TANTO » franco farinelli http://blog.spaziogis.it le cose che ci piacciono ... Mon, 07 Nov 2016 09:59:24 +0000 it-IT hourly 1 Perché le cose che dice e scrive Piero Dominici mi piacciono tanto http://blog.spaziogis.it/2016/08/23/perche-le-cose-che-dice-e-scrive-piero-dominici-mi-piacciono-tanto/ http://blog.spaziogis.it/2016/08/23/perche-le-cose-che-dice-e-scrive-piero-dominici-mi-piacciono-tanto/#comments Tue, 23 Aug 2016 06:00:56 +0000 Sergio Farruggia http://blog.spaziogis.it/?p=6954 Il titolo richiama un mio vecchio post, dedicato agli insegnamenti del geografo Franco Farinelli. In effetti, a quello è proprio legato. Il prof. Piero Dominici è un sociologo. Teoria dei sistemi e teoria della complessità sono i suoi campi d’interesse, in particolare con riferimento alle organizzazioni complesse e alle tematiche riguardanti cittadinanza, democrazia, etica pubblica. [...]]]>

Il titolo richiama un mio vecchio post, dedicato agli insegnamenti del geografo Franco Farinelli. In effetti, a quello è proprio legato.

Il prof. Piero Dominici è un sociologo. Teoria dei sistemi e teoria della complessità sono i suoi campi d’interesse, in particolare con riferimento alle organizzazioni complesse e alle tematiche riguardanti cittadinanza, democrazia, etica pubblica. I risultati delle sue ricerche fecondano anche gli innumerevoli interventi divulgativi e d’impegno sociale, cui il nostro si applica con continuità assillante, a beneficio della crescita in noi di un atteggiamento di responsabilità (educazione e istruzione, sollecita lo studioso) nei riguardi della crescente complessità della nostra epoca. Per inciso, Dominici è socio di Stati Generali dell’Innovazione.

Nei primi giorni di agosto, sono stati pubblicati due suoi contributi, che segnalo molto volentieri. Sul Sole24Ore è disponibile un intervento a sostegno della mozione per la risoluzione Safeguarding and enhancing Europe’s Intangible Cultural Heritage e della consultazione pubblica connessa, promossa dal progetto #DiCultHer (consultazione pubblica http://diculther.today/).

Il secondo articolo, proposto su TechEconomy,  dal titolo “Dialettiche aperte: traiettorie e discontinuità della società (di massa) interconnessa/iperconnessa”, lascia intuire che la sua lettura richiederà impegno: ma ne vale la pena.

Da parecchio tempo, tenevo “in memoria” il proposito di segnalare su TANTO gli insegnamenti di questo studioso. E sarebbe rimasto probabilmente tutto nella “penna” se non fossi finito sul sito di PensieroCritico.eu, curato da Franco Mattarella, dove ho trovato la seguente mappa concettuale, che v’invito a esplorare.

La-societa-ipercomplessa-richiede-una-nuova-Comunicazione_mappa

Dominici ha coniato il termine “Società Ipercomplessa”, con cui identifica in maniera sintetica una società nella quale, rispetto al passato, prevalgono due fattori: l’Economia e un contesto storico-sociale, dominato dalla Comunicazione.

Percorrendo la mappa concettuale della Società Ipercomplessa, giungiamo al punto centrale, caro al sociologo: perché la nuova Comunicazione sostenga lo sviluppo socio-economico occorre investire in Formazione! Orientata a: Pensiero Critico, Cittadianza e Inclusione, Valutazione della Didattica, Uso di piattaforme collaborative (software open-source), Progetti di Social networking. Su questi punti, è necessario definire programmi in cui siano coinvolti: il settore Pubblico, Ricerca & Università e personale docente della Scuola.

Rimaniamo ancora sulla mappa concettuale: al tema del divario digitale, su cui per lo più focalizziamo la nostra attenzione, è affiancato il divario culturale (vedi il citato articolo del Sole24Ore), fenomeno in crescita anch’esso. A questo riguardo, Dominici raccomanda che la formulazione di nuovi programmi di Formazione, di iniziative di educazione e istruzione pensate per le sfide dell’ipercomplessità in un –ancora sconosciuto- ecosistema della connessione continua devono essere fortemente orientate al superamento della separazione tra saperi, discipline, competenze.

Vorrei avervi incuriosito e spingervi ad approfondire il lavoro di questo studioso (l’esplorazione della mappa offre molti altri punti d’ingresso). Può anche essere l’occasione per riascoltare la bella intervista di Andrea al prof. Farinelli, perché –oggi più che mai- il sapere geografico riveste un ruolo significativo per  smascherare la dicotomia “formazione umanistica vs. formazione scientifica”.

Per stare a nostro agio nella “società ipercomplessa” occorre l’appropriazione delle capacità cognitive e strumentali necessarie per utilizzare i nuovi media; l’impegno per un’alfabetizzazione digitale che dia la possibilità ai singoli, alle comunità e alle organizzazioni di partecipare in modo attivo a una società sempre più digitalizzata. Un’alfabetizzazione anche geo-digitale: con la quale però s’intenda non soltanto l’insegnamento e l’apprendimento delle conoscenze di base per l’uso delle tecnologie ma, soprattutto, l’acquisizione di una conoscenza consapevole del loro impiego nel lavoro e nella vita quotidiana, per muoverci in spazi ibridi, tra luoghi fisici e luoghi della Rete.

Tale consapevolezza, non può escludere la necessità di possedere, unitamente all’abilità nell’uso della tecnologia, anche capacità riguardanti la particolare forma dell’intelligenza, appunto spaziale, associata alla rappresentazione nella nostra mente del mondo esterno.

In altri termini, le iniziative di formazione/alfabetizzazione digitale relative all’ambito geografico devono accrescere e migliorare le capacità spaziali, approfittando delle nuove funzionalità rese disponibili dalla tecnologia. Esse devono essere orientate per accrescere sia l’abilità nell’uso competente e confidente delle mappe e la capacità di creare rappresentazioni (dati-informazione-conoscenza) cartografiche per mezzo degli strumenti che la tecnologia mette a disposizione, sia l’attitudine a pensare anche in termini spaziali quando affrontiamo situazioni e problemi nell’ambito della vita quotidiana, all’interno della società e del mondo che ci circonda.

 

 

L'articolo Perché le cose che dice e scrive Piero Dominici mi piacciono tanto è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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INDOVINA INDOVINELLO, QUAL PAESE SARÀ MAI QUELLO? http://blog.spaziogis.it/2010/03/27/indovina-indovinello-qual-paese-sara-mai-quello/ http://blog.spaziogis.it/2010/03/27/indovina-indovinello-qual-paese-sara-mai-quello/#comments Sat, 27 Mar 2010 19:18:50 +0000 Sergio Farruggia http://blog.spaziogis.it/?p=1876 “Lo spunto è giocondo, ma l’argomento è molto, assai serio” Incontro il professore Robert Laurini in occasione di una riunione del progetto GIS4EU e m’informa: “Il 4 marzo sarò a Genova: terrò un seminario al DISI (Dipartimento d’Informatica e Scienze dell’Informazione)”:  un grazie alla prof.ssa De Floriani per aver invitato il suo collega a Genova. [...]]]> “Lo spunto è giocondo, ma l’argomento è molto, assai serio”


Incontro il professore Robert Laurini in occasione di una riunione del progetto GIS4EU e m’informa: “Il 4 marzo sarò a Genova: terrò un seminario al DISI (Dipartimento d’Informatica e Scienze dell’Informazione)”:  un grazie alla prof.ssa De Floriani per aver invitato il suo collega a Genova.

corema pertantoIl ricercatore francese non ha certo bisogno di presentazione presso la comunità geomatica italiana. Viene spesso in Italia, per tenere lezioni  e seminari. Collabora con diversi centri universitari  e non pochi esperti  nazionali hanno trascorso un periodo della loro formazione all’Institut National des Sciences Appliquées (INSA) di Lione.  Penso che molti  lettori di TANTO avranno già avuto occasione di ascoltare direttamente dalla sua voce cosa rappresenta l’immagine qui riprodotta (Mi spiace, questi fortunati sono esclusi dal gioco!!).

Allora, riconoscete l’area geografica raffigurata con il COREMA riprodotto in figura? Ma cos’è un corema? C’informa il Nostro che il termine  non è nuovo,  è stato introdotto dal prof. Brunet, dell’Università di Montpellier per indicare una rappresentazione schematica del territorio, effettuata utilizzando una raccolta di simboli codificati, utili per eliminare ogni dettaglio superfluo per la comunicazione (e quindi la comprensione) di quanto si vuole raffigurare con la mappa.  All’INSA studiano l’applicazione di questi concetti sia per individuare nuovi modi di descrivere le conoscenze geografiche, sia  come strumento per accedere ai data base geografici.  Il primo filone attiene al tema del Data Mining geografico e quindi si concentra sulle modalità di individuazione di pattern geografici significativi e sulla loro estrazione per la rappresentazione di conoscenze geografiche contenute in un DB geografico.  L’altro filone riguarda lo studio su come sfruttare le mappe corematiche per rendere più efficiente la fruizione dei contenuti  di un Data Base geografico.  Se vogliamo, questa parte della ricerca può essere vista come l’applicazione speculare della precedente: una volta che ho individuato la modalità di rappresentazione globale dei contenuti di un DB geografico , quindi ho ottenuto sunti visuali dei contenuti del DB stesso a diversi livelli gerarchici (per es. nazionale, regionale, provinciale, …),  si possono studiare tecniche per accedere alle informazioni contenute nel DB, in funzione del  grado di approfondimento e di dettaglio che interessa riprodurre.

Spero di avere incuriosito chi ancora non conosceva l’argomento. Chi fosse interessato può recuperare qui una collezione delle slide proiettate da Laurini anche a Genova:  gli appassionati di linguaggi penso valuteranno interessante la struttura in più livelli del linguaggio ChorML. Personalmente, ho trovato anche istruttiva l’esposizione di come si sta affrontando il problema dell’accesso ai DB geografici: resto sempre attratto dagli esempi di contaminazione  tra differenti ambiti scientifici.

kandiskij pertantoMentre il professore parlava, mi sono venute in mente alcune considerazioni di Franco Farinelli su come ancora usiamo esaminare le mappe, cioè come se fossero pagine scritte; non le guardiamo come immagini. E –se ho inteso bene- come riflettendo su questa seconda modalità di osservazione, la mappa potrebbe darci nuove informazioni sul mondo, cioè sul Globo. Di fantasia in fantasia ho immaginato che un DB geografico possa essere come quel labirinto di cui parla Farinelli. In effetti, ad esempio il paradigma della Digital Earth è sferico e non piano, è profondo e non piatto,  non è statico ma sta nel tempo.  Insomma, ho pensato che sarebbe appassionante ascoltare questi due scienziati chiacchierare tra di loro, raccontarsi i loro studi, le loro riflessioni, i risultati e le domande ancora aperte. Sogno? Chissà forse un giorno … perTANTO…   la mappa, come l’Arte parafrasando Kandiskij,  “oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro”.

L'articolo INDOVINA INDOVINELLO, QUAL PAESE SARÀ MAI QUELLO? è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Perché le cose che dice e scrive il prof. Farinelli mi piacciono tanto? http://blog.spaziogis.it/2010/01/10/perche-le-cose-che-dice-e-scrive-il-prof-farinelli-mi-piacciono-tanto/ http://blog.spaziogis.it/2010/01/10/perche-le-cose-che-dice-e-scrive-il-prof-farinelli-mi-piacciono-tanto/#comments Sun, 10 Jan 2010 12:29:58 +0000 Sergio Farruggia http://blog.spaziogis.it/?p=1526 Note personali a seguito dell’intervista di Andrea Borruso al prof. Franco Farinelli Quando debbo presentarmi in rete, utilizzo sempre più o meno quest’affermazione: “Credo che  l’Informazione Geografica sia uno degli ambiti più affascinanti della nascente Società della Conoscenza”. Sono affezionato all’aggettivo “nascente”, mi fa sentire particolarmente partecipe di una trasformazione, di una rivoluzione senza precedenti [...]]]> Note personali a seguito dell’intervista di Andrea Borruso al prof. Franco Farinelli

Quando debbo presentarmi in rete, utilizzo sempre più o meno quest’affermazione: “Credo che  l’Informazione Geografica sia uno degli ambiti più affascinanti della nascente Società della Conoscenza”. Sono affezionato all’aggettivo “nascente”, mi fa sentire particolarmente partecipe di una trasformazione, di una rivoluzione senza precedenti nella storia dell’umanità, al cui centro viene posto proprio ciò che ci rende consapevoli del nostro essere: la funzione cognitiva. Sento  quindi come privilegio il vivere nell’epoca in cui alla società pastorale ed agricola, a quella industriale se ne aggiunge un’altra: quella della conoscenza.

In questa cornice, occuparsi di Informazione Geografica è un’opportunità speciale. Essa è:

  • un crogiolo per un gran numero di tecnologie: GIS, RS (telerilevamento), ERP (sistemi informativi per la pianificazione delle risorse), GPS, RFID (tecnologie per l’identificazione a radio frequenza), BI (business intelligence), WEB(x.0), ecc., ecc., ecc.;
  • “nidi” di network: reti di competenze discipline, saperi, domini applicativi; reti organizzative ancor prima che tecnologiche.

Penso ancora che tutto quello che si sperimenta, s’inventa, si realizza in questo quadro diventa stock di conoscenza, disponibile oltre i confini dell’Informazione Geografica: cioè è essa stessa conoscenza!

Per sottolineare questa affermazione noto che lo sviluppo dell’Informazione Geografica nelle forme più innovative entra in relazione con i paradigmi del XXI Secolo: riduzionismo-olismo, glocale, sostenibilità, sussidiarietà, solidarietà, cooperazione, comunicazione, … .

Quindi, credo che per seguire l’evoluzione di questo settore dell’ITC sia necessaria una risoluta adesione ai paradigmi dell’innovazione ed una forte tensione emotiva.  Osservo infine che il suo sviluppo sta pervadendo tutte le componenti della società ed offre opportunità per diffondere valori etici (libertà, equità, convivialità[1], …).

Questa è -per me- l’Informazione Geografica.

Il Geografo_-Jan_Vermeer_van_Delft_009Farinelli mi sollecita a pormi domande: gliene sono grato. Mi costringe a tralasciare le problematiche professionali quotidiane, a trascurare le difficoltà che incontro, oppure osservo, nel processo di sviluppo, di diffusione dell’Informazione Geografica così come lo immagino, come ho cercato di schematizzare sopra.

Quando ascolto le sue parole o leggo suoi testi ho l’impressione di trovare la fonte di tutte le informazioni necessarie per osservare, riflettere e procedere all’interno del labirinto dell’Informazione Geografica. Trovo corrispondenze dotte tra le tesi che lui sostiene, le ipotesi a cui si affida ed il dominio dell’Informazione Geografica. Qualche esempio tratto dalla chiacchierata con Andrea: i GIS definiti come “forma di sapere che mette in crisi la logica disciplinare”, quindi GIS “natura complessiva del sapere”; il richiamo al ruolo centrale della geografia alle origini della nostra cultura, “la forma originaria del sapere occidentale è la geografia”, quindi “tutto il sapere occidentale è geografico”. Forse è anche per questo che “i geografi più importanti non sono mai stati geografi di formazione: le innovazioni sono state portate da pirati che non avevano una loro specifica formazione disciplinare”. Ancora: viviamo “nel pieno della re-inscrizione dello statuto epistemologico ed ontologico delle cose” e sentiamo “l’esigenza di mettere a punto nuovi modelli del rapporto che esiste tra il sapere, la tecnica ed il funzionamento del mondo”. Quindi, “la sfida della nostra generazione è pensare che la terra sia una sfera, un globo topologicamente irriducibile a qualsiasi mappa”. Infine: “La crisi del mondo più preoccupante è l’abisso che si va spalancando tra il funzionamento del mondo e la nostra possibilità di comprensione”, cioè “l’origine di ogni crisi che noi registriamo consiste esattamente nella incapacità da parte nostra a formulare modelli che siano in grado di riferirsi ad uno stato delle cose che risponda in grado sostanziale a come le cose stanno”.

credited_2816041074_6e9472fc9eLe ultime affermazioni potrebbero quasi suonare come l’inquietante profezia di un infausto futuro, addirittura un anatema contro coloro che si dilettano nella “rappresentazione della rappresentazione”! Non credo però che questa sia l’interpretazione giusta. Penso invece che valga come scossa: nulla sarà più come prima e proprio in una fase come questa, quando “qualcosa non c’è più”, ma altri schemi, modelli, riferimenti non esistono ancora, diviene di fondamentale importanza acquisire attitudini e competenze per vivere consapevolmente nel cambiamento e governarne i processi. Semmai è un tendere la mano verso chi, più o meno consapevolmente, oppone resistenze all’innovazione, magari in difesa di privilegi e di posizioni di potere. Un invito, quindi, a vincere il disagio determinato dal venir meno delle certezze che hanno caratterizzato lo sviluppo della società del secolo scorso per lasciare emergere la consapevolezza di vivere un momento storico straordinario, che non ha precedenti: la trasformazione su scala planetaria innescata da un processo che trova le sue origini nella capacità di gestione sempre più efficiente dell’informazione e nella sua condivisione globale.

Rimanendo al dominio dell’Informazione Geografica: le sue parole valgono un’esortazione a colmare la frattura che si può creare tra chi interpreta l’evoluzione dell’Informazione Geografica come occasione per rimarcare il predominio di un proprio sapere, l’appartenere ad una propria comunità, poco incline a lasciarsi contaminare e chi ha lasciato un porto sicuro per un viaggio nel mondo quale esso è. Un mondo che ora comprende anche l’ecosistema digitale, secondo il concetto introdotto dal prof. Massimo Giordani per descrivere la convergenza tra dinamiche evolutive e reti informatiche, e la capacità di tali sistemi di auto-organizzarsi. Percepisco “risonanze” tra le affermazioni di Farinelli e gli stimoli proposti da Giordani, osservatori entrambi dello stesso mondo da due prospettive differenti, eppure convergenti.  Può essere di viatico allora il suggerimento che ho ascoltato proprio dal prof. Giordani, riportato su TANTO qui: la necessità di focalizzare l’attenzione sulla convergenza cognitiva, poiché “il modo di accedere alle informazioni e relazionarsi con le altre persone è cambiato radicalmente e continuerà a mutare rapidamente verso una sempre più forte sovrapposizione fra atomi e bit “. Butto sul tavolo schegge d’informazione che il 2009 ci ha lasciato, catturate gloogando sulla profezia di Negroponte: da New York … e da Roma (quest’ultima registrazione è a tratti disturbata: le slide sono qui).  Sono arrivato ad esse grazie al blog di  Daniel Casarin.

Vorrei, e lo spero tanto, che sulle pagine di TANTO questo dialogo appena iniziato possa continuare ed espandersi, affinché le cose che ci ha detto il prof. Farinelli abbiano un seguito, ci aiutino a comprendere “l’esigenza di mettere a punto nuovi modelli del rapporto che esiste tra il sapere, la tecnica ed il funzionamento del mondo”. Poi noi lettori di questo blog avremo qualche strumento in più per vivere la nostra professione con maggiore consapevolezza e adesione al tempo in cui viviamo.


[1]Chiamo conviviale una società in cui lo strumento  non sia dominio riservato di una casta burocratica, non sfugga dalle mani di tutti esercitando selvaggiamente le funzioni intrinseche alla sua struttura, ma sia utilizzabile dalla persona integrata nella collettività, per realizzare le proprie intenzioni.” Ivan Illich (Convivialità, ed. Mondatori)

L'articolo Perché le cose che dice e scrive il prof. Farinelli mi piacciono tanto? è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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In esclusiva per TANTO: intervista a Franco Farinelli http://blog.spaziogis.it/2009/11/19/in-esclusiva-per-tanto-intervista-a-franco-farinelli/ http://blog.spaziogis.it/2009/11/19/in-esclusiva-per-tanto-intervista-a-franco-farinelli/#comments Thu, 19 Nov 2009 17:00:23 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=1436 Ieri sono stato al GISDay di Palermo, e noi di TANTO siamo stati tra gli organizzatori. Per l’occasione Franco Farinelli ci ha concesso una bella intervista, che pubblichiamo qui in esclusiva (mi sento Bruno Vespa). Mi piace raccontarvi del “viaggio” che ci ha portato sino a qui. Poco più di un mese fa ho scritto [...]]]> Ieri sono stato al GISDay di Palermo, e noi di TANTO siamo stati tra gli organizzatori. Per l’occasione Franco Farinelli ci ha concesso una bella intervista, che pubblichiamo qui in esclusiva (mi sento Bruno Vespa). Mi piace raccontarvi del “viaggio” che ci ha portato sino a qui.

Poco più di un mese fa ho scritto un post sul mio primo “incontro” con il prof. Farinelli. E’ stato un contributo che mi ha riservato diverse soddisfazioni, la più importante delle quali è stata riscontrare l’effetto di disturbo positivo che ha provocato tra i lettori. Se ne ha un’evidenza tra i commenti al post, ma lo ho avuta anche a voce ed in chat.
Nelle settimane successive sono stato coinvolto nell’organizzazione di questo GISDay, e nella prima riunione si cercava con difficoltà di definire il taglio da dare alla giornata; la cosa era complicata dal fatto che non ci si conosceva bene tra tutti i partecipanti. Poi qualcuno dice: “bello il post su Farinelli”. Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito di avere fatto il primo piccolo grande passo. Poco dopo: “Andrea, ma perché non invitiamo Franco Farinelli??” (“argh” ho pensato io). Ma l’effetto domino non è finito.
Racconto infatti di questa proposta via email agli altri autori di TANTO, ed uno di loro (preferisco mantenere la privacy) mi racconta che l’avrebbe incontrato in presenza da lì a pochi giorni, per provare a coinvolgerlo in maniera più diretta su questo blog. Partiva quasi un’operazione di accerchiamento.
Rompo allora gli indugi e mi metto in contatto con Franco Farinelli. Mi dice subito di non poter essere con noi in presenza, ma di essere disponibile per un’intervista a distanza.

L’intervista è stata fatta. Avremmo voluta farla in diretta ieri, ma abbiamo preferito registrala il 17 per evitare qualsiasi inaspettato problema tecnico (“il bello della diretta”).

Ringrazio molto il prof. Farinelli per la sua disponibilità, ma sopratutto ed ancora una volta, per avere stimolato delle sane reazioni chimiche tra i presenti in sala. Spero che vi faccia lo stesso effetto, e mi piacerebbe che lasciaste qui traccia delle vostre sensazioni.

Buona visione :-D

L'articolo In esclusiva per TANTO: intervista a Franco Farinelli è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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Le parole di Franco Farinelli, un dono per tutti noi http://blog.spaziogis.it/2009/10/05/le-parole-di-franco-farinelli-un-dono-per-tutti-noi/ http://blog.spaziogis.it/2009/10/05/le-parole-di-franco-farinelli-un-dono-per-tutti-noi/#comments Mon, 05 Oct 2009 20:48:23 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=1136 Ho passato un periodo in cui mi è risultato difficile leggere. Ho provato a cambiare genere ed autori, ma senza cambiare risultato. Poi il miracolo, grazie al digitale terrestre. E’ entrato a casa mia da tre mesi, e due canali – RAI News 24 e RAI storia – mi riservano spesso delle piccole perle. L’otto [...]]]> Ho passato un periodo in cui mi è risultato difficile leggere. Ho provato a cambiare genere ed autori, ma senza cambiare risultato. Poi il miracolo, grazie al digitale terrestre.

E’ entrato a casa mia da tre mesi, e due canali – RAI News 24 e RAI storia – mi riservano spesso delle piccole perle. L’otto Luglio scorso alle 8 di mattina, mentre provavo a svegliarmi, sono stato letteralmente rapito da un programma trasmesso dal primo dei due. Un uomo con lo sguardo vivo, parlava della Terra con parole “nuove”; dopo pochi minuti ho dovuto spegnere ed andare in ufficio. Ho annotato allora sul mio smartphone qualche dettaglio sul programma (lo so, sono malattie gravi) e sono uscito.

Durante la pausa pranzo dello stesso giorno, apro la pagina  con il palinsesto, e leggo il nome esatto del programma: “Parole e teatro. Franco Farinelli e Margherita Hack”. Soddisfatto mi “tuffo” nel nuovo sito RAI, per provare a vederlo per intero in streaming.  Non lo trovo e scrivo alla redazione di Magazzini Einstein – il “contenitore televisivo dedicato a temi, eventi e personaggi dell’arte e della cultura, del presente e del passato” – che ha curato il programma; mi rispondono subito, mi confermano che non è ancora visibile e che lo sarebbe stato nei mesi seguenti.

L'invezione della TerraCambio strategia, concentro le mie ricerche web sull’uomo con lo sguardo acceso: Franco Farinelli. Tra i primi risultati, il libro “L’invenzione della Terra“. E’ pubblicato da Sellerio nella collana “Alle 8 della sera”; in questa vengono pubblicate le trascrizioni, rivedute e corrette, delle conversazioni trasmesse nell’omonimo programma di Radio DUE RAI.  L’ho comprato subito, anzi non proprio subito, ma è un’altra storia.

Nella nota di apertura Sergio Valzania, il curatore della collana, scrive:

“Non avevo mai riflettuto sulla lunghezza e la complessità del percorso che ha condotto l’umanità alla rappresentazione del mondo che ci consente di ridurre un territorio ad una mappa e l’intera Terra ad una raffigurazione a stampa”

Dopo avere letto questo libro ho pensato con forza: anche io!!

L’autore, a me sconosciuto (me ne vergogno), ha un curriculum importante: ha insegnato geografia a Ginevra,  Los Angeles (UCLA), Berkley e a Parigi (alla Sorbona e all’École Normale Supérieure). Ci racconta il ruolo che avevano le rappresentazioni della Terra, quando il mondo era più piccolo perché in gran parte sconosciuto; ci descrive l’evoluzione della geografia, dall’Enuma Elis alla moderna cartografia.  Lo fa usando una lingua ricca e semplice, come fanno spesso i grandi didatti. Ma torniamo al digitale terrestre.

A fine Settembre ricevo infatti un’email da Stefania Valentino, una  gentilissima consulente della redazione RAI di Magazzini Einstein; mi scrive che è finalmente possibile guardare in streaming, il programma che mi aveva acceso dei neuroni da tempo in stato comatoso.

Il filmato potete guardarlo sul sito ufficiale. La prima parte, quella con Franco Farinelli, dura circa 20 minuti. Dedicategli un tempo “speciale”, senza interruzioni e distrazioni. Alla fine sarete dei “tecnici” migliori, perché capaci di guardare un po’ più là di uno scarto quadratico medio ;-)

franco farinelli

Se vorrete “ascoltare” anche tutto il libro, troverete qui tutti i capitoli.

Così come oggi l’universo – dicono gli astronomi – è una collezione di storie, la Terra è fin dall’inizio un insieme di modelli, per mezzo dei quali mettiamo ordine e stabiliamo relazioni tra le cose di cui si compone “lo spazio riempito di cose terrestri”. Attraverso la cosmogonia, la cosmologia, la scienza, la letteratura e l’arte, quel che anima la riflessione occidentale è l’antitesi tra due principali e formidabili modelli, alternativi e irriducibili fra loro: la mappa e il globo. L’intera modernità è stata costruita sulla prima, attraverso la riduzione ad essa del mondo, ed è in tal modo che la cultura occidentale ha inventato la Terra. Ma oggi il funzionamento del mondo non dipende più dallo spazio e dal tempo, che per la scienza esistono soltanto nella forma in cui esistono sulle mappe. Oggi dobbiamo fare i conti direttamente con il globo, senza nessuna delle tradizionali mediazioni. E poiché tutti i nostri modelli sono stati, direttamente o indirettamente, di natura cartografica, ciò vuol dire che dobbiamo urgentemente procedere alla reinvenzione della Terra.

E’ stato particolarmente difficile scrivere questo post, e credo si veda. La qualità del materiale di cui vi ho scritto, mi ha in qualche modo annichilito. Se e quando troverete il tempo per dedicarvi alle parole di Farinelli, mi piacerebbe sapere se vi ha fatto lo stesso effetto. Buona visione (e ascolto).

L'articolo Le parole di Franco Farinelli, un dono per tutti noi è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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