6 maggio, 2009 | di

E’ di qualche settimana fa il lancio dell’ultima versione dell’ottimo – sebbene ostico e agnostico – GIS olandese, che compie ulteriori piccoli passi avanti riguardo alcuni dei punti deboli che da sempre lo caratterizzano:

  • migliorata l’integrazione con le librerie GDAL, nelle precedenti versioni parecchio instabile, fondamentale per aprire ILWIS al resto del mondo;
  • garantito ora l’accesso anche a database Postgres/PostGIS;
  • miglioramenti anche al modulo SEBS, a mio avviso uno dei punti di forza di ILWIS, anche se poco conosciuto ai più.

Altre importanti novità riguardano gli sviluppatori:

  • ILWIS è ora a tutti gli effetti un progetto MS Visual 2008, con i suoi pro e i suoi contro;
  • la GUI (la faccia) e gli algoritmi funzionali (il cervello) di ILWIS sono stati completamente disaccoppiati, in tal modo sarà possibile scrivere più facilmente plugin per estenderne le funzionalità, così come sviluppare applicazioni server-side.

Ci ho giocato un po’ in questi giorni, per verificarne le funzionalità soprattutto sull’interoperabilità, e se da un lato ho riscontrato un effettivo miglioramento della performance riguardo l’importazione di dati esterni via GDAL (rimangono in realtà alcune “minor issues”), dall’altro ci sono ancora parecchi problemi sul modulo WMS, che purtroppo fa cilecca con tutti i server che ho provato. Solo con il solido JPL/NASA ILWIS riesce a leggere per lo meno il catalogo, ma poi non è in grado di caricare nessun layer.

Peccato, di strada da fare ce n’è ancora tanta sull’interoperabilità per ILWIS. Il problema è che è proprio su questo ormai che si gioca il destino di un GIS. Sono passati da anni i tempi durante i quali chi sviluppava software si poteva permettere di mantenere formati proprietari, fregandosene di ciò che accadeva nel resto del mondo. Chi è partito prima ha vinto la battaglia (vedi ESRI con gli shapefile e AutoCAD con i dwg).

Oggi anche i progetti OS più giovani, come uDIG o gvSIG, la prima cosa sulla quale hanno lavorato è proprio l’interoperabilità: garantire la lettura degli shapefile (e aggiungerei anche ecw, ma parlarne è delicato perchè non è standard aperto) è il minimo richiesto a software che debuttano nel mondo difficile dei GIS.

E’ per questo che i vari IDRISI, OSUMAP (si vabbè), GeoMedia (mi perdonino i suoi fan), e altri software o si sono estinti naturalmente, o li usano una decina di persone nel mondo, sebbene abbiano contribuito a fare la storia dei GIS (dategli un’occhiata, ne vale la pena).

Ma io personalmente credo in ILWIS, ci sono legato da quando ho cominciato a muovere i primi passi nella geomatica – quasi 15 anni fa – e sono convinto addirittura che i suoi algoritmi possano essere alla pari di quelli di GRASS, ciò che gli manca è però la capacità di parlare al resto del mondo… interoperabilità e WMS, basta formati proprietari. Mica poco!

Ma… si… può… fare!!!


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