TANTO » video http://blog.spaziogis.it le cose che ci piacciono ... Mon, 07 Nov 2016 09:59:24 +0000 it-IT hourly 1 Raccontare la ricerca, l’esempio dell’USGS http://blog.spaziogis.it/2012/06/29/raccontare-la-ricerca-lesempio-dellusgs/ http://blog.spaziogis.it/2012/06/29/raccontare-la-ricerca-lesempio-dellusgs/#comments Fri, 29 Jun 2012 07:30:36 +0000 Giovanni Allegri http://blog.spaziogis.it/?p=5027 “Science for a Changing World”, la scienza per un mondo che sta cambiando. E’ con un video di sette minuti e mezzo che il servizio geologico nazionale statunitense (USGS) ha deciso, con una sintesi narrativa eccellente, di raccontare le sue attività e i suoi onorevoli 133 anni di storia. Rimbalzato rapidamente tra i nostri tweet, ha incuriosito noi tutti di TANTO, fino a spingere Andrea Borruso a domandare sulla pagina di Facebook dell’USGS, se fossero disponibili i sottotitoli per poterlo tradurre in italiano, così come avevamo fatto per i quattro episodi di Geospatial Revolution. Poco meno di un giorno (il tempo del fuso orario) ed arriva la risposta col link ai sottotitoli. Con un tempismo da fuga in maglia rosa, Antonio Falciano inizia la traduzione con Amara, il servizio di traduzione sottotitoli online fornito da Universal subtitles, che poi concludo io con qualche ritocco e correzione di refusi qua e là. Et voilà, ecco che nel giro di due giorni il video è a disposizione anche per chi avesse meno dimestichezza con la lingua inglese.
Ma perché abbiamo desiderato tradurlo e pubblicarlo? Al di là dei contenuti del video e del fascino che le attività dell’USGS hanno da sempre esercitato su professionisti e ricercatori dell’ambito naturalistico, personalmente la sua visione mi ha suscitato suggestioni e riflessioni che penso possano essere sintetizzate in tre aspetti.

Anzitutto, mi stupisce l’attenzione che l’USGS, come anche altri istituti ed enti federali statunitensi, dedica alla comunicazione e alla divulgazione delle proprie attività. La volontà di rendere partecipi e consapevoli i cittadini di cosa succede tra i muri di istituti di ricerca pubblici come il servizio geologico, è sicuramente alimentata dall’interesse, da parte delle istituzioni federali, di mostrare l’efficacia ed il ritorno degli ingenti investimenti, sostenuti dalla fiscalità pubblica, che ogni anno vengono riversati in tali enti. Avvicinare i cittadini al mondo della ricerca, raccontare – ed uso specificatamente questo termine – il lavoro dei ricercatori, nelle forme di volta in volta più opportune ed efficaci, ritengo debba essere considerata una delle componenti fondamentali e prioritarie per ogni ente, perché oltre ad essere un esercizio di trasparenza, è un’attività che aiuta ad alimentare nelle persone la consapevolezza dell’importanza della ricerca, pura e applicata, e a sfatare l’immaginario di un mondo astratto, perso tra teorie, libri e formule, poco attinenti alla realtà quotidiana della gente. Questo video mi offre l’occasione di augurare anche ai nostri enti di coltivare sempre di più questa pratica e di curarla particolarmente anche come occasione per riacquisire un po’ del credito che, molte gestioni economiche e scelte politiche disastrose e poco lungimiranti degli ultimi anni, hanno contribuito a logorare. A questo proposito mi complimento con i vari enti dell’area fiorentina per la due giorni di “Scienzaestate”, recentemente realizzata presso il Polo Scientifico dell’Università di Firenze.

Un altro aspetto che mi ha particolarmente colpito è la modalità con cui l’USGS gestisce le sue pubblicazioni. Mi soffermo soltanto su un aspetto specifico, relativo a questo video. Alla nostra richiesta di poter avere le trascrizioni dei testi, hanno potuto rispondere immediatamente grazie al fatto che tutti i video presenti nella loro galleria multimediale, oltre ad essere scaricabili in vari formati, sono corredati anche dai testi trascritti disponibili nel formato standard W3C Timed Text (TT) Authoring Format V1.0, grazie al quale è stato possibile impiegare gli strumenti offerti da Amara per creare i sottotitoli tradotti. Sembrerà poco, ma è anche attraverso queste “raffinatezze” che si coglie una reale volontà di condividere e promuovere un prodotto, così come viene affermato anche dalla mission del gruppo Core Science dello stesso USGS.

Concludendo, vorrei sottolineare un aspetto che ritengo importante, e spesso sottovalutato, per l’efficacia della comunicazione istituzionale. Sottolineo nuovamente il verbo “Raccontare”. Comunicare l’attività di un ente significa riuscire a trasmettere, parallelamente ad un contenuto puramente informativo, sensazioni, suggestioni ed emozioni, che permettono di condividere non soltanto il lato tecnico e funzionale dell’attività ma anche- e forse, soprattutto – il “cuore” che anima e muove tanti operatori e ricercatori. Conoscere è sì un’attività analitica, ma alla base è alimentata dalla capacità di lasciarsi affascinare, di fermarsi ad ammirare, di alimentarsi di stupore, ma anche di affrontare il fallimento, di attendere il momento giusto, di superare fatiche e attese… E’ insomma un’esperienza profondamente umana, e come tale dovrebbe essere raccontata.

(Qui sotto il video sottotitolato in italiano, a questo link il video originale)

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La rivoluzione geospaziale continua! http://blog.spaziogis.it/2011/08/11/la-rivoluzione-geospaziale-continua/ http://blog.spaziogis.it/2011/08/11/la-rivoluzione-geospaziale-continua/#comments Thu, 11 Aug 2011 15:24:46 +0000 Antonio Falciano http://blog.spaziogis.it/?p=3977 Era il maggio 2009 quando TANTO cominciava a raccontare di Geospatial Revolution Project, definendolo come un “ambizioso progetto con il quale diffondere la consapevolezza della coscienza geografica in un mondo nel quale ormai (quasi) tutti sanno cosa siano Google Earth e Streetview”, di come queste tecnologie siano usate non solo negli smartphone e nei ricevitori [...]]]> Era il maggio 2009 quando TANTO cominciava a raccontare di Geospatial Revolution Project, definendolo come un “ambizioso progetto con il quale diffondere la consapevolezza della coscienza geografica in un mondo nel quale ormai (quasi) tutti sanno cosa siano Google Earth e Streetview”, di come queste tecnologie siano usate non solo negli smartphone e nei ricevitori GPS delle automobili, ma anche in molte branche della scienza, nell’allocazione ottimale delle risorse, nel governo del territorio, nella gestione delle crisi internazionali …e molto altro ancora, sempre di più davanti ai nostri occhi. E provando a fare un bilancio, GRP si è effettivamente dimostrato al di là di ogni nostra più rosea aspettativa.

Abbiamo preso a cuore questo progetto poiché rappresenta, a nostro modesto avviso, una sintesi non tecnica particolarmente efficace a livello divulgativo che descrive ottimamente quello che è il mondo delle tecnologie geospaziali che ci piace tanto …e non solo! Ci ha offerto infatti innumerevoli spunti di riflessione, ponendoci davanti diversi interrogativi. Dove saremmo ora se John Snow non avesse disegnato la sua mappa leggendaria, ponendo così le basi per l’analisi spaziale in senso moderno? A quale destino ancor più amaro sarebbe andato incontro Haiti dopo l’immane catastrofe del terremoto del 2010, se non fossero esistiti il progetto OpenStreetMap e i suoi contributori provenienti da ogni angolo del mondo? Gli abitanti di Kibera avrebbero oggi a disposizione fondamentali servizi laddove prima non c’erano, se non fosse stata messa in campo l’iniziativa meravigliosa di Map Kibera? E ce ne sarebbero tanti altri…

Un viaggio durato un paio d’anni, ma che certamente non si esaurisce qui. L’epilogo del quarto ed ultimo episodio (di cui finalmente abbiamo terminato la traduzione dei sottotitoli e che vi riproponiamo in questo post) condensa tutto il senso di quanto ci siamo detti finora e quanto ancora deve venire:

Questa tecnologia sta cambiando il modo in cui guardiamo il mondo. Stiamo acquisendo la comprensione basata sulla localizzazione di qualsiasi cosa sul pianeta rendendola ora quasi tangibile. [...] La geografia e la scienza stanno per fare la differenza. Aiuteranno i governi a prendere decisioni migliori, aiuteranno le persone a imparare cose in modi nuovi, aiuteranno i cittadini a comprendere il loro governo e mettersi in gioco, contribuiranno a salvare il mondo.

Non ci resta che attuarla questa rivoluzione giorno dopo giorno, cercando di disseminare in maniera capillare questa nuova forma di consapevolezza, a partire dai banchi di scuola per finire a quelli di chi ci governa, e immaginando nuovi possibili utilizzi di queste tecnologie al servizio dell’intera umanità. L’evoluzione dell’homo geographicus si trova ancora sul ramo ascendente della sua parabola, per cui abbiamo ancora tanta strada da percorrere…

…la rivoluzione geospaziale continua!

 

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La Rivoluzione GeoSpaziale? L’orgoglio di creare una mappa http://blog.spaziogis.it/2011/05/03/la-rivoluzione-geospaziale-lorgoglio-di-creare-una-mappa/ http://blog.spaziogis.it/2011/05/03/la-rivoluzione-geospaziale-lorgoglio-di-creare-una-mappa/#comments Tue, 03 May 2011 21:29:51 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=3694 A fine 2009, nel mio ormai “tradizionale” post augurale di fine anno, scrissi queste parole a proposito del progetto “Map Kibera“: Senza la conoscenza di base della geografia di Kibera, sarebbe stato impossibile aprire una discussione su come migliorare il quotidiano dei residenti. I dati su un’entità e l’accesso a questi, ancora una volta consentono [...]]]> A fine 2009, nel mio ormai “tradizionale” post augurale di fine anno, scrissi queste parole a proposito del progetto “Map Kibera“:

Senza la conoscenza di base della geografia di Kibera, sarebbe stato impossibile aprire una discussione su come migliorare il quotidiano dei residenti. I dati su un’entità e l’accesso a questi, ancora una volta consentono di creare un valore aggiunto, e di rendere visibile l’invisibile.

Nel rileggermi riconosco e ricordo l’emozione che mi portò a scrivere queste parole, ed oggi – con l’uscita del IV episodio di Geospatial Revolution Project - ho rinnovato con forza quelle belle sensazioni.

Il IV episodio di GRP – ultimo della serie – è diviso (come i precedenti) in capitoli.

Nel primo - “Monitoring a Changing Climate” – viene illustrata l’importanza di misurare i fenomeni che coinvolgono il nostro pianeta e la nostra vita. Eventi apparentemente lontani da molti di noi (cittadini metropolitani) come l’assottigliamento dei ghiacciai o la deforestazione. Tra gli strumenti di misura (hardware, software e di conoscenza), ci sono certamente quelli messi a disposizione dalla rivoluzione geospaziale.

Nel secondo - ”Preventing Hunger” - si  mostra l’importanza che le tecnologie per la gestione e l’analisi delle informazioni geografiche hanno nel pianificare gli interventi di aiuto alimentare. Di come qualcosa di impalpabile come un’analisi NDVI, possa trasformarsi in aiuto concreto da portare in luogo mai visitato, e conosciuto grazie (anche) a tradizionali tecniche di remote sensing.

Il quarto – “Tracking Desease” – ci fa conoscere il fantastico John Snow, che nel 1854 studiò un’epidemia di Colera avvenuta a Londra, utilizzando l’analisi spaziale. Posizionando su una mappa la diffusione dei casi della malattia, constatò che si concentravano attorno ad una pompa dell’acqua nel distretto di Soho; dei raggruppamenti di eventi correlati temporalmente e spazialmente (dei cluster). Queste evidenze lo portarono ad individuare la causa dell’epidemia.

Il capitolo conclusivo – “Mapping Power to the People” – è quello che mi fatto tornare alla fine del 2009, e che mi ha dato l’ispirazione per il titolo del post. Douglas Namale, un uomo di Kibera, al minuto 15 dice una cosa bellissima: “la prima volta che ho visto la mappa [n.d.r. quella realizzata per il progetto], ero orgoglioso. Non è stata fatta da altri, ma da me“. Il lavoro suo e di tutte le persone coinvolte nel progetto, ha fatto in modo che in questo luogo lontano (non solo geograficamente) potessero sorgere delle strutture sanitarie e delle stazioni di polizia. Questo è veramente rivoluzionario.

Buona visione

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Il terzo episodio di Geospatial Revolution in italiano http://blog.spaziogis.it/2011/04/18/il-terzo-episodio-di-geospatial-revolution-in-italiano/ http://blog.spaziogis.it/2011/04/18/il-terzo-episodio-di-geospatial-revolution-in-italiano/#comments Mon, 18 Apr 2011 09:38:59 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=3642 Siamo quasi in dirittura d’arrivo con le nostre traduzioni di questo bel progetto. Il prossimo, in uscita in lingua originale il 3 Maggio, sarà infatti l’ultimo episodio. Il terzo è stato “difficile” da tradurre. Chiunque si occupi di sistemi informativi geografici, sa che la guerra è uno dei “finanziatori” principali di questo mondo, ma leggere [...]]]> Siamo quasi in dirittura d’arrivo con le nostre traduzioni di questo bel progetto. Il prossimo, in uscita in lingua originale il 3 Maggio, sarà infatti l’ultimo episodio.

Il terzo è stato “difficile” da tradurre. Chiunque si occupi di sistemi informativi geografici, sa che la guerra è uno dei “finanziatori” principali di questo mondo, ma leggere “Milosevic was smart” è stato quantomeno inquietante (è soltanto uno degli esempi); non per niente lo abbiamo ribattezzato “il lato oscuro della rivoluzione geospaziale“.

L’episodio, tuttavia, offre anche alcuni esempi di utilizzo delle tecnologie di geolocalizzazione applicate al mondo della sicurezza pubblica, in materia lotta al crimine e di gestione di tutte quelle persone alle quali sono applicate misure alternative alla detenzione, ovvero misure di prevenzione connesse alla pericolosità sociale del soggetto. Temi e soluzioni di particolare attualità sui quali vale la pena riflettere.

Ancora una volta buona visione.

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Rispettare i limiti in bicicletta http://blog.spaziogis.it/2011/03/23/rispettare-i-limiti-in-bicicletta/ http://blog.spaziogis.it/2011/03/23/rispettare-i-limiti-in-bicicletta/#comments Wed, 23 Mar 2011 15:53:33 +0000 Antonio D'Argenio http://blog.spaziogis.it/?p=3545 Tra le cose che mi piacciono,  la cartografia e le biciclette occupano un posto importante. Questo simpatico video del britannico Ordnance Survey le mette assieme per illustrare i vantaggi delle mappe della linea OS Select. Si tratta di prodotti a stampa di scala e taglio standard, centrati su un punto indicato da chi acquista. L’idea [...]]]> Tra le cose che mi piacciono,  la cartografia e le biciclette occupano un posto importante. Questo simpatico video del britannico Ordnance Survey le mette assieme per illustrare i vantaggi delle mappe della linea OS Select. Si tratta di prodotti a stampa di scala e taglio standard, centrati su un punto indicato da chi acquista. L’idea ed il video hanno già qualche anno.
A quando qualcosa del genere in Italia?

 

Clicca qui per vedere il video incorporato.

 

 

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Il significato di “essere umano” (GRP ep. 2) http://blog.spaziogis.it/2011/03/16/il-significato-di-%e2%80%9cessere-umano-grp-ep-2/ http://blog.spaziogis.it/2011/03/16/il-significato-di-%e2%80%9cessere-umano-grp-ep-2/#comments Wed, 16 Mar 2011 22:28:18 +0000 Pietro Blu Giandonato http://blog.spaziogis.it/?p=3508 Il titolo, forse un pò pretenzioso, richiama le battute finali del secondo episodio di Geospatial Revolution Project, finalmente disponibile con i sottotitoli in italiano alla cui traduzione abbiamo lavorato tutti noi di TANTO. Inutile dire che il sodalizio che si è creato con gli amici della Penn State University ci rende particolarmente orgogliosi. Buona visione. [...]]]> Inutile dire che il sodalizio che si è creato con gli amici della Penn State University ci rende particolarmente orgogliosi. Buona visione.

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La Rivoluzione Geospaziale parla italiano http://blog.spaziogis.it/2011/01/14/la-rivoluzione-geospaziale-parla-italiano/ http://blog.spaziogis.it/2011/01/14/la-rivoluzione-geospaziale-parla-italiano/#comments Thu, 13 Jan 2011 23:28:08 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=3259 All’uscita del primo bell’episodio di Geospatial Revolution Project qualcosa mi aveva lasciato perplesso, ma non capivo cosa. Dopo qualche ora e qualche email (un ringraziamento particolare a Sergio Calabrese) ho realizzato che gli “mancava la parola”. Un prodotto di divulgazione così ben fatto, che merita la diffusione nelle scuole, sarebbe stato ancora più efficace se [...]]]> All’uscita del primo bell’episodio di Geospatial Revolution Project qualcosa mi aveva lasciato perplesso, ma non capivo cosa. Dopo qualche ora e qualche email (un ringraziamento particolare a Sergio Calabrese) ho realizzato che gli “mancava la parola”. Un prodotto di divulgazione così ben fatto, che merita la diffusione nelle scuole, sarebbe stato ancora più efficace se corredato dai sottotitoli in lingua originale. Nei giorni successivi molti utenti hanno scritto alla Pennsylvania State University per sollecitare la pubblicazione dei sottotitoli, ed dopo poche settimane erano presenti sul canale ufficiale di YouTube. Ma l’appetito viene mangiando.

La presenza dei sottotitoli infatti ci ha fatto venire subito la voglia di tradurli in italiano. Abbiamo scritto ai responsabili del progetto per chiedere “ufficialmente” di farlo e dopo qualche ora abbiamo ricevuto un’email dai toni molto gentili e con in allegato il file .xml con i sottotitoli in inglese. Lo abbiamo tradotto ed oggi finalmente è possibile “leggerlo” in italiano (anche qui sotto).


Un’ultima annotazione  forse un po’ autocelebrativa (mi scuso): fa un certo effetto essere in questo elenco, che inizia con la “A” di ASPRS Foundation e finisce con la “W” di Where 2.0.

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Città digitali, il secondo episodio di Geospatial Revolution http://blog.spaziogis.it/2010/11/04/citta-digitali-il-secondo-episodio-di-geospatial-revolution/ http://blog.spaziogis.it/2010/11/04/citta-digitali-il-secondo-episodio-di-geospatial-revolution/#comments Thu, 04 Nov 2010 08:06:11 +0000 Pietro Blu Giandonato http://blog.spaziogis.it/?p=2916 Ormai il racconto a puntate sulla rivoluzione geospaziale curato dalla Penn State University sta diventando un appuntamento per noi irrinunciabile. Per il primo episodio sono intanto disponibili i sottotitoli. Non ci sarebbe nulla da dire di più che: guardatelo e godetevelo, ma ci piace comunque sottolineare brevemente alcune delle cose più belle e interessanti che [...]]]> Ormai il racconto a puntate sulla rivoluzione geospaziale curato dalla Penn State University sta diventando un appuntamento per noi irrinunciabile. Per il primo episodio sono intanto disponibili i sottotitoli.

Non ci sarebbe nulla da dire di più che: guardatelo e godetevelo, ma ci piace comunque sottolineare brevemente alcune delle cose più belle e interessanti che vengono mostrate in questo secondo episodio.

Capitolo 1 – “Creating an interactive City”, ovvero di come Portland sia diventata una delle città più “digitali” degli USA, con ingenti investimenti nelle tecnologie geospaziali e l’iniziativa “civicApps (se avete tempo vale la pena un suo approfondimento) con la quale i cittadini hanno la possibilità di segnalare mediante dispositivi mobili (scatta una foto, localizzala e commenta) situazioni che necessiterebbero di un intervento da parte del Comune. O ancora di come l’augmented reality consenta agli utenti del trasporto pubblico di Portland di essere costantemente aggiornati sugli orari di arrivo dei mezzi.

Nel Capitolo 2 – “Powering Business” un importante corriere afferma come sia fondamentale risparmiare anche un solo miglio di strada, per poter ottimizzare al massimo i costi. E’ per questo che hanno ingaggiato matematici e statistici per poter trovare modi e metodi per definire le rotte che ogni mezzo percorre quotidianamente. E in questo processo, ovviamente, le applicazioni GIS di tracking e routing hanno un ruolo fondamentale.

Avevamo già destato l’attenzione sul fatto che il futuro della medicina è nella geografia, e nel Capitolo 3 – “Finding a Healthy Future” viene dimostrato come l’analisi geografica dei bisogni delle persone, della loro salute e della disponibilità ad esempio di supermercati che vendano “cibi salutari” siano strettamente connesse. Senza trascurare le opportunità di sviluppo economico che l’analisi spaziale porta nella localizzazione di nuovi negozi.

Concludo con una frase di Cowen:

Nuove persone, nuove organizzazioni stanno costruendo applicazioni che non avremmo mai immaginato prima.

Applicazioni – ma soprattutto persone – che stanno crescendo in numero, e che sempre più ci stupiranno…

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Che la Rivoluzione Geospaziale abbia inizio! http://blog.spaziogis.it/2010/09/16/che-la-rivoluzione-geospaziale-abbia-inizio/ http://blog.spaziogis.it/2010/09/16/che-la-rivoluzione-geospaziale-abbia-inizio/#comments Thu, 16 Sep 2010 07:03:55 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=2656 Lo so, sembra soltanto un titolo ad effetto, ma in realtà è molto più descrittivo di quanto si possa pensare. Nel Maggio del 2009 Pietro ci ha infatti raccontato di “un ambizioso progetto con il quale diffondere la consapevolezza della coscienza geografica”, tramite la produzione di 8 video brevi e di un documentario di 60 minuti.

Il nome di quel progetto è proprio  “Geospatial Revolution Project” ed è uscito finalmente il bellissimo primo episodio. Agli esperti di geomatica non sembrerà che ci sia nulla di nuovo, ma l’obiettivo del progetto è altro:

The mission of the Geospatial Revolution Project is to expand public knowledge about the history, applications, related privacy and legal issues, and the potential future of location-based technologies.

Spiegare bene un concetto, con parole comprensibili a tutti, è di per se qualcosa di  rivoluzionario e se “il buon giorno si vede dal mattino”, prevedo un futuro molto soleggiato. Nel film ci sono molte facce note e potenti di questo mondo, ma voglio sottolineare che il capitolo più lungo e più bello di questo primo episodio – denominato “Why We Need It” – è dedicato quasi interamente all’importanza che l’informazione spaziale e il suo impiego corretto hanno nella gestione di drammi umanitari, come quello conseguente al terremoto di Haiti, del 12 Gennaio del 2010. In quell’occasione i terminali mobili (telefonini e GPS), i social network e progetti prodigiosi come Ushahidi e OpenStreetMap hanno contribuito al salvataggio di molte vite nel dopo terremoto.

Prima di chiudere due promesse. La prima è quella già lanciata da Pietro, e che confermo: vi daremo conto dei prossimi episodi e proveremo a farvene sempre una brevissima sintesi. La seconda è che scriveremo almeno un post interamente dedicato a Ushahidi, in cui descriveremo la piattaforma tecnologica su cui si basa, come si installi e si gestisca.

Ci sarebbe altro da dire, ma sarà per la prossima. Buona visione!!!

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In esclusiva per TANTO: intervista a Franco Farinelli http://blog.spaziogis.it/2009/11/19/in-esclusiva-per-tanto-intervista-a-franco-farinelli/ http://blog.spaziogis.it/2009/11/19/in-esclusiva-per-tanto-intervista-a-franco-farinelli/#comments Thu, 19 Nov 2009 17:00:23 +0000 Andrea Borruso http://blog.spaziogis.it/?p=1436 Ieri sono stato al GISDay di Palermo, e noi di TANTO siamo stati tra gli organizzatori. Per l’occasione Franco Farinelli ci ha concesso una bella intervista, che pubblichiamo qui in esclusiva (mi sento Bruno Vespa). Mi piace raccontarvi del “viaggio” che ci ha portato sino a qui. Poco più di un mese fa ho scritto [...]]]> Ieri sono stato al GISDay di Palermo, e noi di TANTO siamo stati tra gli organizzatori. Per l’occasione Franco Farinelli ci ha concesso una bella intervista, che pubblichiamo qui in esclusiva (mi sento Bruno Vespa). Mi piace raccontarvi del “viaggio” che ci ha portato sino a qui.

Poco più di un mese fa ho scritto un post sul mio primo “incontro” con il prof. Farinelli. E’ stato un contributo che mi ha riservato diverse soddisfazioni, la più importante delle quali è stata riscontrare l’effetto di disturbo positivo che ha provocato tra i lettori. Se ne ha un’evidenza tra i commenti al post, ma lo ho avuta anche a voce ed in chat.
Nelle settimane successive sono stato coinvolto nell’organizzazione di questo GISDay, e nella prima riunione si cercava con difficoltà di definire il taglio da dare alla giornata; la cosa era complicata dal fatto che non ci si conosceva bene tra tutti i partecipanti. Poi qualcuno dice: “bello il post su Farinelli”. Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito di avere fatto il primo piccolo grande passo. Poco dopo: “Andrea, ma perché non invitiamo Franco Farinelli??” (“argh” ho pensato io). Ma l’effetto domino non è finito.
Racconto infatti di questa proposta via email agli altri autori di TANTO, ed uno di loro (preferisco mantenere la privacy) mi racconta che l’avrebbe incontrato in presenza da lì a pochi giorni, per provare a coinvolgerlo in maniera più diretta su questo blog. Partiva quasi un’operazione di accerchiamento.
Rompo allora gli indugi e mi metto in contatto con Franco Farinelli. Mi dice subito di non poter essere con noi in presenza, ma di essere disponibile per un’intervista a distanza.

L’intervista è stata fatta. Avremmo voluta farla in diretta ieri, ma abbiamo preferito registrala il 17 per evitare qualsiasi inaspettato problema tecnico (“il bello della diretta”).

Ringrazio molto il prof. Farinelli per la sua disponibilità, ma sopratutto ed ancora una volta, per avere stimolato delle sane reazioni chimiche tra i presenti in sala. Spero che vi faccia lo stesso effetto, e mi piacerebbe che lasciaste qui traccia delle vostre sensazioni.

Buona visione :-D

L'articolo In esclusiva per TANTO: intervista a Franco Farinelli è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

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