30 luglio, 2009 | di Andrea Borruso
Da ieri il S.I.T.R. Sicilia, “al fine di garantire la massima interoperabilità tra i sistemi”, ha pubblicato i primi servizi WMS:
- Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000 Raster
- UTM WGS84 Fuso 33 http://88.53.214.52/arcgis/services/CTR_10000_Raster_f33/MapServer/WMSServer
- Gauss Boaga Fuso Est http://88.53.214.52/arcgis/services/CTR_10000_Raster/MapServer/WMSServer
- Ortofoto IT2000 scala nominale 1:10.000
- UTM WGS84 Fuso 33 http://88.53.214.52/arcgis/services/OrtofotoIT_2000_f33/MapServer/WMSServer
- Gauss Boaga Fuso Est http://88.53.214.52/arcgis/services/OrtofotoIT_2000/MapServer/WMSServer
Queste le capabilities dei 4 servizi:
E’ una bella notizia, e spero di vedere con il tempo altri layer di base; per gli operatori “locali” era un piccolo vuoto.
Ho fatto da subito un piccolo test – sfruttando OpenLayers – con i due layer pubblicati: qui il codice che potrete adattare alle vostre esigenze, e qui la demo.
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15 luglio, 2009 | di Andrea Borruso
E’ appena uscito l’OSGeo Journal – Volume 5 – OSGeo 2008 Annual Report, un volume che illustra le principali attività ed i progressi fatti dal mondo del software open source per la geomatica; viene dato spazio anche ai programmi per il futuro.
E’ un volume che contiene 60 contributi di autori da ogni parte del mondo, che ci illustrano progetti e idee sviluppati con diverse e importanti applicazioni.
Da qui il download e qui sotto lo vedete in anteprima. Buona lettura.
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9 luglio, 2009 | di Sergio Farruggia
Ho ricevuto ieri sera questa segnalazione. Ritenendo che potrebbe essere utile a qualche frequentatore di TANTO, la divulgo volentieri.
Dear all,
The Spatial Data Infrastructures Unit of JRC’s Institute for Environment and Sustainability has published a profile for a post-doctoral research fellowship (so-called category-30 grandholders):
IES-2009-300929 – Harmonisation of environmental data
General information and the conditions are available at:
http://ies.jrc.ec.europa.eu/call-for-grantholders
The deadline for applications is 3 September 2009, noon.
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8 luglio, 2009 | di Sergio Farruggia
Qui un resoconto “soggettivo” della XI Conferenza GSDI. La prossima edizione si svolgerà a Singapore dal 18 al 22 ottobre 2010. Poi, chissà … un anno … o un altro…
Ho avuto la fortuna di poter partecipare all’undicesima edizione della Conferenza mondiale dell’associazione Global Spatial Data Infrastructure (GSDI), che si è svolta a Rotterdam (NL) dal 15 al 19 giugno scorsi. Finora non ho trovato sui geoportali e sui geo-blog della geo-comunità italiana notizie o commenti riguardanti questo evento. Mi pare un peccato: per me è stata un’esperienza veramente istruttiva. Tutte le sessioni alle quali ho partecipato mi hanno fornito dati, idee e in generale un’ampia visione delle sfide che attendono la GI nei prossimi anni. Il programma della conferenza lo si può recuperare qui.
La Geographical Information è, tra i settori dell’ICT, quello che certamente sta guardando alla crisi economica in atto con un approccio particolarmente proattivo e si propone di individuare e proporre soluzioni innovative per superare questa impasse, contribuendo a costruire nuovi modelli sociali e nuove realtà economico-finanziarie. Una comunità formata da tecnici, scienziati, addetti della pubblica amministrazione che in questo frangente ha immediatamente orientato l’attenzione sull’aspetto che più le è congeniale: il nostro Pianeta, come microscopica particella immersa nell’immenso Universo. Dentro questa ampolla completamente sigillata dal resto del creato sono costretti a vivere oltre sei miliardi di esseri umani; e saranno obbligati a viverci altri miliardi di persone: i nostri figli, i nostri nipoti e pronipoti. Ma non è un interesse denotato da catastrofismo, visioni apocalittiche o esaltazioni per un “ritorno al passato”, bensì consapevole che ci si sta offrendo un’opportunità epocale: essere attori di una trasformazione che i posteri potrebbero identificare e riconoscere come l’inizio di una nuova era, quali furono il Rinascimento o la Rivoluzione Industriale.
Emblematico il titolo assegnato per questa edizione della Conferenza: Spatial Data Infrastructure Convergence: Building SDI Bridges to address Global Challanges, come dire: “Le convergenze verso l’Infrastruttura di Dati Geografici: Gettare ponti di Informazioni Geografiche per affrontare le sfide globali”, che ha visto la partecipazione di più di 1500 esperti, provenienti da tutto il mondo.
Cercherò di trasmettere qualche briciola di quanto ho raccolto, focalizzando l’attenzione sulle Sessioni Parallele che ho seguito. Ho necessariamente dovuto fare delle scelte: per tutte le sessioni ho quasi tirato a sorte per decidere verso quale aula dirigermi e non so se -a conti fatti- ho sempre agito per il meglio. Chi fosse interessato ad approfondire, troverà almeno gli abstract degli interventi nel programma pubblicato sul sito dell’associazione.
Essendo coinvolto nel progetto eSDI-Net+ non potevo non partecipare ai due workshop organizzati da questa rete europea, creata per promuovere lo sviluppo delle SDI in ambito europeo e favorire lo scambio di esperienze e buone pratiche. Posso riferire che i contributi italiani -sintetizzabili nell’impegno di diversi enti pubblici, prevalentemente regionali- su differenti tematiche come il supporto per la definizione e la sperimentazione delle INSPIRE Data Model Specifications (progetto GIS4EU e NATURE-SDIplus) o la definizione di una infrastruttura europea degli indirizzi (EURADIN) sono stati veramente apprezzati. Approfitto per segnalare il prossimo evento pubblico organizzato da eSDI-Net+: l’SDI Best Practice Award che, non a caso, si svolgerà in Italia, precisamente a Torino, il 26-27 novembre prossimi.
La curiosità mi ha portato a seguire la sessione Mash-up the SDI (nel mio piccolo qualcosa sull’argomento avevo scritto qui). Ho potuto assistere al confronto tra due qualificati rappresentanti delle due “visioni”, quella che potremmo chiamare della “Cartoteca Digitale Universale” rappresentata da Peter ter Haar, direttore Prodotti dell’ Ordnance Survey, e quella “evoluzionistica”, sostenuta, in quella sede da Ed Parsons di Google (e da chi se no!). L’impressione che ne ho tratto, anche per via degli interventi di alcuni presenti in sala, è che vi sia molta attenzione degli uni per gli altri, voglia di confrontarsi, di prendere spunti dalle reciproche “filosofie” e, come dimostrano alcune recenti scelte dell’OS, di passare dalle teorie al concreto. Qualcosa si sta muovendo anche in Italia (Ricordate?). Nello stesso orario, giusto per dare un’idea di cosa ho perso, si svolgeva la sessione Service Oriented Architetture and Web Services: peccato! Per fortuna il programma riporta i paper dei principali interventi succedutisi.
Seguendo un filo logico avrei forse dovuto recarmi poi alla seguente sessione: Metadata in action. Avrei ascoltato anche un intervento riguardante l’esperienza italiana legata ai programmi del Ministero dell’Ambiente (disponibile l’articolo, sempre accendendo al programma della Conferenza). Invece, mi sono lasciato ammaliare da un titolo intrigante Volunteered Geographic Information, dove si è parlato di come trasformare “l’imprecisione” insita nelle attività VGI in opportunità, di come si può immaginare che queste comunità svolgano un ruolo di “curatori” e non solo di redattori nell’ambito dello sviluppo di SDI: insomma è “Open Innovaction”! L’Italia, considerando le attitudini dei suoi abitanti, dovrebbe essere leader di questi fenomeni, di queste esperienze.
Le sessioni a cui ho partecipato successivamente le ho selezionate avendo presente quei temi che -secondo me- hanno avuto ancora poca attenzione nel nostro Paese. Per esempio: Legal and Policy Aspects of SDI’s. Così sono stato subito smentito: nel programma della sessione era inserito l’intervento della Regione Piemonte “Standard Licenses for Geographic Information: The Development and Implementation in Local Government in Italy”. Questo ente, fra tutti, è forse quello che ha per primo ed in maniera più sistematica affrontato l’argomento e sta definendo un percorso guida, a cui sicuramente anche altre SDI italiane potranno attingere. A me è anche piaciuta la proposta presentata da Rudiger Gratmann, di ConTerra GmbH, che prende ispirazione da come sono organizzati i servizi di utilizzo delle Carte di Credito o dei cellulari per -in qualche modo- bilanciare le esigenze degli utenti delle SDI con gli interessi dei fornitori di geodataset: avremo tra qualche anno una RoamingSDI? Why not!
Non potevo quindi non seguire le sessioni Economic Aspects of SDIs e Institutional Arragments for SDIs. Nella prima, sostanzialmente, sono stati trattati i modelli utilizzati per valutare i costi ed i benefici indotti dalla creazione di una SDI: qualsiasi impresa privata valuta i propri progetti a priori e ne segue l’evoluzione e gli scostamenti rispetto alle previsioni. Le SDI sono prettamente iniziative di carattere pubblico ma, come per qualsiasi avventura privata, è doveroso procedere con analoga attenzione. Onestamente, non saprei quali interventi segnalare, se non esprimere un banale “tutti!”. Una panoramica dei modelli utilizzati, corredata di esempi, l’ha fornita Federika Welle Donker. Alcuni elementi alla discussione circa l’opportunità o meno di richiedere denaro per l’accesso ai dati geografici pubblici sono stati presentati da Katleen Janssen. Qualcuno conoscerà già lo studio sull’impatto socio-economico della SDI creata dall’Istituto Cartografico della Catalogna, pubblicato nel 2008: prendendo spunto da tale esperienza, la Regione Lombardia sta portando a termine un lavoro analogo, coadiuvata dal JRC (infatti il lavoro è stato presentato da Max Craglia). A me poi ha intrigato un progetto dell’Università di Laval (Canada), perché attinge al concetto di Value Chain: cercherò di seguire l’evoluzione della loro esperienza in futuro.
Ho chiuso quindi la quarta giornata della Conferenza andando a curiosare -come dire, “in giro per il mondo”- su alcune esperienze riguardanti le soluzioni organizzative per gestire e sviluppare una SDI. Tutto sommato in Italia le SDI stanno nascendo prevalentemente come naturale evoluzione dei Centri Cartografici Regionali; l’orientamento è ancora più “data driven” piuttosto che “service driven”: prendere spunti da esperienze in atto può far fare un balzo in avanti, o no? Scrivo un’ovvietà se segnalo che comunque le SDI nascono e stanno crescendo più rapidamente, armoniosamente ed hanno maggior successo -cioè soddisfano i bisogni degli utenti (e sono loro a dichiararlo!)- dove è maggiore l’attitudine alla collaborazione, la cooperazione tra istituzioni? Forse una maggiore circolazione di informazioni -anche fuori dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori- su esperienze straniere potrebbe aiutarci? Le relazioni della sessione Institutional Arragments for SDIs possono già fornire diversi spunti. Ma quella che voglio segnalare qui è una realtà australiana, la PSMA Australia Limited, di cui seguo gli sviluppi da alcuni anni in rete. Dan Paull, CEO di PSMA è stato invitato a presentare questa realtà all’interno di una sessione plenaria: non esiste documentazione sul sito della GSDI, ma ci si può documentare visitando direttamente il sito http://www.psma.com.au/
Chiudo questa sintetica carrellata spendendo qualche parola per la sessione SDI Strategies and Capacity Building, tema che mi è parso naturale identificare come completamento dei due precedenti. Pillole di saggezza le ho ascoltate da Henk Koerten, che ha messo in risalto -attraverso una ricerca sulle SDI da lui stesso definita etnografica- la dicotomia stabilità/cambiamento che contraddistingue questo ambito dell’ICT nel dominio della Pubblica Amministrazione. A proposito di Capacity Building per gli assenti segnalo le due relazioni olandesi: ai presenti è stato possibile assistere anche ad una presentazione veramente coinvolgente, stile “giornalismo d’inchiesta” (ho esordito dichiarando la mia fortuna, no?). Lascio ai curiosi il piacere di andare a consultare il materiale riguardante la sessione SDI Future Perspective. Mi commiato invece segnalando che sul sito http://inspire.jrc.ec.europa.eu/events/conferences/inspire_2009/index.cfm è possibile accedere alle registrazioni della Terza Conferenza INSPIRE, bundled nella cinque giorni di Rotterdam: raccomando in particolare la nitida esposizione di Max Craglia, per conoscere lo stato dell’arte del processo per la creazione della SDI europea.
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8 luglio, 2009 | di Andrea Borruso
In questi giorni, o forse nelle prossime ore, un nuovo autore pubblicherà su TANTO il suo primo post. Non vi tedio con il mio solito elogio del “fare insieme”, ma non rinuncio al mio ruolo di ospite e vi presento Sergio Farruggia.
Sergio è quello dietro la pipa, nella foto qui accanto. E’ l’ennesimo autore di questo blog, che in precedenza è stato un affezionato lettore.
A tutti quelli che si iscrivono al servizio di avviso per email per ogni nuovo post, mando un’email “vera”. Uso più o meno la stessa struttura per tutte, ma la corredo (quasi) sempre con qualcosa di personale; farlo mi sembra il minimo, un lettore fidelizzato merita attenzione.
Non tutti rispondono a questa mia email. Non è necessario, ma lo apprezzo molto. Sergio si è iscritto al suddetto servizio nel Novembre del 2008, ed è uno di quelli che lo ha fatto:
[...]visito periodicamente TANTO da parecchio tempo. E’ utile, interessante e divertente. Se t’interessa, potrei segnalare news quando mi capitano.[...]
I complimenti fanno sempre molto piacere, ma quella volta mi colpì molto la sua proposta diretta. Il tempo poi è passato e non se ne è fatto nulla, sino a qualche giorno fa, quando mi ha proposto di pubblicare un report sulla “Conferenza mondiale dell’associazione Global Spatial Data Infrastructure (GSDI)“. Ho pensato: “figata”.
Non riesco a muovermi molto dal posto in cui vivo, e la lettura di questo report mi ha portato a Rotterdam e dentro le GSDI. Il suo sguardo sarà utile a tutti quelli (penso tanti) interessati a questo grande tema ed agli altri di cui si occupa.
Sergio ha un curriculum “importante” e “diverso” da quello degli attuali autori di TANTO.
E’ nato nel 1954 ed è consulente nel settore dell’Informazione Geografica. Laureato in Fisica, ha collaborato a ricerche nel settore del risparmio energetico e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili presso il Dipartimento di Energetica ed Applicazioni di Fisica dell’Università di Palermo. Ha operato in SYSGEN srl – Genova (assorbita da CAP GEMINI nel 1991) come responsabile di progetti IT dell’UO “Territorio e Ambiente”. E’ stato dal 1995 al 2007 dirigente responsabile del Settore SIT del Comune di Genova. Negli stessi anni ha collaborato a diversi progetti di R&S comunitari inerenti l’Informazione Geografica ed ha coordinato il progetto “Genova-Rijeka Tecnologie, GE.RI.T.”, 2004-2005, co-finanziato dal Ministero delle Attività Produttive. E’ membro del Consiglio Scientifico della Federazione ASITA dal 2007, dal 2009 vicepresidente; membro del Comitato Tecnico Nazionale per il Coordinamento Informatico dei Dati Territoriali, istituito dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, dal 2004; componente del Comitato di Indirizzo del Consiglio di Corso di Laurea in Geografia, Università di Genova, dal 2004; dal gennaio 1996 membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Scientifica AM/FM GIS Italia, dal 2001 al 2008 vicepresidente; dal 1996 è membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione GISIG, Genova.
Ha una caratteristica che mi piace molto: è di Genova. E’ una città che sento vicina alla mia (Palermo) e che lega sempre di più questo blog alle città di mare (sinora Palermo, Napoli, Bari e Pescara).
Benvenuto tra di noi!!
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