Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital.
Che differenza c’è tra avviare una startup in Trentino-Alto Adige e farlo in Puglia? È una domanda all’apparenza banale, ma dietro la nascita di un’azienda ad elevata vocazione innovativa ci sono valutazioni ed esperienze di particolare interesse. Per comprenderle ho intervistato Andrea Antonello di HydroloGIS, un’azienda che sviluppa modelli software in campo ambientale con sede a Bolzano, e Vincenzo Barbieri di Planetek Italia, azienda barese che applica l’informatica alla gestione territoriale di Bari. Pubblichiamo le interviste separatamente facendo però presente che ognuna va considerata alla luce dell’altra.
Chi sei?
Mi chiamo Andrea Antonello, nato a Merano nel 1973 e vissuto fra Merano, Bolzano, Trento e, anche se per un periodo breve, a Bologna. Mi sono laureato a Trento in Ingegneria Civile con indirizzo ambientale ed ho un dottorato in Scienze della Terra conseguito a Urbino. Sono socio fondatore di HydroloGIS S.r.l., azienda specializzata in sviluppo e modellazione in campo idrologico, geomorfologico ed idraulico integrati in ambiente GIS.
Dove operi?
Principalmente in Trentino-Alto Adige. Abbiamo collaborazioni anche in altre regioni, principalmente del nord Italia. Un esempio è il Piemonte con l’ARPA oppure la collaborazione di una nostra socia con ISPRA a Roma. Ci sono poi dei progetti di cooperazione, per i quali abbiamo lavorato in Rwanda e stiamo iniziando in Etiopia.
Di cosa ti occupi?
Principalmente di ingegneria ambientale. La nostra attività è incentrata sullo studio delle acque superficiali. Trattiamo il rischio idrogeologico, acquedotti, fognature, centrali idroelettriche ed energie rinnovabili. Utilizziamo quasi esclusivamente software di produzione interna.
Quando hai avviato la tua impresa?
La mia collega ed io abbiamo fondato l’azienda nel 2005, dopo aver lavorato per circa tre anni come consulenti esterni alla facoltà di ingegneria di Trento. Negli anni di lavoro all’università abbiamo ottenuto gli “strumenti” che poi ci hanno permesso di fondare HydroloGIS. Nonostante allora non fosse possibile fondare spin-off nella nostra facoltà, ci sentiamo comunque un po’ suoi figli.
Quando hai iniziato che collegamenti avevi con gli istituti di ricerca?
Il legame con l’Università di Trento è stato da subito fortissimo ed è ancora molto importante. La strategia di HydroloGIS è sempre stata quella di rimanere il più possibile nel campo della ricerca. Abbiamo avuto collaborazioni con le università di Trento, Urbino e Bolzano. All’inizio non avevamo alcun contatto con enti pubblici e neppure con società private. Ci venne detto che non era “sano” essere legati solo a enti di ricerca e che la forza sta nei collegamenti fra società private. Oggi posso dire che sono parole sacrosante.
Che vantaggi hai avuto nel creare un impresa in Trentino?
Fondare l’azienda a Bolzano ci ha dato un vantaggio importante: il supporto dell’incubatore di impresenel quale tuttora viviamo, sotto forma di ”azienda tecnologica”. Per il resto è stato molto difficile per noi trovare lavoro in Alto Adige. Il nostro settore è di nicchia e particolarmente collegato alle pubbliche amministrazioni. È difficile imporsi in un mercato che risulta essere abbastanza chiuso. Abbiamo avuto vita più facile in Trentino, dove il nostro collegamento con l’università è stato un buon biglietto da visita. Devo aggiungere che in Alto Adige, almeno da quando siamo attivi noi, c’è molto interesse per la ricerca e sviluppo in ambito ambientale e ciò ci ha permesso di partecipare a concorsi e bandi di finanziamento, al di là delle attività di lavoro per terzi.
Che difficoltà hai avuto?
Faccio fatica a rispondere a questa domanda. Non credo che ci siano reali svantaggi qui in Trentino-Alto Adige, non ho però sufficienti elementi per valutare altre realtà più o meno fortunate. Credo che la reale difficoltà stia nel riuscire a imporsi sul mercato riuscendo ad ottenere la fiducia dei possibili clienti. Di lavoro ce ne sarebbe, anche parecchio, il problema è che in superficie questa cosa non appare, perché in qualunque realtà i canali sono solitamente già consolidati. Forse l’aspetto più delicato è che ci si trova in un mercato piccolo dove molte attività nel nostro campo sono già state affrontate, con più o meno successo. In altri contesti ci sarebbe tutto da fare e sicuramente meno concorrenza specializzata.
Come pensi potrebbe essere avviare un’impresa in un altro contesto geografico?
Avere un’impresa in un luogo dove il nostro settore è poco sviluppato ed il mercato è più ampio potrebbe essere interessante. Spesso ci si trova a dover sostenere colleghi in altre regioni o nel mondo, probabilmente sarebbe più facile se fossimo presenti in tali situazioni. Come si dice, “nemo propheta in patria”…
Cosa ti sarebbe utile nel luogo dove sei?
Non mi viene in mente nulla in particolare. Ci sono alcune possibiltà a cui qui non abbiamo accesso, ma è più che altro un problema di dimensione aziendale.
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