25 ottobre, 2011 | di

Il melting pot su #opendata, #opendataitaly#opengov ribolle sempre più anche qui in Italia, lo confermano le numerose Pubbliche Amministrazioni che stanno progressivamente mettendo in piedi portali che consentono l’accesso ai propri dati (con i dovuti distinguo riguardo le licenze adottate), un trend culminato con il recente lancio di dati.gov.it

Gli Stati Generali dell’Innovazione (@SGInnovazione) sono un movimento di associazioni, cittadini e aziende che, rimestando nel melting pot, contribuiscono a creare massa critica attorno ad alcuni degli argomenti che sono alla base di ciò che ci interessa maggiormente: “l’innovazione nel governo dell’Italia”.

L’appuntamento odierno di Bari, tenutosi al Cineporto presso la Fiera del Levante, prevedeva una sessione mattutina con una prima tavola rotonda dal titolo “Open source, software libero e formati aperti per i dati pubblici: esperienze, criticità, prospettive”, alla quale hanno partecipato l’Assessore regionale all’Innovazione Nicola Fratoianni, Davide Pellegrino – Dirigente Servizio Innovazione della Regione Puglia, Marco Curci – Direttore Divisione IT di Innovapuglia, Giuseppe Santo Barile (@realforense) del LUG Bari e Giuseppe Nicosia – Circolo dei Giuristi Telematici Gur@work, in collegamento Skype è stata con noi anche Flavia Marzano (@flavia_marzano) di Stati Generali dell’Innovazione, moderava Morena Ragone (@morenaragone) di Puglia Creativa.

La seconda sessione intitolata “I diritti dei cittadini e delle imprese nel Codice dell’Amministrazione Digitale” ha visto come relatori Ernesto Belisario (@diritto2punto0) – Circolo Giuristi Telematici, Andrea Lisi – ANORC Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Sostitutiva, Morena Ragone – Puglia Creativa e Giovanna Brunetti – CSIG Bari, moderava Ennio del Turco – CSIG Bari.

Numerosi e di notevole spessore sono stati gli interventi del pubblico, che hanno contribuito a rendere l’appuntamento particolarmente ricco di spunti, idee, confronti e anche scontri costruttivi. Io ho dovuto lasciare i lavori alla conclusione della mattinata, che comunque proseguivano con due ulteriori interessanti sessioni pomeridiane “Presentazione degli Stati Generali dell’Innovazione di Roma del 25-26 novembre 2011″ e la tavola rotonda “Pensare l’innovazione, realizzare l’innovazione: dalle parole ai fatti, idee e problematiche aperte”.

Vi invito a scorrere il succedersi degli eventi qui sotto, nella timeline dell’hashtag dedicato all’evento #SGIBari



23 settembre, 2011 | di Nelle giornate del 24 e 25 novembre l’Università degli Studi di Foggia ospiterà il GFOSS DAY 2011. Si tratta del quarto appuntamento in assoluto, organizzato come di consueto da GFOSS.it, l’Associazione Italiana per l’Informazione Geografica Libera. La call for presentation -  raggiungibile qui - scade il 25 ottobre, e per il 5 novembre daranno notifica dell’accettazione. Secondo alcuni rumors, tra gli eventi di dibattito complementari alle presentazioni ve ne sarà uno particolarmente interessante, dedicato agli open data, durante il quale si potrà discutere anche dei provvedimenti che la Giunta regionale pugliese ha in cantiere a tale riguardo e dei quali abbiamo già parlato qui su TANTO.
22 settembre, 2011 | di

C’è grossa crisi, la risposta è dentro di te, e però è sbagliata!

così diceva Quelo parecchi anni fa.

Qui in Italia si continua a “miagolare” nel buio (sempre Quelo), con un Governo che continua a tagliare come un forsennato, aumentando tasse e incapace di rilanciare realmente l’economia, gli enti locali che devono cominciare a stringere la cinghia, e a farla stringere a noi di conseguenza, per finire a imprenditori e industria che hanno sempre meno risorse, e quando le hanno talvolta le usano male.

E in un tale disastroso panorama, probabilmente proprio da un settore per gran parte “immateriale” come quello della IT potrebbero nascere nuove opportunità di crescita, sostenibile peraltro. Ma bisogna partire da un ingrediente fondamentale, del quale qui a TANTO parliamo spesso e in svariati contesti: gli open data.

Non è per fare i soliti esterofili, ma proprio guardando al di fuori del proprio giardino si potrebbero trarre degli spunti interessanti per cominciare a risolvere qualche problema qui da noi.

Dicevamo, gli ingredienti sono open data disponibili, strumenti di sviluppo e una buona idea, il risultato è un’applicazione che può contribuire da un lato a migliorare la conoscenza, l’informazione – e in alcuni casi la vita – di tutti, dall’altro creare un nuovo e dinamico settore della IT potenzialmente senza limiti.

E’ quel che, in un periodo appunto di grossa crisi, ha voluto fare il governo USA con Challenge.gov – ne aveva parlato già Antonio Falciano nel suo fantastico articolo Where to sleep in Turin – un progetto con il quale vengono esortati i cittadini e le pubbliche amministrazioni a proporre e creare applicazioni basate sui dai aperti e liberi detenuti dalle agenzie e dai soggetti pubblici statunitensi. E’ in quell’ambito che nasce Apps for the Environment, un contest promosso dall’Agenzia USA per la Protezione Ambientale (EPA) al quale partecipano 38 idee/applicazioni che potranno essere votate dal pubblico fino al 7 ottobre prossimo. I vincitori non avranno premi in denaro, ma un pubblico riconoscimento e la possibilità di farsi “ospitare” la propria applicazione sul sito web dell’EPA.

Tra le più interessanti, a mio avviso, ci sono Locus eWell un’app per iOS per la raccolta di dati in campagna sui pozzi, Air Quality Data Explorer che come è facile immaginare restituisce grafici sui trend di parametri monitorati da stazioni di monitoraggio, Environs Now un’app per iOS e Android che mostra i parametri monitorati dalle stazioni di monitoraggio dell’EPA nei nostri dintorni, infine The Green Gumshoe un’applicazione che consente di segnalare siti nei quali si verifica un’emergenza ambientale di qualunque genere.

Un altro aspetto di Challenge.gov che mi ha colpito molto è il coinvolgimento diretto che ci si aspetta dagli stessi funzionari pubblici, che hanno la possibilità di lanciare a cittadini e imprese vere e proprie sfide (challenge appunto) da risolvere. Qui la directory di quelle lanciate ad oggi, per alcune delle quali ci sono anche premi in denaro.


In questo modo è possibile generare un circolo virtuoso, che consenta a chiunque di mettersi in gioco con le proprie risorse, senza necessariamente essere degli sviluppatori o degli smanettoni impenitenti. La cosa fondamentale è avere buone idee… e ovviamente dati aperti e liberi da poter utilizzare. Questo è hacktivismo.

I luoghi degli “open data”

E allora mi auguro davvero che nello stesso governo italiano vi sia qualche mente illuminata, che al di là di promuovere cose come la IODL e MiaPA, includa finalmente nel CAD gli open data e creda seriamente che dare un impulso forte e imponente all’apertura dei dati detenuti dalle pubbliche amministrazioni possa contribuire a far risollevare l’economia nazionale.

In tal modo, da un lato verranno create opportunità per chi ha idee innovative e cerca un’occasione per metterle in atto, dall’altro la stessa PA sarà più trasparente verso i cittadini, guadagnandone notevolmente in termini di immagine e fiducia.

31 agosto, 2011 | di Vai sul sito del progetto...Tassa.li è una interessante startup realizzata da un gruppo di giovani tecnologi, con l’intento di rendere facile la denuncia di esercizi commerciali che non rilasciano il regolare scontrino fiscale. E in un periodo nero come questo, molta gente avrà una gran voglia di partecipare. Grazie a una applicazione disponibile sia per iOS che Android, è infatti possibile in pochi clic geotaggare l’esercizio e riportare la somma dello scontrino non emesso. Il tutto in maniera assolutamente anonima. E questi ragazzi dimostrano di vedere molto lontano, perché presto rilasceranno i dati raccolti in forma totalmente aperta e libera.
21 luglio, 2011 | di

Lo scorso giugno è stato approvato dalla Giunta Regionale pugliese un terzo disegno di legge sull’open source, dal titolo “Norme sul software libero, accessibilità di dati e documenti ed hardware documentato”, che va ad affiancarne altri due, uno a firma di alcuni consiglieri datato 16/02/2011 e l’altro del 11/02/2011 sempre proposto dalla G.R. e del quale avevo parlato in un precedente articolo, tentando di suggerire alcune modifiche volte ad integrare il provvedimento con il concetto di “dati aperti” e la loro conseguente valorizzazione e sostegno da parte della amministrazione regionale. Ad oggi, nonostante siano stati contattati tutti i consiglieri e lo stesso Presidente Vendola, non abbiamo ricevuto alcun cenno di riscontro.

Arriva ora questo terzo DdL (scaricabile da qui), abbastanza differente nella sua impostazione rispetto ai due precedenti, e sotto molti aspetti migliore. Provo a spiegare brevemente perché.

L’articolo 4 definisce come “archivi elettronici” tutti i dati digitali della PA regionale, la quale deve permetterne l’accesso gratuito mediante protocolli e formati aperti e specifiche libere, così come l’estrazione di dati e il relativo riuso (questione sollevata da Lorenzo Benussi in un suo precedente commento). Interessante poi l’ultimo comma, che esclude la possibilità di avvalersi di soluzioni di “cloud computing” se non sotto il diretto controllo della stessa PA. E in un momento come questo, nel quale i dubbi proprio sui servizi “in the cloud” sono parecchi, è una decisione comprensibile.

Nell’articolo 5 viene espressamente definita la “esclusività” dell’utilizzo da parte della PA di formati aperti e liberi così come la promozione dell’impiego di software open source. A tale proposito, al successivo articolo 7 vengono esplicitamente adottate le licenze GPLv3 e AGPLv3. Sebbene per quanto riguarda i dati, non ci sia ancora una licenza aperta accettata universalmente, nella proposta di legge non si fa alcun riferimento alla controversa IODL, sostenuta anche se non con specifici provvedimenti legislativi dal Governo italiano.

Secondo l’articolo 8 la Regione predispone un “Piano triennale di informatizzazione” che definisca le strategie dell’Ente in ambito informatico e individua una struttura di progetto (con tutta probabilità la società in-house Innova Puglia SpA) che si occuperà dell’attuazione del piano, come pure del rispetto degli obblighi previsti dalla stessa legge.

Altro strumento interessante previsto dall’articolo 11 è il Programma triennale promosso dalla Regione, finalizzato alla promozione di progetti di ricerca, sviluppo e produzione relativi al software libero e all’hardware documentato (singolare concetto introdotto con l’art. 14 e del quale francamente non mi è chiaro il significato) coinvolgendo il mondo delle imprese e della ricerca.

E con l’articolo 12 la Regione vuole favorire, promuovere e incentivare, nei limiti delle proprie competenze, i principi stessi della Legge Regionale e la promozione del software libero, la formazione al suo utilizzo e la diffusione dei valori etici e culturali ad esso legati. Azioni che vanno a supportare il concetto di “cittadinanza attiva”, che secondo il successivo articolo 13 la Regione Puglia intende sostenere proprio mediante l’uso di software libero e accesso ai dati.

In conclusione, mi pare di poter dire che questo terzo DdL sia di gran lunga migliore rispetto ai due precedenti, e che abbia di fatto recepito il concetto di dato aperto e libero, costituito nell’articolo 3 dall’insieme delle tre definizioni “specifica libera”, “protocollo libero” e “formato libero”. Allo stesso modo, il principio di “riuso” – sebbene tra le definizioni dell’art. 3 sia riferito al solo software – come ho già accennato prima riguardo l’articolo 4 viene chiaramente esteso anche ai dati.

Ciò che possiamo ora augurarci è che questo DdL possa superare il vaglio delle Commissioni Consiliari, giungere in Consiglio Regionale e venire approvato e convertito in legge nel più breve tempo.

Ovviamente il DdL è perfettibile, e ci piacerebbe che TANTO possa diventare un luogo di discussione nel quale poter raccogliere eventuali suggerimenti utili al suo miglioramento, magari da poter poi sottoporre all’attenzione della stessa Giunta Regionale pugliese con una audizione in Commissione Consiliare. Per chi fosse interessato, è possibile seguire l’iter del provvedimento sulla specifica pagina del Consiglio Regionale pugliese.


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