28 gennaio, 2010 | di

Una citazione del genere appare certamente velleitaria in un Paese come il nostro, dove la Geografia viene talmente sottovalutata e ridicolizzata da dover sparire dalle nostre scuole, relegata a materia di serie B, indegna di essere insegnata in maniera decorosa.

Eppure questa è la citazione che riassume al meglio la presentazione tenuta a “TED Talks” da Bill Davenhall, coordinatore della sezione health and human services della ESRI.


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10 gennaio, 2010 | di

Note personali a seguito dell’intervista di Andrea Borruso al prof. Franco Farinelli

Quando debbo presentarmi in rete, utilizzo sempre più o meno quest’affermazione: “Credo che  l’Informazione Geografica sia uno degli ambiti più affascinanti della nascente Società della Conoscenza”. Sono affezionato all’aggettivo “nascente”, mi fa sentire particolarmente partecipe di una trasformazione, di una rivoluzione senza precedenti nella storia dell’umanità, al cui centro viene posto proprio ciò che ci rende consapevoli del nostro essere: la funzione cognitiva. Sento  quindi come privilegio il vivere nell’epoca in cui alla società pastorale ed agricola, a quella industriale se ne aggiunge un’altra: quella della conoscenza.

In questa cornice, occuparsi di Informazione Geografica è un’opportunità speciale. Essa è:

  • un crogiolo per un gran numero di tecnologie: GIS, RS (telerilevamento), ERP (sistemi informativi per la pianificazione delle risorse), GPS, RFID (tecnologie per l’identificazione a radio frequenza), BI (business intelligence), WEB(x.0), ecc., ecc., ecc.;
  • “nidi” di network: reti di competenze discipline, saperi, domini applicativi; reti organizzative ancor prima che tecnologiche.

Penso ancora che tutto quello che si sperimenta, s’inventa, si realizza in questo quadro diventa stock di conoscenza, disponibile oltre i confini dell’Informazione Geografica: cioè è essa stessa conoscenza!

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11 dicembre, 2009 | di

Mesi fa mi è capitato di leggere “Vento forte tra Lacedonia e Candela“, sottotitolo “Esercizi di paesologia”, di Franco Arminio. Questi due paesi a cavallo tra Irpinia e Puglia fanno ormai parte della mia vita da diversi anni, sebbene ci sia stato solo una volta nella mia vita.

Per uno che ama la geografia, i luoghi e le loro identità, la loro storia, un titolo e sottotitolo simili non possono che suscitare curiosità. Bene, il libro di Arminio si è subito rivelato un’autentico tesoro, ben al di là di ogni mia aspettativa. La paesologia – che nelle mia ignoranza ed evidente scarsa capacità immaginativa avevo pensato fosse l’arte esercitata da Arminio nel descrivere il suggestivo paesaggio del tratto della A16, appunto tra Lacedonia e Candela, perennemente flagellato dal vento e che io percorro ogni 15 giorni ormai da diversi anni – è invece un qualcosa a metà tra l’antropologia e la geografia umana, una vera e propria scienza – per Arminio è anche una malattia – dedita a descrivere i paesi dell’Irpinia e dell’Appennino meridionale, quelli che non vi capiterebbe mai di andare a visitare perchè sono fuori dalla lista dei 100 borghi più belli d’Italia.

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19 novembre, 2009 | di

Ieri sono stato al GISDay di Palermo, e noi di TANTO siamo stati tra gli organizzatori. Per l’occasione Franco Farinelli ci ha concesso una bella intervista, che pubblichiamo qui in esclusiva (mi sento Bruno Vespa). Mi piace raccontarvi del “viaggio” che ci ha portato sino a qui.

Poco più di un mese fa ho scritto un post sul mio primo “incontro” con il prof. Farinelli. E’ stato un contributo che mi ha riservato diverse soddisfazioni, la più importante delle quali è stata riscontrare l’effetto di disturbo positivo che ha provocato tra i lettori. Se ne ha un’evidenza tra i commenti al post, ma lo ho avuta anche a voce ed in chat.
Nelle settimane successive sono stato coinvolto nell’organizzazione di questo GISDay, e nella prima riunione si cercava con difficoltà di definire il taglio da dare alla giornata; la cosa era complicata dal fatto che non ci si conosceva bene tra tutti i partecipanti. Poi qualcuno dice: “bello il post su Farinelli”. Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito di avere fatto il primo piccolo grande passo. Poco dopo: “Andrea, ma perché non invitiamo Franco Farinelli??” (“argh” ho pensato io). Ma l’effetto domino non è finito.
Racconto infatti di questa proposta via email agli altri autori di TANTO, ed uno di loro (preferisco mantenere la privacy) mi racconta che l’avrebbe incontrato in presenza da lì a pochi giorni, per provare a coinvolgerlo in maniera più diretta su questo blog. Partiva quasi un’operazione di accerchiamento.
Rompo allora gli indugi e mi metto in contatto con Franco Farinelli. Mi dice subito di non poter essere con noi in presenza, ma di essere disponibile per un’intervista a distanza.

L’intervista è stata fatta. Avremmo voluta farla in diretta ieri, ma abbiamo preferito registrala il 17 per evitare qualsiasi inaspettato problema tecnico (“il bello della diretta”).

Ringrazio molto il prof. Farinelli per la sua disponibilità, ma sopratutto ed ancora una volta, per avere stimolato delle sane reazioni chimiche tra i presenti in sala. Spero che vi faccia lo stesso effetto, e mi piacerebbe che lasciaste qui traccia delle vostre sensazioni.

Buona visione :-D

5 ottobre, 2009 | di

Ho passato un periodo in cui mi è risultato difficile leggere. Ho provato a cambiare genere ed autori, ma senza cambiare risultato. Poi il miracolo, grazie al digitale terrestre.

E’ entrato a casa mia da tre mesi, e due canali – RAI News 24 e RAI storia – mi riservano spesso delle piccole perle. L’otto Luglio scorso alle 8 di mattina, mentre provavo a svegliarmi, sono stato letteralmente rapito da un programma trasmesso dal primo dei due. Un uomo con lo sguardo vivo, parlava della Terra con parole “nuove”; dopo pochi minuti ho dovuto spegnere ed andare in ufficio. Ho annotato allora sul mio smartphone qualche dettaglio sul programma (lo so, sono malattie gravi) e sono uscito.

Durante la pausa pranzo dello stesso giorno, apro la pagina  con il palinsesto, e leggo il nome esatto del programma: “Parole e teatro. Franco Farinelli e Margherita Hack”. Soddisfatto mi “tuffo” nel nuovo sito RAI, per provare a vederlo per intero in streaming.  Non lo trovo e scrivo alla redazione di Magazzini Einstein – il “contenitore televisivo dedicato a temi, eventi e personaggi dell’arte e della cultura, del presente e del passato” – che ha curato il programma; mi rispondono subito, mi confermano che non è ancora visibile e che lo sarebbe stato nei mesi seguenti.

L'invezione della TerraCambio strategia, concentro le mie ricerche web sull’uomo con lo sguardo acceso: Franco Farinelli. Tra i primi risultati, il libro “L’invenzione della Terra“. E’ pubblicato da Sellerio nella collana “Alle 8 della sera”; in questa vengono pubblicate le trascrizioni, rivedute e corrette, delle conversazioni trasmesse nell’omonimo programma di Radio DUE RAI.  L’ho comprato subito, anzi non proprio subito, ma è un’altra storia.

Nella nota di apertura Sergio Valzania, il curatore della collana, scrive:

“Non avevo mai riflettuto sulla lunghezza e la complessità del percorso che ha condotto l’umanità alla rappresentazione del mondo che ci consente di ridurre un territorio ad una mappa e l’intera Terra ad una raffigurazione a stampa”

Dopo avere letto questo libro ho pensato con forza: anche io!!

L’autore, a me sconosciuto (me ne vergogno), ha un curriculum importante: ha insegnato geografia a Ginevra,  Los Angeles (UCLA), Berkley e a Parigi (alla Sorbona e all’École Normale Supérieure). Ci racconta il ruolo che avevano le rappresentazioni della Terra, quando il mondo era più piccolo perché in gran parte sconosciuto; ci descrive l’evoluzione della geografia, dall’Enuma Elis alla moderna cartografia.  Lo fa usando una lingua ricca e semplice, come fanno spesso i grandi didatti. Ma torniamo al digitale terrestre.

A fine Settembre ricevo infatti un’email da Stefania Valentino, una  gentilissima consulente della redazione RAI di Magazzini Einstein; mi scrive che è finalmente possibile guardare in streaming, il programma che mi aveva acceso dei neuroni da tempo in stato comatoso.

Il filmato potete guardarlo sul sito ufficiale. La prima parte, quella con Franco Farinelli, dura circa 20 minuti. Dedicategli un tempo “speciale”, senza interruzioni e distrazioni. Alla fine sarete dei “tecnici” migliori, perché capaci di guardare un po’ più là di uno scarto quadratico medio ;-)

franco farinelli

Se vorrete “ascoltare” anche tutto il libro, troverete qui tutti i capitoli.

Così come oggi l’universo – dicono gli astronomi – è una collezione di storie, la Terra è fin dall’inizio un insieme di modelli, per mezzo dei quali mettiamo ordine e stabiliamo relazioni tra le cose di cui si compone “lo spazio riempito di cose terrestri”. Attraverso la cosmogonia, la cosmologia, la scienza, la letteratura e l’arte, quel che anima la riflessione occidentale è l’antitesi tra due principali e formidabili modelli, alternativi e irriducibili fra loro: la mappa e il globo. L’intera modernità è stata costruita sulla prima, attraverso la riduzione ad essa del mondo, ed è in tal modo che la cultura occidentale ha inventato la Terra. Ma oggi il funzionamento del mondo non dipende più dallo spazio e dal tempo, che per la scienza esistono soltanto nella forma in cui esistono sulle mappe. Oggi dobbiamo fare i conti direttamente con il globo, senza nessuna delle tradizionali mediazioni. E poiché tutti i nostri modelli sono stati, direttamente o indirettamente, di natura cartografica, ciò vuol dire che dobbiamo urgentemente procedere alla reinvenzione della Terra.

E’ stato particolarmente difficile scrivere questo post, e credo si veda. La qualità del materiale di cui vi ho scritto, mi ha in qualche modo annichilito. Se e quando troverete il tempo per dedicarvi alle parole di Farinelli, mi piacerebbe sapere se vi ha fatto lo stesso effetto. Buona visione (e ascolto).


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