25 giugno, 2012 | di in » Entropia

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul Blog di Working Capital.

Dopo essere stati a Bolzano raggiungiamo Bari per la seconda “puntata” di questa doppia intervista. Quanto è diverso avviare una startup in Trentino o in Puglia? Ne parlo con Vincenzo Barbieri, cofondatore di Planetek.

Chi sei?

Vincenzo Barbieri, agronomo, anno 1967, direttore marketing e socio fondatore di Planetek Italia S.r.l.

Dove operi?

Planetek Italia ha sede a Bari ed impiega circa 50 persone. Abbiamo una sister company ad Atene,Planetek Hellas, e abbiamo fondato due spinoff: Geo-k a Roma, con l’Università di Tor Vergata, e GAP a Bari, con il Politecnico.

Di cosa ti occupi?

Siamo specializzati nell’erogazione di servizi e prodotti nell’ambito della geomatica e dello spazio.

Quando hai avviato la tua impresa?

Dopo la laurea ho conseguito un master in pianificazione del territorio e contestualmente ho avviato l’azienda nel 1994 con gli altri soci fondatori.

Quando hai iniziato che collegamenti avevi con gli istituti di ricerca?

Abbiamo avviato la Planetek Italia utilizzando le facility messe a disposizione dall’incubatore di imprese Tecnopolis (oggi Innovapuglia, nel 1994 centro di ricerca applicata della Regione Puglia).

Che vantaggi hai avuto nel creare un’impresa in Puglia?

Quando siamo nati abbiamo presentato una richiesta di finanziamento per l’imprenditoria giovanile, ma la nostra richiesta è stata bocciata perché il piano era troppo ambizioso per un mercato che, secondo i valutatori, non sarebbe stato in grado di sostenere una iniziativa di questo genere. Oggi posso dire: per fortuna hanno bocciato la nostra richiesta, quello che ci serviva lo abbiamo acquistato con i nostri sacrifici ed ogni lira è stata sempre ben spesa. I finanziamenti ti inducono ad imbottirti di tecnologia, ma puoi pagarne care le conseguenze. Gli ammortamenti elevati possono uccidere le nuove imprese che non hanno le spalle abbastanza larghe per sopravvivere alle piccole crisi finanziarie.

Nel 1994 l’utilizzo dell’incubatore di impresa ci ha consentito di accedere a risorse tecnologiche che altrimenti non avremmo potuto acquisire. Tecnopolis disponeva di un collegamento Internet molto veloce quando ancora Internet non era diffusa, in pratica non si sapeva cosa fosse. Questo ci ha reso da subito un’azienda internazionale. Avevamo poi a disposizione delle workstation Unix dotate di software GIS e di Image Processing (Remote Sensing) che ci hanno consentito di poter erogare servizi senza dover fare investimenti che non avremmo potuto sostenere. Inoltre la prossimità fisica e la condivisione degli spazi con i tecnici del centro di ricerca ci hanno aiutato ad avere immediata conoscenza di quanto avveniva nel settore della geomatica. Infine a Bari abbiamo un buon politecnico ed un’università che ci mettono a disposizione neolaureati da inserire in azienda.

Che difficoltà hai avuto?

La logistica non ci ha sempre aiutato. Anche se a Bari abbiamo un buon aeroporto, con molti collegamenti, inizialmente era problematico raggiungere le principali città europee. Oggi la situazione è molto migliorata grazie alla possibilità di realizzare videoconferenze al posto delle conferenze fisiche, e il costo dei biglietti aerei si è ridotto significativamente rispetto ai primi anni di vita dell’azienda.

Come pensi potrebbe essere avviare un’impresa in un altro contesto geografico?

Potremmo avere una logistica più efficiente se fossimo in prossimità di mercati più ampi, ad esempio quelli della Lombardia, del Piemonte oppure del Lazio, dove è massiccia la presenza di amministrazioni centrali. Sarebbe inoltre utile operare in stretto contatto con altre aziende con attività complementari alle nostre, con cui organizzare filiere verticali e/o orizzontali.

Cosa ti sarebbe utile nel luogo in cui sei?

Una Pubblica Amministrazione in grado di richiedere e saper riconoscere ICT di qualità, infatti per noi attualmente il mercato locale non rappresenta un volano di sviluppo.

Infine, maggiore capacità di aggregazione tra gli operatori economici e più in generale tra tutti i soggetti interessati (PA, mondo della ricerca, ecc.). Disporre di una massa critica è indispensabile per poter competere sul mercato e non subire gli eventi, se non sei parte di un grande gruppo devi necessariamente collaborare con altre aziende, ma purtroppo la propensione a lavorare in modo sinergico non è molto diffusa.

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Bolzano chiama Bari

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Bari: 41.120422, 16.870537
Bolzano: 46.496715, 11.358005

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One Response to “Bolzano chiama Bari – fare impresa in Puglia”

  1. By Maurizio Foderà on giu 26, 2012

    E fare impresa in Sicilia? Ancora di più nel profondo sud di Mazara del Vallo? Non voglio piangermi addosso o dire che qua tutto è difficile, perché quando nel 1995 ho lasciato la Toscana per venire in Sicilia il mio leitmotiv era: non mi posso lamentare che in Sicilia va tutto male se noi siciliani andiamo tutti al nord, quindi ritorno in Sicilia!
    Però a distanza di 17 anni una cosa è certa: fare impresa in Sicilia è molto più difficoltoso che in Trentino o in Puglia. Se oggi comincio ad affermare che forse era meglio rimanere in Toscana le cose sono due: o non ho funzionato io o non funziona questo paese!
    Allora, sul fatto di non aver funzionato io non c’è dubbio: il principio di causalità mi fa dire che sicuramente io sono causa del mio cattivo funzionamento. Però credo che nessuno mi possa smentire se dico che il sistema Italia non funziona.
    Se oggi sto cominciando a meditare di non fare più impresa e tutti quelli che la fanno hanno le mie stesse perplessità sicuramente c’è qualcosa in questo sistema che bisogna correggere!

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