10 gennaio, 2014 | di

Logo di OpenStreetMap

Abbiamo deciso di pubblicare la traduzione di un recente articolo di Serge Wroclawski, “Why the World Needs OpenStreetMap“, perché ci sembra importante riconoscere e sottolineare il valore di OSM al di là della sua utilità pratica e della sua gratuità. Ci scusiamo per eventuali inesattezze, non siamo traduttori professionisti! :)

 

Perché abbiamo bisogno di OpenStreetMap

Ogni volta che parlo con qualcuno di OpenStreetMap, inevitabilmente mi viene chiesto “Perché non usi Google Maps?”. Da un punto di vista strettamente pratico si tratta di una domanda ragionevole, però la questione non riguarda solo l’utilità (di tale scelta), ma che tipo di società vogliamo. Ne ho parlato nel 2008 in una conferenza su OpenStreetMap che ho tenuto al primo convegno MappingDC. I concetti che riporto qui sono gli stessi, ma trattati in maniera più estesa.

Nell’800 le persone avevano il problema del tempo, non in termini di tempo a disposizione, ma di che ora fosse. Gli orologi esistevano già, ma ogni città aveva il suo “tempo locale”, che si sincronizzava sugli orologi della città, o più spesso, le campane delle chiese. L’orario delle ferrovie, e infine il Tempo Medio di Greenwhich, ha soppiantanto gli orari locali e oggi la maggior parte della gente considera il tempo come qualcosa di universale. Negli Stati Uniti questo è avvenuto inizialmente grazie all’adozione del tempo standard da parte delle Ferrovie e successivamente delle università e delle grandi imprese.

L’equivalente attuale del dilemma del tempo è la posizione geografica, e diversi soggetti stanno cercando di diventarne il riferimento assoluto. Google spende un miliardo di dollari l’anno per mantenere le proprie mappe, senza considerare il miliardo e mezzo speso per comprare Waze. Non è certo l’unica azienda che sta cercando di prendersi tutto lo spazio, visto che anche Nokia si è comprata Navtek e TomTom e Tele Atlas stanno cercando di fondersi (in realtà TomTom ha già acquisito TeleAtlas, N.d.T.). Tutte queste aziende vogliono diventare il riferimento assoluto di ciò che è posizionato sulla Terra. Questo perché ciò che ha una posizione geografica è diventato un grande business. Con i GPS in ogni auto, ed uno smartphone in ogni tasca il “mercato” di chi vuole dirti dove sei e dove devi andare è diventato feroce.

Con tutte queste aziende perché c’è bisogno di un progetto come OpenStreetMap? La risposta è semplice, perché in una società nessuna azienda dovrebbe avere il monopolio sui luoghi, così come nessuna azienda ha avuto il monopolio del tempo nell’800. I luoghi sono un bene comune, e dando ad una singola entità tutto questo potere gli viene dato non solo il potere di dirti la tua posizione, ma anche di poterla manipolare. Ci sono tre aspetti in questione: chi decide cosa deve essere visualizzato sulla mappa, chi decide dove ti trovi e dove dovresti andare, e la privacy personale.

Chi decide cosa debba essere visualizzato su una mappa di Google? Ovviamente la risposta è Google. Mi è capitato di affrontare la questione durante un incontro con un’amministrazione locale nel 2009: erano preoccupati all’idea di usare Google Maps sul loro sito web perché Google decide quali aziende/attività commerciali mostrare. Avevano ragione ad essere preoccupati dal momento che un’amministrazione pubblica deve rimanere imparziale, e delegando le proprie mappe ad un soggetto terzo si trovano a cederne anche il controllo. E’ inevitabile, se non lo stanno già facendo, che Google cerchi di monetizzare le ricerche geografiche, dando priorità a certi risultati rispetto ad altri. Ad esempio, sarà una coincidenza ma se provo a cercare “colazione” vicino a casa mia, il primo risultato è Ristoranti SUBWAY®. Google non è certo l’unico distributore di mappe, è solo un esempio. Il punto è che quando si usa un qualsiasi provider di mappe, gli viene dato il potere di decidere quali siano gli elementi a cui dare risalto, o quali non debbano essere proprio mostrati.

La seconda questione riguarda il posizionamento. Chi definisce cosa sia “vicino”, o se sia meglio andare in una certa direzione piuttosto che un’altra? Questo problema è stato argomento di un articolo dell’ ACLU (n.t.: Unione americana per le libertà civili) dove veniva discusso l’algoritmo utilizzato da un certo servizio di mappe, il quale nel calcolo di un percorso (in auto, in bici o a piedi) prendeva in considerazione la pericolosità o la sicurezza del contesto. C’è da chiedersi chi stabilisce se un luogo sia sicuro o meno, o se piuttosto la parole “sicuro” sia soltanto un termine in codice per riferirsi a qualcosa di più sinistro. Ad oggi, Flickr colleziona informazioni relative agli spazi geografici sulla base delle fotografie, che vengono esposte tramite un’API pubblica. Utilizzando queste informazioni possono suggerire tags per le nostre fotografie, ma i cluster geografici ottenuti dalle loro elaborazioni potrebbero essere usati per controllare e manipolare qualsiasi altra informazione, dai pattern del traffico ai prezzi degli immobili, perché quando un provider di mappe diventa sufficientemente grande, diventa una fonte di “verità”.

Infine, queste società sono incentivate a raccogliere informazioni su di noi con modalità che potrebbero non piacerci. Quando utilizziamo i loro servizi, sia Google che Apple acquisiscono informazioni sulla nostra posizione. Possono usare questi dati per migliorare l’accuratezza delle mappe, ma Google ha già annunciato che intende usarla per analizzare la correlazione tra le ricerche che facciamo e i luoghi dove ci dirigiamo. Con 500 milioni di telefoni Android si tratta di un enorme quantità di informazioni, ottenute a livello individuale, sulle abitudini della gente sia che stia facendo una passeggiata, che stia andando a lavoro, dal dottore o, magari, che stia partecipando ad una protesta. E’ evidente che non si possono ignorare le implicazioni sociale che comporta la disponibilità di così tanti dati in mano ad una singola azienda, indipendentemente da quanto si dichiari benevola. Aziende come Foursquare utilizzano il mezzo della “gamification” per coprire quello che di fatto è un’opera di acquisizione di dati, e anche Google è entrata nella partita della “gamification” con Ingress, un gioco che sovrappone un mondo virtuale a quello reale e porta gli utenti a raccogliere foto e informazioni stradali con l’obiettivo di combattere, o favorire, un’invasione aliena.


Visualizza mappa ingrandita

Ora che abbiamo identificato i problemi, possiamo esaminare come OpenStreetMap li risolva tutti. In termini di contenuti geografici, OpenStreetMap è sia neutrale che trasparente. OpenStreetMap è una sorta di wiki che chiunque al mondo può editare. Se un negozio manca da una mappa, può essere aggiunto dallo stesso esercente o magari da un cliente. Per quanto riguarda la visualizzazione cartografica, ogni persona o azienda può crearsi la mappa come vuole, tuttavia la principale mappa su OpenStreetMap.org utilizza software cartografico FLOSS (Free/Libre and Open Source Software) e un foglio di stile (per la vestizione cartografica, N.d.T.) disponibile con una licenza di pubblico dominio, da cui chiunque può partire per costruirsene uno proprio. In altre parole, chiunque ne abbia bisogno può crearsi la propria mappa basandosi sugli stessi dati.

Analogamente, mentre i router (i software per il calcolo dei percorsi ottimali, N.d.T.) più popolari di OpenStreetMap sono FLOSS, se un’azienda decidesse di usare un’altra tecnologia, un utente può sempre utilizzare il proprio software e potrebbe facilmente confrontare i risultati, ottenuti dagli stessi dati, per verificare eventuali anomalie.

Infine, un utente può scaricare liberamente tutti o parte dei dati di OpenStreetMap per utilizzarli offline. Questo significa che è possibile usare i dati di OpenStreetMap per navigare senza dover comunicare ad alcuno la propria posizione.

OpenStreetMap rispetta le comunità e rispetta le persone. Se non stai già contribuendo a OSM, valuta la possibilità di farlo. Se già contribuisci, grazie.

(Serge Wroclawski “Why the World Needs OpenStreetMap“, CC-BY-SA)

17 luglio, 2013 | di

Poco più di due anni fa pubblicammo il primo post che introduceva il Geospatial Revolution Project,  un ambizioso progetto della Penn State University nato con l’obiettivo di ampliare la conoscenza sulla storia, le applicazioni, le questioni legate alla privacy ed alla giurisprudenza e il futuro potenziale delle tecnologie spaziali. Ne nacque una delle esperienze più belle fatte come TANTO, la traduzione in Italiano dei sottotitoli dei 4 episodi, in collaborazione con Penn State University.

Oggi parte il primo corso su Coursera dedicato alle mappe, dal titolo “Maps and the Geospatial Revolution“, il cui docente - Anthony C. Robinson - è (guarda caso) della stessa università.

“Coursera” non credo abbia bisogno di presentazioni, è una di quelle cose che capita di citare quando si vuole evidenziare il bello del web. E’  una società di formazione in partnership con le migliori università e organizzazioni di tutto il mondo, per offrire corsi on-line gratuiti e per tutti. Sul loro sito si legge:

We envision a future where everyone has access to a world-class education that has so far been available to a select few. We aim to empower people with education that will improve their lives, the lives of their families, and the communities they live in.

Qualche giorno fa ho fatto 40 anni e mi sembra un momento della vita molto bello. Questo corso mi fa tornare indietro di 20 anni, alla voracità di conoscenza un po’ irrazionale e poco analitica, ma anche alla bocca amara fatta per certi brutti sapori e ai crampi per mancanza di materia prima (parlo solo di conoscenza :D ).
L’andy di 20 anni fa sarebbe stato felice di poter disporre di un corso di questo tipo e di avere una banda internet che consentisse di usufruire di servizi di questo tipo; l’Andrea di oggi si iscrive sapendo di non avere il tempo libero e leggero di quegli anni, e spera di poter arrivare in fondo.

Non so dirvi quanta qualità ci sarà, ma mi sembrava utile darne notizia e seguire la Rivoluzione Geospaziale.

27 marzo, 2010 | di

“Lo spunto è giocondo, ma l’argomento è molto, assai serio”


Incontro il professore Robert Laurini in occasione di una riunione del progetto GIS4EU e m’informa: “Il 4 marzo sarò a Genova: terrò un seminario al DISI (Dipartimento d’Informatica e Scienze dell’Informazione)”:  un grazie alla prof.ssa De Floriani per aver invitato il suo collega a Genova.

corema pertantoIl ricercatore francese non ha certo bisogno di presentazione presso la comunità geomatica italiana. Viene spesso in Italia, per tenere lezioni  e seminari. Collabora con diversi centri universitari  e non pochi esperti  nazionali hanno trascorso un periodo della loro formazione all’Institut National des Sciences Appliquées (INSA) di Lione.  Penso che molti  lettori di TANTO avranno già avuto occasione di ascoltare direttamente dalla sua voce cosa rappresenta l’immagine qui riprodotta (Mi spiace, questi fortunati sono esclusi dal gioco!!).

Allora, riconoscete l’area geografica raffigurata con il COREMA riprodotto in figura? Ma cos’è un corema? C’informa il Nostro che il termine  non è nuovo,  è stato introdotto dal prof. Brunet, dell’Università di Montpellier per indicare una rappresentazione schematica del territorio, effettuata utilizzando una raccolta di simboli codificati, utili per eliminare ogni dettaglio superfluo per la comunicazione (e quindi la comprensione) di quanto si vuole raffigurare con la mappa.  All’INSA studiano l’applicazione di questi concetti sia per individuare nuovi modi di descrivere le conoscenze geografiche, sia  come strumento per accedere ai data base geografici.  Il primo filone attiene al tema del Data Mining geografico e quindi si concentra sulle modalità di individuazione di pattern geografici significativi e sulla loro estrazione per la rappresentazione di conoscenze geografiche contenute in un DB geografico.  L’altro filone riguarda lo studio su come sfruttare le mappe corematiche per rendere più efficiente la fruizione dei contenuti  di un Data Base geografico.  Se vogliamo, questa parte della ricerca può essere vista come l’applicazione speculare della precedente: una volta che ho individuato la modalità di rappresentazione globale dei contenuti di un DB geografico , quindi ho ottenuto sunti visuali dei contenuti del DB stesso a diversi livelli gerarchici (per es. nazionale, regionale, provinciale, …),  si possono studiare tecniche per accedere alle informazioni contenute nel DB, in funzione del  grado di approfondimento e di dettaglio che interessa riprodurre.

Spero di avere incuriosito chi ancora non conosceva l’argomento. Chi fosse interessato può recuperare qui una collezione delle slide proiettate da Laurini anche a Genova:  gli appassionati di linguaggi penso valuteranno interessante la struttura in più livelli del linguaggio ChorML. Personalmente, ho trovato anche istruttiva l’esposizione di come si sta affrontando il problema dell’accesso ai DB geografici: resto sempre attratto dagli esempi di contaminazione  tra differenti ambiti scientifici.

kandiskij pertantoMentre il professore parlava, mi sono venute in mente alcune considerazioni di Franco Farinelli su come ancora usiamo esaminare le mappe, cioè come se fossero pagine scritte; non le guardiamo come immagini. E –se ho inteso bene- come riflettendo su questa seconda modalità di osservazione, la mappa potrebbe darci nuove informazioni sul mondo, cioè sul Globo. Di fantasia in fantasia ho immaginato che un DB geografico possa essere come quel labirinto di cui parla Farinelli. In effetti, ad esempio il paradigma della Digital Earth è sferico e non piano, è profondo e non piatto,  non è statico ma sta nel tempo.  Insomma, ho pensato che sarebbe appassionante ascoltare questi due scienziati chiacchierare tra di loro, raccontarsi i loro studi, le loro riflessioni, i risultati e le domande ancora aperte. Sogno? Chissà forse un giorno … perTANTO…   la mappa, come l’Arte parafrasando Kandiskij,  “oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro”.

9 gennaio, 2008 | di

Vi segnalo una raccolta di mappe “nude”, utilissime per creare atlanti, per qualche slide di power point, per poster da presentare in qualche congresso, …

Sono rilasciate sotto licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported, e sono scaricabili in formato .gif, .eps e spesso anche in .pdf

Italia

Via Vector One

1 novembre, 2007 | di

Il mondo delle applicazioni presenti sul web specificatamente dedicate alla tecnologia mobile è in continuo aumento.
Tale circostanza ci porta sicuramente a riflettere sul mutamento delle esigenze degli utenti (professionali o meno), proiettate a costruire il proprio ufficio/casa virtuale in modo decentrato rispetto alla postazione fissa di lavoro.
Il tutto si può riassumere con il motto: qualunque luogo è il mio luogo.
In tal senso possiamo ricordare, a titolo esemplificativo, fra i vari software: portable apps (your digital life anywhere); Google mobile, ovvero le applicazioni di Google per cellulari (ricerca Google, Google maps, Gmail, Calendar);il fantastico oneSearch di Yahoo, le applicazioni di Flickr specificatamente dedicate al posting sul blog tramite cellulare (qui un articolo esemplificativo, ed immaginiamo quali utilizzi possono inventarsi architetti, periti, restauratori, geologi grazie a questo applicativo…).

Oggi vorrei parlare di Smart to go, ovvero un leggero software per cellulari che consente di configurare il proprio dispositivo mobile al pari di un navigatore satellitare.
Premetto subito che questa applicazione può essere usata anche senza antenna gps, in tal caso si rinuncerà al satellitare, per avere, invece, sul proprio telefonino una comodissima guida con le mappe delle città, con la possibilità aggiuntiva di visualizzare i luoghi su di una mappa, di creare e di simulare i percorsi stradali, di visualizzare gli indirizzi ed i numeri di telefono di utenze commerciali (posteggi, benzinai, banche) e ricreative (cinema, teatri, parchi).

Cosa serve:

  1. L’applicazione è stata specificatamente ideata per i seguenti cellulari NOKIA: 6100, 6100classic, E61, E61i, E90, N70, N72, N73, N76, N93i, N95. Tuttavia, per i dispositivi non presenti in elenco con Windows Mobile, si può provare ad usare la versione generica;
  2. una sim card;
  3. un cavo usb specifico per connettere il proprio cellulare al pc;
  4. un smart card da almeno 1Gb;
  5. un lettore di smart card;
  6. un antenna gps bluetooth (se si vuole avere la funzionalità del navigatore).

Cosa scaricare:

  1. scaricare ed installare sul proprio pc Nokia pcSuite nella versione specifica per il proprio cellulare;
  2. scaricare smart2Go sul proprio pc (è possibile scaricarlo direttamente sul proprio cellulare tramite sms, ma in questo caso dovrete accollarvi i costi di connessione);
  3. scaricare ed installare il Map Loader sempre sul proprio pc (lo si può scaricare anche dal sito della NOKIA qui).

Operazioni da eseguire:

  1. Una volta effettuato il download di Smart to go e dopo aver collegato tramite usb il proprio cellulare al pc, lanciare direttamente l’applicativo (che avrà una icona simile a quelle del Nokia pc suite. Quest’ultimo programma provvederà direttamente all’installazione sul cellulare);
  2. A questo punto scollegare il cellulare dalla porta usb, estrarre la smart card dal cellulare ed inserirla nel relativo lettore. Tale ultimo passaggio per me è stato obbligato, in quanto (non so per quale arcano motivo), il map loader non riesce a vedere il cellulare tramite porta usb, per cui risulta necessario installarlo direttamente su smart card.
  3. avviare il map loader dal pc e seguire le semplici istruzioni di installazione sulla smart card del cellulare. In tal senso potrete scegliere quali mappe da installare ed anche alcune applicazioni aggiuntive quali la voce guida durante la navigazione (gps) o la simulazione di percorso (che funziona anche senza antenna gps).

Sui siti linkati trovate tutte le relative istruzioni, inoltre potete scaricare qui in pdf il manuale d’uso del Nokia Maps (una trentina di pagine veramente esaustive).
Una notazione che mi sembra rilevante evidenziare è quella inerente alle impostazioni di rete.
Infatti, una volta avviata l’applicazione sul vostro cellulare, se la relativa mappa non dovesse essere rintracciata automaticamente (cosa assolutamente rarissima, ma può accadere), verrete collegati alla banca dati delle mappe. In questo caso sono a vostro carico i costi di connessione.
Potete, allora, impostare il vostro cellulare disabilitando questa impostazione predefinita in questa maniera: avviare il maps – opzioni - impostazioni - rete - utilizza retemai.

Alcune funzionalità
Volevo segnalare alcune funzionalità di questo applicativo mobile, proprio al fine di evidenziare la sua completezza e la sua utilità.

Il MENU’ IMPOSTAZIONI
1) Nel menù Impostazioni, alla voce Itinerario potete scegliere come impostare i criteri di ricerca ed elaborazione: ad esempio scegliere il mezzo di trasporto (in auto o a piedi); Selezionare l’itinerario da visualizzare (più veloce, più breve); se mostrare le autostrade, gallerie, i traghetti, i pedaggi.
2) sempre nel menù Impostazioni- Generale potete scegliere il sistema di misurazione (metrico o imperiale); la retroilluminazione durante la navigazione, la guida vocale (che potete scaricare attraverso il map loader, non è presente di default).

Il MENU’ CERCA
Per ricercare un luogo avete la possibilità di ricercarlo attraverso l’indirizzo, il nome e la categoria.
Ma, partendo da un indirizzo, avete la possibilità di aggiungere altre funzionalità alla vostra ricerca.
Ad esempio: mi trovo in via Damiani Almeyda a Palermo. Partendo da questo indirizzo sulla mappa, di default, vengono visualizzate, attraverso delle icone, alcune indicazioni quali le Attrazioni (scopro che proprio accanto vi è Villa Trabia), Cinema (vi è il cinema Gaudium – Via D. Almeyda, 50 – 90141 Palermo tel. +39091341535), Posteggi (uno fra i tanti si trova in Via Pier santi Mattarella, 1 e relativo numero di telefono), Stazioni ferroviarie (una si trova in via Domenico Cimarosa, 35 – 90144 Palermo tel. +39091343750).
Se tuttavia vogliamo, ad esempio, sapere quali Ristoranti ci sono nei paraggi, una volta selezionato il punto nel quale ci troviamo (Menù - Pos. SelezionataCerca dintorniCerca Per categoria) si aprirà una schermata in cui possiamo scegliere fra Ristoranti (ristoranti / bar / pub), Mezzi di trasporto (aeroporti / stazioni ferroviarie / traghetti / trasporti pubblici), Shopping (centri commerciali / negozi), Tempo Libero (Cinema / Parchi divertimenti / Teatro musica e cultura), Luoghi turistici (Attrazioni / Luoghi di Culto / Musei e Gallerie), Alberghi (Campeggi /Hotel) e una infinità di altre categorie dagli uffici postali agli Istituti governativi, dalle Attrazioni acquatiche alle Aziende vinicole…
Il menù Cerca per categorie è per altro attivabile autonomamente su: Opzioni – Cerca – Per categoria.
Una volta giunti a destinazione possiamo inviare a chi vogliamo la nostra posizione (MENU’ – INVIA UBICAZIONE: via mms / via e-mail via bluetooth)

IL MENU’ PIANIFICA ITINERARIO
Possiamo anche pianificare il nostro itinerario (anche senza antenna gps) scegliendo il punto di partenza ed il punto di arrivo, una volta elaborate le informazioni si aprirà una schermata testuale nella quale vengono visualizzate dettagliatamente le informazioni (come una ricerca su Google Maps). Andate su Opzioni - Mostra sulla cartina e avrete l’itinerario nel quale potete zoomare o meno (con * e #; con 0 scegliete un’altra visuale), con il tasto direzionale del vostro cellulare, andando su e giù, potete seguire l’itinerario sulla cartina con tutte le indicazioni (sotto avete la via e la distanza, in alto a sinistra le indicazioni di svolta, le rotatorie, etc.).
Ed infine se andate su Opzioni - Avvia navigazione (è necessaria l’antenna gps) potete incominciare il vostro viaggio, altrimenti su Opzioni – Avvia la simulazione (non è necessaria l’antenna gps) avrete una simulazione nella quale la guida vocale accompagna le immagini che scorrono sulla cartina (con in basso visualizzazione della velocità indicativa e della via).

I numerosi altri menù sono tutti da esplorare: potete selezionare un punto e stabilirlo come punto predefinito per la vostra navigazione (ad esempio l’indirizzo di casa vostra o dell’albergo nel quale vi trovate in modo tale da non dover ripetere sempre la stessa ricerca). Potete aggiungere delle indicazioni e delle note, e così via.
Leggo dal sito di Smart to Go che il contenuto delle guide delle città verrà aggiornato. È possibile scaricare semplicemente la nuova guida e utilizzarla in quanto funzionerà con la stessa licenza.
Le mappe verranno aggiornate due volte all’anno. È possibile verificare la presenza di aggiornamenti dei dati cartografici nell’applicazione smart2go scegliendo Opzioni – Impostazioni – Rete – Opzioni – Verifica la presenza di aggiornamenti delle mappe.
Se è disponibile una nuova versione dei dati cartografici, nell’applicazione verrà visualizzata una notifica con la richiesta di eliminare i dati cartografici precaricati. È possibile scaricare i nuovi dati cartografici tramite Internet mobile o Wi-Fi.
Io suggerirei, però, di estrarre dal vostro cellulare la scheda inserirla nel vostro lettore di smart card ed avviare l’applicazione map loader dove potrete agevolmente controllare gli aggiornamenti (ricordatevi di cancellare i precedenti: Scheda di memoria\SMART2GO\Cities\diskcache o tramite Map Loader).

L’applicazione funziona davvero bene ed i tempi di risposta e di elaborazione dipendono dal modello del vostro cellulare, tuttavia posso dire che sul mio Nokia N70 sono davvero sorprendenti.
Qualche volta si verifica (capita in simulazione) un crash e l’applicazione viene chiusa inaspettatamente.

Un’ultima annotazione: guardatevi i filmati che trovate sulla pagina della guida. Sono molto carini e mi ricordano l’Italia del Carosello.


Nota di redazione: questo post è scritto da Gerlando,
un nuovo collaboratore di TANTO. E’ per noi un gran piacere ricevere il suo
contributo. E’ un post ben scritto che arricchisce questo blog; è pieno
di interesse vero e di voglia di condividere una scoperta. Gerlando in realtà
scrive articoli, non post.


TANTO non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001, in quanto non viene aggiornato con una precisa e determinata periodicita'. Pertanto, in alcun modo puo' considerarsi un prodotto editoriale.