10 maggio, 2016 | di in » Entropia

Questo articolo è stato pubblicato contemporaneamente sul sito Big-GIM

Toy Story 3Lo scorso primo marzo si è svolto il Kick off Meeting del Gruppo di Lavoro UNINFO “Profili professionali relativi all’informazione geografica”. Ne aveva dato notizia AgID qui.

I due mesi trascorsi, da quella riunione ad oggi, sono stati impiegati dalle associazioni Stati Generali dell’Innovazione e AMFM GIS Italia, per formalizzare l’adesione all’iniziativa UNINFO. Entrambi i sodalizi hanno terminato l’iter, conclusosi positivamente con l’iscrizione all’ente per la normazione in materia di informatica e la segnalazione dei propri delegati al Gruppo di Lavoro.

Anche altri soggetti, già soci UNINFO e/o presenti a quella riunione, hanno aderito all’iniziativa nel frattempo. E’ quindi probabile che nell’arco di questo mese UNINFO proceda, convocando la prima riunione operativa.

Abbiamo deciso d’impiegare questo tempo per riprendere la cura di queste pagine. Come avevamo anticipato durante quella riunione, grati per il risultato ottenuto con il questionario sul GIM, che tanti spunti per questo argomento ci ha fornito, ne abbiamo preparato un secondo, che trovate qui. In sintesi, grazie ancora al contributo della Rete, vorremmo raccogliere indicazioni sulle figure professionali che il gdl dovrebbe prendere in considerazione, oltre al GIM, e in generale, suggerimenti in tema di professioni della Geographic Information.

Contiamo molto, visto il precedente, sull’esperienza della comunità geomatica in Rete. Vorremo anche cogliere quest’occasione per incoraggiare suggestioni rispetto alle prospettive di sviluppo dell’Informazione Geografica nei prossimi anni. Dai contributi raccolti potrebbero emergere idee e consigli veramente utili per immaginare il futuro di questo settore in Italia e agire per contribuire alla creazione delle condizioni favorevoli perché tale scenario si avveri. Il nostro Paese ha un patrimonio di competenze straordinario in questo settore: valenti tecnici che operano nella pubblica amministrazione, nelle aziende, come liberi professionisti e neogeografi; una rete di ricercatori, i cui meriti sono apprezzati anche oltre confine. Un capitale umano degno della Nostra tradizione. Le opere e i giorni sono propizi.

Con questa finalità, prima di compilare il questionario, vi proponiamo di dare un’occhiata al seguente documento: “UN-GGIM, Future Trends in geospatial information management: the five to ten year vision”, Second edition, December 2015.

In questi giorni, precisamente l’11 maggio, si svolgerà la conferenza nazionale promossa e organizzata dall’AgID: “Il ruolo dell’informazione geografica nel contesto dell’agenda digitale: sfide, opportunità e nuove policy”. Anche quanto potremo leggere dai resoconti (per chi non sarà presente) di questo evento potrà fornire utili spunti. Questo vale come invito a seguire l’iniziativa AgID.

Vorrei infine dare uno spunto personale, che mi ha suggerito la lettura del documento UN-GGIM, già dalle prime suggestioni colte tra le righe dell’Executive Summary.  Per non lasciare solo il Big GIM, da quali collaboratori –e con quali competenze- dovrà essere affiancato, avendo presente il compito assegnato, espresso in geo-note?

5 Responses to “Big GIM mette su famiglia”

  1. By barbie on mag 11, 2016

    quello nell’immagine e` Ken, non Big Gim! :P

  2. By Andrea Borruso on mag 11, 2016

    Madi, si vede che sei una donna di scienza. Ti stimo!!

  3. By peutinger on mag 17, 2016

    Salve,
    leggo con interesse i vostri report da tempo, devo dire che l’impegno e la passione è lodevole. Tuttavia se si vuole inquadrare in modo oggettivo l’argomento non dobbiamo nasconderci che l’informazione geografica tutt’oggi è roba da nicchia per lo più di cultori ed appassionati. Autorevoli manager altrettanto appassionati nel 2015 l’hanno dovuto riconoscere davanti al ROI delle aziende che ci avevano investito ed anche all’estero le cose non è che vadano meglio. Il boom nel mondo dell’impresa non cè ancora. Sicuramente fino a quando questo non avverrà tutto rimarrà con un sapore di incompletezza com’è adesso. Credo però che margini di creazione di valore aggiunto da parte della geografia e delle sue elaborazioni ci sia ma credo anche che non si persegue con le logiche attuali. dell’oggetto geografico all’impresa per il suo business servono essenzialmente tre cose a)la proprietà b) la consistenza c) che cosa si può fare con siffatto oggetto. Le imprese maggiormente interessate sono il real estate, le multiutility, le imprese che ricavano valore dalla pubblicità del servizio prestato sul territorio conoscendo puntualmente le potenziali opportunità (esempio censimento piscine private, bonifica amianto, serramentistica generale controlli tributari e fiscali ecc) I dati vanno essenzialmente usati per quelli che già sono (e sono molti) cercando di incrementarli non pensando noi che qualcuno li richieda ma analizzando i reali bisogni nei cicli produttivi. Mi fermo qui ma potrei continuare a lungo.
    Ciao

  4. By Sergio Farruggia on mag 21, 2016

    Grazie per avere condiviso qui il tuo punto di vista e per i complimenti.
    Il fatto che l’IG sia ancora “roba da nicchia” (Per favore, potresti condividere i riferimenti per accedere all’informazione che citi?), ci deve stimolare a un impegno ancora più tenace! Oh, intendiamoci, l’IG è un universo, e ci sono comparti in cui “si cresce bene” e, comunque, rispetto al passato il trend complessivo è positivo.
    E in Italia, nuovi segnali di attenzione per l’IG compaiono all’orizzonte http://tinyurl.com/gr4j9ny

  5. By peutinger on mag 24, 2016

    Eccomi,
    il riferimento è l’intervento (illuminante) fatto dall’AD di Value Lab Marco Santambrogio agli atti della conferenza esri 2015 “where is business” (credo di ricordare bene) dove la questione è affrontata con disincanto “economico” descrivendo la realtà per quella che è.
    Secondo me il concetto più importante è quello per cui il dato geografico deve trasformarsi in informazione. Questo implica analizzare i bisogni con impronta geografica eventualmente presenti nel ciclo economico. Non è facile mi rendo conto ma credo sia l’unica strada percorribile. Il trend positivo è indiscutibile ma alla lunga ed a parità di diffusione tecnologica diventa stagnante se non si consolida. Comunque è positivo che si possa discutere di questo
    Ciao

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