Archivio per la categoria ‘News’
31 luglio, 2008 | di Andrea Borruso
Finalmente l’IGM ha aggiornato il catalogo interattivo dei propri prodotti. Per tutti gli utenti finali è una buona notizia, perché questo supera di gran lunga il precedente.
Il cambiamento più evidente è tecnologico: da una tradizionale interfaccia html, ad una vera interfaccia di webmapping basata su OpenLayers con alle spalle un server WFS e (sembra) un server di tilecaching.
L’utilizzo di un client di webmapping opensource e di un protocollo standard interoperabile per l’accesso a dati spaziali, sono entrambi un belvedere; specie in un contesto così istituzionale.
Il funzionamento di base è semplice:
- si fa zoom-in su un’area di interesse
- si fa click sull’area di cui si vuole conoscere la copertura dei prodotti IGM (contestualmente viene lanciata una richiesta WFS)
- si ottiene sulla sinistra l’elenco delle tavole che cadono in quel punto
- si clicca (ad esempio) sul tasto “ev.” – che si trova sulla destra del nome delle tavole – e viene restituita su mappa l’estensione spaziale della tavola
Questo in supersintesi. Ci sono anche altre funzioni, tra le quali segnalo la ricerca per toponimi.
Le interfacce sono due:
Buona visione.
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17 luglio, 2008 | di Pietro Blu Giandonato
La grande ambizione del progetto OneGeology.org è quella di creare e mettere a disposizione di tutti la grande carta geologica digitale del mondo intero…
Si tratta di un’iniziativa internazionale, promossa dalla rete dei Servizi Geologici di numerosi Paesi, dalle Americhe all’Europa, dall’Africa fino all’Asia. L’Italia è rappresentata dall’Agenzia per i Servizi Tecnici Nazionali (APAT), che anni fa ha fagocitato il glorioso e compianto Servizio Geologico d’Italia.
Ah, giusto per completezza, pare che il nuovo Governo voglia diluire ulteriormente il ruolo dell’APAT accorpandola con l’ICRAM e INFS, per costituire l’Istituto di Ricerca per la Protezione Ambientale (IRPA)… a voi le riflessioni.
Gli obiettivi di OneGeology sono essenzialmente:
- Rendere accessibili le carte geologiche esistenti in qualsiasi formato digitale siano disponibili in ogni Paese.
- Trasferimento di know-how a coloro che ne hanno bisogno, adottando un approccio che riconosca che le diverse nazioni hanno differenti capacità di partecipazione.
- Stimolare un rapido aumento dell’interoperabilità, attraverso lo sviluppo e l’uso del “GeoSciML”, un Geography Markup Language per le geoscienze. Per saperne di più fare clic qui.
Le carte geologiche fornite dai Paesi partecipanti possono essere ammirate grazie al geoportale del progetto, mediante una semplice applicazione webgis che riesce a mosaicare i dataset geologici. E’ possibile esportare le mappe costruite nel geoportale in KML o WMC per poterle ammirare in Google Earth o in altre applicazioni che supportano questi formati.
Insomma… una iniziativa davvero interessante e lungimirante, soprattutto nell’ottica di rendere accessibili in maniera semplice ed aperta dati che altrimenti rimarrebbero disponibili solo ad una stretta cerchia di addetti ai lavori.
Dimenticavo… vi consiglio vivamente di visitare ora e in futuro, perchè in continuo aggiornamento, la sezione OneGeology eXtra con curiosi riferimenti all’influenza che la Geologia ha avuto in numerosi altri campi dello scibile umano (Culture), risorse fantastiche per la didattica (OneGeology4Youngsters) e uno Showcase con i migliori esempi di utilizzo della cartografia geologica digitale…
Up the Geology!!
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17 luglio, 2008 | di Gerlando Gibilaro
L’Autorità Garante per la Privacy si è espressa in modo favorevole in relazione alla possibilità di utilizzo di un sistema di geolocalizzazione dei mezzi da parte di una società privata che gestisce il trasporto pubblico di passeggeri.
Il documento del Garante della Privacy sul Trasporto pubblico: geolocalizzazione e sicurezza dei passeggeri – 5 giugno 2008
Già nel 2003 la possibilità di localizzare i mezzi pubblici in circolazione, per poter intervenire celermente in caso di guasti o sinistri, abbattendo i costi di gestione, era stato oggetto di una convenzione fra TIM e la Compagnia dei Trasporti Pubblici (CTP) di Napoli, una delle prime a dotarsi del così detto sistema FleetNET, che, grazie alla rete GPRS , permette la localizzazione e il controllo a distanza dei mezzi in servizio (e che avrebbe dovuto consentire, in futuro, anche nuovi servizi di informazione ai cittadini).
La questione sottoposta al Garante per la protezione dei dati personali, nel caso che ci occupa, invece, ha degli aspetti ulteriori rispetto alla, per così dire, semplice localizzazione dei mezzi pubblici.
Infatti, il sistema, messo a punto dalla Digigroup s.r.l. – gestore esterno-, dispone, oltre che di un localizzatore Gps, anche di ulteriori dispositivi che determinano stile e condotta di guida del conducente (pressione sui freni, velocità e anche altri parametri rilevati in occasione di sinistri attraverso una apparecchiatura tipo scatola nera installata su ciascun veicolo).
In buona sostanza il sistema GPS consentirebbe di:
- localizzare geograficamente i propri veicoli su una mappa cartografica e di conoscerne velocità e direzione;
- verificare l’osservanza, da parte dei conducenti, della normativa in tema di circolazione stradale e delle prescrizioni aziendali;
- valutare la sicurezza e il “comfort” della condotta di guida degli autisti;
- analizzare il consumo di carburante (e l’efficienza energetica) nella fase di marcia;
- ricostruire la dinamica di eventuali sinistri;
- riscontrare anomalie tecnico-meccaniche dei veicoli.
Come sopra evidenziato, alcuni dei dati raccolti verrebbero utilizzati per monitorare il rispetto del codice della strada da parte degli autisti ed eventualmente per trattamenti economici premianti nei confronti dei conducenti che garantiscano una guida qualitativamente migliore degli altri.
Con riferimento a quest’ultimo punto, è evidente, che i dati non potranno essere trattati solamente come valore medio complessivo e non basati su singoli lavoratori, così come, invece è stato riportato nella circolare del Garante.
La stessa acquisizione di elementi volti alla ricostruzione di un sinistro (attraverso il cosiddetto “black box”), ritenuta lecita dall’Autorità, dovrebbe porre una serie di problematiche in relazione alla loro efficacia probatoria nel corso di un giudizio.
Ulteriori problematiche si pongono in relazione alla circostanza che il sistema determina effettivamente un controllo a distanza dei lavoratori, ancorché giustificato da esigenze organizzative e produttive della società (art. 4, secondo comma, legge n. 300/1970). In tal senso è stato previsto che dovranno essere rispettate le garanzie procedurali previste, ovvero l’accordo sindacale o l’autorizzazione della Direzione provinciale del lavoro.
Ricordiamo che in tema di liceità di tali dispositivi di controllo a distanza si era espresso favorevolmente il decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro, Divisione IV, 24 giugno 2004, in tema di installazione di impianti di controllo satellitare su autovetture di pronto intervento di un’impresa erogatrice di gas.
Il Garante ha stabilito, inoltre, che siano fornite agli interessati informazioni dettagliate sulla natura dei dati trattati e sulle caratteristiche del sistema e che l’accesso ai dati dovrà essere consentito ai soli incaricati della società. L’Autorità ha sottolineato, infine, che le informazioni ricavate da tale sistema di localizzazione potranno essere utilizzate a fini di sicurezza e miglioramento del servizio e conservate per il tempo necessario a perseguire tale finalità.
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8 luglio, 2008 | di Andrea Borruso
Street View è una delle modalità di visualizzazione di Google Maps: è una visualizzazione del territorio dalla strada, che da la sensazione di essere in un ambiente di realtà virtuale.
Il servizio è vecchio, ed è anche noto ai più; la novità è che passa finalmente dall’Italia, ed in particolare da Cuneo.
E’ infatti un servizio offerto essenzialmente per le città degli Stati Uniti, e che nel tempo verrà diffuso anche altrove. Quelli di Google hanno dato la possibilità di percorrere tutto il Tour de France dalla “strada”, e questa volta una delle tappe della corsa è proprio Cuneo.
E’ una modalità di navigazione con un forte impatto ludico. Sembra di stare in un gioco in soggettiva (io penso a Quake, ma non prendetemi per sanguinario), in cui posso muovermi in tutte le direzioni, zoomare sulla finestra dell’odiato vicino e … si scherza!!
Viene anche un po’ la sindrome del vigile urbano che cerca le macchine posteggiate in divieto, ma anche quella dell’ecologista che constata l’urbanizzazione spinta del territorio.
Sono l’unico con questa immaginazione “malata”??
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12 giugno, 2008 | di Pietro Blu Giandonato
Probabilmente, grazie ad alcuni post e notizie sui cambiamenti climatici qualcuno di voi si sarà già imbattuto nell’iniziativa “filantropica” con la quale BigG mette a disposizione Google Earth e il relativo corredo di base imagery alle organizzazioni non-profit: Google Earth per il sociale, appunto.
Nella pagina dedicata trovate tutti i progetti realizzati dai più svariati soggetti – individui, ONG, università, associazioni – raccolti per sezioni tematiche, con la relativa descrizione e ovviamente il file KML/KMZ da importare in Google Earth. Il KMZ è un formato estremamente versatile e consente di “impacchettare” informazioni che vanno ben oltre la semplice localizzazione geografica di oggetti, è infatti capace di gestire anche contenuti multimediali (foto e filmati) integrandoli tra loro. L’unico limite è, come sempre, la creatività e se ne si è dotati, assieme a buone capacità editoriali è possibile ottenere risultati eccellenti.
Vi invito dunque a dare un’occhiata alla vetrina delle applicazioni e ai casi studio per avere un’idea di ciò che è stato già realizzato con Google Outreach, davvero notevole. Naturalmente l’applicazione sui cambiamenti climatici globali (ce n’è una anche per l’Antartide) è quella che ha avuto maggiore enfasi, ma ce ne sono altre molto interessanti per gli obiettivi raggiunti e la qualità di rappresentazione delle informazioni, come l’Atlante Geologico storico degli USA, la situazione delle foreste che stanno scomparendo, restituita in modo superlativo (sebbene agghiacciante), o ancora ricostruzioni geo-biografiche della vita di grandi scrittori e artisti come Kerouac, Rousseau, Jane Austen e M.C. Escher.
Merita poi una menzione speciale l’innovativo ed estremamente efficace “geoblog” del Jane Goodall Institute, che si occupa di protezione degli scimpanzè, nel quale non troverete i consueti post tipici dei blog, ma dei KML da importare in Google Earth ricchi di informazioni riguardo eventi specifici legati ai nostri amici primati… esplorate!
Ai soggetti non-profit “qualificati” (organizzazioni registrate presso l’apposita anagrafe unica delle Onlus del Ministero delle Finanze) Google dà anche una ulteriore possibilità, quella di ottenere una licenza gratuita di Google Earth Pro con funzionalità di creazione avanzate che consentono l’importazione di dati GIS, nonché un modulo per la creazione di filmati e una funzionalità di stampa ad alta risoluzione.
Concludo ribadendo l’enorme portata che questa iniziativa può avere soprattutto nell’ambito della divulgazione scientifica e ambientale. Naturalmente Google Outreach è anche un buon punto di partenza per chi vuole cominciare a cimentarsi con un uso evoluto di Google Earth, numerose sono le risorse messe a disposizione per capire come son fatti i KML/KMZ e in che maniera scriverne di efficaci, ricchi di informazioni.
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