9 dicembre, 2008 | di

Quando Gerlando mi ha proposto di scrivere l’articolo sulla Geografia Giudiziaria ho subito pensato di fare qualche mappa con Thematic Mapping Engine (TME), per poi rendermi conto di non poterlo usare con i miei dati, ma soltanto con quelli disponibili sul sito.

TME è uno motore di visualizzazione di supporto ad analisi statistiche, che produce come output dei file kml (quelli nativi di Google Earth).

colour-5

I parametri di ouput sono semplici ed allo stesso modo sofisticati, come è evidente dal pannello di controllo dell’applicazione.

tme panel

Adesso TME è in opensource. Questo vuol dire che ne possiamo godere tutti, e che possiamo adattarlo ai nostri desideri/esigenze.

Questi i requisiti:

  • PHP 5
  • MySQL 5+
  • Apache HTTP Server
  • Ext JS 2.1
  • Google Earth Plug-in

Qui la documentazione rilasciata in Creatice Commons Attribution-Share Alike License 3.0, e qui il sito da dove scaricare il codice sorgente.

Il nostro intento è provarlo quanto prima. Se tutto va bene, uno dei nostri futuri autori – utente di EXT JS -  ci potrebbe scrivere un post.

Buon divertimento!!

28 novembre, 2008 | di

Ormai il termine crowdsourcing è di moda. Ma a noi di TANTO le mode ci fanno un baffo, e ci piace parlare delle cose interessanti. Dei concetti interessanti. Il crowdsourcing lo è.

E iBegin Places è una iniziativa di crowdsourcing estremamente interessante. Dando un’occhiata alle mappe prodotte dagli utenti in maniera collettiva, molti storceranno il naso: poligoni digitalizzati alla meglio, che si sovrappongono, topologia imprecisa… ma chi è sta gente? Chi gli ha dato la patente?

Ma qui bisogna mettere da parte ogni velleità di precisione cartografica, che è di secondaria importanza. Con iBegin Places la gente può segnalare e classificare gli spazi delle proprie città: giardini pubblici, strutture sportive, luoghi di aggregazione, zone industriali abbandonate, quartieri… qualunque area rappresentabile con un poligono (ma anche punti e polilinee), che abbia un qualche senso per un gruppo di persone.

Da queste accozzaglie di poligoni colorati – apparentemente fini a se stesse – possono nascere idee per il riuso degli spazi cittadini o coadiuvare iniziative di urbanistica partecipata. Se ne fa un gran parlare qui in Italia, ma è davvero difficile coinvolgere attivamente i cittadini nei processi di analisi e descrizione del territorio. Con iBegin Places si potrebbero mettere su laboratori collettivi in pochissimo tempo, con ridotte conoscenze tecniche e tecnologiche richieste ai partecipanti.

iBeginPlaces

Vengono usate le API di Google Maps, tutte le creazioni rimangono assolutamente libere di essere riutilizzate da chiunque. E’ possibile esportarle come JSON, JS, RSS o KML e farne ciò che si vuole.

Lunga vita al crowdsourcing, quando è libero e bello.

12 giugno, 2008 | di

Probabilmente, grazie ad alcuni post e notizie sui cambiamenti climatici qualcuno di voi si sarà già imbattuto nell’iniziativa “filantropica” con la quale BigG mette a disposizione Google Earth e il relativo corredo di base imagery alle organizzazioni non-profit: Google Earth per il sociale, appunto.

Nella pagina dedicata trovate tutti i progetti realizzati dai più svariati soggetti – individui, ONG, università, associazioni – raccolti per sezioni tematiche, con la relativa descrizione e ovviamente il file KML/KMZ da importare in Google Earth. Il KMZ è un formato estremamente versatile e consente di “impacchettare” informazioni che vanno ben oltre la semplice localizzazione geografica di oggetti, è infatti capace di gestire anche contenuti multimediali (foto e filmati) integrandoli tra loro. L’unico limite è, come sempre, la creatività e se ne si è dotati, assieme a buone capacità editoriali è possibile ottenere risultati eccellenti.

Vi invito dunque a dare un’occhiata alla vetrina delle applicazioni e ai casi studio per avere un’idea di ciò che è stato già realizzato con Google Outreach, davvero notevole. Naturalmente l’applicazione sui cambiamenti climatici globali (ce n’è una anche per l’Antartide) è quella che ha avuto maggiore enfasi, ma ce ne sono altre molto interessanti per gli obiettivi raggiunti e la qualità di rappresentazione delle informazioni, come l’Atlante Geologico storico degli USA, la situazione delle foreste che stanno scomparendo, restituita in modo superlativo (sebbene agghiacciante), o ancora ricostruzioni geo-biografiche della vita di grandi scrittori e artisti come Kerouac, Rousseau, Jane Austen e M.C. Escher.

Merita poi una menzione speciale l’innovativo ed estremamente efficace “geoblog” del Jane Goodall Institute, che si occupa di protezione degli scimpanzè, nel quale non troverete i consueti post tipici dei blog, ma dei KML da importare in Google Earth ricchi di informazioni riguardo eventi specifici legati ai nostri amici primati… esplorate!

Ai soggetti non-profit “qualificati” (organizzazioni registrate presso l’apposita anagrafe unica delle Onlus del Ministero delle Finanze) Google dà anche una ulteriore possibilità, quella di ottenere una licenza gratuita di Google Earth Pro con funzionalità di creazione avanzate che consentono l’importazione di dati GIS, nonché un modulo per la creazione di filmati e una funzionalità di stampa ad alta risoluzione.

Concludo ribadendo l’enorme portata che questa iniziativa può avere soprattutto nell’ambito della divulgazione scientifica e ambientale. Naturalmente Google Outreach è anche un buon punto di partenza per chi vuole cominciare a cimentarsi con un uso evoluto di Google Earth, numerose sono le risorse messe a disposizione per capire come son fatti i KML/KMZ e in che maniera scriverne di efficaci, ricchi di informazioni.

29 dicembre, 2007 | di

In questo Blog ho parlato già molte volte di FWTools e delle utilities in esso contenute. Oggi lo farò ancora una volta, fortemente ispirato da un piacevolissimo post di Tom Kralidis.

Tom parla di una catena di coffee shop canadese, Tim Hortons, e ci racconta di quanto sia importante (per un canadese) sapere dove possa essere il punto vendita più vicino della catena. Tanto importante che un forum di appassionati di GPS ha creato delle tabelle con le coppie di coordinate di tutti i punti vendita nel paese. Sia in formato .xls, che .csv. Tom nel post mostra come sfruttare ogr2ogr, una utility contenuta in FWTools, per convertire queste tabelle in formato .gpx (un formato di scambio dati per GPS) e in formato .kml (Google Earth).

Il passi sono i seguenti:

  • apro il file excel che contiene i POI dei punti vendita
  • salvo il file in formato .csv (lo chiamo ad esempio th.csv)
  • sfrutto la capacità di OGR di leggere informazioni spaziali anche da una semplice tabella, sfruttando il supporto della Virtual Datasource. Per sfruttare questo tipo di connessione creerò un file .ovf così fatto:

<OGRVRTDataSource>
<OGRVRTLayer name="th">
<SrcDataSource relativeToVRT="1">./th.csv</SrcDataSource>
<GeometryType>wkbPoint</GeometryType>
<LayerSRS>WGS84</LayerSRS>
<GeometryField encoding="PointFromColumns" x="Longitude" y="Latitude"/>
</OGRVRTLayer>
</OGRVRTDataSource>

Per creare un file .kml dovrò soltanto aprire la shell di FWTools, posizionarmi nella cartella in cui ho salvato i file .ovf, e scrivere:

ogr2ogr -f KML nomefile.kml th.ovf

Con il parametro “-f” specifico il formato, poi dichiaro il nome del file di destinazione e infine quello del sorgente.

Per creare un file .gpx userò invece questa sintassi:

ogr2ogr -dsco GPX_USE_EXTENSIONS=YES -f GPX nomefile.gpx th.ovf

Il pametro “-dsco” mi consente di estendere il formato .gpx con campi non supportati nello schema GPX standard (ad esempio la Città ed il Telefono del punto vendità).

Questi sono soltanto due dei formati di output possibili, ma le possibilità sono veramente molte.

Grazie Tom.

9 novembre, 2007 | di

Noi scrittori e webmaster di Blog dedichiamo un po’ del nostro tempo a leggere le statistiche di accesso ai nostri siti. E’ un’attività un po’ maniacale, ma è anche ricca di spunti.

Uno dei servizi che uso, e che vi consiglio, per analizzare i dati di accesso ai siti è 103bees. E’ un servizio specializzato nell’analisi delle parole chiave usate nei motori di ricerca, che hanno portato traffico verso il vostro sito web.

Il 60% del traffico su questo sito arriva proprio dai motori di ricerca, e di questo il 90% da Google. Queste, ad esempio, le parole chiave che hanno portato più traffico nell’ultima settimana:

  • fwtools
  • tanto
  • convertire ecw in geotiff
  • conversione coordinate
  • georeferenziazione map 3d
  • batch dos ciclo file cartella
  • excel +conversione +coordinate
  • openlayers
  • aprire file .dwg linux

Nascoste tra queste parole chiave ci sono alcune domande dei lettori di TANTO, e prendendo spunto da questi e da altri dati sulle statistiche di accesso, ho deciso di rispondere a 4 domande.

Le risposte possibili erano diverse. Ho cercato, nei limiti delle mie conoscenze, di proporre delle soluzioni non dipendenti dalla piattaforma in uso, e di minimo impatto sul portafogli.

Come convertire un file .ecw in GeoTiff?

E’ una domanda la cui risposta si trova nascosta nel più letto articolo di questo Blog: “FWTools: convertire in batch da tif, ecw e jpg2000 a tif, ecw e jpg2000!!”. La risposta è “utilizzate FWTools“. Di FWTools non parlo, trovate diverse informazioni su questo sito e molte di più sul web, ma eccovi la procedura da seguire:

  1. aprite la shell di FWTools
  2. posizionatevi nella cartella in cui è contenuto il file .ecw da convertire (non è necessario, è solo per semplicità di spiegazione)
  3. scrivete “gdal_translate -of GTiff img1.ecw img1.tif” e premete INVIO
  4. verrà creato un file GeoTiff nella stessa cartella in cui è presente il file .ecw

Il parametro “-of” si usa per specificare il formato di output, ed a seguire il nome del file di input e poi quello di output. Fine

Come sovrapporre uno shape file a google earth?

Questa è una domanda classica per la quale ci sono diverse risposte possibili. Tre di queste:

  • usare shp2kml
  • usare un’altra utility di FWTools, ogr2ogr
  • sfruttare le grandi capacità di GeoServer (è un suggerimento di Andrea Aime)

Il primo è un semplice programma per Windows da scaricare ed installare, che non richiede spiegazioni.

Il secondo richiede che seguiate i seguenti passi:

  1. aprite la shell di FWTools
  2. posizionatevi nella cartella in cui è contenuto il file .shp da convertire (non è necessario, è solo per semplicità di spiegazione)
  3. scrivete “ogr2ogr -f KML shp1.kml shp1.shp” e premete INVIO
  4. verrà creato un file .kml nella stessa cartella in cui è presente il file .shp

Il parametro “-f” si usa per specificare il formato di output; a seguire il nome del file di output e poi quello di input. Attenzione: è invertito l’ordine dei file (prima output e poi input).

La terza possibilità è usare GeoServer:

Se c’è la necessità di effettuare uno styling della mappa generata (colore poligoni, spessore linee ecc) o di creare popup customizzati e associati agli attributi dello shapefile o, infine, per creare mappe con filtri dinamici, si può utilizzare GeoServer, sia come WMS che fornisce il KML a Google Earth “al volo” che offline, come strumento di preparazione del KML (si fa la GetMap a GeoServer e si salva il kml su disco una volta per tutte).

Fine

Come convertire i dati raccolti con il vostro GPS in formato Google Earth (.kml/.kmz)?

Basta usare il servizio di conversione che trovate su GPSVisualizer. Legge da quasi qualsiasi formato GPS e converte in un enorme numero di altri formati, tra i quali quelli di Google Earth (.kml/.kmz).

Se vorrete installare sul pc l’applicazione da cui è derivato questo servizio web, dovrete andare sul sito di GPSBabel, scaricarlo ed installarlo. L’elenco dei formati che gestisce è notevole.

Come convertire coppie di coordinate a partire da un foglio di calcolo(excel,calc, etc.)?

Anche in questo caso ci viene in aiuto FWTools. Lo strumento da utilizzare stavolta è “cs2cs (coordinate system to coordinate system). In questo video vedrete come fare una semplice conversione di coordinate, da Lat Lon WGS84 a UTM 33 Nord ED50, a partire da un foglio di calcolo.

Nel video noterete che per impostare il sistema di coordinate di partenza e quello di arrivo, imposto degli strani codici. Si tratta dei codici EPSG, un’organizzazione che ha raccolto e strutturato un elenco dei sistemi di coordinate (e dei parametri relativi) usati nel mondo. Ogni sistema ha un codice numerico. Se cercate un particolare codice EPSG, potrete cercarlo usando il sito descritto qui. Fine


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