TANTO » Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it le cose che ci piacciono ... Mon, 07 Nov 2016 09:59:24 +0000 it-IT hourly 1 Quali figure professionali IG ritieni siano importanti? http://blog.spaziogis.it/2016/05/28/quali-figure-professionali-ig-ritieni-siano-importanti/ http://blog.spaziogis.it/2016/05/28/quali-figure-professionali-ig-ritieni-siano-importanti/#comments Sat, 28 May 2016 07:00:01 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=6897 In seguito al Kick off meeting dello scorso 1 marzo 2016 e all’accoglimento delle conclusioni da parte della Commissione UNI/CT 526 “UNINFO APNR-ICT” competente è stato costituito il gruppo di lavoro UNI/CT 526/GL 04 “Profili Professionali relativi alla informazione geografica”. Il gruppo si dedicherà all’elaborazione del progetto di norma E14.D0.003.7 “Attività professionali non regolamentate – [...]]]>

In seguito al Kick off meeting dello scorso 1 marzo 2016 e all’accoglimento delle conclusioni da parte della Commissione UNI/CT 526 “UNINFO APNR-ICT” competente è stato costituito il gruppo di lavoro UNI/CT 526/GL 04 “Profili Professionali relativi alla informazione geografica”.
Il gruppo si dedicherà all’elaborazione del progetto di norma E14.D0.003.7 “Attività professionali non regolamentate – Profili professionali per l’ICT – Parte X: Profili professionali relativi alla informazione geografica” che ha superato con esito positivo la fase di Inchiesta Pubblica Preliminare UNI.

In attesa che il gdl inizi a operare, pensiamo utile raccogliere dalla comunità geomatica in Rete indicazioni sulle figure professionali che il gdl dovrebbe prendere in considerazione, oltre al GIM, e in generale, suggerimenti in tema di professioni della Geographic Information.

Per questo, abbiamo preparato un secondo questionario.

Ringraziamo in anticipo chi vorrà lasciare un contributo.

(Questo articolo è stato pubblicato originariamente su http://big-gim.it).

L'articolo Quali figure professionali IG ritieni siano importanti? è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2016/05/28/quali-figure-professionali-ig-ritieni-siano-importanti/feed/ 1
Un’altra tappa del GIM raggiunta http://blog.spaziogis.it/2015/08/07/unaltra-tappa-del-gim-raggiunta/ http://blog.spaziogis.it/2015/08/07/unaltra-tappa-del-gim-raggiunta/#comments Fri, 07 Aug 2015 06:00:34 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=6741 Questo articolo e’ stato pubblicato originariamente su www.big-gim.it. Siamo agli sgoccioli (in molti sensi): le ferie agostane stanno arrivando e forse molti di voi leggeranno questo post al loro rientro. Un gruppetto di sostenitori del GIM ha portato a termine la preparazione della versione finale della scheda UNINFO per questo nuovo profilo professionale e ha [...]]]> Questo articolo e’ stato pubblicato originariamente su www.big-gim.it.

Tappa del giro

Siamo agli sgoccioli (in molti sensi): le ferie agostane stanno arrivando e forse molti di voi leggeranno questo post al loro rientro.

Un gruppetto di sostenitori del GIM ha portato a termine la preparazione della versione finale della scheda UNINFO per questo nuovo profilo professionale e ha provveduto al suo invio attraverso il form proposto nell’ambito della consultazione pubblica sui “Profili professionali per l’ICT – Parte 3: Profili professionali relativi alle professionalità operanti nel Web” (Inserire il codice progetto E14D00033 all’URL http://bit.ly/1Mb6pT5).

Ringrazio quindi la redazione di TANTO, Lorenzo Perone ed Andrea Borruso in particolare, Monica Sebillo e tutti quelli che hanno lasciato messaggi sulla mailing list per il sostegno di questo lavoro di affinamento del profilo.

E’ possibile prendere visione del risultato qui. Per la pubblicazione sul web abbiamo utilizzato Crocodoc (ancora un grazie ad Andrea Borruso per la segnalazione). Per chi non conoscesse questa applicazione, tra le varie funzionalità, essa permette di lasciare commenti… Questo mi dà lo spunto per sollecitarne l’invio, anche considerando che potrebbero essere utili in una possibile fase di ulteriore affinamento del profilo.

Questa versione del profilo GIM si differenzia dalla precedente soprattutto perché fa riferimento non più specificatamente all’applicazione di questa figura nell’ambito delle comunità intelligenti, bensì ad una generica organizzazione. La modifica (chi segue questa iniziativa da più tempo ricorderà) è stata suggerita da Antonio Rotundo e discussa in occasione dell’incontro pubblico, svoltosi il 18 giugno scorso presso la Link Campus University di Roma, alla presenza dell’Agenzia per l’Italia Digitale. La scelta tiene conto di un possibile più ampio spettro di possibilità di impiego di tale skill e, inoltre, uniforma questa figura a quelle già predisposte dal gruppo di lavoro UNINFO.

Ciò non esclude, anzi è previsto, che una versione dedicata alle smart communities possa essere preparata: essa assumerebbe anche maggiore rilevanza se derivasse da una figura riconosciuta, come speriamo, da UNINFO.

Infatti, l’idea originale del GIM è maturata immaginando il contesto delle comunità intelligenti, soprattutto facendo riferimento a ciò che queste rappresenteranno nel prossimo futuro: spazi ibridi in cui non solo persone ma anche dispositivi e oggetti oscillano tra luoghi fisici e luoghi della Rete; in cui le dimensioni spaziali e temporali assumono nuovi valori, non più soltanto quello legato alla descrizione del territorio, delle sue caratteristiche naturali e delle attività antropiche.

In questo contesto complesso, dai molti e diversi stakeholder,  il GIM può trovare la sua collocazione più ambiziosa e proficua, per contribuire all’evoluzione del management dei dati geografici, sempre più basato su infrastrutture di dati interconnesse, secondo modelli distribuiti e smart, cioè efficienti per la produzione e per l’uso razionale dei dati geografici stessi.

Questa immagine un po’ visionaria può offrire forse spunti per raccogliere idee utili per promuovere il coinvolgimento del GIM all’interno dei processi delle smart communities. L’ozio agostano può stimolare la fantasia: ogni suggerimento sarà benvenuto!

Serene vacanze a tutti! 

Sergio Farruggia

L'articolo Un’altra tappa del GIM raggiunta è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2015/08/07/unaltra-tappa-del-gim-raggiunta/feed/ 0
Contribuiamo alla scrittura del Position Paper sul GIM http://blog.spaziogis.it/2015/05/19/6655/ http://blog.spaziogis.it/2015/05/19/6655/#comments Tue, 19 May 2015 07:00:06 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=6655 Questo articolo è apparso originariamente su www.big-gim.it. In occasione del barcamp svoltosi nell’ambito del raduno Spaghetti Open Data 2015 (#SOD15) a Bologna, primo incontro pubblico per discutere del Geographic Information Manager, è stata proposta l’organizzazione di un “tavolo di lavoro” con l’intenzione di produrre un Position Paper su questa nuova figura professionale, da sottoporre all’Agenzia [...]]]> Questo articolo è apparso originariamente su www.big-gim.it.15 Giugno

In occasione del barcamp svoltosi nell’ambito del raduno Spaghetti Open Data 2015 (#SOD15) a Bologna, primo incontro pubblico per discutere del Geographic Information Manager, è stata proposta l’organizzazione di un “tavolo di lavoro” con l’intenzione di produrre un Position Paper su questa nuova figura professionale, da sottoporre all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) perché possa esaminarne i contenuti ed esprimere proprie valutazioni in merito.

Questa iniziativa, promossa da Stati Generali dell’Innovazione, insieme alla Redazione di TANTO, alla comunità Spaghetti Open Data ed all’Università degli Studi “Link Campus University”, si rivolge alle associazioni, comunità ed ai singoli interessati ad approfondire gli aspetti salienti riguardanti questa nuova figura professionale.

Per contribuire alla redazione del Position Paper si può commentare questo documento condiviso, per avviare una discussione sul tema suggeriamo invece l’utilizzo della nostra mailing list.

Fino al 15 giugno prossimo sarà possibile contribuire alla stesura della versione finale di questo documento.

Per la stesura della versione preliminare del Position Paper sono stati di grande utilità i numerosi pareri e proposte raccolti attraverso il sondaggio sul ruolo del GIM eseguito dalla Redazione di TANTO, i successivi commenti lasciati nel documento contenente tutte le risposte al questionario pervenute, nonché le discussioni avvenute all’interno della mailing list, “luogo” creato per costruire insieme questa idea e renderla concreta.

Il contenuto di questa prima versione del Position Paper è articolato nei seguenti punti:

  • Introduzione
  • Razionale del Position Paper
    • Geographic Information Manager e Open Government
    • Geographic Information Manager e “Comunità Intelligente”
  • Il ruolo del Geographic Information Manager nell’ambito dell’organismo d’indirizzo della comunità intelligente
    • Profilo delle competenze del Geographic Information Manager
    • Condizioni perché il Geographic Information Manager possa agire con competenza
  • Formazione e sviluppo professionale del GIM
  • Gestione dei GIM
  • Quadro normativo di riferimento

Giovedì 18 giugno, presso la sede di Roma della “Link Campus University“ (Via Nomentana, 335, Roma) è prevista la presentazione pubblica del Position Paper e la sua consegna ad AgID. Nei prossimi giorni, su questo sito, sarà pubblicato il programma dell’evento.

L'articolo Contribuiamo alla scrittura del Position Paper sul GIM è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2015/05/19/6655/feed/ 0 15 Giugno
#GIMNow – cosa è avvenuto http://blog.spaziogis.it/2015/02/16/gimnow-cosa-e-avvenuto/ http://blog.spaziogis.it/2015/02/16/gimnow-cosa-e-avvenuto/#comments Mon, 16 Feb 2015 11:00:20 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=6628 Con questo post vogliamo fare il punto su quanto avvenuto dopo la chiusura del sondaggio sul ruolo del GIM che abbiamo promosso sull’onda della proposta di Sergio Farruggia, per avere un riscontro condiviso, con un panel di operatori del settore geo-ICT. Iniziamo con il ringraziare quanti hanno partecipato, numerosi rispetto alle aspettative. Ci ha colpito [...]]]> Con questo post vogliamo fare il punto su quanto avvenuto dopo la chiusura del sondaggio sul ruolo del GIM che abbiamo promosso sull’onda della proposta di Sergio Farruggia, per avere un riscontro condiviso, con un panel di operatori del settore geo-ICT.

Iniziamo con il ringraziare quanti hanno partecipato, numerosi rispetto alle aspettative. Ci ha colpito sia il numero che la qualità dell’adesione alla proposta, anche questa non era scontata.

Altro motivo di riflessione è legato a coloro che hanno deciso di rispondere al questionario: molti degli operatori invitati hanno deciso di non esprimersi, mentre c’è stata, in proporzione, una maggiore adesione spontanea all’iniziativa, anche questo è secondo noi un fatto importante.

I dati

Abbiamo inviato per email poco meno di 100 inviti alla compilazione del questionario e ricevuto (grazie anche ad un po’ di comunicazione sul web) 64 risposte.
Quelle alla prima domanda – “Ritieni che il ruolo del GIM sia utile per la PA?” – sono così distribuite:

  • 4 “Per Niente”;
  • 8 “Abbastanza;
  • 52 “Molto”.

Più del 80% dei partecipanti ha espresso un feedback positivo.

grafico1

Le risposte alla domanda “Ritieni che il ruolo del GIM sia utile per le città/comunità? sono invece così distribuite:

  • 2 “Per Niente”;
  • 5 “Abbastanza;
  • 57 “Molto”.

Un feedback positivo più forte da cui emerge una valutazione migliore di questo ruolo nel contesto delle città/comunità: 2 persone che avevano valutato per niente utile il GIM per la Pubblica Amministrazione, lo trovano più efficace in un contesto più “dal basso”.

grafico2

Infine, circa 50 persone hanno manifestato la disponibilità a partecipare alla costruzione di questa campagna, lasciando il proprio indirizzo mail.

I luoghi di #GIMNow

Come già annunciato in precedenza è stata aperta una “mailing list/gruppo di discussione” per costruire insieme questa idea e renderla concreta, la mailing list sta prendendo vita ed abbiamo già iniziato alcune discussioni, ad esempio condividendo i RAW data delle risposte al questionario.

Il canale Twitter @biggimnow potrebbe rappresentare un’ulteriore strumento utile di discussione.

Per stimolare una analisi condivisa utilizziamo un unico documento, contenente le proposte emerse dal questionario su cui ragionare assieme.

Abbiamo “creato” uno spazio su http://big-gim.it in cui raccogliere e sistematizzare il frutto del confronto sul tema del GIM.

La redazione di TANTO.

L'articolo #GIMNow – cosa è avvenuto è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2015/02/16/gimnow-cosa-e-avvenuto/feed/ 1 grafico1 grafico2
Geographic Information Manager – l’ora della verità http://blog.spaziogis.it/2015/01/08/geographic-information-manager-lora-della-verita/ http://blog.spaziogis.it/2015/01/08/geographic-information-manager-lora-della-verita/#comments Thu, 08 Jan 2015 14:12:35 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=6584 Qualche settimana fa, qui su TANTO, un post di Sergio Farruggia proponeva una riflessione sul ruolo del Geographic Information Manager. L’idea ci ha appassionato ed abbiamo deciso, come redazione, di provare a coinvolgere i nostri personali contatti. Questa mattina è partita la seguente email, destinata a circa 100 persone. Oggetto: costruisci assieme a noi il ruolo [...]]]>

Qualche settimana fa, qui su TANTO, un post di Sergio Farruggia proponeva una riflessione sul ruolo del Geographic Information Manager.

L’idea ci ha appassionato ed abbiamo deciso, come redazione, di provare a coinvolgere i nostri personali contatti.

Questa mattina è partita la seguente email, destinata a circa 100 persone.

Oggetto: costruisci assieme a noi il ruolo del Geographic Information Manager

Ciao, alcune settimane fa abbiamo pubblicato un post che lanciava l’idea del Geographic Information Manager, una figura da inserire negli organismi d’indirizzo di processi “smart” di una città e/o comunità, per favorire la valorizzazione degli aspetti legati all’informazione geografica.

“Un esperto di settore, il cui compito fondamentale sia quello di favorire l’incremento del livello di qualità e competenza tecnica all’interno del network che costruisce una comunità intelligente, nei riguardi delle tematiche legate alla capacità di fruire dei dati territoriali (spatial enablement), sia intesa rispetto alla disponibilità di queste informazioni, sia come abilità conseguite per il loro sfruttamento.”

A noi l’idea sembra buona, ma vorremmo capire cosa ne pensano altri attori di questo settore e ti chiediamo, in prima battuta, di compilare questo brevissimo questionario.

Cerchiamo però più di una semplice approvazione e, se l’idea ti sembra interessante, vorremmo provare a discuterne pubblicamente in questa mailing list  per definire assieme competenze e ambiti operativi di questa nuova figura.

Chiuderemo il questionario il 18/01/2015.

Grazie, la redazione di TANTO.

Perché l’invio di un’email diretta? Perché quello che cerchiamo di avviare è un percorso di confronto attorno ad un tema che ci sembra importante, ed il modo migliore che ci è venuto in mente è quello di coinvolgere, in prima persona, la nostra rete di contatti.

Coinvolgere direttamente, via email, un limitato numero di persone è stata una scelta legata al rigetto di operazioni simil-spam che ciascuno di noi ha sviluppato negli (ultimi) anni, piuttosto che il tentativo di definire un ristretto gruppo di influencer da coinvolgere nella promozione del ruolo del Geographic Information Manager.

Se l’idea raccoglierà, come immaginiamo, un certo interesse, crediamo che la discussione si propagherà in maniera naturale. Il confronto attraverso questa mailing list pubblica è aperto infatti a chiunque abbia interesse e desiderio di parteciparvi. Proponiamo anche un hashtag: #GIMnow con cui veicoleremo informazioni, statistiche sui risultati del questionario e quello che emergerà da una discussione che ci auguriamo possa fattivamente contribuire a “favorire l’incremento del livello di qualità e competenza tecnica all’interno del network che costruisce una comunità intelligente, nei riguardi delle tematiche legate alla capacità di fruire dei dati territoriali (spatial enablement), sia intesa rispetto alla disponibilità di queste informazioni, sia come abilità conseguite per il loro sfruttamento.

La redazione di TANTO.

Aggiornamento del 19 gennaio

Il questionario é stato chiuso e messo off-line, stiamo ora analizzando le risposte. Pubblicheremo a breve i dati grezzi relativi alle risposte (resi anonimi) ed inizieremo una sintesi delle analisi, delle critiche e delle proposte pervenute.

Per partecipare alla discussione é possibile iscriversi alla mailing list e seguire il canale twitter e l’hashtag #GIMnow.

 

L'articolo Geographic Information Manager – l’ora della verità è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2015/01/08/geographic-information-manager-lora-della-verita/feed/ 1 44.494887 11.342616300000032 8483846574_f03d00488b_z Foto di Timothy Burling
Bolzano chiama Bari – fare impresa in Puglia http://blog.spaziogis.it/2012/06/25/bolzano-chiama-bari-fare-impresa-in-puglia/ http://blog.spaziogis.it/2012/06/25/bolzano-chiama-bari-fare-impresa-in-puglia/#comments Mon, 25 Jun 2012 08:00:40 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=4980 Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital. Dopo essere stati a Bolzano raggiungiamo Bari per la seconda “puntata” di questa doppia intervista. Quanto è diverso avviare una startup in Trentino o in Puglia? Ne parlo con Vincenzo Barbieri, cofondatore di Planetek. Chi sei? Vincenzo Barbieri, agronomo, anno 1967, direttore marketing e socio fondatore di Planetek Italia S.r.l. [...]]]> Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital.

Dopo essere stati a Bolzano raggiungiamo Bari per la seconda “puntata” di questa doppia intervista. Quanto è diverso avviare una startup in Trentino o in Puglia? Ne parlo con Vincenzo Barbieri, cofondatore di Planetek.

Chi sei?

Vincenzo Barbieri, agronomo, anno 1967, direttore marketing e socio fondatore di Planetek Italia S.r.l.

Dove operi?

Planetek Italia ha sede a Bari ed impiega circa 50 persone. Abbiamo una sister company ad Atene,Planetek Hellas, e abbiamo fondato due spinoff: Geo-k a Roma, con l’Università di Tor Vergata, e GAP a Bari, con il Politecnico.

Di cosa ti occupi?

Siamo specializzati nell’erogazione di servizi e prodotti nell’ambito della geomatica e dello spazio.

Quando hai avviato la tua impresa?

Dopo la laurea ho conseguito un master in pianificazione del territorio e contestualmente ho avviato l’azienda nel 1994 con gli altri soci fondatori.

Quando hai iniziato che collegamenti avevi con gli istituti di ricerca?

Abbiamo avviato la Planetek Italia utilizzando le facility messe a disposizione dall’incubatore di imprese Tecnopolis (oggi Innovapuglia, nel 1994 centro di ricerca applicata della Regione Puglia).

Che vantaggi hai avuto nel creare un’impresa in Puglia?

Quando siamo nati abbiamo presentato una richiesta di finanziamento per l’imprenditoria giovanile, ma la nostra richiesta è stata bocciata perché il piano era troppo ambizioso per un mercato che, secondo i valutatori, non sarebbe stato in grado di sostenere una iniziativa di questo genere. Oggi posso dire: per fortuna hanno bocciato la nostra richiesta, quello che ci serviva lo abbiamo acquistato con i nostri sacrifici ed ogni lira è stata sempre ben spesa. I finanziamenti ti inducono ad imbottirti di tecnologia, ma puoi pagarne care le conseguenze. Gli ammortamenti elevati possono uccidere le nuove imprese che non hanno le spalle abbastanza larghe per sopravvivere alle piccole crisi finanziarie.

Nel 1994 l’utilizzo dell’incubatore di impresa ci ha consentito di accedere a risorse tecnologiche che altrimenti non avremmo potuto acquisire. Tecnopolis disponeva di un collegamento Internet molto veloce quando ancora Internet non era diffusa, in pratica non si sapeva cosa fosse. Questo ci ha reso da subito un’azienda internazionale. Avevamo poi a disposizione delle workstation Unix dotate di software GIS e di Image Processing (Remote Sensing) che ci hanno consentito di poter erogare servizi senza dover fare investimenti che non avremmo potuto sostenere. Inoltre la prossimità fisica e la condivisione degli spazi con i tecnici del centro di ricerca ci hanno aiutato ad avere immediata conoscenza di quanto avveniva nel settore della geomatica. Infine a Bari abbiamo un buon politecnico ed un’università che ci mettono a disposizione neolaureati da inserire in azienda.

Che difficoltà hai avuto?

La logistica non ci ha sempre aiutato. Anche se a Bari abbiamo un buon aeroporto, con molti collegamenti, inizialmente era problematico raggiungere le principali città europee. Oggi la situazione è molto migliorata grazie alla possibilità di realizzare videoconferenze al posto delle conferenze fisiche, e il costo dei biglietti aerei si è ridotto significativamente rispetto ai primi anni di vita dell’azienda.

Come pensi potrebbe essere avviare un’impresa in un altro contesto geografico?

Potremmo avere una logistica più efficiente se fossimo in prossimità di mercati più ampi, ad esempio quelli della Lombardia, del Piemonte oppure del Lazio, dove è massiccia la presenza di amministrazioni centrali. Sarebbe inoltre utile operare in stretto contatto con altre aziende con attività complementari alle nostre, con cui organizzare filiere verticali e/o orizzontali.

Cosa ti sarebbe utile nel luogo in cui sei?

Una Pubblica Amministrazione in grado di richiedere e saper riconoscere ICT di qualità, infatti per noi attualmente il mercato locale non rappresenta un volano di sviluppo.

Infine, maggiore capacità di aggregazione tra gli operatori economici e più in generale tra tutti i soggetti interessati (PA, mondo della ricerca, ecc.). Disporre di una massa critica è indispensabile per poter competere sul mercato e non subire gli eventi, se non sei parte di un grande gruppo devi necessariamente collaborare con altre aziende, ma purtroppo la propensione a lavorare in modo sinergico non è molto diffusa.

Bolzano chiama Bari

Mostra mappe incorporate in modalità schermo intero

L'articolo Bolzano chiama Bari – fare impresa in Puglia è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2012/06/25/bolzano-chiama-bari-fare-impresa-in-puglia/feed/ 1
Bolzano chiama Bari – fare impresa in Trentino Alto Agide http://blog.spaziogis.it/2012/06/25/bolzano-chiama-bari-fare-impresa-in-trentino-alto-agide/ http://blog.spaziogis.it/2012/06/25/bolzano-chiama-bari-fare-impresa-in-trentino-alto-agide/#comments Mon, 25 Jun 2012 07:57:58 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=4972 Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital. Che differenza c’è tra avviare una startup in Trentino-Alto Adige e farlo in Puglia? È una domanda all’apparenza banale, ma dietro la nascita di un’azienda ad elevata vocazione innovativa ci sono valutazioni ed esperienze di particolare interesse. Per comprenderle ho intervistato Andrea Antonello di HydroloGIS, un’azienda che sviluppa modelli software in campo [...]]]> Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital.

Che differenza c’è tra avviare una startup in Trentino-Alto Adige e farlo in Puglia? È una domanda all’apparenza banale, ma dietro la nascita di un’azienda ad elevata vocazione innovativa ci sono valutazioni ed esperienze di particolare interesse. Per comprenderle ho intervistato Andrea Antonello di HydroloGIS, un’azienda che sviluppa modelli software in campo ambientale con sede a Bolzano, e Vincenzo Barbieri di Planetek Italia, azienda barese che applica l’informatica alla gestione territoriale di Bari. Pubblichiamo le interviste separatamente facendo però presente che ognuna va considerata alla luce dell’altra.

Chi sei?

Mi chiamo Andrea Antonello, nato a Merano nel 1973 e vissuto fra Merano, Bolzano, Trento e, anche se per un periodo breve, a Bologna. Mi sono laureato a Trento in Ingegneria Civile con indirizzo ambientale ed ho un dottorato in Scienze della Terra conseguito a Urbino. Sono socio fondatore di HydroloGIS S.r.l., azienda specializzata in sviluppo e modellazione in campo idrologico, geomorfologico ed idraulico integrati in ambiente GIS.

Dove operi?

Principalmente in Trentino-Alto Adige. Abbiamo collaborazioni anche in altre regioni, principalmente del nord Italia. Un esempio è il Piemonte con l’ARPA oppure la collaborazione di una nostra socia con ISPRA a Roma. Ci sono poi dei progetti di cooperazione, per i quali abbiamo lavorato in Rwanda e stiamo iniziando in Etiopia.

Di cosa ti occupi?

Principalmente di ingegneria ambientale. La nostra attività è incentrata sullo studio delle acque superficiali. Trattiamo il rischio idrogeologico, acquedotti, fognature, centrali idroelettriche ed energie rinnovabili. Utilizziamo quasi esclusivamente software di produzione interna.

Quando hai avviato la tua impresa?

La mia collega ed io abbiamo fondato l’azienda nel 2005, dopo aver lavorato per circa tre anni come consulenti esterni alla facoltà di ingegneria di Trento. Negli anni di lavoro all’università abbiamo ottenuto gli “strumenti” che poi ci hanno permesso di fondare HydroloGIS. Nonostante allora non fosse possibile fondare spin-off nella nostra facoltà, ci sentiamo comunque un po’ suoi figli.

Quando hai iniziato che collegamenti avevi con gli istituti di ricerca?

Il legame con l’Università di Trento è stato da subito fortissimo ed è ancora molto importante. La strategia di HydroloGIS è sempre stata quella di rimanere il più possibile nel campo della ricerca. Abbiamo avuto collaborazioni con le università di Trento, Urbino e Bolzano. All’inizio non avevamo alcun contatto con enti pubblici e neppure con società private. Ci venne detto che non era “sano” essere legati solo a enti di ricerca e che la forza sta nei collegamenti fra società private. Oggi posso dire che sono parole sacrosante.

Che vantaggi hai avuto nel creare un impresa in Trentino?

Fondare l’azienda a Bolzano ci ha dato un vantaggio importante: il supporto dell’incubatore di impresenel quale tuttora viviamo, sotto forma di ”azienda tecnologica”. Per il resto è stato molto difficile per noi trovare lavoro in Alto Adige. Il nostro settore è di nicchia e particolarmente collegato alle pubbliche amministrazioni. È difficile imporsi in un mercato che risulta essere abbastanza chiuso. Abbiamo avuto vita più facile in Trentino, dove il nostro collegamento con l’università è stato un buon biglietto da visita. Devo aggiungere che in Alto Adige, almeno da quando siamo attivi noi, c’è molto interesse per la ricerca e sviluppo in ambito ambientale e ciò ci ha permesso di partecipare a concorsi e bandi di finanziamento, al di là delle attività di lavoro per terzi.

Che difficoltà hai avuto?

Faccio fatica a rispondere a questa domanda. Non credo che ci siano reali svantaggi qui in Trentino-Alto Adige, non ho però sufficienti elementi per valutare altre realtà più o meno fortunate. Credo che la reale difficoltà stia nel riuscire a imporsi sul mercato riuscendo ad ottenere la fiducia dei possibili clienti. Di lavoro ce ne sarebbe, anche parecchio, il problema è che in superficie questa cosa non appare, perché in qualunque realtà i canali sono solitamente già consolidati. Forse l’aspetto più delicato è che ci si trova in un mercato piccolo dove molte attività nel nostro campo sono già state affrontate, con più o meno successo. In altri contesti ci sarebbe tutto da fare e sicuramente meno concorrenza specializzata.

Come pensi potrebbe essere avviare un’impresa in un altro contesto geografico?

Avere un’impresa in un luogo dove il nostro settore è poco sviluppato ed il mercato è più ampio potrebbe essere interessante. Spesso ci si trova a dover sostenere colleghi in altre regioni o nel mondo, probabilmente sarebbe più facile se fossimo presenti in tali situazioni. Come si dice, “nemo propheta in patria”…

Cosa ti sarebbe utile nel luogo dove sei?

Non mi viene in mente nulla in particolare. Ci sono alcune possibiltà a cui qui non abbiamo accesso, ma è più che altro un problema di dimensione aziendale.

Bolzano chiama Bari

Mostra mappe incorporate in modalità schermo intero

L'articolo Bolzano chiama Bari – fare impresa in Trentino Alto Agide è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2012/06/25/bolzano-chiama-bari-fare-impresa-in-trentino-alto-agide/feed/ 0
Ushahidi: da gestione delle emergenze a startup di mapping http://blog.spaziogis.it/2012/04/16/ushahidi-da-gestione-delle-emergenze-a-startup-di-mapping/ http://blog.spaziogis.it/2012/04/16/ushahidi-da-gestione-delle-emergenze-a-startup-di-mapping/#comments Mon, 16 Apr 2012 07:00:14 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=4768 Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital. Ushahidi, che in Swahili significa testimonianza, è oggi una una società non-profit che sviluppa software libero. Il suo core business è lo sviluppo di software per la raccolta, la visualizzazione e la rappresentazione di informazioni su cartografia interattiva. E’ un valido esempio di come [...]]]> Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital.

Ushahidi, che in Swahili significa testimonianza, è oggi una una società non-profit che sviluppa software libero. Il suo core business è lo sviluppo di software per la raccolta, la visualizzazione e la rappresentazione di informazioni su cartografia interattiva.

E’ un valido esempio di come una startup possa nascere da un’idea di successo, in una realtà come quella del Kenya, che non associamo a incubatore di tech company.

Tutto nasce durante le violenze che si sono verificate in Kenya, nel 2008 a seguito delle elezioni politiche. Un gruppo di persone tra cui l’attivista kenyota Ory Okolloh, si trovarono a documentare sui loro blog, anche attraverso i commenti, le violenze che stavano accadendo nel paese. Qualcuno lanciò l’idea di mappare i luoghi delle violenze attraverso Google Maps, e Ory rilanciò la proposta via twitter, chiedendo supporto alla comunità degli sviluppatori software del paese.

In tre giorni era online Ushahidi.com, il sito originale, ancora visibile in una sezione del sito attuale. Ushahidi ebbe una grandissima risposta, ben 45,000 utenti inviarono le loro testimonianze dai luoghi degli scontri, permettendo di seguire l’evoluzione della situazione nel paese in maniera indipendente da quanto riportato dagli organi ufficiali. Un esperimento riuscito di citizen journalism e crowdsourcing.

Da allora Ushahidi non rappresenta più solo una piattaforma web ma una realtà aziendale complessa, al cui al nucleo originale dei fondatori Erik HersmanJuliana Rotich, Ory Okolloh eDavid Kobia si è affiancato un nutrito gruppo di sviluppatori e di specialisti di tecnologia, attivisti politici, giornalisti ed esperti di comunicazione. La cosa che colpisce, guardando le pagine del team è l’estrema distanza geografica che separa queste persone che vivono, in qualche caso, in continenti diversi. Il cuore pulsante del progetto rimane in Kenya anche se, formalmente, la società ha sede ad Orlando in Florida.

La piattaforma di Ushahidi dal 2008 ad oggi è stata testimone di numerose emergenze tra cui ilterremoto di Hahiti, la crisi libica, il terremoto in Giappone e l’attualissima crisi siriana, riuscendo a supportare i cittadini e le organizzazioni che operavano sul campo attraverso la gestione e pubblicazione su mappa delle richieste di soccorso e delle risorse disponibili.

La facilità nella diffusione è stata favorita da Crowdmap, uno dei prodotti creati dalla startup a partire dall’idea originale e che permette di utilizzare le risorse web di Ushahidi per mettere on line, gratuitamente, una versione personalizzata della piattaforma in pochi minuti.

Questo ha permesso, anche in Italia, la realizzazione di diversi deployment, tra cui Rifiutiamoci.

Uno dei punti di forza di Ushahidi è senza dubbio la versatilità. Consente di operare in condizioni logistiche di comunicazione profondamente diverse, adattandosi a scenari di utilizzo profondamente differenti.

La funzionalità di base è quella di rendere disponibili, anche in tempo reale, informazioni geolocalizzate relative a diverse categorie di eventi su una mappa, permettendo di analizzare il flusso temporale degli avvenimenti attraverso una timeline che può essere attivata per rappresentarli dinamicamente.

E’ possibile ricevere via email o SMS un messaggio se un evento di determinato tipo si presenta ad una determinata distanza da una posizione prefissata, allertando ad esempio un giornalista o un’unità di soccorso.

Le segnalazioni possono essere inviate via SMS o nel caso di uno smartphone con GPS integrato, utilizzando il formato GeoSMS che invia automaticamente indicazioni rispetto alla propria posizione. Sono state create specifiche apps per iPhone ed Android ed è prevista un’interfaccia dibackoffice per inserire le segnalazioni ricevute telefonicamente oltre che per validare le diverse segnalazioni, provenienti anche da email e da web.

Un’altra delle innovazioni legate allo sviluppo della start-up è stata la realizzazione di una innovativa piattaforma: SwiftRiver, che è attualmente in versione beta, che analizza e verifica inreal-time grandi flussi di dati provenienti da diversi canali quali: email, twitter, SMS e feed RSS. Il sistema provvede ad un’analisi semantica del flusso permettendo la l’auto-categorizzazione e classificazione dei dati analizzati sulla base di parole chiave.

SwiftRiver è utilizzato anche da Wikipedia per analizzare come gli editor della famosa enciclopedia tracciano, valutano e verificano l’attendibilità delle fonti relative alle voci pubblicate.

Ushahidi ha maturato una così grande esperienza sul campo da aver creato anche dei veri e proprihow-to per l’organizzazione di un sistema di monitoraggio elettorale, per il fund raisinge per la gestione della sicurezza in realtà “democraticamente” difficili.

Tra i progetti italiani che lo utilizzano possiamo citare:

L'articolo Ushahidi: da gestione delle emergenze a startup di mapping è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2012/04/16/ushahidi-da-gestione-delle-emergenze-a-startup-di-mapping/feed/ 5 45.8027983 9.093560000000025 ushahidi
Bologna chiama Genova http://blog.spaziogis.it/2012/03/19/bologna-chiama-genova/ http://blog.spaziogis.it/2012/03/19/bologna-chiama-genova/#comments Mon, 19 Mar 2012 08:00:56 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=4757 Noi di TANTO seguiamo da quest’estate un’iniziativa in cui crediamo molto: Stati Generali dell’Innovazione. Sergio e Pietro Blu sono i nostri “uomini all’Avana” che ci informano dall’interno. Confrontandomi su questi temi con Sergio, che è impegnato anche nell’organizzazione dell’evento “Genova per l’innovazione – open smart city”, ho avuto l’idea di riportare le nostre “quattro chiacchiere nel [...]]]>

Noi di TANTO seguiamo da quest’estate un’iniziativa in cui crediamo molto: Stati Generali dell’Innovazione. Sergio e Pietro Blu sono i nostri “uomini all’Avana” che ci informano dall’interno. Confrontandomi su questi temi con Sergio, che è impegnato anche nell’organizzazione dell’evento “Genova per l’innovazione – open smart city”, ho avuto l’idea di riportare le nostre “quattro chiacchiere nel bar dietro al router” in forma di intervista. Per non mancare di originalità l’ho intitolata “Bologna chiama Genova”…

Sergio, in due parole, che cosa sono gli “Stati generali dell’innovazione”?
SGI è un’associazione, ma si configura come rete di associazioni, organizzazioni, enti, gruppi e persone singole che operano a diversi livelli (locale, regionale, nazionale, internazionale). Essa è aperta al contributo di persone di tutte le nazionalità e di qualsiasi estrazione sociale, economica e politica che ne condividano i principi. Lo scopo di SGI è quello di realizzare le condizioni e organizzare gli Stati Generali dell’Innovazione, inteso come momento di partecipazione globale di tutti i portatori di interesse verso la costruzione di una prospettiva condivisa per  un cambio effettivo nella politica dell’innovazione per l’Italia.

In SGI si parla molto di “open data”, cosa indica questo termine?
Con “open data” s’intende un nuovo modello o filosofia che consente di rendere dati e informazioni  “aperti” e accessibili direttamente online.
Più in dettaglio, affinché si possa parlare effettivamente di open data, è necessario che le risorse digitali presentino precise caratteristiche, dal punto di vista tecnico, delle logiche e dinamiche di accesso, utilizzo e riuso.

Le Pubbliche Amministrazioni hanno un ruolo  in questo?
Nell’ambito di questo modello “open” delle risorse digitali e dei software, attualmente uno dei punti focali del dibattito sull’open data è il processo di liberalizzazione dei dati e delle informazioni in possesso della pubblica amministrazione (PA). L’attenzione verso nuovi modelli “trasparenti” e partecipativi delle amministrazioni pubbliche, infatti, solleva con sempre maggiore energia esigenze di “openness” tra gli enti e le istituzioni pubbliche, insieme alle necessità di svecchiamento delle procedure amministrative, sullo sfondo delle nuove tecnologie di internet, del WEB e dei dispositivi mobili.

Parlando di open data, spesso viene usata la sigla “PSI”,  cosa indica?
Con l’acronimo PSI (Public Sector Information – Informazioni del settore pubblico) s’identifica la principale fonte di informazioni in Europa. Tali informazioni sono prodotte e raccolte dagli enti pubblici; esse comprendono mappe digitali, dati meteorologici, dati sul traffico, informazioni giuridiche, finanziarie, economiche e altri dati.
La maggior parte di questi dati “grezzi” potrebbero essere utilizzati, o integrati in nuovi prodotti e servizi, di uso quotidiano, come i navigatori GPS, le previsioni meteo, i servizi finanziari e assicurativi, permettendo a molte nuove realtà aziendali di emergere in questo mercato.
Nel 2003, l’Unione Europea ha adottato la direttiva sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico introducendo un quadro legislativo comune per disciplinare come gli enti pubblici dovrebbero rendere disponibili le loro informazioni per il riutilizzo, eliminando le barriere che impediscono l’applicazione, come le pratiche discriminatorie, il monopolio dei mercati e la mancanza di trasparenza.

E la riusabilità ha un ruolo in questo?
Per ri-uso delle informazioni del settore pubblico s’intende il loro utilizzo in nuovi modi, attribuendo ad esse valore aggiunto, combinando le informazioni provenienti da fonti diverse, facendo mash-up e nuove applicazioni, sia a fini commerciali che non.
Nel dicembre 2011 la Commissione Europea ha presentato una strategia per l’Europa che definisce norme più chiare per realizzare l’uso migliore delle informazioni detenute dalla PA. La strategia sugli open data proposta renderà più semplice alle imprese e ai cittadini trovare e ri-usare le informazioni detenute sia da organismi del settore pubblico degli Stati membri, sia dalla Commissione stessa. Proprio per questi motivi, la Commissione prevede di aggiornare la direttiva del 2003.

Le aziende possono trarre  vantaggio dagli “open data”?
Le informazioni del settore pubblico hanno un grande potenziale economico. Secondo un’indagine sull’impatto economico delle informazioni del settore pubblico, condotto dalla Commissione Europea nel 2011 (studio Vickery), i vantaggi economici diretti e indiretti sono stimati in circa 140 miliardi di euro in tutta l’Unione europea. L’aumento del riutilizzo di PSI genera nuove imprese e posti di lavoro e fornisce ai consumatori più scelta e più valore. Naturalmente tali opportunità di sviluppo, essendo legate a cambiamenti culturali, non sono così evidenti e debbono essere intraprese azioni per favorirne l’individuazione. Un esempio di iniziativa con questo fine è Apps4Italy, un concorso aperto a progetti di soluzioni utili e interessanti basate sull’utilizzo di dati pubblici, capaci di mostrare a tutta la società il valore del patrimonio informativo pubblico.
Tra le azioni prioritarie contro lo “spread digitale” definite in occasione del primo incontro degli Stati Generali dell’Innovazione, svoltosi a Roma  il 25-26 novembre 2011, sono presenti specifiche azioni proprio per favorire il processo di liberalizzazione dei dati pubblici, condizione indispensabile perché progetti come quelli sollecitati da Apps4Italy possano moltiplicarsi.
Inoltre, il sito dell’associazione raccoglie interventi, idee, contributi sul tema open data, come “La democratizzazione dei dati per abbattere il data divide”, in cui Pietro Blu esamina le difficoltà per fare incontrare domanda e offerta di “open data” e propone alcune azioni per colmare la distanza che le separa.

L'articolo Bologna chiama Genova è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2012/03/19/bologna-chiama-genova/feed/ 0 45.8027983 9.093560000000025
Definizione di una rete stradale strategica di ambito provinciale in condizioni di esercizio http://blog.spaziogis.it/2011/09/26/definizione-di-una-rete-stradale-strategica-di-ambito-provinciale-in-condizioni-di-esercizio/ http://blog.spaziogis.it/2011/09/26/definizione-di-una-rete-stradale-strategica-di-ambito-provinciale-in-condizioni-di-esercizio/#comments Mon, 26 Sep 2011 07:00:53 +0000 Lorenzo Perone http://blog.spaziogis.it/?p=4126 Questo post nasce a seguito della sollecitazione a descrivere le modalità con cui abbiamo elaborato il modello per l’individuazione della rete strategica in condizioni di esercizio. E’ la naturale continuazione del mio precedente “Definizione di una rete stradale strategica di ambito provinciale” che invito a leggere per maggiore chiarezza, in quanto alcuni passaggi comuni alle [...]]]> Questo post nasce a seguito della sollecitazione a descrivere le modalità con cui abbiamo elaborato il modello per l’individuazione della rete strategica in condizioni di esercizio. E’ la naturale continuazione del mio precedente Definizione di una rete stradale strategica di ambito provinciale che invito a leggere per maggiore chiarezza, in quanto alcuni passaggi comuni alle due analisi sono stati descritti nel primo post con maggiore dettaglio.

Ricordo comunque, a titolo di completezza, alcuni concetti generali.

Lo scopo dell’analisi è stato quello di definire, all’interno dei 1400 Km della rete viaria della Provincia di Bologna, tre categorie di importanza funzionale indicative della rilevanza strategica di un tronco stradale.

La definizione di una rete strategica è finalizzata a garantire un livello di servizio dell’infrastruttura stradale adeguato alla sua funzione, a programmare e gestire la manutenzione dell’infrastruttura stradale sul territorio provinciale in maniera mirata e a ottimizzare le risorse disponibili per gli interventi definendo priorità e fornendo supporto nella definizione dei piani triennali dei lavori.

L’individuazione della rete strategica viene effettuata tenendo conto di due diversi scenari:

  • scenario di servizio: valuta la funzionalità richiesta all’infrastruttura in condizione di normale esercizio;

  • scenario di emergenza: valuta la funzionalità richiesta all’infrastruttura nella condizione di emergenza legata ad un evento sismico.

Nel caso dell’analisi in condizioni di esercizio si è tenuto conto dei flussi di traffico e lo studio dei percorsi (routing) ha valutato i percorsi tra centroidi di attrazione e generazione di spostamento secondo la relazione residenti-edificato, residenti-imprese e caselli autostradali-edificato.

L’analisi GIS utilizza:

  • una mappa di densità dei residenti ottenuta dal dato geometrico dalle sezioni di censimento ISTAT;
  • una mappa di densità delle imprese ottenuta della banca dati della Camera di Commercio georeferenziata;
  • una mappa di densità dell’edificato ricavata secondo quanto descritto in questo post.

Queste mappe raster vengono filtrate utilizzando un valore minimo di soglia che permetta di identificare un numero di “isole” ritenuto rappresentativo del contesto provinciale mediante un’analisi qualitativa. Di queste isole vengono poi calcolati i baricentri passando per la trasformazione in poligoni. I baricentri, assieme agli accessi ai caselli autostradali, rappresentano i centroidi dell’analisi dei percorsie sono costituiti da:

  • 48 centroidi di aree ad elevata densità residenziale, ottenuti elaborando le sezioni relative all’ultimo censimento della popolazione, che definiremo centroidi residenti
  • 61 centroidi di aree densamente edificate, ottenuti elaborando la densità edilizia calcolata dai dati catastali secondo la metodologia proposta da questo post, che definiremo centroidi edificato
  • 46 centroidi di aree ad elevata presenza di imprese ottenuti elaborando i dati della Camera di Commercio di Bologna georiferiti, che definiremo centroidi imprese
  • 24 accessi ai caselli autostradali

Individuati i centroidi di generazione/attrazione degli spostamenti vengono definite nel modello le regole secondo le quali il software deve calcolare i percorsi di collegamento che sono rappresentati dalla seguente matrice.


Centroidi edificato

Centroidi imprese

Centroidi residenti

5C/TB

5C/TB

Caselli autostradali

1C/TB

-

 

Per ogni relazione è espresso un parametro di calcolo utilizzato dall’algoritmo di routing del software:

  • 1C, 5C numero di connessioni del centroide di generazione degli spostamenti con i più prossimi punti di attrazione degli spostamenti, es. tra centroidi residenti e centroidi edificato e è indicato 5C, cioè il centroide di ogni area ad elevata densità residenziale deve raggiungere il centroide delle cinque aree densamente edificate più prossime.

  • TB calcolo del percorso utilizzando il percorso più breve in termini di tempo.

Ad ogni arco stradale è attribuito un peso basato sul numero dei percorsi, tra quelli calcolati, che lo utilizzano, la parte relativa al calcolo dei percorsi a questo punto è conclusa. Si opera l’estrazione del grafo delle strade provinciali dal grafo complessivo.

Oltre ai percorsi, per il calcolo della categoria di importanza funzionale, in condizioni di esercizio, delle strade provinciali, sono utilizzati anche i dati sui flussi di traffico che provengono da Mobiliter, il sistema di consultazione dei flussi online della regione Emilia-Romagna. I dati forniti sono rilevati da circa 40 postazioni, in funzione 24 ore su 24, installate sulle strade provinciali. Questi dati di flusso sono integrati dai dati rilevati in fase di definizione del quadro conoscitivo del Piano della Mobilità Provinciale.

I dati relativi ai flussi di traffico sono stati inseriti come attributi nel grafo provinciale a livello di singolo arco stradale. Sono state individuate tre classi di traffico attraverso un’analisi di significatività statistica (Jenks). La scelta dei valori di soglia, operata secondo questo metodo, consente di determinare classi di aggregazione (classe 1, 2 e 3) con i valori di gruppo più simili e che massimizzano le differenze tra le classi stesse.

Il calcolo dell’indice di importanza funzionale, basato sulle classi di traffico e sul peso determinato dall’analisi dei percorsi, è stato effettuato in maniera diversificata tra le strade di pianura e quelle collinari o montane. Si è operata una distinzione basata sulla definizione geografica di pianura come territorio compreso al di sotto della quota di 200 m s.l.m. Lo scopo di questa differenziazione, che si traduce nella creazione di due sub-grafi, è quello di amplificare l’importanza funzionale delle strade appenniniche, cioè quelle poste a 200 m s.l.m., che presentano in termini di flussi di traffico un’importanza spesso secondaria. Tale scelta si è concretizzata nel calcolo dell’indice di importanza funzionale che segue la logica di seguito descritta.


Peso dell’analisi dei percorsi

Peso dei flussi di traffico

Ambito di pianura

40%

60%

Ambito appenninico

60%

40%

Una volta calcolato l’indice di importanza funzionale nel contesto di pianura ed in quello appenninico si può riunificare il grafo. L’indice di imporanza funzionale che ogni arco si trova come attributo viene normalizzato a 100 e vengono individuate tre categorie di importanza funzionale mediante l’analisi di significatività statistica di Jenks.

Quello che si ottiene è un grafo che presenta per ogni singola strada provinciale diversi tratti con categoria di importanza funzionale diversa. Con un’analisi qualitativa si operano delle scelte per attribuire le categorie di importanza funzionale in maniera più continua ad interi tratti di strada.

Mappa dei percorsi in Appennino
Scenario dei percorsi in Appennino

Scenario dei percorsi in Appennino

Mappa del traffico in Appennino
Mappa del traffico in Appennino

Mappa del traffico in Appennino

Mappa della rete strategica in Appennino
Mappa della rete strategica in Appennino

Mappa della rete strategica in Appennino

Mappa dei percorsi in pianura
Mappa dei percorsi in pianura

Mappa dei percorsi in pianura

Mappa del traffico in pianura
Mappa del traffico in pianura

Mappa del traffico in pianura

Mappa della rete strategica in pianura
Mappa della rete strategica in pianura

Mappa della rete strategica in pianura

Un’illustrazione interessante può essere quella di un utilizzo “pratico” della rete strategica in condizioni di esercizio quale la valutazione dell’indice di equilibrio nell’attività di pulizia della neve. Si calcola per ogni arco stradale l’indice di servizio, cioè il rapporto tra il numero dei mezzi ed il percorso assegnato (es. 1 mezzo / 15 Km = 0.067). Il valore dell’indice di servizio, attraverso l’analisi di significatività di Jenks, viene classificato in tre classi: massimo (classe 1), medio (classe 2) e minimo (classe 3) servizio. Successivamente per ogni arco si confronta la classe di servizio con la categoria di importanza funzionale in condizioni di esercizio. Gli scenari possibili sono i seguenti.

Classe servizio 1

Classe servizio 2

Classe servizio 3

Cat. importanza funzionale 1

Indice servizio equilibrato

Indice servizio basso

Indice servizio molto basso

Cat. importanza funzionale 2

Indice servizio alto

Indice servizio equilibrato

Indice servizio basso

Cat. importanza funzionale 3

Indice servizio molto alto

Indice servizio alto

Indice servizio equilibrato

La mappa dell’indice di equilibrio risultante è la seguente.

Mappa dell'indice di equilibrio nella pulizia neve

Mappa dell'indice di equilibrio nella pulizia neve

Spero di essere riuscito nell’intento di esemplificare il flusso di lavoro seguito. Invito chi possa essere interessato all’argomento a contribuire, chiedere informazioni o criticare utilizzando i commenti ;-)

L'articolo Definizione di una rete stradale strategica di ambito provinciale in condizioni di esercizio è apparso originariamente su TANTO. Rispettane le condizioni di licenza.

]]>
http://blog.spaziogis.it/2011/09/26/definizione-di-una-rete-stradale-strategica-di-ambito-provinciale-in-condizioni-di-esercizio/feed/ 0 45.8027983 9.093560000000025 Scenario dei percorsi in appennino Scenario dei percorsi in appennino analisi_scenario_esercizio_appennino_traffico Mappa della rete strategica in appennino Mappa della rete strategica in appennino Mappa dei percorsi in pianura Mappa dei percorsi in pianura Mappa del traffico in pianura Mappa del traffico in pianura Mappa della rete strategica in pianura Mappa della rete strategica in pianura Mappa dell’indice di equilibrio nella pulizia neve Mappa dell'indice di equilibrio nella pulizia neve