Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital.
Ushahidi, che in Swahili significa testimonianza, è oggi una una società non-profit che sviluppa software libero. Il suo core business è lo sviluppo di software per la raccolta, la visualizzazione e la rappresentazione di informazioni su cartografia interattiva.
E’ un valido esempio di come una startup possa nascere da un’idea di successo, in una realtà come quella del Kenya, che non associamo a incubatore di tech company.
Tutto nasce durante le violenze che si sono verificate in Kenya, nel 2008 a seguito delle elezioni politiche. Un gruppo di persone tra cui l’attivista kenyota Ory Okolloh, si trovarono a documentare sui loro blog, anche attraverso i commenti, le violenze che stavano accadendo nel paese. Qualcuno lanciò l’idea di mappare i luoghi delle violenze attraverso Google Maps, e Ory rilanciò la proposta via twitter, chiedendo supporto alla comunità degli sviluppatori software del paese.
In tre giorni era online Ushahidi.com, il sito originale, ancora visibile in una sezione del sito attuale. Ushahidi ebbe una grandissima risposta, ben 45,000 utenti inviarono le loro testimonianze dai luoghi degli scontri, permettendo di seguire l’evoluzione della situazione nel paese in maniera indipendente da quanto riportato dagli organi ufficiali. Un esperimento riuscito di citizen journalism e crowdsourcing.
Da allora Ushahidi non rappresenta più solo una piattaforma web ma una realtà aziendale complessa, al cui al nucleo originale dei fondatori Erik Hersman, Juliana Rotich, Ory Okolloh eDavid Kobia si è affiancato un nutrito gruppo di sviluppatori e di specialisti di tecnologia, attivisti politici, giornalisti ed esperti di comunicazione. La cosa che colpisce, guardando le pagine del team è l’estrema distanza geografica che separa queste persone che vivono, in qualche caso, in continenti diversi. Il cuore pulsante del progetto rimane in Kenya anche se, formalmente, la società ha sede ad Orlando in Florida.
La piattaforma di Ushahidi dal 2008 ad oggi è stata testimone di numerose emergenze tra cui ilterremoto di Hahiti, la crisi libica, il terremoto in Giappone e l’attualissima crisi siriana, riuscendo a supportare i cittadini e le organizzazioni che operavano sul campo attraverso la gestione e pubblicazione su mappa delle richieste di soccorso e delle risorse disponibili.
La facilità nella diffusione è stata favorita da Crowdmap, uno dei prodotti creati dalla startup a partire dall’idea originale e che permette di utilizzare le risorse web di Ushahidi per mettere on line, gratuitamente, una versione personalizzata della piattaforma in pochi minuti.
Questo ha permesso, anche in Italia, la realizzazione di diversi deployment, tra cui Rifiutiamoci.
Uno dei punti di forza di Ushahidi è senza dubbio la versatilità. Consente di operare in condizioni logistiche di comunicazione profondamente diverse, adattandosi a scenari di utilizzo profondamente differenti.
La funzionalità di base è quella di rendere disponibili, anche in tempo reale, informazioni geolocalizzate relative a diverse categorie di eventi su una mappa, permettendo di analizzare il flusso temporale degli avvenimenti attraverso una timeline che può essere attivata per rappresentarli dinamicamente.
E’ possibile ricevere via email o SMS un messaggio se un evento di determinato tipo si presenta ad una determinata distanza da una posizione prefissata, allertando ad esempio un giornalista o un’unità di soccorso.
Le segnalazioni possono essere inviate via SMS o nel caso di uno smartphone con GPS integrato, utilizzando il formato GeoSMS che invia automaticamente indicazioni rispetto alla propria posizione. Sono state create specifiche apps per iPhone ed Android ed è prevista un’interfaccia dibackoffice per inserire le segnalazioni ricevute telefonicamente oltre che per validare le diverse segnalazioni, provenienti anche da email e da web.
Un’altra delle innovazioni legate allo sviluppo della start-up è stata la realizzazione di una innovativa piattaforma: SwiftRiver, che è attualmente in versione beta, che analizza e verifica inreal-time grandi flussi di dati provenienti da diversi canali quali: email, twitter, SMS e feed RSS. Il sistema provvede ad un’analisi semantica del flusso permettendo la l’auto-categorizzazione e classificazione dei dati analizzati sulla base di parole chiave.
SwiftRiver è utilizzato anche da Wikipedia per analizzare come gli editor della famosa enciclopedia tracciano, valutano e verificano l’attendibilità delle fonti relative alle voci pubblicate.
Ushahidi ha maturato una così grande esperienza sul campo da aver creato anche dei veri e proprihow-to per l’organizzazione di un sistema di monitoraggio elettorale, per il fund raisinge per la gestione della sicurezza in realtà “democraticamente” difficili.
Tra i progetti italiani che lo utilizzano possiamo citare:
Aggiornamenti:
- Crowdsourced Avalanche Incidents (grazie a @francbartoli)
- Salvaciclisti (grazie a @julodis)