10 gennaio, 2012 | di

Il “sottotitolo” di TANTO, così come concepito da Andrea ormai più di 6 anni fa, è “le cose che ci piacciono”. Nel nostro blog ormai scriviamo quasi esclusivamente di geomatica, intesa in tutte le sue accezioni, e in verità ero piuttosto scettico se pubblicare questo articolo proprio su TANTO. Ma poi mi sono ricordato che Gerlando aveva narrato la sua esprienza di comunicatore sempre qui, nel non molto lontano 2009. E del resto si tratta sempre di entropia, che tra l’altro è la categoria più numerosa dei nostri post.

Un impulso ulteriore a decidere di pubblicarlo qui (attenzione, prima ancora che una redazione noi siamo un gruppo di amici, quindi le decisioni le prendiamo sempre di comune accordo, compresa la scelta degli articoli) è stato il recente lancio di Planet GIS Italia, che mi ha “costretto” a sostituire in Google Reader il feed di Blog GIS Italia v. 3 proprio con quello nuovo di zecca di PGI.

Andiamo al dunque…

Una delle nostre necessità primarie quotidiane è informarci. Lo facciamo in molti modi differenti, da molte fonti differenti, su molti media differenti.

La radio ad esempio ci può accompagnare in svariati momenti della giornata. Per me è irrinunciabile ad esempio la mattina ascoltare su Rai Radio 3 Prima Pagina, e quando posso Radio3 Scienza, Tutta la città ne parla o ancora la trasmissione di Oscar Giannino su Radio24. Per fortuna ci sono i podcast, per ascoltare le puntate che ci perdiamo.

Ma quando si parla di blog, siti web, liste e gruppi di discussione, allora le cose diventano più complicate. Bisogna dedicargli del tempo, stando davanti al computer, o anche sullo smartphone, sebbene il piccolo schermo metta a dura prova le nostre diottrie e il touchscreen la pazienza delle nostre dita. Comunque sia, si tratta di tempo che viene ritagliato durante le nostre giornate incasinate, tra lavoro e impegni familiari.

Voglio qui condividere la mia esperienza di come ho organizzato quell’oretta in totale che riesco a dedicare a questa fondamentale, irrinunciabile parte della giornata.

Per domare le decine e decine di feed RSS ai quali sono abbonato, ma soprattutto non cadere nel panico dovuto ai 1.000 e passa nuovi item quotidiani che essi generano, uso da anni ormai Google Reader. A mio avviso, nonostante con l’ultima revisione Google lo abbia menomato pesantemente, eliminando la possibilità di condividere con i propri contatti le nostre letture e dirottando il traffico su Google Plus – che per inciso non m’ha preso e forse mai mi prenderà -, io lo trovo ancora il miglior strumento web per leggere in maniera organica i feed.

Naturalmente, molte delle cose che troviamo interessanti le condividiamo spontaneamente con i nostri contatti – una volta anche su Google Reader – via email, su Twitter, Facebook, Linkedin e ogni altro sistema sociale che frequentiamo.

Devo però fare un inciso fondamentale, ormai espleto circa il 50% delle mie attività digitali quotidiane (tra le altre consultare email, navigare sul web, gestire gli impegni, usare i social network, e ovviamente informarmi) sul mio smartphone. L’altro 50% del lavoro – su PC – riguarda l’uso di GIS, la scrittura di documenti di lavoro e di articoli per i blog, più altre attività “pesanti” meno ricorrenti. Essermi organizzato su piattaforma mobile mi consente di non rimanere ogni sera dalle 2 alle 3 ore davanti al computer per organizzare il lavoro (email, programmazione attività, ecc.), sacrificando il resto delle ancora più importanti attività sociali: dedicarsi alla famiglia, agli amici… e a sé stessi.

Il mio workflow informativo 2.0 parte dunque da Google Reader, nel quale butto qualunque feed RSS, dai siti web, ai blog, alle mailing list che non frequento assiduamente, finanche ai Pipes di Yahoo che uso per fare piccoli “mashup informativi”, come questo che si basa su quest’altro. Ma ovviamente mi avvalgo di una serie di applicazioni sia mobili che web per ottimizzare al massimo il tutto.

Per esprimervi in maniera chiara il workflow che ho messo a punto, e in modo sistemico i link tra le varie applicazioni da me utilizzate, ho creato una semplice mappa mentale con il fantastico servizio web popplet. La vedete qui sotto.

Gli strumenti del mestiere…

Descriverò ora gli attrezzi con i quali ho costruito il workflow, si tratta di tre applicazioni per Android e altrettanti servizi web. Si potrebbe costruire un processo analogo anche su piattaforma iOS – suggerisco infatti allo scopo alcune app alternative – ma francamente non so quanto potrebbe funzionare, visto che sul sistema operativo mobile Apple manca una delle “funzioni killer” invece da sempre disponibile su Android: l’onnipresente menu “share”. Con esso è infatti possibile inviare qualunque contenuto ad altre applicazioni, consentendo una piena interoperabilità tra di esse.

• gReader applicazione Android – free
A mio avviso è un lettore di Google Reader molto migliore dell’applicazione di Big G; possiede molte più funzioni, tra le quali la customizzazione dell’interfaccia, ma ovviamente è una questione di gusti. Ecco come lo uso. Quando trovo un item così interessante da volerlo leggere più tardi, in genere vorrei anche metterlo tra i miei bookmark, perciò lo invio al mio account delicious. Per fare questo mi è sufficientemente marcarlo “starred”, e un’apposita “ricetta” che ho creato sul servizio web ifttt (descritto oltre) preleva il flusso dei miei starred item e li trasforma in bookmark su delicious, taggandoli con “ifttt”, “googlereader” e “nome_feed”. Periodicamente vado a “curare” questi bookmark su delicious, li leggo e se ne vale la pena li conservo, taggandoli opportunamente e magari mettendoli in uno stack. C’è anche il modo di conservare – sempre su delicious – le letture in maniera privata, marcandole con un apposito tag, qui la ricetta su iftt. Quando invece una lettura mi sembra degna di condivisione, se voglio twittarla subito la mando a Tweedeck (vedi più avanti) mediante il menu “share” di Android, altrimenti a Buffer (ne parlo dopo) se voglio programmarne la diffusione su Twitter o Facebook in orari differenti.
Input: feed RSS. Output: starred items verso Delicious, shared verso Tweetdeck o Buffer.
Alternativa iOS: Feeddler

• Buffer • applicazione Android e servizio web - freemium
Si tratta di un formidabile servizio basato su web che consente di creare uno stack di tweet e aggiornamenti Facebook programmabili ad orari definiti dall’utente. La sua versione free consente di gestire fino a 3 distinti account Twitter e/o Facebook e di pubblicare fino a 10 elementi al giorno. Poichè (co)gestisco diversi account Twitter, riesco ad aggirare questo limite mediante BirdHerd, un ulteriore servizio sempre basato su web del quale parlerò più avanti. Buffer mette a disposizione anche un’app Android – sempre free – integrata nel fantastico menu “share” di Android, che consente di gestire lo stack editando i singoli elementi precedentemente creati e il loro ordine di pubblicazione.
Input: shared da gReader. Output: verso i miei account Twitter e Facebook, verso BirdHerd via DM.
Alternativa iOS: Buffer

• Tweriod • servizio web - freemium
Per usare al meglio Buffer e programmare i tweet e gli aggiornamenti in modo tale da ottenere la massima attenzione dai nostri follower, ci viene in supporto Tweriod. Si tratta di un servizio web in grado di analizzare l’attività degli account di chi ci segue su Twitter e da ciò suggerirci le fasce orarie migliori per pubblicare i nostri tweet, affinché ottengano la massima visibilità. Per ottenere l’analisi sarà sufficiente loggarsi a Tweriod con l’account Twitter dal loro sito web.
Input: account Twitter. Output: fasce orarie ottimali per twittare.

• Tweetdeck • applicazione Android e servizio web – free
A mio avviso il miglior client per Twitter – consente di postare anche su Facebook – in circolazione. Potentissime le sue funzioni, tra le quali cito ad esempio la possibilità di gestire svariati account Twitter e cinguettare lo stesso messaggio anche da più di uno, scheduling dei tweet, possibilità di gestire alert differenti per le singole colonne (le timeline degli account, degli hashtag, delle ricerche, delle citazioni). Che si può desiderare di più?
Input: da gReader.  Output: account Twitter o Facebook.
Alternativa iOS: Tweetdeck.

• ifttt ovvero “if this then that” • servizio web – free
Si tratta di una geniale applicazione web che consente di “mettere internet al lavoro per te”, parafrasando il loro slogan. Permette di interconnettere numerosi canali web, tra i quali proprio Google Reader, Buffer, delicious, Twitter, e feed RSS, ma la lista aumenta sempre più. Descriverlo qui sarebbe riduttivo, vi invito vivamente ad aprire un account e dare spazio alla fantasia. In questo contesto, io lo uso come già anticipato per creare dei nuovi bookmark in delicious dagli item starred di Google Reader.
Input: da Google Reader. Output: verso delicious.

• BirdHerd • servizio web – free (per ora)
@aborruso molto tempo fa introdusse noialtri TANTI all’uso di BirdHerd per aggiornare direttamente dai nostri rispettivi account Twitter quello di TANTO (@twanto). Una volta loggati su BirdHerd con l’account Twitter di gruppo, è possibile aggiungere i “contributori” (fino a un massimo di 10) ciascuno dei quali sarà poi in grado di pubblicare i tweet semplicemente inviando un DM all’account di gruppo stesso. Il messaggio verrà infine twittato, completato alla fine dalla firma del contributore. Qui un esempio. Quando dunque da gReader trovo un link interessante che voglio twittare come @twanto o @planetek o @altrageologia, mi sarà sufficiente mandare ai rispettivi account un DM con Tweetdeck o Buffer, il resto verrà da sé.
Input: da Buffer o Tweedeck. Output: verso account Twitter di gruppo.

In conclusione, chi come me consuma gran parte delle informazioni su piattaforma mobile, costruendo un workflow ben congegnato può al tempo stesso informarsi in maniera dinamica nell’arco della giornata (es. tempi morti durante le attese), condividere le cose ritenute più interessanti con i propri follower sui social network e conservarle sempre in maniera sociale con delicious. Tutto direttamente dal nostro smartphone, che la sera – assieme al PC – potremo tenere spento, e dedicarci alle altre cose – non digitali – che ci piacciono TANTO…

23 settembre, 2009 | di

Una cosa è discutere tra noi “addetti del settore” (“geek” NdT) di aspetti tecnici, un’altra curare il marketing delle nostre creazioni, delle nostre aziende, e un’altra ancora usare i nuovi media per tendere una mano e aiutare le nuove generazioni.

Queste parole di Jeff Thurston mi hanno letteralmente folgorato quando le ho lette sul suo blog VectorOne. E mi hanno spinto a dire la mia. Stiamo parlando di tecnologie geospaziali, tanto per essere chiari, e del mondo dei media che ruotano loro attorno.

Con Andrea, Massimo e altri (pochi) amici – appunto “addetti ai lavori” – ci confrontiamo spesso su come e dove stia andando la blogosfera geomatica in Italia, e ci chiediamo “a che punto siamo”. Per come la vedo io, in una fase di sostanziale stallo, nella quale il livello della comunicazione sembra non riesca a evolvere verso una comunità nella quale tecnici, tecnologi, utenti, aziende, sviluppatori riescano a costituire una massa critica capace di dare vita a idee, soluzioni tecnologiche, nuovi settori di mercato che siano autenticamente innovativi. E al tempo stesso costruire una base di conoscenze, una risorsa/feedback per la comunità stessa, anche e soprattutto per i “newbie”, coloro che si avvicinano per la prima volta alla geomatica.

Thurston – citando Carlson – evidenzia come il punto debole dei nuovi media su web (in primis i blog) sia l’essere essenzialmente orientati verso la “numerosità dei collegamenti”: più si è linkati, più vuol dire che si è letti, più si è letti, più si è importanti. Un cortocircuito pericoloso che porta al “doping” dell’informazione.

Focalizzando la questione sulla geomatica, sempre citando Thurston

La domanda più importante per la nostra comunità è legata al modo in cui essa si collega allo sviluppo della ricerca, alla formazione, lo studio dell’ingegneria, delle scienze dell’informazione geografica e di tutte le discipline connesse.

[…]

E se i nuovi media siano solamente uno strumento di marketing, o possano essere usati per costruire capacità, supportare altre persone non ancora coinvolte e in che modo poter fare questo. Del resto, nuovi mercati richiedono nuovi clienti.

Clienti, utenti, tecnici, professionisti, studenti consapevoli, aggiungerei io. Si tratta dunque di capire se vogliamo – come attori della comunità geomatica – convergere dalle rispettive posizioni di: aziende votate esclusivamente al marketing, tecnologi e sviluppatori concentrati essenzialmente sulle soluzioni tecnologiche migliori, mondo della ricerca scollegato da quello del mercato, per creare le giuste sinergie che riescano a dar luogo a una massa critica, e un livello dell’informazione costantemente in evoluzione.

Ecco che dunque le aziende illuminate, che producono reale valore aggiunto per la comunità geomatica, sono quelle che promuovono periodicamente concorsi di idee, awards, incentivano la ricerca anche nei singoli, che puntano sull’educazione e sulla formazione nelle scuole. Gli editori, le associazioni più lungimiranti sono quelli che puntano sull’organizzazione di eventi che stimolano l’incontro tra innovatori, mettono a confronto progetti. E per quanto riguarda i media, sempre Thurston:

Qual’è l’equilibrio nella blogosfera geospaziale? Diamo valore alle opinioni e alle differenze di pensiero? O piuttosto cerchiamo l’omologazione orientata al mero conteggio dei link?

Vincente, autenticamente innovativo è l’approccio che porta proprio alla valorizzazione delle differenze dei punti di vista, che mette in discussione lo status quo.

A che punto è la notte, secondo voi, in Italia?

A mio parere i pochi editori “puri” attivi nel settore sono troppo incentrati sul mondo delle imprese, trascurando gli aspetti della ricerca e dell’innovazione. Aspetti che possono invece essere curati e incentivati proprio dalle stesse aziende e rilanciati dalla blogosfera. Quest’ultima ha a sua volta un ruolo fondamentale di stimolo e pungolo sia per il mercato della geomatica, mettendo a confronto le soluzioni tecnologiche commerciali e aperte, sia come punto di riferimento per lo stuolo di nuovi utenti, professionisti e studenti, che sempre più numerosi si avvicinano al nostro mondo, e che chiedono aiuto, orientamento e incoraggiamento.


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