TANTO » opensource http://blog.spaziogis.it le cose che ci piacciono ... Mon, 07 Nov 2016 09:59:24 +0000 it-IT hourly 1 Sostieni il Code Sprint di Vienna 2014 http://blog.spaziogis.it/2014/03/10/sostieni-il-code-sprint-di-vienna-2014/ http://blog.spaziogis.it/2014/03/10/sostieni-il-code-sprint-di-vienna-2014/#comments Mon, 10 Mar 2014 09:10:31 +0000 redazione http://blog.spaziogis.it/?p=6231 NdR: la redazione di TANTO aderisce e sostiene questa campagna Team degli Sviluppatori di GRASS

In occasione dell’imminente Code Sprint di Vienna 2014, all’inizio di quest’anno il Comitato Direttivo (PSC) di GRASS ha deciso di aderire ufficialmente all’evento, considerata la grande opportunità per attività comuni. Più di 60 sviluppatori dei piu`importanti progetti OSGeo parteciperanno all’evento.

Mentre gli sviluppatori di GRASS donano il loro prezioso tempo, gli utenti appassionati (tu!) possono contribuire con donazioni, anche simboliche, che verranno utilizzate per coprire le spese vive dei partecipanti.Le aziende possono anche decidere di sponsorizzare un compito specifico! Per saperne di più non esitate a contattarci (o Markus Neteler neteler@osgeo.org).

Come sempre, tutto il lavoro svolto durante lo Sprint verrà direttamente messo a disposizione del progetto GRASS, per il beneficio dell’intera comunità  di utenti. L’obiettivo per lo Sprint è quello di pubblicare la prima versione candidata stabile di GRASS GIS 6.4.4 e la versione di anteprima tecnologica di GRASS GIS 7.

Potete utilizzare il comodo pulsante Paypal all’indirizzo: http://grass.osgeo.org/donations/. Per opzioni di pagamento alternative, potete contattare Martin Landa (landa.martin@gmail.com).

Grazie per il vostro sostegno!
Il Team degli Sviluppatori di GRASS

L'articolo Sostieni il Code Sprint di Vienna 2014 è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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O che bel tassello marcondirondirondello … http://blog.spaziogis.it/2013/01/28/o-che-bel-tassello-marcondirondirondello/ http://blog.spaziogis.it/2013/01/28/o-che-bel-tassello-marcondirondirondello/#comments Mon, 28 Jan 2013 07:00:00 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=5392 indici_tasselloLa cartografia digitale è ormai da tempo invasa da milioni di tasselli. I layer di Virtual Earth (che sono vecchio!), OpenStreetMap, Yahoo! Maps, Google Maps, ecc. sono da tempo distribuiti a pezzetti da 256×256 pixel e poi ricomposti nei nostri browser. Le modalità con cui la cosa viene realizzata sono “abbastanza” standard; se si prova però ad approfondire un po’, si scopre ad esempio una grande varietà nel definire l’indice numerico associato ad un dato tassello, di una certa zona del mondo, ad uno specifico livello di zoom. La mia amata/odiata Sicilia ad esempio, a livello di ingrandimento “6″, la posso richiamare nei modi diversi che vedete qui accanto, per tre dei più diffusi indici di tassellamento. Per approfondire il tema vi consiglio di partire da qui.

Nel tempo queste mattonelle cartografiche sono aumentate a dismisura e ce le troviamo anche in tasca. Penso ai nostri smartphone e al fatto che la quasi totalità delle basi cartografiche delle applicazioni che installiamo in questi sono distribuite a tasselli.

E nel prossimo futuro la diffusione sarà ancora più pervasiva, in quanto passeranno dall’essere consultati quasi esclusivamente tramite servizi/server web, all’essere letti direttamente da un file residente sul nostro terminale. Un esempio per tutti è quello del GeoPackage, un formato standard che l’OGC sta definendo, in cui le basi raster potranno essere archiviate proprio a tasselli. Un po’ come rasterlite di Sandro Furieri, che credo sia in qualche modo lo scheletro portante di questo nuovo formato OGC.

I tasselli sono talmente tanti che ormai spesso trovo negli hard-disk, pen-drive USB, DVD (come sono vecchio!), schede SD, ecc. quelle strane cartelle a loro volta suddivise in decine e decine (nel caso migliore) di sottocartelle, tipiche della struttura di archiviazione su file system di basi dati tassellate e piramidate.

Proprio per questo ho pensato di scrivere un articolo su come accedere ad un archivio cartografico di questo tipo, che in qualche modo è il complementare ad un altro scritto nel lontanissimo 2008 e in cui viene illustrato come tassellare un’immagine.

Come accedere ad un archivio cartografico a tasselli e ricomporlo in un unica immagine georeferenziata?

In sé la cosa sembra ovvia, in quanto si tratta di formati file leggibili da qualsiasi terminale con qualsiasi sistema operativo: parliamo infatti nella stragrande maggioranza dei casi di .jpg e .png. Sfoglio le cartelle, faccio doppio click su una delle immagini e le visualizzo in un attimo. E dove è finita l’informazione geografica?

Se le apro infatti con un visualizzatore di immagini è normale che le uniche coordinate riconosciute siano i pixel, ma se provate ad aprire lo stesso tassello con una applicazione GIS, il risultato non cambia. L’informazione geografica infatti non è presente nemmeno in qualche tag nascosto internamente ai file e quindi non può essere letta. Per assurdo tutti i tasselli sembrano sovrapposti nello stesso punto della terra, ad una sola risoluzione.

L’arcano si risolve proprio nella lettura della struttura della cartella in cui sono archiviati e quindi nella conoscenza dell’indice utilizzato per generare tutti i pezzetti di mondo alle varie scale di ingrandimento. Data infatti una certa modalità di tassellamento, ogni punto della terra è associato ad una certa tessera di questo enorme mosaico, per un certo livello di zoom.

strutturaMa sporchiamoci un po’ le mani. Nell’immagine accanto una cartella di output di un tassellamento, con le sue sottocartelle, che potete scaricare da qui. Se la si sfoglia un po’ e si provano ad aprire i singoli file che troviamo all’interno delle varie cartelle, è evidente che quello che varia per ogni tassello è l’ingrandimento e/o l’area della Terra rappresentata. Posizione e zoom, ovvero x, y e z.

In questo esempio, ed è facile verificarlo in modo empirico, il primo livello di sottocartelle è legato all’ingrandimento: dalla cartella “0″ con la risoluzione più bassa a quella “4″ con quella più alta. All’interno di queste invece le eventuali sottocartelle rappresentano spostamenti lungo l’asse x. Nella figura di sopra quindi le cartelle “NE2_50M_SR_W\1″ e “NE2_50M_SR_W\1\1″ contengono, per il livello di zoom “1″, porzioni di Terra affiancate. La variazione lungo l’asse y è invece resa, per ogni cartella, dal nome del file: il tassello “1.png” sta a Nord di quello “0.png”.

Nella figura sottostante ho schematizzato la cosa, per rendere ancora più leggibile e chiara questa struttura.

dettaglio_web

Conoscere tutto questo ovviamente non basta a posizionare queste immagini nello spazio, ma soltanto in modo relativo. Per fortuna però il tassellamento viene fatto secondo standard, magari diversi, ma definiti. Quindi se conosciamo (o riconosciamo) lo standard con cui sono state generate le nostre tessere, basterà essere in possesso di un client che sappia leggere questo standard e queste verranno posizionate correttamente nello spazio cartografico. Un po’ come quando accediamo ad un servizio WMS.

La cartella di esempio che sto usando per questo esercizio contiene al suo interno (per fortuna c’è quasi sempre qualcosa di simile) il seguente file .xml.

< ?xml version="1.0" encoding="utf-8"?>
<tilemap version="1.0.0" tilemapservice="http://tms.osgeo.org/1.0.0">
<title>NE2_50M_SR_W</title>
<abstract></abstract>
<srs>EPSG:900913</srs>
<boundingbox minx="-85.05112878000000" miny="-180.00000000000000" maxx="85.05112878000000" maxy="179.99871994141003"></boundingbox>
<origin x="-85.05112878000000" y="-180.00000000000000"></origin>
<tileformat width="256" height="256" mime-type="image/png" extension="png"></tileformat>
<tilesets profile="mercator">
<tileset href="0" units-per-pixel="156543.03390000000945" order="0"></tileset>
<tileset href="1" units-per-pixel="78271.51695000000473" order="1"></tileset>
<tileset href="2" units-per-pixel="39135.75847500000236" order="2"></tileset>
<tileset href="3" units-per-pixel="19567.87923750000118" order="3"></tileset>
<tileset href="4" units-per-pixel="9783.93961875000059" order="4"></tileset>
</tilesets>
</tilemap>

E’ un piccolo tesoro che ci dice quasi tutto della struttura a tasselli che stiamo analizzando:

  • la specifica sul formato di tassellamento, ovvero il TMS 1.0 (Tile Map Service) di OSGeo;
  • lo Spatial Reference System usato;
  • il Bounding Box;
  • l’origine del mosaico dei tasselli;
  • formato e dimensioni dei tasselli;
  • e la risoluzione per ogni livello di zoom.

Non ci resta che trovare un client compatibile con lo standard TMS e provare a leggere questa struttura dati. La scelta va ancora una volta verso il Victorinox delle librerie spaziali, ovvero GDAL/OGR. Sfruttando infatti i minidriver di GDAL, descritti in fondo nella pagina di accesso ai servizi WMS, è possibile accedere direttamente a dati esposti in TMS; sia come che su file system. Prima è però necessario definire un file di configurazione, come descritto nella documentazione di cui sopra e di cui si riporta a seguire un esempio, basato sui dati che sto usando per questo post.

<gdal_wms>
<service name="TMS">
<serverurl>
file://C:/tmp/NE2_50M_SR_W/${z}/${x}/${y}.png
</serverurl>
</service>
<imageformat>image/png</imageformat>
<datawindow>
<upperleftx>-20037508.34</upperleftx>
<upperlefty>20037508.34</upperlefty>
<lowerrightx>20037508.34</lowerrightx>
<lowerrighty>-20037508.34</lowerrighty>
<tilelevel>4</tilelevel>
<tilecountx>1</tilecountx>
<tilecounty>1</tilecounty>
</datawindow>
<projection>EPSG:900913</projection>
<blocksizex>256</blocksizex>
<blocksizey>256</blocksizey>
<bandscount>3</bandscount>
<maxconnections>10</maxconnections>
<cache></cache>
</gdal_wms>

Il file contiene, in modo differente, quasi le stesse informazioni descritte prime per il file .xml. Tra queste:

  • il tipo di servizio - <service name>
  • l’indirizzo per accedere ai dati - <serverurl>
  • il formato immagine della sorgente dati - <imageformat>
  • il Bounding Box - <upperleftx>, <upperlefty>, …
  • il livello di Zoom con la risoluzione più alta, che ricavo proprio dal file.xml di sopra - <tilelevel>
  • lo Spatial Reference System - <projection>
  • la dimensione in pixel dei tasselli - <blocksizex>, <blocksizey>

Il valore del parametro ServerUrl – ovvero l’indirizzo della sorgente dati – è di solito quello di un servizio web con una forma di questo tipo: http://myserver.it/NE2_50M_SR_W/${z}/${x}/${y}.png.

Nel caso descritto i dati sono su un hard-disk di un PC e quindi, l’accesso non è in HTTP ma secondo lo schema URI di accesso a file: file://C:/tmp/NE2_50M_SR_W/${z}/${x}/${y}.png (in questo esempio la cartella dei dati è all’interno di “C:\tmp”).
Nell’URI è necessario indicare come è realizzata, in termini di struttura e nomi dei file, la mappatura di x, y e z. Nel caso in esame abbiamo visto che è resa come z/x/y.png, e cosi è stata riportata nel file di configurazione. Bisogna soltanto fare attenzione alla sintassi che prevede l’utilizzo di alcuni caratteri speciali.

Creato il file di configurazione e salvato con nome (ad esempio “input.txt”), non resta che provare a leggere i dati. Il primo passo, un po’ per fare debug è aprire la shell e digitare:

gdalinfo input.txt

Come risultato, se tutto è correttamente configurato, si otterrà:

Driver: WMS/OGC Web Map Service
Files: input.txt
Size is 4096, 4096
Coordinate System is:
PROJCS[\"Google Maps Global Mercator\",
    GEOGCS[\"WGS 84\",
        DATUM[\"WGS_1984\",
            SPHEROID[\"WGS 84\",6378137,298.257223563,
                AUTHORITY[\"EPSG\",\"7030\"]],
            AUTHORITY[\"EPSG\",\"6326\"]],
        PRIMEM[\"Greenwich\",0,
            AUTHORITY[\"EPSG\",\"8901\"]],
        UNIT[\"degree\",0.01745329251994328,
            AUTHORITY[\"EPSG\",\"9122\"]],
        AUTHORITY[\"EPSG\",\"4326\"]],
    PROJECTION[\"Mercator_2SP\"],
    PARAMETER[\"standard_parallel_1\",0],
    PARAMETER[\"latitude_of_origin\",0],
    PARAMETER[\"central_meridian\",0],
    PARAMETER[\"false_easting\",0],
    PARAMETER[\"false_northing\",0],
    UNIT[\"Meter\",1],
    EXTENSION[\"PROJ4\",\"+proj=merc +a=6378137 +b=6378137 +lat_ts=0.0 +lon_0=0.0 +x_0=0.0 +y_0=0 +k=1.0 +units=m +nadgrids=@null +wktext  +no_defs\"],
    AUTHORITY[\"EPSG\",\"900913\"]]
Origin = (-20037508.340000000000000,20037508.340000000000000)
Pixel Size = (9783.939619140624900,-9783.939619140624900)
Image Structure Metadata:
  INTERLEAVE=PIXEL
Corner Coordinates:
Upper Left  (-20037508.340,20037508.340) (180d 0' 0.00\"W, 85d 3' 4.06\"N)
Lower Left  (-20037508.340,-20037508.340) (180d 0' 0.00\"W, 85d 3' 4.06\"S)
Upper Right (20037508.340,20037508.340) (180d 0' 0.00\"E, 85d 3' 4.06\"N)
Lower Right (20037508.340,-20037508.340) (180d 0' 0.00\"E, 85d 3' 4.06\"S)
Center      (   0.0000000,   0.0000000) (  0d 0' 0.01\"E,  0d 0' 0.01\"N)
Band 1 Block=256x256 Type=Byte, ColorInterp=Red
  Overviews: 2048x2048, 1024x1024, 512x512, 256x256
Band 2 Block=256x256 Type=Byte, ColorInterp=Green
  Overviews: 2048x2048, 1024x1024, 512x512, 256x256
Band 3 Block=256x256 Type=Byte, ColorInterp=Blue
  Overviews: 2048x2048, 1024x1024, 512x512, 256x256

Siamo riusciti a leggere correttamente le informazioni sui nostri dati e non abbiamo avuto nessun errore. A questo punto il comando per la ricomposizione in un’unica immagine georeferenziata è la cosa più ovvia, è gdal_translate:

gdal_translate input.txt output.tif

L’output sarà un unico file geotiff, Mission Accomplished!

Questo ovviamente è un caso semplice, costruito in modo che sia replicabile e didatticamente valido. Nella pratica quotidiana è tutto un po’ più complicato, ma leggendo i riferimenti indicati nell’articolo, documentandosi un po’, sarà possibile replicare la cosa con i propri dati.
La carta di base da cui ho generato i tasselli (che poi ho ricomposto) è la bella “Natural Earth II with Shaded Relief and Water“. E’ rilasciata sotto pubblico dominio e scaricabile da qui.

Con i minidriver di GDAL/OGR si possono fare tante altre cose, come accedere e quindi (volendo) scaricare, i tasselli di Bing Maps e Google Maps, facendo però la giusta attenzione ai termini legali imposti. Inoltre il file di testo di input creato sopra, può essere trascinato in drag & drop su Quantum GIS e visualizzato pochi secondi dopo. Questo sempre grazie all’esistenza degli standard e di GDAL/OGR.

Questo articolo diverrà magari presto “superato” proprio perché l’invasione dei tasselli sarà probabilmente peggiore di un attacco zombie, e saranno pertanto sviluppate modalità di accesso, procedure e interfacce ancora più semplici e trasparenti. Il fatto di poter accedere al basso livello descritto in questo articolo, offre comunque una potenza e una libertà di impieghi che difficilmente si potrà ottenere tramite strumenti di livello più alto.

In ultimo ringrazio Lorenzo Perone che mi ha dato gli stimoli per mettere in linea questi pensieri e questo processo.

L'articolo O che bel tassello marcondirondirondello … è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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GFOSS DAY e OSMit 2012: un’intervista a Sandro Furieri http://blog.spaziogis.it/2012/11/05/gfoss-day-e-osmit-2012-unintervista-a-sandro-furieri/ http://blog.spaziogis.it/2012/11/05/gfoss-day-e-osmit-2012-unintervista-a-sandro-furieri/#comments Mon, 05 Nov 2012 07:00:52 +0000 redazione http://blog.spaziogis.it/?p=5220
Dal 14 al 17 Novembre 2012 si terranno a Torino la quinta conferenza italiana sul software geografico e sui dati geografici liberi (GFOSS DAY 2012) e il quarto meeting degli Utenti di OpenStreetMap (OSMit 2012).
Per l’occasione abbiamo fatto un’intervista a Sandro Furieri, presidente dell’associazione GFOSS.it, sviluppatore di SpatiaLite e membro dell’Open Geo Spatial Consortium.

Cosa è GFOSS DAY 2012 – OSMit 2012?

Da sempre il GfossDay è la festa annuale dell’intera community italiana che ruota attorno al software libero ed agli open data in ambito geografico; non è un convegno scientifico, e non è neppure un meeting per hackers.
E’ piuttosto un punto di incontro in cui tutti coloro che sono interessati all’informazione geografica libera si trovano, parlano, si confrontano e si scambiano idee ed esperienze concrete.
OSMit rappresenta il ritrovo annuale della community italiana di Open Street Map; che non è un progetto software visto che si occupa primariamente di produrre dati, ma che proprio per questo rappresenta un tassello decisamente importante.
GfossDay ed OSMit si sono sempre svolti separatamente: quest’anno a Torino proviamo per la prima volta l’esperienza di organizzarli congiuntamente.
Restano due eventi distinti, ciascuno con la propria individualità specifica; ma la vicinanza di tempi e di spazi favorirà sicuramente un dialogo più serrato tra le due communities, che dopo tutto hanno moltissimi punti di contatto e di interesse in comune.

Quali saranno i temi forti di quest’anno e perché è importante esserci?

Quest’anno a Torino saremo ospiti di Regione Piemonte; è una circostanza particolarmente significativa perché questa regione è stata tra le prime in Italia a sposare con decisione la politica degli Open Data, quando ancora non erano diventati un ritornello così popolare e di gran moda come lo sono oggi.
Avremo numerose occasioni di incontro con le pubbliche amministrazioni piemontesi e potremo verificare direttamente cosa ha prodotto concretamente l’esperienza Open Data, specie in ambito geografico.
Ma soprattutto potremo ascoltare dalla viva voce dei diretti protagonisti il racconto delle difficoltà e dei successi che hanno costellato il percorso: immagino che sarà un’occasione di confronto molto concreto, e quindi decisamente istruttivo ed utile.

Il 2012 sembra l’anno del “consolidamento” del mondo GFOSS. Cosa c’è ancora da irrobustire e cosa di nuovo potrebbe uscire nel 2013?

Adagiarsi sugli allori è una politica notoriamente pericolosa; è sicuramente vero che il software libero ormai è un protagonista ben radicato nello scenario, e forse nello specifico GeoSpatial ancor più che in altri settori.
Ma è anche vero che siamo ormai nel pieno di una vero e proprio salto di generazione informatica; molti segnali mostrano chiaramente come l’era del PC si avvia ormai verso l’esaurimento, il futuro vedrà sicuramente la massiccia diffusione di dispositivi di nuova generazione.
Questo significa certamente nuove opportunità, ma sicuramente anche nuove sfide e nuove insidie; almeno per come si va profilando ad oggi il mondo dei Tablets sarà verosimilmente un mondo molto più chiuso di quanto lo sia lo scenario attuale.
La buona notizia è che il mondo della cartografia e delle mappe digitali sta velocemente diventando uno dei punti di forza delle nuove piattaforme, che non a caso integrano direttamente un sensore GPS che consente l’immediata localizzazione.
Le tecnologie GeoSpatial non sono più destinate ad una piccola nicchia di specialisti; ormai stanno diventando un elemento consueto del mercato mass consumer.
Questa è la sfida che siamo chiamati ad affrontare nei prossimi anni; riuscire a mettere le nostre competenze specifiche a servizio di scenari ed ambienti completamente nuovi e sostanzialmente inesplorati, cercando di contrastare il disegno di chi sta invece cercando di mettere a punto piattaforme rigidamente chiuse ed integralmente basate su una filiera totalmente e strettamente controllata dalle aziende produttrici.
Ovviamente questo vale anche e soprattutto per le cartografie e le mappe, che rischiano di diventare facile terreno di conquista per un pugno ristrettissimo di soggetti dominanti.

Qual è il profilo tipo di coloro che assistono ai GFOSS Day? E’ cambiato negli anni?

Il GfossDay si è sempre voluto connotare come una fiera variopinta dove si incontrano e si confrontano le esperienze più disparate. Al GfossDay ricercatori e docenti universitari si confrontano su un piede di assoluta parità con funzionari della pubblica amministrazione, tecnici, sviluppatori, professionisti e studenti.
La presentazione di tecnologie emergenti in assoluta anteprima mondiale marcia di pari passo con la presentazione di caso d’uso concreti che riguardano a volte comuni anche di piccolissime dimensioni.
Esiste naturalmente una platea di frequentatori abituali che partecipa regolarmente tutti gli anni, ma una buona parte dei partecipanti proviene sempre direttamente dal territorio in cui si svolge il convegno.
Lo scorso anno a Foggia eravamo ospiti della facoltà di Lettere, ed avemmo una partecipazione rilavante di archeologi. Immagino che quest’anno sarà particolarmente nutrita la partecipazione degli enti locali piemontesi.
Ma lo scopo del GfossDay è esattamente questo; essere una vetrina aperta a tutti, in cui si disseminano idee, si parla di software libero, di open data e di informazione geografica libera con tutti coloro che possono essere interessati a queste tematiche a qualsiasi titolo.

Open data, Smart Cities, Software libero, Database Spaziali, Mappe, Mobile …e chi più ne ha, più ne metta! Per partecipare a questa conferenza è necessario avere una laurea in Geografia oppure basta studiare per un mese?

Per lunghi decenni il GIS ha rappresentato una sorta di bolla stagna completamente autoreferenziale: strumenti molto complessi ed altamente specialistici per scopi altrettanto complessi e settoriali.

Oggi la maturazione complessiva delle tecnologie GeoSpatial ha raggiunto un tale livello che possiamo anche iniziare a pensare di metterle a disposizione di una platea molto più ampia che in passato, e per una gamma di applicazioni decisamente più estesa.
Sicuramente il ruolo degli specialisti resta molto importante in alcuni scenari particolari; ma ormai per riuscire a pubblicare un sito Web con contenuti cartografici anche ricchi e sofisticati non serve necessariamente uno specialista, è un compito tranquillamente alla portata di qualsiasi informatico disposto ad allargare il proprio bagaglio di conoscenze e di competenze professionali.
Sicuramente la soglia di ingresso si è notevolmente abbassata; specie per quanto riguarda gli Spatial DBMS ed i servizi Web ormai possiamo tranquillamente affermare che le tecnologie GeoSpatial non hanno proprio nulla di “esoterico” rispetto a qualsiasi altra tecnologia informatica largamente diffusa.
Per quanto riguarda i requisiti di ammissione: temo sinceramente che una laurea in geografia da sola non basti affatto per padroneggiare a fondo la complessità del settore: sicuramente anche le discipline giuridiche e quelle economiche e sociali hanno una rilevanza altrettanto determinante. Naturalmente anche le competenze informatiche “pure” stanno rapidamente diventando indispensabili.
Ma tutto questo non deve affatto scoraggiare. Come in moltissimi alti settori delle nostre società post-industriali sono proprio le competenze professionali specifiche di settore che devono sforzarsi di trovare forme di comunicazione efficaci, semplici, dirette ed universali: non viceversa.

In veste di presidente di GFOSS Italia, come completeresti, ipotizzando un mondo ideale, la seguente equazione: “Google Maps” sta a “mappe per tutti” come “GFOSS e opendata” stanno a …?

… mappe veramente libere per tutti. E per qualsiasi scopo: culturale, sociale, amministrativo, politico e perché mai no, anche economico e produttivo.
Sicuramente mappe aperte alla libera partecipazione e collaborazione di tutti i soggetti interessati. Mappe che sappiano valorizzare al meglio tutte le ricche e variegate specificità sociali, culturali e storiche tipiche di ciascun territorio locale.
Insomma, uno strumento vivo ed aperto, partecipativo e creativo, piuttosto che un “fiore di serra” coltivato artificialmente da pochissime multinazionali che operano su scala globale.

Open source, open data e open government: quali sono a tuo avviso le mutue relazioni tra questi tre paradigmi?

Open Government è un progetto politico di vasto respiro che cerca di costruire una genuina democrazia al passo con i tempi, cercando di sfruttare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie per promuovere la partecipazione attiva, informata e consapevole dei cittadini.
Open Data è la modalità operativa che rende materialmente praticabile l’Open Government: perché solo mettendo materialmente tutto il patrimonio di conoscenza in possesso dei Governi a disposizione dei cittadini si può avere partecipazione informata e quindi consapevole.
Open Source è semplicemente una modalità tecnica di sviluppo del software; ma è anche la pietra angolare in grado di garantire che il primo obbiettivo (Open Government) non diventi semplicemente un’arma di manipolazione delle coscienze per fini politici, e che il secondo (Open Data) non finisca semplicemente per diventare un insperato regalo ed una profittevole occasione di business per le grandi multinazionali.
Insomma, una robusta iniezione di Open Source nel sistema rappresenta l’unica garanzia assolutamente trasparente che può assicurare efficacemente ai cittadini che Open Government ed Open Data siano strumenti reali di democrazia attiva, e non solo coperture di facciata che celano scopi completamente diversi da quelli proclamati.

Perché ti occupi di software libero e non di software proprietario?

Perché fin da tempi remoti mi occupo di sviluppo software; per lunghi anni ho vissuto come una grave menomazione personale il fatto che il frutto della mia fatica intellettuale finisse inevitabilmente per diventare proprietà intellettuale di altri grazie al sistema dei copyrights.
Oggi finalmente, da quando ho iniziato a sviluppare software libero, ho la soddisfazione di sapere che il frutto delle mie fatiche appartiene esclusivamente a me stesso; e posso perfino concedermi l’enorme gratificazione di metterlo liberamente a disposizione di qualsiasi essere umano che lo ritenga utile ed interessante.

Oggi si parla tanto di Smart Cities: ritieni che l’apporto utile del software libero possa fare la differenza? Se la risposta è affermativa, in che modo?

Sono personalmente convinto che Smart Cities possa essere un’ottima occasione per migliorare la qualità della vita delle nostre città sempre più complesse, caotiche e congestionate.
Una robusta iniezione di tecnologie avanzate può realmente portare numerose ricadute molto positive: basti solo pensare ai settori della tutela dell’ambiente, di un uso più efficiente e razionale dell’energia, di una mobilità più fluida e più efficace basata sull’uso innovativo di mezzi di trasporto collettivo innovativi.
Ma anche sotto al profilo politico, sociale e culturale Smart Cities può aprire prospettive decisamente interessanti.
Però attenzione: l’intera operazione Smart Cities può essere un’ottima occasione di crescita e di sviluppo collettivo. Ma può anche rischiare di risolversi semplicemente in una novella corsa all’oro per un pugno ristretto di grande aziende fornitrici. E può addirittura evocare i più nefasti scenari di controllo sociale ossessivo in stile Grande Fratello.
La differenza sarà tutta nel livello di coinvolgimento diretto ed attivo dei cittadini nei processi, e nella capacità di far nascere una micro-imprenditorialità diffusa direttamente legata al territorio piuttosto che nel favorire ulteriori processi di concentrazione monopolistica.
Naturalmente solo l’uso massiccio di software libero può offrire tutte le necessarie garanzie di apertura e di assoluta trasparenza, che in questo caso sono particolarmente critiche e delicate per la credibilità dell’operazione.

Per tutte le informazioni di dettaglio relative al calendario, programma e logistica di GFOSS DAY 2012 – OSMit2012 vi rimandiamo alla pagina ufficiale degli eventi.

L'articolo GFOSS DAY e OSMit 2012: un’intervista a Sandro Furieri è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Rilasciato Geopaparazzi 3 http://blog.spaziogis.it/2012/06/04/rilasciato-geopaparazzi-3/ http://blog.spaziogis.it/2012/06/04/rilasciato-geopaparazzi-3/#comments Mon, 04 Jun 2012 11:51:24 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=4957 Nell’ultimo post ho scritto dell’imminente rilascio di una nuova versione di Geopaparazzi: il momento è arrivato e da oggi è possibile scaricare Geopaparazzi 3. Si tratta di una major release con diverse succose novità:

  • map tiles personalizzate
  • mappe vettoriali
  • migliorie agli strumenti OpenStreetMap
  • nuovi tag per la creazione di moduli più complessi e utili
  • migliorie nella gestione dei bookmark con avvisi di prossimità agli stessi
  • nuove feature di import e export
  • esposizione di semplici API che consentono la gestione dei progetti sul web

Per tutti i dettagli vi rimando al post di Andrea ed al wiki del progetto.

L'articolo Rilasciato Geopaparazzi 3 è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Geopaparazzi è sempre più beeelo …! http://blog.spaziogis.it/2012/05/16/geopaparazzi-e-sempre-piu-beeelo/ http://blog.spaziogis.it/2012/05/16/geopaparazzi-e-sempre-piu-beeelo/#comments Wed, 16 May 2012 06:00:39 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=4928 Subito due premesse: la prima è che  lo stupido  titolo fa riferimento alle pecore, la seconda è che questo post avrebbe dovuto essere pubblicato nella categoria “Up, close and personal” che da tempo abbiamo rimosso. Uso Geopararazzi da tempo, e ho il privilegio e il piacere di conoscerne l’autore: Andrea Antonello. Sino a pochi giorni fa era [...]]]> Subito due premesse: la prima è che  lo stupido  titolo fa riferimento alle pecore, la seconda è che questo post avrebbe dovuto essere pubblicato nella categoria “Up, close and personal” che da tempo abbiamo rimosso.

Uso Geopararazzi da tempo, e ho il privilegio e il piacere di conoscerne l’autore: Andrea Antonello. Sino a pochi giorni fa era però soltanto una conoscenza virtuale, ma il 27 aprile scorso è venuto trascorrere tre giorni di relax nella mia Palermo, spesi in visite lampo tra i numerosi beni culturali e ambientali di questa terra.
Una compagnia fissa è stata la ricotta: abbiamo iniziato con le muffolette, continuato con le cassatelle e chiuso con sfince di San Giuseppe e cannoli.

A Palermo (ed in quasi tutta la Sicilia) la ricotta è (quasi) soltanto di pecora. Credetemi è qualcosa di superiore, senza rivali nella sua categoria.

Io e Andrea siamo dei nerd geek  normalmente “incollati” davanti al PC, ma il molto bello, il molto buono e dei strani superpoteri hanno preso il sopravvento e in questi giorni insieme siamo stati lontani da qualsiasi computer e abbiamo parlato di geomatica soltanto 10 minuti. Eravamo in macchina verso la “Riserva dello Zingaro”:

Andrea B. :  Sarebbe bello in Geopaparazzi poter inserire come mappa di sfondo una propria base cartografica (una carta tecnica, una porzione di ortofoto, ecc.). Non dovrebbe essere difficile replicando il meccanismo di accesso ai tasselli dei layer ufficiali (OpenStreetMap, CycleMap, CloudMade, ecc.).
Andrea A. : Ci penso da tempo, ed avevo chiesto a tizio caio di mandarmi dei dati per fare un test, ma non li ho ancora ricevuti.
Andrea B. : Allora te li mando io

Un software come questo, utile per fare rilievi sul campo con uno smartphone, deve avere la possibilità di inserire come sfondo una proprio layer di sfondo; per ragioni legate ad una migliore qualità di rappresentazione, ad una maggiore risoluzione, ad un temastismo più adeguato e ad una data di aggiornamento più recente delle basi scelte.

Rientrato Andrea a Bolzano, gli mando subito il link al servizio pubblicato in tile caching dal S.I.T.R. Infrastruttura Dati Territoriale della Regione Siciliana (segnalatomi da Agostino Cirasa), e gli propongo di fare dei test con questo.
Stordito piacevolmente dalla ricotta ancora in circolo nel suo sangue, riesce subito ad ottenere un risultato. Con lui tutto sembra sempre molto facile, perché è una vera cintura nera di sviluppo in Java di applicazioni spaziali, ed è uno che ci mette sempre molta energia e positività.

Facciamo allora subito altri test, a partire da basi a sua disposizione ed abbiamo però qualche piccolo problema.
OpenStreetMap, Google Maps, Bing maps, Yahoo! maps e molti altri provider cartografici pubblicano i propri dati utilizzando meccanismi di tile caching che sfruttano la stessa proiezione (EPSG:3785), lo stesso taglio di tasselli, la stessa risoluzione e la stessa definizione dei livelli di zoom. L’unica differenza è nel modo in cui vengono indicizzati, e le chiamate dei client devono tenerne conto, in modo da scaricare il tassello corretto per quella zona a quel dato livelo di zoom. Il nostro problema nasceva banalmente proprio da qui: avevo generato dei tasselli secondo lo schema OGC, mentre Geopaparazzi se li aspetta secondo lo schema OSM.
Per fortuna è soltanto una questione di indici, e analizzato e compreso insieme con Andrea il problema, lui ha subito scritto il codice necessario a fare dialogare il suo software con lo schema OGC (e con altri), e finalmente abbiamo iniziato a visualizzare le nostre basi basi come layer di sfondo.

Come vi dicevo Andrea è bravo ed energico, ed in poche ore ha creato anche un motore per generare comodamente dalla GUI di uDig – tramite i JGrasstools - cartelle di tasselli da usare come source per Geopaparazzi, ed ha scritto il codice per abilitarne l’accesso anche da uDig.
Tutto questo lo vedrete nella prossima versione di Geopaparazzi e questo vale soltanto come post di annuncio; al rilascio ne daremo conto anche qui, con dei contributi più “tecnici” e pratici.

E’ stata la prima volta che ci siamo messi in gioco insieme su qualcosa di tecnico, ed è stata un’esperienza umana e professionale molto bella. Non abbiamo fatto nulla di straordinario, ma ci siamo resi conto che unendo competenze e passione si ha come la sensazione di avere dei superpoteri.
L’ultima sera a Palermo l’abbiamo passata guardando The Avengers al cinema, e qualche giorno fa Andrea mi ha detto che “guardare fumetti insieme è qualcosa di molto intimo”. Per un po’ di tempo in chat lo chiamerò Tony (il ragazzo prodigioso è lui) e lui, rivolgendosi a me, Bruce!

 

Andrea ha scritto la sua versione del post nel suo blog.

 

L'articolo Geopaparazzi è sempre più beeelo …! è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Creiamo una rete dell’Informazione Geografica italiana? L’iniziativa “Stati Generali dell’Innovazione” può esserne l’incubatore http://blog.spaziogis.it/2012/01/19/creiamo-una-rete-dellinformazione-geografica-italiana-liniziativa-stati-generali-dellinnovazione-puo-esserne-lincubatore/ http://blog.spaziogis.it/2012/01/19/creiamo-una-rete-dellinformazione-geografica-italiana-liniziativa-stati-generali-dellinnovazione-puo-esserne-lincubatore/#comments Thu, 19 Jan 2012 17:27:45 +0000 Sergio Farruggia http://blog.spaziogis.it/?p=4655 Quest’avventura ha ancora pochi mesi di vita, ma vale già la pena di essere raccontata. Tutto è nato da una mail ricevuta lo scorso maggio: “Ti scrivo perché con i colleghi, abbiamo deciso d’intensificare la collaborazione con alcuni siti blog del settore, aprendo il sito di GEOmedia a contributi diretti ed indiretti”. Seguì una chiacchierata telefonica, in cui si valutò interessante organizzare una teleconferenza con i corrispondenti blogger.

La riunione telefonica avvenne puntualmente un mese più tardi. Alfonso Quaglione –l’autore della mail- espose ai blogger invitati, tra cui noi di TANTO, le proposte della Rivista, per quale finalità erano nate, ecc. ecc. Si raccolsero le prime impressioni, i commenti e i contributi. Alcuni espressero perplessità; emerse anche qualche critica. Luglio e agosto passarono, ancora tra qualche scambio di email, per puntualizzare punti di vista e per precisare meglio i dubbi.

Tralascio di soffermarmi sui distinguo. Quanto esporrò nel seguito prese infatti le mosse dalla constatazione che -in generale- tutti gli interventi fossero legati da un fil rouge, esprimibile in forma di auspicio: “Possiamo e dobbiamo continuare a parlarne”. Tra le idee e i possibili obiettivi espressi nella prima riunione virtuale di giugno, certamente questi trovavano ampia condivisione:

  • portare i temi più importanti dell’informazione geografica anche all’attenzione dei non addetti ai lavori
  • creare un network dell’informazione geografica.

Valeva quindi la pena provare a fertilizzare questo dialogo, innescato dall’apprezzata rivista di geomatica, cercando occasioni per collaborare in quella direzione condivisa, ripromettendosi di operare per attrarre l’attenzione e l’interesse di chi –singole persone e aggregazioni- ne avesse approvato le finalità.

E’ a questo punto che entra in scena “Stati Generali dell’Innovazione” –SGI. I promotori di questa iniziativa –di cui su TANTO abbiamo scritto ormai in diverse occasioni (leggi qui e qui)- erano impegnati negli stessi mesi nell’organizzazione di un evento che richiamasse la partecipazione di tutti i portatori d’interesse verso la costruzione di una prospettiva condivisa per un cambio effettivo nella politica dell’innovazione per l’Italia.

In sintesi, le cose sono andate così.
SGI è un’associazione –ha anche uno statuto- ma si presenta meglio come una rete di associazioni, organizzazioni, enti, gruppi e persone singole, unite da uno scopo ben preciso: “Fornire contributi alla classe dirigente per attuare scelte rivolte alla realizzazione di un sistema di innovazione diffusa, un’innovazione che nasca dalle comunità e che al benessere delle comunità, in quanto reti relazionali, economiche e sociali, sia principalmente rivolta.

Prendere parte alle attività di SGI è semplice e ci si può coinvolgere in modi diversi, con impegno differente: puoi visitare la pagina o iscriverti al gruppo FB; puoi seguire l’iniziativa su Twitter (@SGInnovazione); si può prendere parte alle discussioni avviate sui forum aperti sul sito dell’associazione, puoi restare connesso utilizzando gli RSS, iscriverti alla mailing-list; puoi aderire all’iniziativa, associarti -come organizzazione o singolo-, insomma i canali per ricevere informazioni e comunicare le proprie idee non mancano.

E’ sembrato –non a tutti, ma a più d’uno- il contesto appropriato per provare a individuare e proporre argomenti e idee riguardanti l’Informazione Geografica che –per il loro valore o per le interconnessioni con altri temi- destino attenzione all’interno di tale costituenda comunità e, per questa strada, vedere anche se potesse formarsi almeno un ordito di ciò che potrebbe poi diventare una rete geomatica “costituita dal basso”.

Così, “zitti zitti, piano piano”, senza fare confusione… un gruppetto di geomatici si è affacciato a SGI. Il primo –atteso- incontro pubblico ha avuto luogo il 25 e il 26 novembre scorsi. Come ho raccontato qua, l’esperienza è stata più che positiva: una conferma sia del clima partecipativo e collaborativo che traspariva già in Rete, sia di come i temi dell’Informazione Geografica possano essere accolti, recepiti e apprezzati in un contesto ICT generale e inquadrato sui contributi che tutti possiamo dare per raggiungere gli scopi per cui SGI è stata costituita.

 

La rete si sta formando

Il convegno di fine novembre è stato solo l’inizio, un buon inizio –scrivono gli organizzatori- per gli Stati Generali dell’Innovazione. L’esito, infatti, in termini di adesioni, partecipazione, temi affrontati e conclusioni a cui si è pervenuti, pongono già questa “meta-associazione” quale realtà con cui chi governa potrà confrontarsi e una risorsa per tutti coloro che vogliono produrre un vero cambiamento nelle politiche  dell’innovazione del nostro Paese.

Il “gruppetto” nato grazie alle discussioni estive di cui vi ho raccontato, ha continuato a dialogare in Rete, si è un poco rafforzato e ha iniziato a interagire all’interno degli Stati.

SGI sta alacremente costruendo una roadmap per il 2012, la roadmap dell’Italia che innova. E’ stata già formalizzata la Consulta Permanente degli SGI, sono avviate attività sui temi principali e più urgenti individuati; si sta definendo un calendario di eventi per portare il confronto degli SGI su tutto il territorio nazionale e altro ancora.

Consultando le otto schede, per altrettante azioni, messe a punto nel corso dell’incontro di novembre, possono affiorare molti argomenti legati o affini alle tematiche dell’Informazione Geografica. Stati Generali dell’Innovazione offre quindi la possibilità di entrare in contatto con soggetti che assumono intrinsecamente l’IG quale componente delle risorse che possono contribuire all’innovazione del Paese. Un’opportunità nuova per cooperare nella promozione delle istanze del nostro settore,  condividendo esigenze comuni. Per esempio, alcuni aspetti legati allo sviluppo delle Infrastrutture di Dati Territoriali a livello sub-nazionale si possono pienamente approfondire anche nell’ambito di un programma per promuovere il federalismo digitale, com’è stato articolato nella scheda “Inclusione digitale – Azione 1”. Così pure, non riesco a pensare a un programma che persegua il modello delle smart cities (scheda “Creatività e conoscenza condivisa – Azione 2”), senza “smart geo-data e smart geo-services”. Oppure ancora: quali contributi possono dare i geomatici rispetto al mutamento di modello di governance del settore pubblico, all’Open Government?
Vi sono processi in corso per cui potrebbe essere deleterio e controproducente lavorare a compartimenti. Credo sia allora un’opportunità quanto proposto dal programma per rendere pubblici e in formato aperto i dati della Pubblica Amministrazione (scheda “Open Government – Azione 1”). Sarebbe assai curioso non trovare visi noti al Tavolo di lavoro sugli Open Data che verrà costituito nei prossimi mesi.
Un’ultima annotazione: come sempre, in questi primi giorni del 2012 le associazioni del nostro settore, così come enti e varie organizzazioni, sono certamente già impegnate nella preparazione di convegni, workshop, seminari con finalità tecnico-scientifiche, per promuovere progetti, con scopi divulgativi. Per alcuni temi e in alcune circostanze, verificare sinergie con SGI, verificare se vi possono essere motivi di arricchimento per la road mapdell’Italia che innova”, potrebbe generare valore per l’iniziativa in corso di programmazione. Ugualmente, la geo-rete ipotizzata può essere portatrice di contributi geomatici nell’ambito di eventi organizzati da SGI e suoi associati.

Fin qui l’attività di “apri-pista” che abbiamo svolto. L’idea iniziale degli amici di GEOmedia ha innescato un dibattito certamente utile. Se la partecipazione a Stati Generali dell’Innovazione che vi ho presentato sarà apprezzata e vedrà l’aggregazione e il coinvolgimento di altri attori della geomatica -associazioni, professionisti,  blogger, imprenditori, …- essa sarà un segno di novità (di innovazione?) nell’ambito del nostro settore. SGI consente di presentare propri contributi, secondo gli interessi, la sensibilità, le esigenze di cui ognuno è portatore, per elaborare in modo condiviso e attraverso un processo inclusivo un programma per “l’innovazione nel governo dell’Italia”, come risultato complessivo degli Stati Generali dell’Innovazione.

L'articolo Creiamo una rete dell’Informazione Geografica italiana? L’iniziativa “Stati Generali dell’Innovazione” può esserne l’incubatore è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Geo-scintille da Stati Generali dell’Innovazione http://blog.spaziogis.it/2011/11/28/geo-scintille-da-stati-generali-dell%e2%80%99innovazione/ http://blog.spaziogis.it/2011/11/28/geo-scintille-da-stati-generali-dell%e2%80%99innovazione/#comments Mon, 28 Nov 2011 17:25:01 +0000 Sergio Farruggia http://blog.spaziogis.it/?p=4518 Leggo nel comunicato (in draft) degli Stati Generali dell’Innovazione:”Una strategia coerente di open data deve garantire: l’uso pubblico dei database di interesse nazionale con una particolare attenzione ai dati territoriali;”.

 

Gli Stati Generali dell’Innovazione si sono appena conclusi. Ho partecipato; là ho incontrato Renzo Carlucci, direttore di GEOMEDIA. Ci siamo tenuti compagnia, abbiamo seguito i vari interventi. Ogni tanto leggevo i suoi “cinguettii” sul grande schermo, alle spalle dei relatori. Entrambi leggevamo i contributi di chi interagiva in rete (per esempio, questo). Insieme abbiamo preso parte all’open talk sull’Open Government: per circa due ore, oltre 30 persone hanno ragionato, prima su una mappa mentale dell’Open Gov, quindi cercando di raccogliere proposte, come contributo per una road map di SGI.

A proposito di proposte, ho portato con me agli SGI alcune slide, preparate con la “redazione” di TANTO e con alcuni colleghi del Consiglio Scientifico di ASITA. Le abbiamo “confezionate” prendendo spunto da due delle tre proposte che avevamo inoltrato per Agenda Digitale (TANTO ne ha dato conto qui). Le ho presentate e commentate durante l’open talk.

E’ quasi ovvio –per una road map dell’innovazione digitale- suggerire l’inserimento di un richiamo agli organismi nazionali deputati in materia di DB territoriali e di attuazione della direttiva INSPIRE.

Parlare invece di Infrastrutture di Dati Territoriali (IDT) fuori dall’ambiente geomatico onestamente è meno banale, sebbene agli interlocutori presenti agli SGI l’importanza assunta dai geo-dati per le politiche di sviluppo e innovazione, sia assolutamente chiara ed evidente. Ecco perché la presentazione si sofferma sulle IDT. Ai lettori di TANTO potrà essere già familiare l’analogia del ciclo dell’acqua: il ciclo sostenibile dell’IG è possibile se esiste una fonte energetica che alimenta e sostiene questo processo, proprio come il sole fornisce l’energia per l’acqua del mare. A proposito di sostenibilità, la presenza di Carlo Mochi, mi ha ricordato un suo editoriale del settembre 2006. Il titolo è “Verso una PA sostenibile”. Ho approfittato della possibilità di avere “a tiro” l’autore per chiedergli se, a suo avviso, quanto aveva scritto allora (il paradigma dell’Open Government non era diffuso) sia ancora attuale. Decisa e perentoria la risposta: “ASSOLUTAMENTE!”. V’invito quindi, prima di continuare questa lettura, a seguire le riflessioni contenute in quello scritto. Io l’ho riletto rientrato alla base, prima di stilare questi commenti: è stato come un flashback. Alle IDT può essere applicato il concetto di

produttività della PA, ossia di rapporto tra risorse impiegate e valore restituito ai cittadini”.

Alcune slide sono ripetitive e non mi pare che necessitino di commenti: la creazione delle IDT consente di ridurre il disordine (quindi gli sprechi) e, nel contempo, favoriscono la comunicazione tra produttori e utilizzatori di dati geospaziali. Vorrei solo aggiungere che ragionare in termini di Value Chain potrebbe essere utile, ad esempio per razionalizzare gli sforzi all’interno della PA, migliorando la distribuzione di competenze e ruoli, anche in un’ottica di partenariato tra pubblico e privato.

Ma una “geo” proposta per una road map dell’innovazione digitale che consideri soltanto suggerimenti come quelli definiti per Agenda Digitale (slide 13 e 14), rischiano di risultare mere dichiarazioni d’intenti, condizioni soltanto necessarie per includere l’Informazione Geografica come componente per l’incremento di innovazione nel nostro Paese.

Attraverso un po’ di botte e risposte via mail è venuta a galla un’ulteriore proposta, quella descritta con le ultime slide. E’ giusto un esempio di azione più concreta, legata alla “vita” delle organizzazioni pubbliche. E’ articolata in tre passi:

-      raccolta di buone pratiche (esistono, esistono ;-) ! )

-      loro diffusione, accompagnata con iniziative di sensibilizzazione dei potenziali stakeholder e affiancamento delle organizzazioni interessate, per favorirne la corretta implementazione

e, soprattutto, terzo passo, recepimento delle azioni pianificate per creare:

  • cicli di dati geografici “sostenibili”,
  • reti sistemiche tra i portatori d’interesse delle IDT e
  • “sistemi di misurazione del livello di prestazione orientati al miglioramento continuo, alla valutazione degli impatti delle azioni pianificate e al confronto, in un’ottica di trasparenza, tra i servizi erogati dai diversi enti”

nei Piani Esecutivi di Gestione (P.E.G.).

Probabilmente, si potrà immaginare veramente avviato il cambiamento verso l’uso pubblico dei database territoriali… No –scusate- di tutti i database di interesse nazionale, soltanto quando leggeremo obiettivi di P.E.G. riferibili a queste tematiche, distribuiti verticalmente –dal vertice agli esecutori- e orizzontalmente –questi processi non sono prerogativa solo dei dipartimenti IT-  nonché report del “Controllo di Gestione” che contemplino tali argomenti.

Così come l’incontro degli SGI ha il valore di “prima tappa” di un percorso che si svilupperà nei prossimi mesi, come risulta dalle conclusioni riportate nel comunicato finale di questa “due-giorni”, anche il contributo che abbiamo provato a portare come settore IG può crescere e articolarsi. Repetita iuvant:

’Mi tornano alle orecchie le frasi conclusive pronunciate dagli esperti di Geospatial Revolution Project: “Stiamo facendo questo insieme …”.’

L'articolo Geo-scintille da Stati Generali dell’Innovazione è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Ma l’Informazione Geografica è soltanto per gli addetti ai lavori? http://blog.spaziogis.it/2011/11/02/ma-l%e2%80%99informazione-geografica-e-soltanto-per-gli-addetti-ai-lavori/ http://blog.spaziogis.it/2011/11/02/ma-l%e2%80%99informazione-geografica-e-soltanto-per-gli-addetti-ai-lavori/#comments Wed, 02 Nov 2011 08:01:27 +0000 Sergio Farruggia http://blog.spaziogis.it/?p=4355

TANTO si è già occupato di Stati Generali per l’Innovazione, per esempio qui, e alcuni di noi partecipano alle discussioni iniziate sul forum del sito, su FB, su Twitter e altrove, in preparazione dell’evento previsto a Roma, il 25-26 novembre 2011.

Questo scritto unisce due miei post, pubblicati sul sito di SGI: qui e qui. Incontrandoci al “bar dietro al router” capita talvolta che uno di noi esclami frasi come: “Pensa tu quante idee su usi e applicazioni dei dati geospaziali ci saranno fuori dal ‘circolo dei geomatici’?”.

L’appuntamento di Roma è un’occasione per l’incontro tra addetti ai lavori, portatori d’interessi e utilizzatori. Complice l’atmosfera concentrata sulle possibilità di crescita per il nostro Paese, potrebbero scoccare scintille a cui fornire carburante.

 

Perché partecipare a Stati Generali Innovazione

Le informazioni territoriali hanno assunto un ruolo strategico nelle politiche di sviluppo e innovazione di tutti i paesi industrializzati. Il ruolo dell’informazione territoriale è determinante in molti settori del sistema Paese: industriali (infrastrutture di trasporto, reti tecnologiche, ecc.), finanziari nonché agroalimentari per citarne alcuni. Naturalmente, esse sono indispensabili nel governo del territorio, ad esempio per la prevenzione di tutti quegli eventi – spesso catastrofici – che purtroppo colpiscono il nostro Paese e mitigarne i danni.

La Pubblica Amministrazione rappresenta generalmente il soggetto più rilevante nel processo di qualificazione della domanda e di acquisizione delle informazioni. Essa funge inoltre da volano in molti settori menzionati. Infine, le informazioni territoriali sono anche alla base delle tecnologie digitali che stanno cambiando il nostro modo di interagire con le persone e ciò che ci circonda: Location awareness, Digital interaction, Towards all things computing e Augmented reality… rivestendo quindi un peso rilevante per il futuro dell’economia digitale.

Una prima peculiarità delle informazioni territoriali è quella di essere molto onerosa in termini economici nella fase di acquisizione rispetto a quella di gestione e utilizzo. E’ fondamentale definire regole e standard perché essa, una volta acquisita, possa essere integrata alle altre fonti, anche integrando quelle informazioni provenienti ‘dal basso’, ovvero create dagli stessi utilizzatori (informazione geografica ‘volontaria’). E’ inoltre indispensabile che il sistema pubblico possa lavorare in modo collaborativo, ottimizzando i finanziamenti a disposizione, razionalizzando la produzione e la gestione di tali informazioni, evitando la creazione di duplicati da parte di enti/istituzioni differenti.

Un’altra peculiarità delle informazioni territoriali è quella di essere posseduta e mantenuta tra numerosi soggetti. E’ fondamentale incoraggiare la costituzione di infrastrutture per accrescere l’accesso e la disponibilità di geo-dati, la cui organizzazione sia basata sulla co-operazione: per l’integrazione e l’armonizzazione dei dati, per condividere le policy riguardanti la loro distribuzione. Occorre individuare modi che aiutino il ri-uso delle informazioni geo-riferite e la valorizzazione delle applicazioni della geomatica per tutte le sfide che attendono la nostra società, (ICT per l’ambiente, assistenza medica sostenibile, promozione della diversità culturale, eGovernment, mobilità di persone e merci, …).

Infine, una terza peculiarità delle informazioni territoriali è quella di essere essenziale per far prosperare la ricerca e l’innovazione del comparto: realizzare nuovi prodotti e servizi legati all’intrattenimento, alla mobilità individuale e collettiva, all’assistenza alle persone, ecc.; per la corretta comprensione dei fenomeni che avvengono nella realtà; per creare nuove professionalità e nuove occupazioni. Rafforzare il dialogo tra il mondo della Geographic Information e l’ICT nella sua globalità può generare nuove idee per la ricerca e orientare le strategie per attuare servizi in scenari futuri, in contesti di complessità crescente, coinvolgendo i cittadini, soprattutto per rispondere alle esigenze delle giovani generazioni.

Il mondo dell’Informazione Geografica deve partecipare e contribuire –uno tra tutti- come portatore d’interesse per la costruzione di una prospettiva condivisa per l’Italia e per un cambio effettivo nella politica dell’innovazione, verso la realizzazione di un sistema di innovazione diffusa, un’innovazione che nasce dalle comunità e che al benessere delle comunità, in quanto reti relazionali, economiche e sociali, è principalmente rivolta.

Perché discuterne in Stati Generali Innovazione

A partire dall’epoca napoleonica fino agli anni ottanta del secolo scorso la gestione delle informazioni geografiche di una nazione sono state governate prevalentemente da soggetti statali: ad esempio Ordnance Survey – UK, Service du Cadastre – Francia; gli enti cartografici militari e catastali, dell’Italia unitaria).

Questa soluzione organizzativa ha assolto le esigenze per il governo del territorio sino a quando l’incremento della produzione di cartografica da parte di altri enti, soprattutto a livello regionale e locale, indotto da un maggiore fabbisogno di dati territoriali e di migliore qualità, supportata dall’avvento di nuove tecnologie, hanno fatto emergere l’esigenza di definire nuove modalità organizzative.

Dall’inizio degli anni novanta è iniziata la ricerca di soluzioni per razionalizzare la produzione dei dati territoriali tra i diversi livelli della Pubblica Amministrazione, originariamente in un’ottica molto pragmatica: ridurre l’impegno economico e garantire un uso più efficiente delle risorse per acquisire e gestire i dati geospaziali. Si deve alla presidenza Clinton la costituzione della National Spatial Data Infrastructure, nel 1994: una deliberazione per promuovere le relazioni intergovernative, coinvolgendo i governi statale e locale nella produzione di dati geospaziali e migliorare le prestazioni del governo federale. A seguire, altri Paesi hanno avviato progetti analoghi (Australia, Canada, Giappone, …). Nel 2002 la Commissione europea ha lanciato un progetto, denominato INSPIRE, che mira a creare una Spatial Data Infrastructure  europea.

Nel tempo, gli obiettivi di queste infrastrutture sono stati ampliati: si è fatta strada anche la promozione dell’uso dei dati geospaziali e del loro riutilizzo per molteplici scopi, non solo in ambito pubblico ma anche con crescente attenzione verso il settore privato, stante l’incremento di prodotti e applicazioni rivolte al mercato consumer.

Mentre questo processo è ancora in corso, nuovi temi sono apparsi, e influiscono sull’implementazione delle Spatial Data Infrastructure: espressi dal mercato (“l’uragano” Google maps), tecnologici (il semantic web, Internet of things, il cloud computing, …), sociali (Volunteered  Geographic Information), del settore pubblico (Open Government).

Dato per scontato il coinvolgimento del mondo della geomatica in questo scenario, le sue implicazioni e le sue diramazioni offrono lo spunto per ampliare ad altri ambiti la discussione e il confronto sulle prospettive, le opportunità che si prospettano, come sfruttarle, come affrontare e risolvere le problematiche e le criticità che si presenteranno.

Ho volutamente affrontato l’argomento prendendolo “da distante”. Le scelte per soddisfare i bisogni di informazioni geografiche di un Paese, sono state prese in passato (remoto e recente) dal livello politico, e non vi è ragione di immaginare un approccio differente: l’Informazione Geografica oggi, come le mappe in passato, sono un pilastro per il governo e lo sviluppo di un Paese. Proprio in ragione di ciò, essa è anche patrimonio della collettività. Seguendo l’invito di Stati Generali dell’Innovazione, l’estensione a un più ampio spettro di portatori d’interesse il dialogo sull’informazione geografica potrebbe dare contributi alla classe dirigente per attuare scelte rivolte “alla realizzazione di un sistema di innovazione diffusa, un’innovazione che nasce dalle comunità e che al benessere delle comunità, in quanto reti relazionali, economiche e sociali, è principalmente rivolta.”

L'articolo Ma l’Informazione Geografica è soltanto per gli addetti ai lavori? è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Oggi inizia il FOSS4G 2010: in bocca al lupo a tutti! http://blog.spaziogis.it/2010/09/06/oggi-inizia-il-foss4g-2010-in-bocca-al-lupo-a-tutti/ http://blog.spaziogis.it/2010/09/06/oggi-inizia-il-foss4g-2010-in-bocca-al-lupo-a-tutti/#comments Mon, 06 Sep 2010 13:22:56 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=2505 Oggi inizia il FOSS4G 2010, e purtroppo io non ci sarò Scrivo questo post per fare un “in bocca al lupo” a tutti i partecipanti: a quelli che rendono vivo questo mondo, a quelli che non finiscono mai di regalarci nuovi strumenti e/o di migliorare quelli esistenti, a quelli che producono dei fantastici materiali didattici, [...]]]> Oggi inizia il FOSS4G 2010, e purtroppo io non ci sarò :-(

Scrivo questo post per fare un “in bocca al lupo” a tutti i partecipanti: a quelli che rendono vivo questo mondo, a quelli che non finiscono mai di regalarci nuovi strumenti e/o di migliorare quelli esistenti, a quelli che producono dei fantastici materiali didattici, a quelli che combattono per la valorizzazione ed una maggiore distribuzione dei dati liberi, a quelli che rispondono ad un messaggio di una mailing list alle 3 di notte, a quelli che ci mettono entusiasmo, tempo e professionalità, a quelli che impareranno qualcosa di nuovo ed avranno una nuova luce negli occhi. A tutti loro grazie!

A chi (come me) non ci sarà non resta che farsi rodere dall’invidia ;-) , leggere il programma della conferenza, scorrere l’elenco delle presentazioni, dei poster, dei workshop e dei tutorial, e soprattutto “giocare” con il fantastico live DVD preparato per l’occasione (io vado a scaricarlo).

Oppure molto più semplicemente seguire l’onda e scoprire cosa dice e fa la gente intorno a #foss4g2010.




L'articolo Oggi inizia il FOSS4G 2010: in bocca al lupo a tutti! è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Thematic Mapping Engine va in opensource (che bello!!) http://blog.spaziogis.it/2008/12/09/thematic-mapping-engine-va-in-opensource-che-bello/ http://blog.spaziogis.it/2008/12/09/thematic-mapping-engine-va-in-opensource-che-bello/#comments Tue, 09 Dec 2008 08:55:59 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=522 Quando Gerlando mi ha proposto di scrivere l’articolo sulla Geografia Giudiziaria ho subito pensato di fare qualche mappa con Thematic Mapping Engine (TME), per poi rendermi conto di non poterlo usare con i miei dati, ma soltanto con quelli disponibili sul sito. TME è uno motore di visualizzazione di supporto ad analisi statistiche, che produce [...]]]> Quando Gerlando mi ha proposto di scrivere l’articolo sulla Geografia Giudiziaria ho subito pensato di fare qualche mappa con Thematic Mapping Engine (TME), per poi rendermi conto di non poterlo usare con i miei dati, ma soltanto con quelli disponibili sul sito.

TME è uno motore di visualizzazione di supporto ad analisi statistiche, che produce come output dei file kml (quelli nativi di Google Earth).

colour-5

I parametri di ouput sono semplici ed allo stesso modo sofisticati, come è evidente dal pannello di controllo dell’applicazione.

tme panel

Adesso TME è in opensource. Questo vuol dire che ne possiamo godere tutti, e che possiamo adattarlo ai nostri desideri/esigenze.

Questi i requisiti:

  • PHP 5
  • MySQL 5+
  • Apache HTTP Server
  • Ext JS 2.1
  • Google Earth Plug-in

Qui la documentazione rilasciata in Creatice Commons Attribution-Share Alike License 3.0, e qui il sito da dove scaricare il codice sorgente.

Il nostro intento è provarlo quanto prima. Se tutto va bene, uno dei nostri futuri autori – utente di EXT JS -  ci potrebbe scrivere un post.

Buon divertimento!!

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