TANTO » pianificazione http://blog.spaziogis.it le cose che ci piacciono ... Mon, 07 Nov 2016 09:59:24 +0000 it-IT hourly 1 Il SIT Puglia per la semplificazione amministrativa http://blog.spaziogis.it/2012/07/02/il-sit-puglia-per-la-semplificazione-amministrativa/ http://blog.spaziogis.it/2012/07/02/il-sit-puglia-per-la-semplificazione-amministrativa/#comments Mon, 02 Jul 2012 09:30:54 +0000 Pietro Blu Giandonato http://blog.spaziogis.it/?p=5086 L’Assessorato all’Assetto del  Territorio della Regione Puglia ha organizzato presso InnovaPuglia tre giornate seminariali intitolate “Sistema Informativo Territoriale regionale (SIT) per la semplificazione delle procedure e il raccordo amministrativo” qui programma e scheda di adesione. L’iniziativa ha come obiettivo quello di illustrare le numerosissime funzionalità, servizi e prodotti messi a disposizione dal SIT Puglia, rivolti alle Pubbliche Amministrazioni ma anche a professionisti e cittadini.

Il primo appuntamento – al quale ho partecipato – è stato il 29 giugno scorso. Durante la prima parte la responsabile del SIT Puglia Tina Caroppo ha illustrato i servizi di download e consultazione dei dati topografici, tematici e storici, quelli relativi a PUTT/p e Piano Regionale delle Coste, e le funzionalità dedicate esclusivamente ai soggetti pubblici quali Comuni e Province coinvolti direttamente in svariati procedimenti autorizzativi, come il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche e quelle relative agli impianti di produzione energetica.

La Regione Puglia infatti ha puntato già da tempo sul coinvolgimento diretto degli Enti Locali riguardo la pianificazione condivisa e partecipata, ad esempio offrendo un importante supporto ai Comuni – proprio mediante il SIT regionale – per la redazione dei Piani Urbanistici Generali (PUG).

La stessa Regione è inoltre sempre tesa ad ampliare la base di dati territoriali, tanto che a febbraio scorso ha presentato l’ortofoto 2010 acquisita da AGEA, messa a disposizione sempre mediante il SIT. Ne ho parlato in un altro articolo su TANTO, nel quale avevo sollevato anche il problema di una licenza sui dati cartografici regionali che attualmente ne impedisce l’uso da parte dei professionisti per il proprio lavoro. Sono passati dei mesi, e l’occasione di questo seminario mi è sembrata utile per capire quale fosse l’orientamento per risolvere la questione, poiché i disclaimer sono rimasti gli stessi. Tina Caroppo ha risposto facendo presente che l’intenzione della Regione è senz’altro quella di consentire il riuso libero dei dati, ma si è in attesa che il disegno di Legge Regionale su open source e open data (altro argomento che TANTO segue da tempo) venga definitivamente approvato in Consiglio regionale.

Le altre due giornate, previste per il 5 e 6 luglio prossimi, hanno come obiettivo quello di fornire a personale delle Pubbliche Amministrazioni e a professionisti, il know how per poter utilizzare i dati e i servizi cartografici erogati dalla Regione Puglia con software GIS open source. Sono anche previste esercitazioni pratiche per l’applicazione delle istruzioni tecniche per l’informatizzazione dei PUG.

Si tratta dunque di una importantissima e meritoria iniziativa alla quale ci si aspetterebbe partecipassero tutti i Comuni e le Province pugliesi. Tra l’altro pare sia prevista una seconda serie di seminari per garantire proprio questa possibilità.

Insomma, la Regione Puglia si conferma estremamente motivata nel voler rendere i geodati dei quali è responsabile realmente aperti e (ri)usabili a tutti. La questione open data (che ricordiamo non consiste solo nell’adottare formati aperti, ma anche licenze aperte) verrà dunque risolta con l’emanazione della Legge Regionale della quale si parlava. L’attuale adozione di uno standard aperto (WMS nello specifico) da parte del SIT Puglia ne consente comunque l’utilizzo già ora con qualunque software GIS, proprietario o OS.

Solo una breve chiosa riguardo il clima nel quale si è svolto l’incontro, piuttosto scolastico invero, che ha generato un episodio paradossale nel quale io – che anziché prendere appunti con lapis e notes lo facevo con Google Drive e usavo Tweetdeck per informare sui lavori – c’è mancato poco che andassi a finire dal preside, ripreso come uno scolaretto un po’ discolo. Ma sono gli imprevisti del mestiere…

L'articolo Il SIT Puglia per la semplificazione amministrativa è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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La nuova Carta Tecnica della Regione Puglia http://blog.spaziogis.it/2009/03/07/la-nuova-carta-tecnica-della-regione-puglia/ http://blog.spaziogis.it/2009/03/07/la-nuova-carta-tecnica-della-regione-puglia/#comments Sat, 07 Mar 2009 07:00:51 +0000 Pietro Blu Giandonato http://blog.spaziogis.it/?p=714 La Regione Puglia, con le iniziative messe in atto dall’Assessorato Regionale all’Assetto del Territorio in questi ultimi tempi sta compiendo importanti passi avanti nel settore dell’acquisizione di dati spaziali digitali e nell’offerta di servizi al territorio. Già dal 2007 è infatti operativa la Rete  GNSS regionale – 12 stazioni permanenti – con la quale è [...]]]> La rete GNSS pugliese

La Regione Puglia, con le iniziative messe in atto dall’Assessorato Regionale all’Assetto del Territorio in questi ultimi tempi sta compiendo importanti passi avanti nel settore dell’acquisizione di dati spaziali digitali e nell’offerta di servizi al territorio.

Già dal 2007 è infatti operativa la Rete  GNSS regionale – 12 stazioni permanenti – con la quale è possibile effettuare rilevamenti GPS di dettaglio con una precisione centimetrica, sia in post-processing mediante uso di dati RINEX, che in correzione differenziale con l’impiego di rover GPS, ricevitori in grado di correggere gli errori in real-time connettendosi mediante GSM/GPRS alla rete GNSS stessa.

Altra iniziativa di rilievo messa in atto è quella di consentire ai cittadini di poter contribuire attivamente alla realizzazione del nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), con l’istituzione dell’Osservatorio del Piano. L’Atlante delle Segnalazioni è un mashup di Google Maps con il quale chiunque può – secondo il principio del più autentico crowdsourcing – dire la propria, segnalando direttamente su una mappa quattro tipi di entità:

Bene del Paesaggio Bene del paesaggio: è un luogo o un oggetto o un insieme di oggetti che si giudica prezioso per la qualità del paesaggio, e per il quale si ritiene necessaria una azione di tutela e valorizzazione.
Offesa al Paesaggio Offesa al paesaggio: è un luogo o un oggetto o un insieme di oggetti che si ritiene responsabile di un degrado della qualità del paesaggio e per il quale si ritiene necessaria una azione di riqualificazione.
Buona pratica del Paesaggio Buona pratica del paesaggio: è una azione o una politica pubblica o un progetto che porta un miglioramento nella qualità del paesaggio e può servire come riferimento per altre azioni simili.
Cattiva pratica del Paesaggio Cattiva pratica del paesaggio: è una azione, una politica pubblica o un progetto che avvia o determina un degrado oppure risulta inefficace rispetto agli obiettivi che si è proposta.

In pochi mesi sono state raccolte circa una novantina di segnalazioni, che verranno poi vagliate ed eventualmente prese in considerazione dal gruppo di lavoro che si sta occupando della realizzazione del PPTR. Un’iniziativa simile è stata ad esempio messa in piedi anche dalla Provincia di Firenze, sebbene con tecnologia differente (non è un mashup) e sicuramente molto più costosa.

l'Atlante delle Segnalazioni del PPTR

I nuovi dati cartografici digitali

La Regione Puglia ben 12 anni fa emanò la L.R. 28/1996, tesa ad avviare la “Realizzazione di cartografia di base e cartografia tematica attraverso un sistema di informazione territoriale”. Nonostante le buone intenzioni non si era mai arrivati ad una copertura omogenea di cartografia digitale di base del territorio regionale, con Province, Comuni, Enti Parco, Comunità montane che hanno provveduto in tempi e modi diversi a dotarsi di tali dati in maniera del tutto autonoma. Ne è risultata una copertura a macchia di leopardo, con zone scoperte e dati relativi a differenti periodi temporali.

L’Assessorato Regionale all’Assetto del Territorio ha di recente concluso il collaudo dei nuovi dati cartografici digitali di base, e da poco li ha messi a disposizione mediante un servizio di consultazione webgis, con la possibilità di scaricarli direttamente dal nuovo portale cartografico regionale.

I nuovi dati possiedono di sicuro elevati standard qualitativi in termini di precisione e risoluzione spaziale, sotto l’egida del CNIPA, visti anche i soggetti che hanno contribuito alla loro realizzazione. La Regione, oltre a Tecnopolis ha coinvolto un RTI costituito da RILTER, SIT e TELESPAZIO e IGM e INGV come collaudatori.

Il nuovo portale cartografico regionale ambisce a fornire non solo dati, ma anche servizi applicativi nei settori della pianificazione territoriale e paesaggistica, quella urbanistica, la protezione civile, l’agricoltura. I dati che è possibile consultare tramite il webgis, realizzato con software ESRI (ArcIMS), e dei quali è possibile effettuare il download sono:

Sono inoltre disponibili, anche se non consultabili direttamente in webgis e scaricabili, i seguenti dati:

  • database topografico multiprecisione alla scala 1:5.000 e alla scala 1:2.000 per quanto riguarda toponomastica e numeri civici dei centri urbani che dispongono di carta tecnica a questa scala;
  • database degli indicatori socioeconomici;
  • dati sui flussi di traffico relativi alle principali arterie regionali;
  • banca dati catastale, censuaria e cartografica;
  • piani a scala comunale (PUG), provinciale (PTCP) e regionale (Piano Paesaggistico, Carta dei beni culturali, Piano di Assetto Idrogeologico, Piano dei Trasporti, ecc).

diagram

Come detto, i dati sono scaricabili direttamente dal webgis, previa registrazione. La procedura è in realtà un pò macchinosa anche per un utente mediamente esperto, sebbene sul sito sia presente una dettagliata guida. Data l’elevata risoluzione e conseguente pesantezza dei file, i dati sono disponibili in singoli elementi alla scala 1:5.000. La scelta dei dati scaricabili è effettuabile mediante selezione di un’area rettangolare o puntuale con appositi tool, o ancoa per singolo Comune. Verranno visualizzati dunque i layer disponibili e una volta selezionati, ci giungerà successivamente un’email con i link per il download dei singoli dati organizzati appunto in elementi 1:5.000.

Il sistema di riferimento è WGS 84 UTM Zona 33N (EPSG:32633).

Sul sito e nella documentazione non si fa alcun cenno con chiarezza alla licenza d’uso dei dati, né a quali limitazioni siano sottoposti. All’atto del download, l’utente è comunque tenuto a specificare l’uso che intende farne. Ho chiesto esplicitamente quali fossero le condizioni di licenza, ma ad oggi nessuna risposta. Con tutta probabilità, come accade per altre Regioni, i dati dovrebbero poter essere liberamente utilizzabili per rielaborazioni e derivati, a patto di citare la fonte.

Un’altra carenza riscontrata riguarda i metadati, totalmente assenti per tutti i dati disponibili sebbene nella sezione “Documentazione” del portale sia possibile reperire informazioni più o meno dettagliate sui diversi strati informativi. Manca di fatto una implementazione delle specifiche nazionali (Standard ISO 19115), definite dal CNIPA sulla scorta di iniziative internazionali (Dublin Core), per un set minimo di informazioni descrittive (metadati) a corredo dei dati spaziali digitali esistenti presso le Pubbliche Amministrazioni, che fanno a loro volta riferimento al Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT). Mancano inoltre metainformazioni riguardanti il sistema di riferimento cartografico, sia per i dati vettoriali che per quelli raster (DTM). Agli shapefile infatti andrebbero per lo meno associati anche i file .prj, che riportano in WKT la descrizione del sistema di riferimento.

La Carta Tecnica Regionale numerica

Sempre secondo quanto dichiarato sul portale SIT, la realizzazione della CTR ha seguito precise indicazioni definite dall’Intesa Stato Regioni-Enti Locali sui Sistemi Informativi Territoriali, con particolare riferimento alle Specifiche per la Produzione dei Data Base Geografici di interesse generale e alle Prescrizioni Tecniche per la Produzione di Modelli Digitali del Terreno.

La CTR puglieseI singoli elementi della CTR sono costituiti da tre distinti shapefile – composti dai rispettivi tre file obbligatori .shp, .shx e .dbf – che rappresentano gli elementi puntuali, lineari e areali. In ciascuna tabella attributi si trovano i campi descrittivi delle geometrie, grazie ai quali è possibile identificarne la natura.

Gli shapefile della CTR pugliese sono “3D”, in sostanza ogni elemento geometrico possiede due parametri: “Z” che ne definisce la quota, “M” che ne definisce le coordinate “lineari”, come ad esempio la successione dei nodi in una polilinea o in un poligono, informazioni utili ad esempio in applicazioni di network analysis come il calcolo dei percorsi più brevi lungo i grafi stradali. Si tratta di informazioni definite nelle specifiche per la realizzazione dei database cartografici prioritari “db-prior” italiani.

Le informazioni riguardanti la quota però mancano del tutto nelle tabelle descrittive degli shapefile, e possono essere utilizzate solo in applicazioni 3D o con algoritmi che effettuano ad esempio l’estrusione degli elementi, desumendo la coordinata Z proprio dall’omologo parametro degli shapefile. L’assenza del parametro “quota” nella tabella attributi rende di fatto inutilizzabili le isoipse della CTR nella realizzazione di cartografie nelle quali sia necessario esprimere l’orografia mediante simbolizzazione delle curve di livello. Per ovviare a ciò sarebbe stato opportuno realizzare uno strato informativo distinto “curve di livello” che possedesse la quota come attributo.

La copertura regionale della CTR è del 100%.

Il Modello Digitale del Terreno

Il DTM è stato derivato dalle riprese aerofotogrammetriche ed è perfettamente integrato con gli altri prodotti cartografici. E’ conforme al livello 3 definito da Intesa-GIS, che possiede le seguenti specifiche tecniche:

  • precisione in quota ±1.0m , passo di griglia 10m;
  • precisione planimetrica di punti quotati ed elementi lineari: ±0.5m (0.1 mm in 1:5.000);
  • break lines o punti quotati per oggetti che causano irregolarità del terreno maggiori di 2m;
  • break lines necessarie per i seguenti oggetti: dighe, viadotti, linee di costa di laghi, fiumi e mari, impluvi.

Il DEM livello 3 risulta particolarmente utile nello studio idrologico del territorio, con la messa a punto di modelli che tengano conto della modificazione del deflusso superficiale delle acque dovuto alle break lines costituite ad esempio da strade e altre infrastrutture lineari.

Le ortofoto

Secondo quanto riferito sul portale, le levate sono state eseguite da agosto a novembre 2006, mentre per aree limitate la copertura è relativa a marzo 2007. Le riprese aeree sono state eseguite utilizzando la camera fotogrammetrica digitale Z/I Imaging DMC della Intergraph, a colori e con fotogrammi che hanno una risoluzione a terra di circa 20 cm e parzialmente sovrapponibili, in modo tale da poterne ottenere anche la visualizzazione 3D ad esempio con tecnica anaglifa. Il risultato è davvero eccezionale, l’ho potuto sperimentare di persona direttamente presso Tecnopolis. Il livello di dettaglio dei fotogrammi rende inoltre possibile la derivazione della cartografia in scala 1:2.000.

Le ortofoto scaricabili sono state ricampionate e compresse in formato ecw a una risoluzione spaziale di 0,5 metri. il periodo di ripresa le rende perfette per una buona interpretazione della vegetazione e delle caratteristiche dell’uso del suolo.

L’uso del suolo

Particolarmente interessante risulta proprio l’uso del suolo, sempre scaricabile in formato shapefile, derivato dalla CTR. Si tratta di un dato con scala nominale 1:10.000 di elevata accuratezza interpretativa, con classificazione CORINE (ins. rif.) al terzo livello. Costituisce un prezioso aggiornamento dello stesso Corine Land Cover, di fondamentale importanza in numerosi campi applicativi, dalla pianificazione territoriale alla protezione civile.

Attualmente la copertura regionale è di poco più del 50%, con la Provincia di Foggia al completo, quella nord-barese e parte del Salento meridionale. Presto verrà rilasciata la restante parte del territorio pugliese.

Scena 3D con CTR estrusa

Nell’immagine qui sopra è rappresentato uno scorcio di scena 3D dell’ortofoto – la cui quota è derivata dal DTM – con sovrapposto il livello poligoni della CTR con gli elementi estrusi sulla base del valore delle quote Z. Tenendo conto che il risultato è ottenuto senza alcuna rielaborazione, con i dati utilizzati così come sono stati scaricati, dimostra come questi prodotti siano in effetti di ottima qualità e di facile utilizzo per un utente medio.

In conclusione…

Con questi nuovi dati spaziali, il rinnovato portale SIT regionale, e le altre iniziative messe in atto nel settore della geomatica, la Puglia si pone certamente in una posizione di rilievo tra le regioni meridionali.

E’ necessario comunque prestare una maggiore attenzione a quanto previsto dagli standard sui metadati, e contestualmente potenziare le azioni volte a garantire una migliore interoperabilità tra gli svariati sistemi e architetture GIS oggi diffusi. Ad esempio sarebbe auspicabile la disponibilità di dati anche mediante servizi WMS, che permetterebbe una più agile integrazione in altre piattaforme GIS, in alcun casi più funzionale rispetto al download di dati. Altra direzione alla quale guardare potrebbe essere quella dell’implementazione di servizi WFS, particolarmente adatti alle iniziative di copianificazione comunale che sempre l’Assessorato Regionale all’Assetto del Territorio ha già avviato da tempo.

Mi preme concludere rimarcando il fatto che l’implementazione dei metadati e più in generale degli standard OGC vede sempre più al centro i software open-source, il cui impiego risulta in costante aumento a seguito di una crescita esponenziale delle comunità di sviluppatori e utilizzatori. Gli standard nel campo della geomatica sono nati proprio nell’ambito del software aperto, e guardare a soluzioni open-source – soprattutto per un’Amministrazione Pubblica – vuol dire investire sull’innovazione e sull’autentica interoperabilità tra dati, funzioni e processi di analisi e pianificazione territoriale.

L'articolo La nuova Carta Tecnica della Regione Puglia è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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La Geografia Giudiziaria: la realizzazione di una mappa… per iniziare http://blog.spaziogis.it/2008/11/23/la-geografia-giudiziaria-la-realizzazione-di-una-mappa-per-iniziare/ http://blog.spaziogis.it/2008/11/23/la-geografia-giudiziaria-la-realizzazione-di-una-mappa-per-iniziare/#comments Sun, 23 Nov 2008 13:28:54 +0000 Gerlando Gibilaro http://blog.spaziogis.it/?p=512 Il tema è uno di quelli più dibattuti negli ultimi tempi (ed in Italia, ormai in quasi tutte le materie, gli ultimi tempi durano da almeno un decennio): come riorganizzare la distribuzione delle sedi giudiziarie? L’esigenza di un riassetto dei luoghi dove si amministra la Giustizia è dovuta, essenzialmente, alla necessità di rendere l’apparato giudiziario: [...]]]> Il tema è uno di quelli più dibattuti negli ultimi tempi (ed in Italia, ormai in quasi tutte le materie, gli ultimi tempi durano da almeno un decennio):
come riorganizzare la distribuzione delle sedi giudiziarie?

L’esigenza di un riassetto dei luoghi dove si amministra la Giustizia è dovuta, essenzialmente, alla necessità di rendere l’apparato giudiziario:

  • efficiente: là dove si deve ricomprendere in tale termine, fra l’altro, i concetti di rapidità della risposta giudiziaria, prossimità della giustizia (reale possibilità di fruizione da parte dei cittadini), specializzazione della classe dei magistrati.
  • economicamente sostenibile in un quadro di economie di scala: l’inefficienza di un sistema determina sempre gravi costi sociali ed economici.

Da dove partire, allora, per realizzare un riassetto del sistema Giustizia?
A mio avviso, necessariamente, il punto di partenza è la realizzazione di mappe mirate a rendere evidente, tangibile ed intellegibile la massa di dati, (spesso non aggregati, disomogenei, estemporanei e non aggiornati), relativi all’apparato e al funzionamento della macchina giudiziaria.

Una mappa è uno strumento che permette di rappresentare visivamente lo spazio (fisico, mentale, temporale, reale, potenziale o addirittura immaginario), esemplificando le relazioni (o l’assenza delle stesse), le dinamiche (mutazioni o persistenze) tra i componenti dello spazio rappresentato.

Stante questa sommaria definizione, comprendiamo subito l’esigenza di creare quegli strumenti (le mappe, appunto), che possano permettere di aggregare, attraverso una visualizzazione d’insieme, tutti i dati inerenti la giustizia stessa.
Dati già organizzati in tabelle, grafici, scritti, ma la cui visualizzazione (tenuto conto anche delle componenti olografiche del territorio italiano), diventa imprescindibile se si vuole analizzare il “sistema giustizia” al fine di una sua razionalizzazione anche in termini geografici.

Questo è il punto di partenza: la totale assenza di mappe che raffigurino la dislocazione le relazioni ed il complesso dell’attività giudiziaria italiana.
Nel prosieguo dell’articolo ci occuperemo dei seguenti punti:

  1. Due mappe sulla Geografia Giudiziaria;
  2. Gli ultimi interventi in tema di Geografia Giudiziaria;
  3. I Dati: Il 2° rapporto di valutazione dei sistemi giudiziari europei del CEPEJ; i Dati statistici sul Ministero della Giustizia
  4. Le criticità fondamentali e linee di intervento sulla Geografia Giudiziaria;

1. Due mappe sulla Geografia Giudiziaria

Abbiamo deciso di entrare subito nel merito delle tematiche trattate in questo articolo, offrendo al lettore la possibilità di tastare con mano la funzionalità di un mappa.
La comunicatività di una mappa risiede proprio nell’immediata percezione, fatta di sintesi ed analisi, di tutti quei dati che sono stati preventivamente  raccolti ed elencati in tabelle.

Possiamo dire che si tratta di uno “strumento tridimensionale” di valutazione del dato tabellare raccolto, perché permette contemporaneamente l’analisi dei dati suddetti:

  • In modo sintetico;
  • In modo analitico;
  • In modo comparativo;
  • In modo visivo;
  • In modo geograficamente referenziato, potendo tenere conto di elementi e di variabili che in una “semplice” elencazione di numeri e dati, altrimenti sfuggirebbero (quali ad esempio: l’ampiezza di una circoscrizione, gli elementi olografici e viari, la sovrapposizioni e le  interferenze funzionali fra le tipologie di dati raccolti, etc.).

Quest’ultimo dato è particolarmente significativo, poiché apre la strada a studi, considerazioni e approfondimenti ulteriori rispetto al mero dato numerico, basilari per poter effettuare delle scelte ragionate.

1.1 La Mappa sul rapporto Cancellieri e Personale Amministrativo / Magistrati per corti di Appello e macroaree (anno 2007)

screenshot1

Quando aprirete questa mappa avrete davanti due livelli (layer) cartografici:

  1. quello poligonale in toni di arancio, che da conto del “rapporto Cancellieri e Personale Amministrativo / Magistrati” per macroarea del paese (nord, centro e sud).
  2. quello puntiforme, rappresentato da quadrati, che da conto dello stesso rapporto per sede di distretto di Corte d’appello. L’intervallo del campione analizzato è stato diviso in 5 classi di ampiezza equivalente (dal valore minimo al massimo di rapporto), ed ad ogni classe è stata associata una dimensione distinta di quadrato.

Se farete click su uno degli elementi rappresentati, potrete leggere i dettagli dell’elemento selezionato (nella figura in alto ad esempio è visibile il dato della corte d’appello della città di L’Aquila.

La fonte dei dati sono le tabelle pubblicate nel libro verde sulla spesa pubblica, citato più avanti.

1.2 La Mappa relativa all’indice di carico pro-capite per magistrato (media anni 2003-2005)

screenshot3

Quando aprirete quest’altra mappa avrete due livelli cartografici disponibili (uno dei quali però spento):

  1. quello puntiforme, rappresentato da quadrati, che da conto dell’indice di carico pro-capite per magistrato (media anni 2003-2005) per corte di appello civile. L’intervallo del campione analizzato è stato diviso in 5 classi di ampiezza equivalente (dal valore minimo a quello massimo dell’indice), ed ad ogni classe è stata associata una dimensione distinta di quadrato.
  2. quello puntiforme, rappresentato da cerchi in arancione, che da conto dell’indice di carico pro-capite per magistrato (media anni 2003-2005) per corte di appello penale. Questo è inizialmente non visibile; per renderlo tale è necessario fare click due volte sul pulsante a forma di occhio, presente in alto a destra nel pannello LAYERS. Anche in questo caso l’intervallo del campione analizzato è stato diviso in 5 classi di ampiezza equivalente (dal valore minimo al massimo di rapporto), ed ad ogni classe è stata associata una dimensione distinta di cerchio.

Se farete click su uno degli elementi rappresentati, potrete leggere i dettagli dell’elemento selezionato anno per anno, dal 2003 al 2005.

La fonte è il documento “La geografia giudiziaria” stampato dall’associazione magistrati.

2. Gli ultimi interventi in tema di Geografia Giudiziaria

In questa sezione cercheremo di ricostruire, brevemente, quali sono stati gli interventi e le analisi che si sono succedute nell’ultimo anno in tema di Geografia Giudiziaria e riassetto territoriale degli organi giudiziari.
Tale sezione, ovviamente, lungi dal voler essere una trattazione onnicomprensiva mira ad enucleare quali siano le priorità evidenziate sia in ambito istituzionale, sia in ambito, per così dire, scientifico.

2.1 Il libro verde sulla spesa Pubblica

Il 6 settembre 2007 il Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicava il “Libro verde sulla spesa pubblica” redatto dalla Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica su precisa volontà del Ministro Padoa Schioppa.
L’idea era proprio quella di Conoscere per deliberare ed in tal senso la volontà era proprio quella di razionalizzare la spesa dello Stato, eliminando gli sprechi,  incidendo sull’organizzazione degli uffici, adeguando le strutture ai nuovi bisogni, tale meccanismo avrebbe dovuto dare il via ad un circolo virtuoso a partire dal quale correggere i fenomeni di cattivo costume dilaganti nel nostro paese.

In tale libro è presente una sezione molto accurata relativa alle spese di giustizia (da pag. 24 a pag. 35).
La prima analisi effettuata è quella inerente il fenomeno giustizia comparando i vari Stati che compongono l’Unione Europea, sia in relazione alle spese, sia in relazione al numero di magistrati per abitante.
Le sorprendenti conclusioni alle quali si giunge sono che:
nel confronto internazionale, l’Italia risulta disporre di un numero di magistrati e di un impiego di risorse finanziarie non inferiore, e talvolta superiore, a paesi che pure mostrano una performance giudiziaria migliore“.

Se consideriamo che in Italia, nello scorso decennio la spesa per la giustizia è risultata una delle voci in maggior crescita del bilancio dello Stato, basti pensare che negli anni ’90 è cresciuta del 140% e i magistrati in servizio sono aumentati di circa il 15%, e tuttavia, all’aumento di risorse destinate al settore non è però corrisposto un adeguato miglioramento dei risultati, possiamo dire che non si tratta di un problema di risorse ma di gestione delle stesse.

Attualmente le principali funzioni giudiziarie sono svolte da sette tipologie di uffici giudiziari e il numero di sedi (anche a seguito di ulteriori interventi correttivi della geografia giudiziaria) è attualmente così articolato:

  • 848 Uffici del Giudice di Pace
  • 165 Tribunali e relative Procure
  • 220 Sezioni distaccate di Tribunale
  • 29 Tribunali per minorenni29 Corti di Appello (di cui tre sezioni distaccate) e relative procure generali
  • Corte di Cassazione e relativa Procura Generale
  • Tribunale Superiore delle acque pubbliche.

Questo il quadro fotografato nel 2007, e, di seguito viene effettuata una trattazione specifica circa la distribuzione territoriale del personale nell’ambito degli uffici giudicanti (Libro Verde sulla spesa pubblica, capitolo 2.1.4, pag. 29).
Nelle tabelle inserite vengono analizzate, con riferimento al 2007 e sia in relazione alle aree geografiche (nord, centro, sud, isole), sia in relazione alla dislocazioni delle Corti di Appello:

  • La distribuzione dei magistrati per macroaree geografiche in rapporto alla popolazione (magistrati per 10.000 abitanti);
  • La percentuale dei magistrati con ruolo superiore alle funzioni per macroaree geografiche;
  • Il rapporto tra il numero di cancellieri e altro personale amministrativo di stretta collaborazione con i magistrati e quello dei magistrati per macroaree geografiche;
  • L’incidenza collaboratori con le due fasce stipendiali più elevate rispetto al totale per macroaree geografiche;
  • Il numero dei Giudici per popolazione (per 10.000 abitanti), per carico di lavoro (per 1000 procedimenti civili e penali sopravvenuti e pendenti), per domanda di giustizia (per 1000 procedimenti civili e penali sopravvenuti).

Aldilà, quindi, dell’esame tabellare, indispensabile elemento di approccio al problema, è da evidenziare come manchi del tutto una rappresentazione geografica dei dati. La domanda che viene spontanea, seppur banale, è: come è possibile una revisione geografica degli uffici giudiziari senza che vi sia una rappresentazione cartografica degli stessi e dei relativi dati sulla giustizia?

Tale mancanza non è un elemento di poco conto, tenuto presente che una migliore allocazione delle risorse disponibili fra gli uffici giudiziari esistenti e la revisione della collocazione geografica degli uffici stessi, non può prescindere dal dato olografico e geografico dell’Italia, considerata la necessità della c.d. esigenza di prossimità della giustizia, ovvero l’esigenza di:

  • evitare che il territorio, sguarnito di un presidio giudiziario, quale avamposto non solo giuridico ma di civiltà del Paese, possa causare il declino della zona;
  • evitare che il minor controllo della zona possa causare un aumento della criminalità;
  • evitare che la minor visibilità del ruolo dello Stato sovrano, possa essere causa di un sopravvento e di una sostituzione dello stesso da parte delle organizzazioni criminali strutturate e radicate sul territorio ed in grado di controllarlo in modo capillare;
  • evitare eccessivi disagi alla popolazione.

La disamina effettuata sul mondo della Giustizia nel Libro Verde sulla spesa Pubblica, si chiude con la necessità di effettuare ulteriori approfondimenti.
Alcuni dati significativi emergono, comunque, dall’analisi condotta ed in particolar modo:

- Confrontandoci con gli altri paesi e considerando la dinamica delle dotazioni totali di magistrati e collaboratori negli ultimi anni, non risultano vistose carenze strutturali dell’Italia sul fronte delle risorse umane. Poiché i risultati del sistema giudiziario sono invece ben inferiori a quelli esteri, bastando al riguardo considerare i tempi comparati nelle cause civili, è evidente che esiste uno spazio promettente di intervento per spendere meglio, anche ignorando i problemi dell’ordinamento e restando sul terreno meramente organizzativo.

-  Un importante elemento di inefficienza dell’offerta di giustizia in Italia risiede nella dimensione troppo limitata degli uffici giudiziari. La produttività del magistrato risulta infatti crescente al crescere delle dimensioni del tribunale in cui opera e questo effetto è da attribuire oltre a diversi fattori organizzativi (migliore gestione del personale e delle attrezzature) a rilevanti economie di specializzazione. In un tribunale di grandi dimensioni il singolo giudice si occupa di un campo del diritto circoscritto. La ripetuta attività su una materia specifica – ad esempio controversie in materia societaria – consente uno sviluppo della formazione professionale del magistrato – attraverso un processo di crescita professionale per apprendimento sul campo (learning by doing) – che permette nel tempo di risolvere i casi con un impegno di lavoro via via decrescente. Il che equivale a dire che a parità di ore di lavoro impiegate il giudice diviene più produttivo. Tali economie di specializzazione non sono possibili nei piccoli tribunali, dove il giudice si occupa delle questioni più disparate. In queste sedi, infatti, lo stesso giudice decide in materia sia civile che penale. E’ infine da tenere in conto che la rilevanza delle economie di specializzazione è nel nostro ordinamento amplificata dal fatto che la crescita professionale dei magistrati fino ad oggi è stata affidata quasi esclusivamente alle esperienze maturate nel corso della carriera.

- Quando le dimensioni degli uffici giudiziari divengono troppo elevate (impiegando un numero di magistrati superiore a 80) si riscontra una perdita di efficienza legata al sovradimensionamento, ma essa appare di gran lunga inferiore a quella che si ha nel caso di sottodimensionamento (numero di magistrati impiegati inferiore a 20). Il che non deve distogliere dalla ricerca della dimensione ottimale, ma induce a temere più l’errore per difetto che non quello per eccesso. Nel 1996 oltre l’85% dei tribunali era sottodimensionato. L’introduzione del giudice unico di primo grado, prevedendo la fusione di tribunali e preture, ha comportato un recupero di efficienza (i tribunali sottodimensionati sono ora circa il 72%): si tratta di un risultato importante, ma ancora troppo modesto. Un maggiore recupero di efficienza sarebbe possibile introducendo una revisione della geografia giudiziaria volta ad accorpare gli uffici di minori dimensioni (le revisioni finora introdotte hanno aumentato e non diminuito il numero degli uffici).

2.2 Interventi in sede legislativa

Diciamo subito che in sede legislativa non si è registrato alcun intervento significativo.
La difficoltà di dar corso a queste esigenze di rinnovamento e di razionalizzazione della geografia Giudiziaria sono da rinvenire in motivazioni:

  • di carattere politico (la difficoltà di raggiungere un accordo condiviso tra le forze politiche ed in collaborazione con gli enti rappresentativi della Magistratura);
  • di natura egoistica da parte degli operatori della Giustizia, quali la paura degli avvocati di perdere definitivamente l’ufficio giudiziario di prossimità; la paura di perdere posti  direttivi o semidirettivi da parte del personale amministrativo impiegato, ovvero anche la scarsa disponibilità alla mobilità del detto personale; la paura della caduta di prestigio da parte degli Enti Locali, e così via discorrendo.

Di seguito analizzeremo alcuni interveneti istituzionali e non che si sono succeduti sul tema.

2.2.1 Senato della Repubblica – XVI Legislatura: Disegno di Legge n. 739

Il 4 Giugno 2008 viene presentato il DISEGNO DI LEGGE n. 739 d’iniziativa dei senatori: Maritati, Finocchiaro, Casson, D’Ambrosio, Carofiglio, Latorre, Galperti, Della Monica e Chiurazzi contentente una Delega al Governo in  materia do riordino degli ambiti territoriali degli uffici giudiziari.

Con tale disegno di legge si cercava di raggiungere alcune finalità, quali:

1) una ragionevole durata del processo;
2) il recupero della funzionalità del servizio e della fiducia nell’istituzione;
2) l’effettività della pena e la sicurezza pubblica, coniugata con il rispetto stringente dei princìpi di indipendenza esterna e interna della magistratura e delle garanzie effettive dei diritti individuali;
3) il miglioramento della professionalità e delle condizioni di lavoro degli operatori della giustizia.

Ed in particolar modo: “Il perseguimento di tale finalità presuppone necessariamente, in primo luogo, l’adozione di un nuovo metodo di organizzazione del lavoro del personale dell’amministrazione giudiziaria, tale da introdurre modelli orientati all’efficienza del servizio e da valorizzare la professionalità degli operatori, favorendo il ricorso a strumenti che consentano una migliore programmazione, una reale modernizzazione ed una più razionale gestione dell’attività degli uffici giudiziari. Al fine di soddisfare tali esigenze, e sulla scorta delle proficue esperienze di diversi ordinamenti stranieri, il presente disegno di legge propone l’istituzione dell’ufficio per il processo. Attraverso la completa ristrutturazione delle cancellerie e delle segreterie giudiziarie, tale strumento consentirà di fornire un concreto supporto al lavoro dei magistrati, valorizzando le specifiche competenze di tutto il personale dell’amministrazione giudiziaria e favorendo il migliore utilizzo degli strumenti analitici, statistici e informatici disponibili, realizzando altresì la circolazione delle esperienze e delle pratiche professionali più virtuose“.

Pertanto, nel quadro complessivo del Disegno di legge, all’art. 4 era previsto che:

Art. 4. (Delega al Governo in materia di riordino degli ambiti territoriali degli uffici giudiziari)

Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con l’osservanza dei princìpi e dei criteri direttivi di cui al comma 2, uno o più decreti legislativi per il riordino degli ambiti territoriali degli uffici giudiziari.

I criteri direttivi di tale delega in merito al riordino territoriale, possono essere così riassunti:

a) Riordino e razionalizzazione delle circoscrizioni territoriali dei tribunali mediante ampliamento della competenza territoriale e nuova delimitazione delle circoscrizioni giudiziarie, accorpamento delle sedi più piccole tra di loro, accorpamento delle sezioni distaccate di tribunale tra di loro o alla sede centrale;
b) Con riferimento alla razionalizzazione di cui sopra il Governo avrebbe dovuto “tenere conto dei dati relativi alle sopravvenienze pro capite civili e penali totali e per ciascun magistrato compreso nella relativa pianta organica rispetto al dato medio nazionale, e del rapporto con la popolazione residente secondo l’ultimo censimento”;
c) Realizzare un’equa distribuzione del carico di lavoro e una adeguata funzionalità degli uffici giudiziari, avendo riguardo alle esigenze di specializzazione delle funzioni giurisdizionali civili e penali;
d) Considerare la possibilità che l’ufficio accorpato possa essere trasformato in sezione distaccata dell’ufficio accorpante;
e) Prevedere nei tribunali e negli uffici del giudice di pace limitrofi la possibilità di creare un organico unico del personale di magistratura, dei giudici onorari, dei guidici di pace ed amministrativo;
f) Prevedere la razionalizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici del giudice di pace;
g) Abolire la competenza relativa ai commissari per la liquidazione degli usi civici, definitivamente trasferendola al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

I successivi interventi, è spiacevole sottolinearlo, non hanno tenuto in alcun conto tali priorità.

2.2.2 Gli interventi legislativi in materia di riordino dell’apparato Giustizia

Posto che bisogna distinguere gli aspetti relativi all’efficiente funzionamento della Giustizia, da quelli relativi alla riforma dei giudici, dobbiamo evidenziare quali siano stati gli interventi legislativi sino adesso operati:

1. Dl 92/2008 relativo agli interventi in tema di circolazione stradale e di accelerazione del processo penale: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica.
Successivamente è stato emanato un emendamento – poi ritirato dal governo -che introduceva il cosiddetto blocco dei processi per fatti commessi prima del 30 giugno 2002 in relazione a delitti puniti con una pena non superiore a dieci anni di reclusione;
2. Ddl sulle intercettazioni. Con tale provvedimento si prevede di limitare l’utilizzo dello strumento investigativo delle intercettazioni solamente con riferimento ai delitti puniti con una pena superiore a dieci anni di reclusione;
3. Dl 112/2008 (cosiddetta manovra economica finanziaria poi convertito nella legge 133/2008). Con tale provvedimento venivano emanate norme che si propongono l’obiettivo di ridurre l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e, contestualmente che incidono pesantemente sulle risorse, materiali e soprattutto umane, del settore Giustizia, ritenute sovradimensionate, non solo nelle dotazioni organiche ma anche nelle, pur inferiori, presenze in servizio ;
4. Legge 124/2008 (cosiddetto lodo Alfano), che come noto riguarda solo ed esclusivamente l’immunità per le più alte cariche dello Stato.

Ora, giustamente ad avviso dello scrivente, il Presidente Nazionale dell’Associazione Magistrati, Luca Palamara, rilevava in un articolo de Il Sole 24ore – Guida al Diritto del 6 settembre 2008 n. 35, che:

Come si vede si è ben lungi dall’adozione di provvedimenti destinati a incidere sulla ragionevole durata del processo, la cui realizzazione è resa ancor più problematica dalla previsione di tagli alle risorse materiali e umane del settore giustizia, che, addirittura, non viene nemmeno considerato come un settore strategico!
Infine, una volta adottati gli indicati provvedimenti, l’azione del Governo si è esclusivamente concentrata sul tema della riforma dei giudici e sono state così annunciate per il prossimo autunno le riforme della separazione delle carriere, della obbligatorietà dell’azione penale e infine del Consiglio superiore della magistratura.
Sono queste le riforme che renderanno il processo più funzionale ed efficiente? Sono queste le riforme che faranno durare di meno i processi?
La nostra risposta è assolutamente negativa perché queste paventate riforme adombrano in realtà una diversa finalità rispetto al tema del funzionamento del processo, che è quella di ridisegnare i rapporti tra politica e magistratura alterando le attuali divisioni tra poteri dello Stato così come delineate dal Costituente nel 1948.
Su questi temi, la nostra posizione è molto chiara: difendiamo questi valori perché gli stessi garantiscono, nell’interesse di tutti i cittadini, un magistrato autonomo e indipendente in quanto scevro da condizionamenti politici
“.

2.3  XXIX Congresso Nazionale Forense: La Geografia Giudiziaria: quali criteri per un equilibrato riassetto

In questa sede vogliamo evidenziare un contributo di straordinario importanza offerto nel corso del XXIX Congresso Nazionale Forense tenutosi nei giorni 13-16/11/2008 a Bologna.
In particolar modo merita esser segnalata la Scheda introduttiva generale relativa a “LA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA – QUALI CRITERI PER UN EQUILIBRATO RIASSETTO”.

Il documento, che poggia le basi anche sul seminario tenutosi a Bassano del Grappa il 5.7.2008 i cui lavori sono integralmente riportati nel volumetto pubblicato dall’ OUA, merita essere segnalato per completezza espositiva ed argomentativa.

Nella scheda introduttiva, scaricabile dal sito, vengono ripercorse, proprio a partire dal Libro verde sulla Spesa Pubblica, tutte le proposte, i contributi e gli argomenti (pro e contro) volti alla razionalizzazione delle sedi Giudiziarie in ambito territoriale.
In particolar modo meritano essere segnalata tutta la ricostruzione argomentativa sulla necessità del riordino del sistema inerente la geografia giudiziaria, attraverso l’analisi degli argomenti generali e particolari favore di tale riordino, sia delle motivazioni ostative ad un integrale riassetto della stessa.

Evidenziamo brevemente quali siano le tematiche più calde che meritano essere attenzionate:

  • la dimensione ottimale degli uffici;
  • gli effetti sul concreto funzionamento degli uffici giudiziari derivanti dalle regole sulla incompatibilità;
  • gli effetti su concreto funzionamento degli uffici giudiziari derivanti dalle prossima entrata in vigore della norma della riforma dell’ordinamento giudiziario che vieta l’impiego dei magistrati di prima nomina in funzioni requirenti o giudicanti penali monocratiche;
  • la necessità di specializzazione dei magistrati;
  • la necessità di utilizzare al meglio, tanto più alla luce della loro non incrementabilità nell’attuale situazione dei conti pubblici italiani, le risorse (finite) del settore giustizia, essendo non economico mantenere strutture poco produttive;
  • la necessità di equa distribuzione del carico di lavoro.

In ultimo, nella scheda “Schema per la valutazione dei sistemi giudiziari” relativa all’ Italia redatta dalla CEPEJ (European Commission For The Efficiency of Justice), alla domanda se vi sono in corso cambiamenti nella struttura degli uffici giudiziari viene data dal Ministero della Giustizia la seguente risposta “The Ministry is studying to reduce the number of justice of the peace’s offices and small courts to emprove efficiency and to reduce costs”.

Anche se bisogna ricordare che l’attuale Guardiasiggilli, così come segnalato nel documento dell’OUA, nella relazione 22.01.2008 al Parlamento sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2007,  rispondendo alla proposta di “modificazione delle circoscrizioni giudiziarie secondo criteri di economicità e di accorpamento” segnalava la soppressione in corso di predisposizione di “ben 91 uffici del giudice di pace”, sottolineando “la scarsa praticabilità” del tema “dal momento che la soppressione di uffici giudiziari di livello superiore al giudice di pace avviene con atti aventi forza di legge, e richiede perciò un consenso politico molto difficile da coagulare. Guardo con favore – sottolineava il ministro – alla soppressione di pochissime sedi minori, la cui esistenza è effettivamente difficile da giustificare, mentre per tutte le altre rispetto alle quali si pone un problema di economicità occorre un atteggiamento più pragmatico”.

3. I DATI: Il 2° rapporto di valutazione dei sistemi giudiziari europei del CEPEJ; i Dati statistici sul Ministero della Giustizia

Alcuni dei dati sull’amministrazione della giustizia sono contenuti proprio nel già citato Libro Verde sulla Spesa Pubblica, altri e ben più corposi sono consultabili nel sito del CEPEJ, The European Commission for the Efficiency of Justice, e nel sito dello stesso Ministero della Giustizia alla sezione statistiche.

3.1 Il 2° rapporto di valutazione dei sistemi giudiziari europei della Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ) – organismo del Consiglio d’Europa impegnato nella promozione della qualità dei sistemi giuridici e del servizio pubblico della giustizia.

E’ bene evidenziare, preliminarmente, che la base normativa sulla quale si fonda l’attività del Consiglio d’Europa in ambito giudiziario è l’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per la quale ”Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti”.

Vigilano sul rispetto dell’articolo 6:

  • il Consiglio consultivo dei giudici europei (CCJE), composto esclusivamente da giudici in rappresentanza dei 47 stati membri dell’Organizzazione. La funzione del CCJE è di consolidare l’indipendenza, l’imparzialità e la competenza dei giudici;
  • la Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ), è impegnata nella promozione della qualità dei sistemi giuridici e del servizio pubblico della giustizia;
  • il Consiglio consultivo dei procuratori europei (CCPE) e dalla Rete di Lisbona per la formazione dei magistrati  svolge lavori complementari ai due organi sopra evidenziati.

Il rapporto di valutazione dei sistemi giudiziari europei contiene dati relativi a 45 paesi europei ed offre sia una chiave di lettura della giustizia in Europa, sia un’analisi degli indicatori essenziali.

Questo è il 2° rapporto di valutazione dei sistemi giudiziari europei della Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ) scaricabile e visionabile in pdf. E’ redatto in lingua inglese (è possibile scaricarlo anche il lingua francese).

Il rapporto contiene una grande quantità di dati singoli e aggregati, ivi comprese delle mappe europee su:

  • Il pagamento dei diritti di cancelleria o di un tribunale imposte in Europa (pag. 56);
  • Il Numero di giudici di una giurisdizione generale ogni 100.000 abitanti nel 2006 (pag. 79);
  • Sedi di tribunali per 100.000 abitanti nel 2006 (pag. 80);
  • Livello di implementazione delle attrezzature informatiche per l’assistenza diretta di un giudice (pag. 88);
  • Livello di implementazione delle attrezzature informatiche per la comunicazione sia fra i giudici sia nel loro ambiente (pag. 89);
  • Mappa geografica del numero dei pubblici ministeri ogni 100.000 abitanti nel 2006 (pag. 166);

Si tratta, comunque, sempre di dati aggregati che evidenziano la posizione dell’Italia all’interno del panorama europeo.

3.2 I Dati statistici sul Ministero della Giustizia

Nel sito del Ministero della Giustizia, nella sezione Studi ed Analisi dell’Ufficio delle Statistiche, abbiamo i dati Italiani, ed in particolar modo:

Ora, in tutti questi documenti, estremamente interessanti e corredati di grafici e tabelle analitiche, aggregate e non, non vi è alcuna mappa o cartina, ovvero analisi di sintesi rappresentata in uno schema visivo là dove si può comprendere immediatamente dove siano le criticità maggiori.

L’unica mappa (che non è una mappa) è quella relativa agli uffici giudiziari competenti in relazione al comune:

italia map

Cliccando sulla relativa regione si accede all’area delle provincie, cliccando sulla provincia si accede ad un elenco alfabetico dei comuni, cliccando sul relativo comune si accede all’elenco degli uffici competenti in relazione al comune.

In ultimo nella sezione Piante Organiche si può avere visione dei relativi dati  del personale dell’organizzazione giudiziaria anche qui suddivisi per tabelle.

4. Le criticità fondamentali e linee di intervento sulla Geografia Giudiziaria

Da sempre si è guardato alla revisione degli uffici giudiziari con riferimento:

  • a una migliore allocazione delle risorse disponibili fra gli uffici giudiziari esistenti
  • alla revisione della geografia degli uffici stessi.

Crediamo che, se è vero che la pianificazione basata sulle informazioni geografiche già di per sé è ricchezza, per effettuare qualsiasi tipo di intervento modificativo delle strutture amministrative della giustizia non si può prescindere da una attenta analisi cartografica dei dati.

Immaginiamo per un attimo di poter avere delle tavole nelle quali vengono visualizzate in base alle regioni, alle provincie o anche ai comuni stessi, la variabilità negli indici di carico di lavoro dei magistrati di Corte di appello, in materia penale e civile (l’indice di carico di lavoro è pari al rapporto tra il numero di procedimenti iscritti e il numero dei giudici al 31 dicembre di ciascun anno).

Ci renderemo conto dove, come ed anche perché, ad esempio con riguardo all’allocazione delle risorse effettivamente impiegate, la differenza di efficienza sia da rinvenire in problematiche aventi natura diversa (farraginosità dei riti processuali, eccesso di garanzie formali, insufficiente organizzazione, etc.). E quindi dove intervenire prontamente, anche in relazione alla effettiva ripartizione della domanda di giustizia.

Similmente si può dire con riferimento agli aspetti di geografia giudiziaria, il cui principale problema riguarda la dimensione degli uffici giudiziari.
La realizzazione di mappe strutturali, aggregate e non renderebbero immediatamente visibile l’esistenza nell’organizzazione giudiziaria di possibili e rilevanti “economie di scala” non sfruttate.

Ad esempio:

Come può, infatti essere ricercata una dimensione ottimale degli uffici giudiziari se non attraverso un esame comparativo del carico di lavoro ma anche degli strumenti messi a disposizione dell’amministrazione giudiziaria (sul punto si confronti la mappa sul Livello di implementazione delle attrezzature informatiche per la comunicazione pag. 88 del rapporto del CEPEJ).

La stupefacente funzionalità di un mappa è proprio quella di visualizzare e di raffrontare categorie omogenee e non, ma tutte rilevanti per effettuare delle scelte e/o interventi correttivi.

Le linee di intervento prospettate (mi riferisco a quelle del Libro Verde sulla Spesa Pubblica e al documento redatto nel corso XXIX CONGRESSO NAZIONALE FORENSE tenutosi di recente a Bologna, non so in che misura tengono conto di tali variabili combinate fra loro.

Per completezza espositiva indichiamo che:

L’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) ha indicato un percorso “a stadi successivi”:

  • avviare  immediatamente l’accorpamento degli uffici di più modeste dimensioni, cioè di quelle unità che sono disfunzionali sia sotto il profilo della resa del servizio, sia sotto il profilo delle diseconomie (se non sprechi) di risorse pubbliche. E’ stato individuato nella “dimensione 20” il limite al di sotto del quale tali aspetti sono assolutamente ingiustificabili,
  • l’ANM ha preparato una ricognizione sulla esatta consistenza degli uffici giudiziari (sommatoria tribunale + procura), che non superano tale limite. Da tale analisi, si evince che ben 67 su 98 uffici cd. piccoli hanno organici inferiori alle 20 unità (pari al 68% degli uffici di 1° grado), e che tra loro vi sono addirittura due uffici che coincidono con capoluoghi di corte di appello (L’Aquila e Campobasso).
  • unificazione degli uffici di minime dimensioni (6-10 unità) a quelli siti nei capoluoghi di provincia (che sono 21), in quanto la sopravvivenza di questi ultimi è indispensabile per talune funzioni (ad es., sezione misure di prevenzione personali e patrimoniali);
  • unificazione degli uffici di minime dimensioni (6-10 unità) agli altri che hanno consistenza numerica superiore alle 10 unità.

Le proposte enucleate nel corso del Congresso Nazionale Forense hanno riguardo a:

  • interventi che lasciano invariati gli uffici giudiziari e incidono sulla dimensione del territorio di competenza;
  • interventi che lasciano invariati i rapporti tra territorio di competenza e uffici giudiziari e tendono ad accorpare, secondo diverse modalità, uffici giudiziari (e relativi territori di competenza) ;
  • interventi di senso opposto su alcuni tribunali metropolitani (riduzione delle dimensioni troppo grandi con frazionamento dell’ufficio più grande in più uffici di dimensioni ridotte);
  • interventi anche sulle Corti di Appello.

Sebbene lo scrivente abbia alcune riserve su alcune proposte (ad esempio quella sul frazionamento dei tribunali metropolitani), ciò che mi preme sottolineare è la necessità di realizzare localmente un modello conoscitivo, da rendere pubblico, che fotografi l’attuale situazione e gli elementi sui quali intervenire, non sulla base di un calcolo numerico, ma avendo riguardo a tutte le componenti del fenomeno giustizia, quali quelle territoriali, olografiche e di viabilità, relative al livello di infrastrutture informatiche, comparate con i carichi pendenti ed il numero di magistrati impegnati.

In tal senso determinate decisioni e valutazioni non possono che essere prese in modo decentralizzato, sulla base dei dati accumulati a livello locale e delle esigenze reali del territorio.

Un corretto modus operandi dovrebbe condurre a portare le valutazioni e le scelte operative da effettuare innanzi al vaglio centralizzato (anche attraverso la Conferenza delle Regioni in accordo con il Ministero della Giustizia), in modo tale da avere un accordo condiviso a livello politico e, quindi, intervenire con il dibattito parlamentare al fine di varare la detta riforma sulla Geografia Giudiziaria.

L'articolo La Geografia Giudiziaria: la realizzazione di una mappa… per iniziare è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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