Emozionante: migliaia di chilometri e un cambio di stagione, bruciati in un attimo. Tramite un software di teleconferenza fornitoci dalla stessa ESA,  nel nuovo laboratorio di informatica del college di Fontem  realizzato da AMU, possiamo incontrare i ragazzi di quella città che finora, per noi,  era poco più che una macchia di colore su Google Earth. Saluti, sguardi, sorrisi. Domande e risposte “intercontinentali”. E’ vero che il mezzo è pur sempre virtuale, che un contatto reale richiede molti altri sensi, ma ci sembra che la sincera voglia d’incontrarsi e di condividere conoscenze ed esperienze,  permettono comunque di vivere un’esperienza umana reale, e pienamente vera, che ha richiesto a noi e a loro un attegiamento di ascolto e di comprensione reciproca… perché anche se si parla di GPS, l’approccio è profondamento diverso!

E così, weekend dopo weekend, parliamo di geografia, di cartografia, di immagini aeree, di GPS… E tramite un blog interno ci scambiamo domande, opinioni,  e risorse varie. La cosa che mi ha impressionato di più è stata la voglia d’imparare di quei ragazzi. Niente era scontato, o inutile. Si sono subito interessati particolarmente ai GPS, ed è comprensibile in un contesto dove poco o niente è cartografato.  E’ stato bello vedere la capacità di stupirsi, e l’interesse anche per gli strumenti più semplici. Lì è tutto da fare.
Durante le settimane sono andati in giro per il loro territorio a registrare tracce e punti (foto), che poi insieme abbiamo importato in QGis per scoprire come funziona un sistema GIS desktop. Ma l’ovazione è scoppiata quando hanno visto le loro strade su Google Earth: da un paese in mezzo alla foresta, si sono visti parte del mondo!

L’ultima lezione si è svolta in diretta durante il Sat Expo di Roma (nella foto, un’istantanea della lezione sul megaschermo dello stand ESA), durante le quale

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ci siamo salutati con la volontà di dare continuità a questo progetto,  e con la speranza di poter fare la prossima lezione dal vivo, a Fontem!

Bhè, ci sarebbero tante cose ancora da raccontare, ma non si addice ad un articolo di blog. Questo piccolo racconto era solo per condividere un’esperienza che, devo dire, mi ha rimotivato anche nella mia attività professionale: ho visto come la geomatica e la geografia, che ogni giorno ritrovo sul tavolo di lavoro, possono essere strumenti per unire il mondo.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi della Discussion list di Osgeo che per l’occasione hanno condiviso materiale didattico utile alla preparazione del corso.

Attenzione! Questo è un articolo di almeno un anno fa!
I contenuti potrebbero non essere più adeguati ai tempi!

11 Responses to “Prato chiama Fontem. Quando la geomatica unisce…”

  1. By Sergio Farruggia on apr 20, 2010

    Caro Giovanni,
    first of all… benvenuto tra noi. E quale entrata! Complimenti sinceri e grazie per permetterci di condividere un po’ del tuo entusiasmo e della tua soddisfazione. Tra le righe del tuo racconto c’è tanta tecnologia (ESI, GPS, WIFI, GIS ecc., ecc.), tanta passione, tanta professionalità.
    Mi hai fatto ricordare che qualche anno fa avevo fermato questa riflessione: “Accade poi di vivere in epoche singolari. La nostra è l’ultima in cui convivono civiltà separate culturalmente da percorsi storici vissuti a velocità differenti. Convivere significa non solo sapere della reciproca esistenza ma –in quanto membri di un’unica civiltà planetaria- avere piena coscienza delle responsabilità di ognuno sia verso la propria comunità ed il proprio ambiente, sia verso le altre comunità e ambienti, quelle vicine come quelle lontane.”
    Ti ci ritrovi? Spero di tutto cuore che tu abbia la possibilità di continuare per questa strada. E un saluto a Fontem

  2. By lorenzo on apr 21, 2010

    Giovanni è veramente un gran bel progetto, complimenti. Qual’è la lingua ufficiale di discussione?

  3. By Pietro Blu Giandonato on apr 21, 2010

    Un benvenuto a Giovanni anche da parte mia nel gruppo dei redattori di TANTO…
    Ovviamente ci terrai aggiornati sugli sviluppi del progetto… ormai ci sei dentro!

    Pietro

  4. By Giovanni Allegri on apr 21, 2010

    Grazie per l’incoraggiamento. Speriamo davvero di poter proseguire… vi farò sapere.
    Per la lingua abbiamo usato l’inglese, perché la provincia di Liebalem (come le altrer del nord del Cameroon) è anglofona.
    Abbiamo avuto comunque un interprete a Fontem, Darryl, che ha permesso di avere una traduzione in tempo reale, perché l’accento camerunense non è facile da capire in teleconferenza…

  5. By Alessio on apr 21, 2010

    Carissimo Govanni, benvenuto anche da parte mia. E’ da un po’ che partecipavi alle nostre “riunioni interne”, ma ero impaziente di leggere il tuo primo post.
    Complimenti, il progetto è davvero molto interessante… e se la lezione “live” dovesse andare in porto, ricordati di filmare tutto ;)

  6. By Lenardo Alagna on apr 21, 2010

    fa pensare quanto interesse siete riusciti a trovare in quella terra lontana! Se penso alla mancanza di attenzione da parte dei nostri ragazzi (sono insegnante), mi verrebbe voglia di farli incontrare. chissà che non si rendano conto di cosa si stanno perdendo. E non mi riferisco certo solo alla geomatica, ma alla curiosità e al sapere, che da noi continuano ad essere svalutati. In ogni caso grande iniziativa.

  7. By Sergio Farruggia on apr 22, 2010

    Lenardo, non mi pare un’idea impossibile da realizzare. Forse Giovanni potrebbe fornire qualche spunto

  8. By Giovanni Allegri on apr 22, 2010

    Purtroppo la prosecuzione del progetto non dipenderà da me direttamente, ma se ci saranno sviluppo potremo valutare anche la possibilità di creare momenti di scambio come proposto…
    Vi farò senz’altro sapere appena ci saranno sviluppi.

    Comunque, al di là di questo specifico progetto, nessuno vieta di metterne su altri simili :)

  9. By Fabio Ciardi on apr 23, 2010

    Non sono un geo-logo, ma un semplice teo-logo. Ci unisce il Logos, la Parola, ossia la comunicazione tra terra (geo) e cielo (teo).
    Sono stato due volte nella “terra” di cui parli. proprio ieri ho mandato in stampa un articolo in cui parlo del mio ultimo viaggio.
    Ecco l’inizio:

    “Lungo la pista, mentre salgo a Nkongle ritto sul pianale del camioncino, gli alberi dei rami mi frustano il volto. Si aprono sprazzi di cielo in alto e squarci di dirupi in basso, con l’orizzonte che si allarga gradatamente a spazi sconfinati…”. Appunti di più di vent’anni fa che rileggo tornando nelle foreste del Cameroun. Oggi come allora, percorrendo le piste di terra rossa, tra il verde di una natura d’incanto, mi si dilata l’anima e mi pervade un senso di libertà e di beatitudine. Forse il primo uomo sulla terra, quando si guardò attorno, avrà provato gli stessi sentimenti. Come lui mi pare d’essere in un paradiso terrestre. “Sicuramente l’Eden Dio l’ha piantato qui, in terra d’Africa: se ne scorgono an-cora le vestigia”, esordisco nella conferenza al Meeting sulle religiosi tradizionali africane. Dalla platea – composta in gran parte da africani di differenti Paesi del continente nei colorati festosi costumi tradizionali – si alza un applauso sentito; ma non ho detto queste parole per accattivarmi il pubblico, sono io piuttosto conquistato da questa terra.
    Ci mostrano le loro foreste sacre, le montagne sacre, le cascate sacre… così maestose, e ci narrano di come, da tempi immemorabili, si sono recati e si recano in questi luo-ghi per incontrarsi con Dio…
    Per incontrarsi occorre uno spazio. Mi viene spontaneo pensare che Dio ha creato il cosmo proprio per offrire un luogo d’appuntamento per l’incontro con l’umanità.

  10. By Simone Gadenz on apr 23, 2010

    Bella esperienza veramente Giovanni. Complimenti!

  11. By victor on giu 13, 2010

    Hi, i think another interesting thing you could do would be using Openstreetmap as a base for publishing and uploading the gps data collected. This way the impact would be bigger, since the data would be preserved and could be expanded way into the future. The complicated thing in Africa is always having GPS and internet connection, and that seems to be solved in this project.
    Regards,
    Victor

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