15 novembre, 2010 | di

Da un po’ di tempo, all’interno dei miei lavori, ho la fortuna di lavorare con Geoserver. Finora, in ambiente di produzione, ho sempre utilizzato la versione Stable (ad oggi la 2.0.2), ma avendo dovuto aggiornare il sistema per ovviare ad un piccolo problema con il salvataggio di alcune configurazioni tramite l’interfaccia web, risolto nelle nighlty builds successive, non ho potuto resistere alla tentazione di farmi un giro sulla nuova 2.1-beta1.
Andando in giro per il web in cerca di recensioni su questo rilascio, non ho trovato notizie in italiano riguardo le sue grandi ed importanti novità della nuova release, nonostante il la notizia sia di Settembre. Ho pensato quindi di riportarne qui una traduzione sintetica e commentata, credendo di fare cosa gradita a chi non avesse avuto modo di seguire gli aggiornamenti di questo software.

Sul blog di Geoserver potete leggere la nota di rilascio ufficiale.

WMS a cascata

Fino alla precedente release Geoserver non permetteva di creare un servizio WMS che a suo volta andasse a interrogare altri server WMS. Questa novità permette di connettere, in cascata appunto, un’istanza di Geoserver con un qualsiasi altro server WMS compliant (es. Mapserver, ArcGIS Server, o un’altro Geoserver). All’amministratore del software, questa funzionalità appare come una nuova tipologia di datastore, configurabile da interfaccia web come le altre tipologie di sorgenti dati.

Servizi virtuali

Altra novità di grande importanza sono i servizi virtuali. Finora una singola istanza di Geoserver poteva servire un unico servizio globale. Per il servizio WMS si poteva ovviare usando i gruppi di layer e i layer innestati, ma il servizio appariva sempre come un unico endpoint. Con la 2.1 , sulla stessa singola istanza del server, potranno essere creati più servizi virtuali, che verranno esposti ai client come endpoint diversi.

Livelli SQL

Molto spesso si ha la necessità di esporre i dati presenti nel DB prefiltrati, o messi in join con altre tabelle dati, ecc. La soluzione più comunemente adottata è quella della creazione di viste, e di indirizzare Geoserer a queste piuttosto che alle tabelle originali. Le viste tuttavia richiedono un carico di lavoro aggiunto alla mantunzione dei dati originali. I livelli SQL sollevano l’utente da questo “overhead” offrendo la possibilità di definire, tramite una query SQL, la vista che si vuole avere sui dati.
La query si selezione (una classica SELECT…) può essere definita staticamente oppure parametrizzata, ovvero a meno di uno o più parametri che il client potrà passare come chiavi aggiuntive ad una classica richiesta WMS. Per evitare problemi di sicurezza (es. sql injections) o errori nel caso in cui i parametri non siano compatibili con la query, è possibile configurare, tramite la sintassi delle regular expression, un validatore per ogni parametro richiesto.
Per maggiori informazioni qua trovate una spiegazione estesa.

WPS (Web Processing Service)

Per chi non la conoscesse, la specifica WPS definisce un protocollo per i servizi che espongono funzionalità di processamento dati. Tramite questi servizi un client, inviando richieste esprese secondo la sintassi definita dalla specifica, può richiedere al server di eseguire un’operazione, tra quelle esposte dal servizio, su dati localizzati sul server stesso o raggiungibili via rete.
Tra le più note implementazioni della specifica troviamo Zoo, 52 North WPS e PyWPS.
Grazie al lavoro congiunto di Andrea Aime e Victor Olaya, per permettere l’integrazione di SEXTANTE con Geotools, dalla 2.1 anche Geoserver integrerà un servizio WPS.
Si tratta ancora di un work in progress, ma già funzionante, di cui è disponibile una bozza di documentazione.

Unità di misura

Questa funzionalità potrà sembrare secondaria ma invece risolve tanti problemi nella definizione degli stili tramite SLD. Finora l’unica unità di misura disponibile era il pixel, per cui ogni valore di misura in un SLD era considerato relativo alla risoluzione dell’immagine, con la conseguenza di dover, spesso, definire più stilizzazione dipendenti dalla scala. Adesso è possibile indicare nel foglio di stile l’unità a cui si riferiscono i valori di misura presenti nell’SLD, come ad esempio la larghezza del tratto con cui disegnare una certa linea.  Anche per questa novità c’è la relativa pagina.

Risoluzione delle immagini

Sempre in tema di renderizzazione, è possibile definire la risoluzione delle immagini generate dal server. Di default Geoserver usa 90 DPI, e finora non era possibile configurarlo diversamente. La possibilità di gestire la risoluzione  è di grande utilità, ad es., per gli output di “stampa”, che in genere richiede risoluzioni più elevate. Ecco qua come farlo.

Queste le principali novità, ma il lavoro alle spalle di questa beta comprende anche  molti bug fix (una cinquantina) e tanti altri miglioramenti minori, che contribuiscono alla crescita di uno dei software più importanti e robusti del panorama GFOSS. 
Colgo l’occasione per ringraziare tutto il gruppo di sviluppo di Geoserver ed i vari soggetti finanziatori che hanno reso possibile il rilascio di questa nuova versione.

17 ottobre, 2008 | di

Andrea Aime ha pubblicato sulla mailing list italiana di GeoServer le presentazioni fatte al FOSS4G 2008. Sono due:

La prima è una presentazione che illustra nel dettaglio le attuali caratteristiche del prodotto ed anticipa quelle che verranno implementate nel futuro (WPS 1.0, Oracle data store, nuova interfaccia grafica, raster n-dimesionali, etc.)

La seconda confronta MapServer 5.2 (insieme ad Apache 2 e TileCache) con GeoServer 1.7 (insieme a Java 6/Tomcat6 e GeoWebCache). Si tratta di un report molto dettagliato in cui si evidenzia l’importanza di una corretta configurazione di un server cartografico. Se ben configurati riescono a raggiungere entrambi eccellenti performance.

Andrea ha reso disponibili anche i file per fae questi test a “casa”.

Buona lettura

8 ottobre, 2008 | di

E’ con grande piacere che vi do questa notizia. GeoServer è un’eccellente applicazione server open-source scritta in Java, che consente di pubblicare dati spaziali sul web usando standard aperti.

GeoServer supporta i protocolli WFS-T e WMS dell’OGC e produce JPEG, PNG, SVG, KML/KMZ, GML, PDF, Shapefiles e altro ancora. Queste tutte le eccezionali caratteristiche.

Da oggi esiste una mailing italiana dedicata a questo applicativo, moderata da Andrea Aime (uno degli sviluppatori principali del pacchetto). Questo l’indirizzo della lista:

http://groups.google.com/group/geoserver-ita

GeoServer_300

12 febbraio, 2008 | di

E’ con tanto piacere ed entusiasmo che do notizia dell’uscita di GeoServer 1.6.0.

Queste le novità principali:

  • un grosso aumento di performance nelle renderizzazione di mappe tramite WMS
  • supporto per il versioning: sarà possibile modificare dati spaziali come dentro un wiki, e mantenere le varie versioni modificate dai vari utenti nel tempo. Il versioning è possibile al momento soltanto con PostGIS come base dati. Due demo qui e qui
  • supporto per WFS  1.1
  • aggiunta di un sistema di gestione della sicurezza basato su Acegi con la possibilità di gestire ruoli
  • migliore integrazione con Google Maps/Virtual Earth/Yahoo! Maps
  • migliore integrazione con OpenLayers
  • possibilità di modificare via web un database ArcSDE tramite OpenLayers
  • erogazione di dati in modalità di Cascading WFS e Component WMS

Da qui il download.

9 novembre, 2007 | di

Noi scrittori e webmaster di Blog dedichiamo un po’ del nostro tempo a leggere le statistiche di accesso ai nostri siti. E’ un’attività un po’ maniacale, ma è anche ricca di spunti.

Uno dei servizi che uso, e che vi consiglio, per analizzare i dati di accesso ai siti è 103bees. E’ un servizio specializzato nell’analisi delle parole chiave usate nei motori di ricerca, che hanno portato traffico verso il vostro sito web.

Il 60% del traffico su questo sito arriva proprio dai motori di ricerca, e di questo il 90% da Google. Queste, ad esempio, le parole chiave che hanno portato più traffico nell’ultima settimana:

  • fwtools
  • tanto
  • convertire ecw in geotiff
  • conversione coordinate
  • georeferenziazione map 3d
  • batch dos ciclo file cartella
  • excel +conversione +coordinate
  • openlayers
  • aprire file .dwg linux

Nascoste tra queste parole chiave ci sono alcune domande dei lettori di TANTO, e prendendo spunto da questi e da altri dati sulle statistiche di accesso, ho deciso di rispondere a 4 domande.

Le risposte possibili erano diverse. Ho cercato, nei limiti delle mie conoscenze, di proporre delle soluzioni non dipendenti dalla piattaforma in uso, e di minimo impatto sul portafogli.

Come convertire un file .ecw in GeoTiff?

E’ una domanda la cui risposta si trova nascosta nel più letto articolo di questo Blog: “FWTools: convertire in batch da tif, ecw e jpg2000 a tif, ecw e jpg2000!!”. La risposta è “utilizzate FWTools“. Di FWTools non parlo, trovate diverse informazioni su questo sito e molte di più sul web, ma eccovi la procedura da seguire:

  1. aprite la shell di FWTools
  2. posizionatevi nella cartella in cui è contenuto il file .ecw da convertire (non è necessario, è solo per semplicità di spiegazione)
  3. scrivete “gdal_translate -of GTiff img1.ecw img1.tif” e premete INVIO
  4. verrà creato un file GeoTiff nella stessa cartella in cui è presente il file .ecw

Il parametro “-of” si usa per specificare il formato di output, ed a seguire il nome del file di input e poi quello di output. Fine

Come sovrapporre uno shape file a google earth?

Questa è una domanda classica per la quale ci sono diverse risposte possibili. Tre di queste:

  • usare shp2kml
  • usare un’altra utility di FWTools, ogr2ogr
  • sfruttare le grandi capacità di GeoServer (è un suggerimento di Andrea Aime)

Il primo è un semplice programma per Windows da scaricare ed installare, che non richiede spiegazioni.

Il secondo richiede che seguiate i seguenti passi:

  1. aprite la shell di FWTools
  2. posizionatevi nella cartella in cui è contenuto il file .shp da convertire (non è necessario, è solo per semplicità di spiegazione)
  3. scrivete “ogr2ogr -f KML shp1.kml shp1.shp” e premete INVIO
  4. verrà creato un file .kml nella stessa cartella in cui è presente il file .shp

Il parametro “-f” si usa per specificare il formato di output; a seguire il nome del file di output e poi quello di input. Attenzione: è invertito l’ordine dei file (prima output e poi input).

La terza possibilità è usare GeoServer:

Se c’è la necessità di effettuare uno styling della mappa generata (colore poligoni, spessore linee ecc) o di creare popup customizzati e associati agli attributi dello shapefile o, infine, per creare mappe con filtri dinamici, si può utilizzare GeoServer, sia come WMS che fornisce il KML a Google Earth “al volo” che offline, come strumento di preparazione del KML (si fa la GetMap a GeoServer e si salva il kml su disco una volta per tutte).

Fine

Come convertire i dati raccolti con il vostro GPS in formato Google Earth (.kml/.kmz)?

Basta usare il servizio di conversione che trovate su GPSVisualizer. Legge da quasi qualsiasi formato GPS e converte in un enorme numero di altri formati, tra i quali quelli di Google Earth (.kml/.kmz).

Se vorrete installare sul pc l’applicazione da cui è derivato questo servizio web, dovrete andare sul sito di GPSBabel, scaricarlo ed installarlo. L’elenco dei formati che gestisce è notevole.

Come convertire coppie di coordinate a partire da un foglio di calcolo(excel,calc, etc.)?

Anche in questo caso ci viene in aiuto FWTools. Lo strumento da utilizzare stavolta è “cs2cs (coordinate system to coordinate system). In questo video vedrete come fare una semplice conversione di coordinate, da Lat Lon WGS84 a UTM 33 Nord ED50, a partire da un foglio di calcolo.

Nel video noterete che per impostare il sistema di coordinate di partenza e quello di arrivo, imposto degli strani codici. Si tratta dei codici EPSG, un’organizzazione che ha raccolto e strutturato un elenco dei sistemi di coordinate (e dei parametri relativi) usati nel mondo. Ogni sistema ha un codice numerico. Se cercate un particolare codice EPSG, potrete cercarlo usando il sito descritto qui. Fine


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