21 novembre, 2011 | di in » Strumenti

L’uccellino è quello di Twitter, uno dei più famosi servizi di social networking e di microblogging. Nasce nel 2006  e in Italia è diventato uno strumento di massa da poco tempo, ma continua ad essere meno utilizzato e soprattutto meno capito rispetto ad altri servizi concorrenti. Ovviamente sto pensando a Facebook.

E’ un strumento con cui gli utenti pubblicano messaggi di testo (non più lunghi di 140 caratteri) su ciò che sta avvenendo nella loro vita, con link a cose che ritengono interessanti, divertenti o utili; per se stessi e per i follower (l’analogo di quello che in altre piattaforme viene infelicemente definito “amici”). Le persone lo usano in vario modo, come una fonte di news seguendo certi utenti e network di utenti, come chat-room o come piattaforma di (micro)blog. Tutto sommato potrebbe sembrare qualcosa di più di un SMS, ma non è così.

E’ uno degli strumenti di “passaparola” più efficaci sia in termini di numeri, che di sostanza. Ma qui i numeri contano meno, perché anche se hai soltanto 10 follower, il tuo messaggio promozionale, la tua richiesta di aiuto, la tua battaglia politica, potranno raggiungere migliaia e migliaia di utenti. Perché su Twitter segui le persone e non i contenuti, e se un utente che “mi piace” segnala qualcosa, la leggerò con occhi diversi e probabilmente la rilancerò a mia volta, dando vita ad un effetto domino di cui non posso conoscere le dimensioni.

E questo per dire dell’uccellino.

ASITA 2011 è invece  la quindicesima Conferenza Nazionale ed EXPO della “Federazione delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali”. Sulla pagina dedicata all’evento si legge

[...]l’Informazione Geografica rivesta un ruolo di infrastruttura abilitante per tanti settori di intervento pubblico, dall’efficienza energetica alla mobilità, dal monitoraggio ambientale alla comunicazione con i cittadini e alla promozione turistica e quanto le tecnologie geomatiche possano contribuire alla realizzazione di servizi innovativi a partire dal primo livello di governo costituito dai Comuni italiani.[...]

Questi temi ci sembravano (e ci sembrano) importanti e per questo con Pietro Blu e Sergio abbiamo discusso sull’idea di utilizzare il web per dare voce all’evento, per farlo vivere sul web, per creare uno spazio virtuale di incontro e confronto sui temi delle varie giornate.

Twitter c’è sembrato lo strumento più giusto, ma non ci siamo inventati nulla, anzi abbiamo provato a mettere in pratica e sperimentare quello che si fa in tutto il mondo: scegliere un hashtag, farlo conoscere, sperare che venga utilizzato ed alimentarlo un po’.

L’hashtag è un’etichetta che si può utilizzare per contrassegnare parole chiave in un Tweet, in modo da poterli organizzare e raggruppare. Gli hashtag sono preceduti dal simbolo “#” e possono essere inseriti in qualsiasi parte di un messaggio. Ogni etichetta verrà trasformata in un collegamento ad una pagina che raggruppa gli ultimi Tweet che la contengono, e potrà anche essere usata per fare ricerche tra tutti i post pubblicati su Twitter.
Un esempio pratico, triste ed attuale e quello #tahrir: si tratta dell’hashtag scelto dalla rete, per ciò che sta avvenendo in Egitto. Un altro più leggero è #sopravvalutati.

Per ASITA 2011, non siamo stati particolarmente creativi, abbiamo scelto #ASITA11.  Un hashtag non è in realtà scelto da nessuno, perché non basta trovare la parola giusta; è necessario, come dicevo sopra, che si instauri una piccola reazione catena, e non è detto che avvenga. In questo caso siamo partiti da qui, e poi “poco poco, piano piano” la cosa è cresciuta. Niente di imponente, ma seguirne l’evoluzione e la crescita è stato divertente e didattico.

Un po’ di numeri:

  • 224 tweet
  • 7 giorni di “vita”, dal 13 al 19 novembre
  • 31 utenti

Gli utenti più attivi sono stati @Benny_65, @TICONZER0, @rivistageomedia, @massimozotti e @pietroblu.

I primi giorni sono stati un po’ fiacchi e per un po’ abbiamo pensato che non sarebbe partita nessuna reazione a catena. Dopo i primi due, a manifestazione ancora ferma, la cosa ha iniziato a prendere vita, con 25 Tweet il primo giorno. La punta si è raggiunta il penultimo giorno con 85 messaggi, sia perché il “passaparola” cresceva, sia perché coincide spesso con il giorno con più presenze.

Tutti i Tweet sono accessibili online, tramite Twitter. Per comodità di chi legge, li ho comunque pubblicati qui. In corrispondenza dell’id del messaggio ho inserito un collegamento ipertestuale che consente di accedere al messaggio originale. Ci sono anche gli aggregati da cui ho ricavato i due grafici di sopra.

In questa settima di osservazione ho notato alcuni elementi interessanti:

  • utenti che non usavano Twitter da diversi mesi – vedi Sergio – hanno ripreso ad utilizzarlo per l’occasione, e sembra abbiano preso voglia di continuare a farlo
  • aziende come la mia, che nemmeno avevano un account, l’hanno creato in questa settimana. Questo il minimale debutto
  • una rivista del settore, che sino ad #ASITA11 non aveva quasi mai usato un hashtag su twitter, lo ha iniziato a fare intensamente, contribuendo non poco all’effetto domino
  • chi, come me, non era presente a Parma ha potuto seguire un po’ della manifestazione
  • per alcuni è stato un modo per conoscersi un po’ meglio, per farsi compagnia e magari due risate
  • ci si è confrontati su alcuni temi anche in modo netto
  • è stato lo strumento usato per fare da “moltiplica” ad alcune voci critiche, che si sono espresse in rete (qui e qui)

Si tratta di uno strumento poco conosciuto ed intrinsecamente non controllabile. Probabilmente quando gli organizzatori della manifestazione guarderanno il risultato di questo test, proporranno di replicarlo ufficialmente per l’anno venturo e con il giusto supporto organizzativo.
Non ero presente in situ, ma il tema del web 2.0 (Twitter è uno dei mille esempi) e quello dell’open (non solo source), sono sembrati abbastanza laterali e lontani da ASITA. L’informazione geografica, non ne può più fare a meno.

L’accesso ai dati, ai dati “grezzi”, è stato una chiave di volta. Senza poter scaricare le informazioni su tutti i cinguettii, non sarei riuscito a scrivere questo post: sono stati ispiratori e propedeutici per la creazione di alcuni degli “oggetti” creati per l’occasione. L’accesso ai dati consente potenzialmente agli utenti di sviluppare superpoteri, e per questo deve essere sempre di più un tema soprattutto politico. Per fortuna sembra che stia accadendo.

Ho provato a raccontare tutto questo in modo visuale, cercando ove possibile di mantenere sempre coerente il filo temporale. Qui sotto il risultato, che potrete pure vedere a schermo intero (VE LO CONSIGLIO!).

In ultimo ringrazio Pietro Blu Giandonato, per avere contribuito a realizzare tutto questo. Buona visione.


Letture consigliate (la prima è per me straordinaria):

  1. «mom, this is how twitter works. | not just for moms!», S.d., http://www.jhische.com/twitter/.
  2. «Internazionale » L’arte del tweet», S.d., http://www.internazionale.it/l%E2%80%99arte-del-tweet/.
  3. «Twitter for beginners», S.d., http://www.slideshare.net/onlinejournalist/twitter-for-beginners-1012050?type=powerpoint.

Strumenti utilizzati:

  1. The Archivist Desktop, per scaricare Tweet con l’hashtag #ASITA11
  2. Google Docs, per il foglio elettronico online con tabelle pivot e grafici
  3. Storify, per raccontare una storia a partire da varie schegge di web

Attenzione! Questo è un articolo di almeno un anno fa!
I contenuti potrebbero non essere più adeguati ai tempi!

6 Responses to “ASITA 2011 vista da un uccellino”

  1. By Pietro Blu Giandonato on nov 22, 2011

    Io ormai non posso più fare a meno di Twitter.

    Come molti, amo discutere e scambiare idee con altre persone riguardo cose che mi piacciono TANTO. E parlo di contatti reali, occhi negli occhi. La sera con gli amici, o con colleghi durante il lavoro.

    Ma Twitter ti consente di farlo in maniera immateriale, anche quando non hai di fronte a te persone in carne e ossa, ma solo le loro propaggini digitali. Non c’è mezzo migliore ad esempio per discutere con gli altri – le rare volte che ho la possibilità di sedere la sera davanti la TV – guardando una trasmissione. Non posso fare a meno di confrontarmi con altri twitterer mentre assisto a #serviziopubblico o #piazzapulita, ancor meglio se entrambi :) . La visione dei programmi si arricchisce di una metadiscussione di una ricchezza incredibile.

    Allo stesso modo, non credo possa ormai esserci evento che non abbia associato un hashtag che lo contraddistingua, grazie al quale poter condividere ciò che vediamo, ascoltiamo, leggiamo, e riceverne in cambio altrettante sensazioni e impressioni. Soprattutto per chi, all’evento, non è potuto esserci.

    Io infatti a Parma – come del resto lo stesso Andy – non ci sono andato, e forse proprio per questo ci abbiamo tenuto così tanto ad invididuare – e proporre a Sergio – #ASITA11 per la conferenza. Non mi addentro in considerazioni riguardo la risposta che c’è stata nell’utilizzo dell’hashtag e dei twit da parte degli avventori, che del resto ho fatto proprio in quei giorni e trovate assieme a tutti gli altri nell’immaginifico Storify che ha realizzato Andrea. E sarebbe stato bello fosse stato predisposto un hashtag wall che proiettasse la timeline della conferenza su un muro, bastava un PC, un videoproiettore e ovviamente una connessione wifi.

    Sono certo anch’io che l’anno prossimo #ASITA12 sarà un successo, non tanto per il numero di twit che ci saranno, quanto per l’incredibile metadiscussione che essi genereranno.

    E a mio avviso, non c’è video che possa reggere il confronto di decine di persone coi loro twit, soprattutto se raccontati da un bravo narratore con Storify.

    Perciò ci aspettiamo di sentire i vostri cinguetii sempre più numerosi e forti. Non siate timidi, uscite dal recinto di Facebook!

  2. By Vincenzo Barbieri on nov 22, 2011

    Grazie Andrea,
    anche da un non utente Twitter per la tua cronaca…
    Inoltre grazie ad #Asita11 ho fatto un corso accellerato su twitter (confesso che Massimo e Pietro ci avevano provato ma con scarsi risultati).

    Usare twitter, facebook, blog, ecc. dimostra una apertura e voglia di confronto. Se invece si ritiene di dover decidere tutto in autonomia e che l’interazione con il resto del mondo ti fa perdere tempo e potere non userai mai questi stumenti.
    Non mi riferisco nello specifico ad Asita ma in generale a tutte le volte in cui c’è la possibilità di confrontarsi.
    Questi strumenti di comunicazione possono risultare efficaci solo se il substrato è fertile. Il tentativo fatto quest’anno serve, come giustamente segnalavi, a preparare il 2012.
    Come primo risultato mi è venuta voglia di farmi un account su twitter e pensare a un evento “social” per l’anno prossimo in cui tutti possano essere potenzialmente soggetti attivi.
    buon volo a tutti…

  3. By Massimo Zotti on nov 22, 2011

    Caro Andrea, giusto una precisazione: a mio parere non c’è correlazione tra il numero di tweet e la numerosità dei partecipanti alla conferenza: il terzo giorno infatti è stato di gran lunga meno popolato del secondo, in cui ASITA ospitava un workshop della Regione ospitante.
    La crescita rappresentata in quel grafico secondo me è invece legata al circolo virtuoso che si crea grazie al proliferare dei commenti, tanto più se il legame virtuale e lo scambio tra le persone è accompagnato dalla possibilità di incrociarsi fisicamente nei corridoi.

  4. By Andrea Borruso on nov 22, 2011

    Caro Max, credo proprio che sia come dici tu, era soltanto l’onda che si alzava.

    L’effetto di #ASITA11 è comunque stato sorprendente. Non hai idea di quanti utenti dormienti o “assenti” stiano uscendo: dei funghetti!
    Uno è anche Enzo Barbieri, che ringrazio di essere passato da qui. Quando ci farà conoscere il suo account utente?

    Questo movimento è molto interessante, e da sicuramente gli spunti di cui parla Enzo. Viene voglia di usarlo e di farlo bene.

    Un abbraccio,

    a

  5. By Claudia Spinnato on nov 22, 2011

    Anche io utente assente/dormiente sto iniziando ad usare davvero twitter da #ASITA11, a un certo punto qualcosa diventa ‘matura’ per entrare nel proprio quotidiano e ci si chiede come si faceva prima!
    All’improvviso in pochi giorni i tweet per me sono diventati ‘addictive’: tweetdeck, le liste, gli hashtag, il cicalino dei nuovi messaggi che arrivano, il piacere di potere interagire sui temi più vari in modo snello, conciso con una modalità che non ti estranea da ciò di cui ti stai occupando.
    Non è un altro mondo a parte facebook – che non amo – like ma uno strumento che arricchisce in tempo reale la comunicazione su piani diversi.
    @Andrea: grazie per l’analisi così chiara che trae spunto da #ASITA11 per mostrarci le potenzialità rivoluzionarie di ciò che abbiamo fra le mani.
    @PietroBlu: dai tuoi tweet credevo tu fossi ad #ASITA11 in carne ed ossa…

  6. By Pietro Blu Giandonato on nov 22, 2011

    Grazie Claudia, che bello vedere quanti “sani contagi” ha generato #ASITA11, al di là della sua ufficialità o meno…

    In seguito all’evento, molti dormienti si sono svegliati e già questo val bene gli sforzi fatti. E’ vero, Twitter può diventare “addictive”, ma in maniera intelligente, perché è come se estendesse le nostre capacità comunicative. A differenza di Facebook, che riduce la gente a comunicare da pollai digitali, l’uccellino azzurro crea sinergie. Chi era nei corridoi e nelle salette della Reggia di Colorno, potrà confermare che spesso i twit partivano dopo aver fatto una chiacchierata con qualcuno, oltre che mentre si assisteva a qualche presentazione. Dunque si era realizzata una discussione fatta su più piani, che trascendeva dal luogo in cui erano le persone.

    Vabbè, mi fermo qua, ché l’ora tarda mi sta facendo andare oltre il lecito…

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